Metà del capitolo IV
Riporto un brano che mi sembra illuminate sull'ironia che pervade tutta la narrazione e su una caratteristica di Boll che sto trovando molto originale:
"A che livello di sensibilità, poniamo, va registrato il valore fiammifero, non uno intero e neppure mezzo fiammifero, ma solo un quarto di fiammifero, quello con cui la sera un detenuto si accende la sigaretta, mentre altre persone -per di più non fumatori!- tengono disseminati sulle loro scrivanie senza mai servirsene, degli accendini a gas della grandezza di due pugni?
Che roba è mai questa? E la giustizia, dov'è?
Insomma, volevamo solo far capire che molti quesiti rimangono aperti.
E' solo uno dei tanti periodi in cui l'autore, l'A. come si chiama lui, affronta un argomento complesso della vita umana utilizzando un'ironia estrema, come se mai parlasse di cose serie veramente; anche in questo caso, la serietà, l'insolubilità del problema eterno del valore delle minime cose per ciascuno di noi, vengono ridimensionate dalla frase: Insomma, volevamo solo far capire che molti quesiti rimangono aperti.
Anche nel paragrafo in cui parla del problema del dolore, delle lacrime, della beatitudine, Boll usa un modo originalissimo, riportando le definizioni dell'enciclopedie, a cui, con stile ironico e didascalico, intreccia le proprie personali convinzioni.
Per poi rapportare il tutto alla vita di Leni in termini di "peso ideale", di grammi in più o in meno rispetto a questo.
Così il tema della felicità e della sofferenza personale di ognuno, della responsabilità delle proprie scelte, si condensa per lui nella domanda:
Dimmi quanto peso hai in più o in meno del tuo peso-forma e io ti dirò se una carenza o un eccesso di l. p., r., b., d., s. nel tuo stomaco, nei tuoi intestini, nel tuo tronco-cerebrale, nel fegato, nei reni, nel pancreas hanno convertito il tuo erroneo modo di agire e sentire nella suddetta carenza o eccedenza.
Anche se non sempre comprendo fino in fondo dove voglia arrivare l'A. e quanto ci sia di serio in quello che dice (pur avendo il sospetto che sia maledettamente serio), trovo che abbia un punto di vista decisamente originale nell'affrontare i grandi temi dell'esistenza umana.
Francesca