LXIV Gruppo di lettura - Foto di gruppo con signora di H.Boll

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LearnToKill

New member
Molto bello il paragrafo dove viene intervistata Frau Liane Holthohne e dove viene spiegato un po' del suo passato. Anche se viene definita come "poco cordiale ma non scortese" è uno dei pochi personaggi (oltre suor Rahel) che mi ha affascinata, sarà per la vita che ha dovuto vivere. Di certo, non si può dire altrettanto di quella Marga Wanft, odiosa. La descrizione che Frau Holthohne fa di Leni, secondo me, è una delle più belle che ho letto fino ad ora.
 

francesca

Well-known member
Capitolo VI

A me continua a piacere molto.
La "corte dei miracoli" di Peltzer poi, mi sembra uno spaccato della società tedesca poco prima della fine della guerra.
C'è il nazista convinto, l'opportunista che non si espone mai fino in fondo finché non conviene, l'ebrea che si nasconde, il prigioniero di guerra, i comunisti ridotti al silenzio...
su tutti Leni, avvolta sempre in questa aurea misteriosa.
L'ironia di Boll nel trattare ogni personaggio, ogni situazione, in più punti lascia intravedere una profondità che spiazza completamente il lettore, perché improvvisamente lo catapulta nel mondo delle questioni fondamentali della vita.
Per esempio, nella ricostruzione del famoso episodio della "tazza di caffè", ecco per bocca di Grundtsch uno di questi passaggi;
riferendosi all'atto di Leni di offrire il caffè a Boris dice:
"Nessuno poteva dare un'interpretazione diversa al suo atto: era pura, ingenua umanità, ed è vero che è proibito usarla verso gli esseri inferiori, tuttavia, sa, persino un tipo come Kremp sentiva che Boris era un essere umano a tutti gli effetti: aveva un naso, due gambe e persino gli occhiali sul naso, ed era più sensibile che tutta la compagnia messa insieme. Boris, grazie a quel gesto coraggioso di Leni, venne semplicemente riconosciuto, dichiarato un essere umano: e fu un punto fermo, nonostante tutte le miserie che sarebbe accadute in seguito.
In questo semplice passaggio è condensata tutta la tragedia del nazismo: la spiegazione fondamentale, il divieto di manifestare umanità nei confronti di esseri inferiori, ma anche la lacerazione che ciò ha provocato in tutti coloro che in qualche modo ne sono stati coinvolti, da aguzzini convinti o costretti, da vittime, da indifferenti: l'impossibilità di non avvertire l'umanità di quelli che venivano considerati inferiori, a meno di non abdicare alla propria stessa umanità e trasformarsi in "mostri".
E infatti qualche pagina dopo, ecco che Peltzer dopo la guerra, probabilmente lacerato dal dubbio di non aver fatto abbastanza per evitare certi orrori, ripete in modo ossessivo la frase: "non sono mica un mostro".

Su tutti Boll non esprime nessun giudizio, si limita a raccontare o a far esprimere giudizi dai propri personaggi, giudizi che per forza di cose, a seconda di chi li esprime, spesso sono in contraddizione.
Bellissima questa ricostruzione "corale" degli eventi e delle personaggi stessi, che permette al lettore di avere più punti di vista diversi, e crea una ricchezza inimmaginabile di sfaccettature: più che di foto, sembra quasi che si tratti di dipinti in cui ogni protagonista viene invitato a dare la propria particolare e inconfondibile pennellata, inconfondibile per stile e tonalità.


Francesca
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Iniziio capitolo X

Ho poco tempo per commentare... bello. Mi è piaciuto tanto, ma tanto tanto, il capitolo dedicato alla "fine della guerra"... mi viene persino da chiedermi se tutto il romanzo non sia un pretesto per giungere a queste pagine che sono di un'intensità terribile e che raccontano qualcosa che (almeno a me) non è mai capitato di leggere in altri libri o in altri documenti storici... Cose a cui non si pensa mai che riguardano un periodo molto particolare, e cioè l'attesa dell'ormai imminente ma sempre rimandato arrivo degli americani e i mesi immediatamente successivi alla "fine della guerra". Bellissimo.
Molto interessanti anche i paragrafi dedicati agli Hoyser, che ben rappresentano la "logica del profitto" che domina la società dal dopoguerra in poi.
 
