LXXI Gruppo di lettura - I miserabili di Victor Hugo

madeline88

Member
Ciao ragazzi, purtroppo per motivi di studio forsennato e folle ho dovuto momentaneamente abbandonare la lettura. In un paio di viaggi in treno sono riuscita comunque a completare la terza parte, che fatica! Ho visto velocemente che alcuni di voi l'hanno finito...chissà se mai lo finirò anch'io! :mrgreen:
Vi saluto, a presto :)
 

unkadunka

New member
Uno scrittore irrefrenabile, un inchiostro instancabile: Victor Hugo, considerato il padre del Romanticismo francese, nasce a Besançon il 26 febbraio 1802 e scompare a Parigi il 22 maggio 1885.

È lo scrittore Sandro Veronesi,a raccontarci più di una curiosità sul romanziere francese apprezzato da Baudelaire e da Flaubert, autore - tra gli altri - del capolavoro letterario “I miserabili” (1862) che gli costò 15 anni di lavoro: questo, infatti, fu il tempo intercorso tra la prima gestazione dell’opera e la sua stesura definitiva.

Ma Hugo non fu soltanto un grande protagonista della letteratura: è stato fondamentale anche il suo contributo alla costruzione della disciplina del restauro moderno, come racconta Veronesi. Hugo “spargeva” - tra le sue righe romanzesche e poetiche - nozioni e temi del campo dell’arte, come il termine vandalo, che fu proprio lui a coniare per indicare chi distruggeva o mutilava le chiese gotiche che erano state costruite dai Vandali, cioè dai barbari.
(da Railetteratura)
 

ila78

Well-known member
COMMENTO FINALE

Mi riesce sempre difficile commentare un'opera monumentale (in tutti i sensi) come sono I Miserabili, scatta immediatamente l'ansia da prestazione e il complesso di inferiorità.
Dire che è bellissimo è banale e riduttivo come trovarsi all'interno di una maestosa Cattedrale e dire semplicemente che è una "bella costruzione".:D

Ne I Miserabili ci sono tutti i temi "importanti" della vita: la colpa, il perdono, il riscatto, l'amore tra padre e figlia, l'amore tra uomo e donna, la gelosia, l'amore per la patria e tutti sono trattati minuziosamente (troppo, a volte) e splendidamente nella loro complessità.
La caratteristica "prolissità" di Hugo, bisogna ammetterlo, da fastidio e a volte è pesante non perché le pagine descrittive o narrative che inframmezzano la storia di Valjean Cosette e compagnia siano brutte o difficili ma perché agli occhi di noi "moderni" "spezzettano" il racconto, tu sei l' che stai facendo il tifo per Valjean che deve scappare da Javert e "tac" una bella digressione di 200 pagine sulle monache di clausura...ti verrebbe da prendere Hugo per il collo, questo però fa parte del pacchetto "romanzo francese ottocentesco", se si riesce non dico a tollerarlo ma a capirlo forse si apprezzano anche gli "spezzatini". :wink: Quello finale sulle fogne di Parigi, ad esempio, a me è piaciuto, è il mio preferito in assoluto.

Era la seconda lettura per me e, pur ammettendo che non credo riuscirò a leggerlo un'altra volta, questo delizioso mattoncino si riconferma uno dei miei romanzi preferiti in assoluto.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
La caratteristica "prolissità" di Hugo, bisogna ammetterlo, da fastidio e a volte è pesante non perché le pagine descrittive o narrative che inframmezzano la storia di Valjean Cosette e compagnia siano brutte o difficili ma perché agli occhi di noi "moderni" "spezzettano" il racconto, tu sei l' che stai facendo il tifo per Valjean che deve scappare da Javert e "tac" una bella digressione di 200 pagine sulle monache di clausura...ti verrebbe da prendere Hugo per il collo,

Anche io, per quanto riguarda le digressioni, la vedo come te. Ai miei occhi di contemporaneo veloce e poco abituato alla riflessione lenta, danno fastidio.

Ma dico purtroppo, perchè mi rendo conto che in errore sono io, siamo noi (se mi permetti di includerti), nel senso che vogliamo tutto e subito, quando invece in ogni pagina c'è una chicca sulla quale potremmo spendere ore di dialogo, una frase che fa riflettere, alcune righe di "storia dal vivo".

Io ho tentato di rallentare la lettura in certe parti, ma mi sono reso conto che il mio cervello è tarato su velocità diverse, quasi schizofreniche.

Difficile essere oggettivi, soprattutto riguardo ad un romanzo scritto quasi 150 anni fa, ma voglio comunque rischiare e scrivo che, per il mio modo di vedere, la letteratura nel XX secolo è migliorata per un uso generalmente più limitato di aggettivazioni che, in questo come in altri romanzi del XIX secolo, chiudevano la fantasia.

Victor Hugo, così come A. Dumas, volevano dirci tutto, ma proprio tutto, riguardo alle caratteristiche dei personaggi.
 

ila78

Well-known member
Anche io, per quanto riguarda le digressioni, la vedo come te. Ai miei occhi di contemporaneo veloce e poco abituato alla riflessione lenta, danno fastidio.