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Ugly Betty

Scimmia ballerina
Metà capitolo VIII

Confesso: sto continuando a leggere questo libro solo perchè per una questione di principio voglio portarlo a termine. Non vedo l'ora di iniziare a leggere qualcos'altro. :W

Tuttavia, tuttavia :mrgreen:, la descrizione della guerra mi sta piacendo, nuda e cruda, così terribile e disumana che si contano i grammi di cibo.
Per il resto, bah... :?:?:?:?:?:?:?
 

LearnToKill

New member
Mi è piaciuto tanto, ma tanto tanto, il capitolo dedicato alla "fine della guerra"... mi viene persino da chiedermi se tutto il romanzo non sia un pretesto per giungere a queste pagine che sono di un'intensità terribile e che raccontano qualcosa che (almeno a me) non è mai capitato di leggere in altri libri o in altri documenti storici... Cose a cui non si pensa mai che riguardano un periodo molto particolare, e cioè l'attesa dell'ormai imminente ma sempre rimandato arrivo degli americani e i mesi immediatamente successivi alla "fine della guerra". Bellissimo.
Lo sto leggendo proprio adesso. Non l'ho ancora finito ma ti do pienamente ragione, mi sta tenendo incollata. Mi sta facendo rabbrividire e disgustare. Non sono mai abbastanza le testimonianze della guerra, credo che mi darebbero la stessa sensazione di rammarico anche se dovessi leggerle cento volte.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
adesso che S*ann si è tolto di mezzo vediamo di partire con la lettura della signora :) sono indietrissimo ma oramai è un mio stile quello di arrivare a spettacolo iniziato, quasi in chiusura :mrgreen:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Finito!

Mi mancavano una ventina di pagine e le ho finite ieri sera a letto! Seguirà commento breve e lungo, intanto riconfermo il mio apprezzamento! Voto 4,5
 

francesca

Well-known member
Metà capitolo IX

Le pagine dell'epilogo della guerra hanno colpito molto anche me.
Non capita spesso di pensarla e immedesimarsi dalla parte dei "cattivi" della Storia.
Questi cattivi come tutta l'altra popolazione civile europea, negli ultimi mesi di guerra, è rinchiusa nelle cantine, senza ormai quasi più niente da mangiare, impaurita, violentata negli affetti e nella vita quotidiana dalle bombe, dalle fucilazioni senza motivo, dalle morti assurde. E, come in tutto il resto dell'Europa, aspetta di "essere liberata".
Mi fa impressione leggere che Leni e i suoi compagni di sventura, aspettano gli Americani, si lamentano perché ci mettono troppo. Questo popolo che ha messo a ferro e fuoco tutti i paesi vicini, che ha creato la razza superiore, ora striscia nelle cantine aspettando che qualcuno lo liberi.
Il mio non è un giudizio, assolutamente, ma una constatazione, e mi piace che l'A. non dia nessun giudizio nemmeno lui nel raccontare, ma come al solito si serva delle diverse voci narranti per far vedere come una stessa cosa possa essere vissuta e sentita in modo diverso a seconda di chi la subisce.
Così il racconto del "giorno 2" è magistrale: ripreso, cambiato, arricchito continuamente dai vari personaggi, i cui racconti diventano echi, un gioco di specchi, che ne amplificano la tragicità.
L'A. poi riesce a rendere benissimo il senso di insicurezza estrema dell'immediato dopo guerra, dove ognuno cerca di capire quale può essere l'identità migliore, la "divisa" migliore da indossare per non essere fucilati sull'istante senza nessuna possibilità di difesa.
Sarà che dopo così tanta tensione diventa difficile tenere alto il tenore narrativo, ma il finale mi sta un po' deludendo, la visita dell'A. a suor K, il loro idillio, le rose che fioriscono sulla tomba di suor Rahel, insomma tutto mi sembra un po' piatto.

Francesca
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
commento finale

Che bei commenti che fai, Francesca! hai descritto in modo sublime quelle stesse identiche cose che hanno colpito anche me e che resteranno certamente il "lascito" più prezioso di questo bellissimo romanzo!
estrapolo un pezzettino della mia recensione come commento finale... la versione "integrale" è in PB! :p :wink:

Attraverso Leni, la protagonista, la denuncia di Böll è spietata, perché oggetto di questa denuncia è non solo l'orrore del nazismo e della guerra, ma qualsiasi tentativo di ridurre questo dramma a qualcosa di definibile, di semplificarlo in una sorta di lotta “bene contro male” che non corrisponde a verità, in quanto lascia fuori una miriade di personaggi, di situazioni, di sfumature. Di ogni personaggio è mostrata l'unicità, l'umanità, l'irriducibilità a qualsiasi schema, per cui – a dispetto dell'intento pseudo-documentaristico che si pone l'A. – il risultato è un affresco vivo, vibrante, indimenticabile.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Partecipanti

In lettura:

Ugly Betty
elisa
francesca

Finito:

ayuthaya: di ogni personaggio è mostrata l'unicità, l'umanità, l'irriducibilità a qualsiasi schema, per cui – a dispetto dell'intento pseudo-documentaristico che si pone l'A. – il risultato è un affresco vivo, vibrante, indimenticabile.


LearnToKill: un libro dai molteplici contenuti forti, schietto, ma sopratutto reale! Un grande dipinto della Germania della seconda guerra mondiale e della Germania del dopo guerra, ricostruito attraverso la vita di Leni. Non semplice da portare a termine, ma che arricchisce molto.
 
Ultima modifica:

LearnToKill

New member
Sono giunta al termine anche io!!!
Datemi qualche oretta e posto il mio commento/recensione in PB!

Posso dire però che, nonostante la mia lentezza e, in alcuni tratti, difficoltà a proseguire sono contenta di aver portato a termine questa lettura. Un libro dai molteplici contenuti forti, schietto, ma sopratutto reale! Un grande dipinto della Germania della seconda guerra mondiale e della Germania del dopo guerra, ricostruito attraverso la vita di Leni. Un libro non semplice da portare a termine, ma che arricchisce molto.
 

francesca

Well-known member
Finito anch'io...
confermo una certa delusione per la parte finale.
Raduno le idee e posto il commento finale.
Bellissimo quello di ayuthaya, posso copiartelo? condivido parola per parola, non saprei scriverlo meglio :D

Ugly, non ti piace proprio... cos'è che non va in questa lettura, per te?

Francesca
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
pagina 16

io lo inizio ora mentre voi siete praticamente arrivate alla fine. Ho fatto la conoscenza di Leni, mi ha colpito molto il commento sul suo peso, 68,8 kg per un'altezza di 1.71, oggi sarebbe considerata in sovrappeso mentre per l'epoca era 300-400 grammi sotto il peso ideale. Siamo nel 1971...come cambiano in fretta i parametri di bellezza e di salute :)
 

darida

Well-known member
io lo inizio ora mentre voi siete praticamente arrivate alla fine. Ho fatto la conoscenza di Leni, mi ha colpito molto il commento sul suo peso, 68,8 kg per un'altezza di 1.71, oggi sarebbe considerata in sovrappeso mentre per l'epoca era 300-400 grammi sotto il peso ideale. Siamo nel 1971...come cambiano in fretta i parametri di bellezza e di salute :)

ah! tu lo inizi ora, allora visto che ho finito con Zusak aspettami che...vengo anch'io! (remember? :mrgreen:) :wink:
 

francesca

Well-known member
io lo inizio ora mentre voi siete praticamente arrivate alla fine. Ho fatto la conoscenza di Leni, mi ha colpito molto il commento sul suo peso, 68,8 kg per un'altezza di 1.71, oggi sarebbe considerata in sovrappeso mentre per l'epoca era 300-400 grammi sotto il peso ideale. Siamo nel 1971...come cambiano in fretta i parametri di bellezza e di salute :)

Vedrai in seguito sui 300-400 grammi in più o in meno che belle dissertazione farà il nostro A. :wink:

Francesca
 

darida

Well-known member
spoiler pag. 10...circa

Io sarò tonta, ma dopo tante descrizioni sul parrucco della Leni, non ho ben chiaro che taglio e colore abbia questa tedescotta :?: biondo slavato tendente al grigio liscio mosso...? aiuto! per proseguire mi serve un taglio, anche indecente ma non posso immaginarla calva :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
" Leni ha il seno quasi perfettamente conservato di una donna che è stata amata teneramente e al cui seno, appunto, si sono dedicate delle poesie".

Che maraviglia :)


@ darida: io non mi sono neanche accorta dei capelli di Leni, per me poteva essere pure calva :mrgreen:
 

darida

Well-known member
" Leni ha il seno quasi perfettamente conservato di una donna che è stata amata teneramente e al cui seno, appunto, si sono dedicate delle poesie".

Che maraviglia :)


@ darida: io non mi sono neanche accorta dei capelli di Leni, per me poteva essere pure calva :mrgreen:

cribbio! cosa hai letto Proust a fare? per farti sfuggire i dettagli? ahi ahi ahi :mrgreen:

vabbè,gli piazzo in testa un caschetto d'oro...antico, e proseguo :wink:
 
Stato
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