Ma dico purtroppo, perchè mi rendo conto che in errore sono io, siamo noi (se mi permetti di includerti), nel senso che vogliamo tutto e subito, quando invece in ogni pagina c'è una chicca sulla quale potremmo spendere ore di dialogo, una frase che fa riflettere, alcune righe di "storia dal vivo".

Io ho tentato di rallentare la lettura in certe parti, ma mi sono reso conto che il mio cervello è tarato su velocità diverse, quasi schizofreniche.

Difficile essere oggettivi, soprattutto riguardo ad un romanzo scritto quasi 150 anni fa, ma voglio comunque rischiare e scrivo che, per il mio modo di vedere, la letteratura nel XX secolo è migliorata per un uso generalmente più limitato di aggettivazioni che, in questo come in altri romanzi del XIX secolo, chiudevano la fantasia.

Victor Hugo, così come A. Dumas, volevano dirci tutto, ma proprio tutto, riguardo alle caratteristiche dei personaggi.

Hai ragione, in ogni pagina o quasi ci sarebbe stato da scrivere e da dialogare con 1000 post, ma come dici giustamente tu, siamo noi che siamo "settati" su un ritmo di lettura (e di vita) completamente diverso. In un romanzo "moderno", per dire, Marius e Cosette si sarebbero visti e dopo un paio di pagine avrebbero "quagliato", qui si spendono pagine e pagine di cuoricini, farfalline, sospiri nel giardino e mani che si sfiorano che ai nostri occhi fanno anche un po' ridere però io non parlerei di "miglioramento" sono due modi di concepire la letteratura (e la vita) lontani 200 anni. :boh: quale dei due sia migliore non mi permetto di deciderlo. :wink:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Effettivamente le digressioni sono tantissime e molto lunghe, ed è vero che avremmo (o avrei) potuto soffermarci/mi un po' di più; talvolta le leggo con piacere, ma sempre frettolosamente, perché non vedo l'ora di tornare alla trama. Però sono sicura che, anche se adesso forse non me ne rendo conto, mi hanno arricchito. Senza di esse non sarebbe lo stesso libro, sarebbe molto bello e avvincente, appassionante ma non sarebbe il capolavoro che è, almeno secondo me. A questo punto non vedo l'ora di finirlo (anche se nel contempo mi dispiace staccarmene), sono arrivata alla terza parte ma mi mancano ancora ben 600 pagine di e-reader!
 

momi

Member
commento finale?

sono molto indecisa se commentare o meno il libro, perché non mi ha entusiasmato,
e mi sento anche in imbarazzo dirlo, (i monumenti non si toccano!) ma le continue digressioni e il perenne tono del moralista che si sente obbligato a farci conoscere il suo punto di vista su qualsiasi questione, alla fine mi irritavano parecchio;
scusate, ma credo che sia proprio una antipatia di pelle per lo scrittore, troppo presente nel libro.
Ovviamente il mio giudizio è più sul contenuto che sullo stile, non sta a me dire che Hugo sapeva usarle bene le parole scritte;

termino dicendo che comunque sono contenta di averlo letto, e posso anche evitare di leggere altro di Hugo senza i sensi di colpa del lettore!
 

ila78

Well-known member
sono molto indecisa se commentare o meno il libro, perché non mi ha entusiasmato,
e mi sento anche in imbarazzo dirlo, (i monumenti non si toccano!) ma le continue digressioni e il perenne tono del moralista che si sente obbligato a farci conoscere il suo punto di vista su qualsiasi questione, alla fine mi irritavano parecchio;
scusate, ma credo che sia proprio una antipatia di pelle per lo scrittore, troppo presente nel libro.
Ovviamente il mio giudizio è più sul contenuto che sullo stile, non sta a me dire che Hugo sapeva usarle bene le parole scritte;

termino dicendo che comunque sono contenta di averlo letto, e posso anche evitare di leggere altro di Hugo senza i sensi di colpa del lettore!

Non credo ci sia bisogno di sentirsi in imbarazzo, se non ti è piaciuto non ti è piaciuto, i monumenti non si toccano ma se non piacciono lo si puo' dire. :wink:
Permettimi invece di dissentire sull'eliminazione di Hugo dalla tua vita. Io, se non l'hai già fatto, leggerei Notre Dame de Paris che, a mio avviso, è un capolavoro alla pari dei Miserabili (ma molto più breve) le digressioni ci sono anche lì (Hugo è così, prendere o lasciare) ma su 200 pagine forse irritano meno che su 1000 e passa. :D
Altro gioiellino è L'uomo che ride. :wink:
 

momi

Member
Non credo ci sia bisogno di sentirsi in imbarazzo, se non ti è piaciuto non ti è piaciuto, i monumenti non si toccano ma se non piacciono lo si puo' dire. :wink:
Permettimi invece di dissentire sull'eliminazione di Hugo dalla tua vita. Io, se non l'hai già fatto, leggerei Notre Dame de Paris che, a mio avviso, è un capolavoro alla pari dei Miserabili (ma molto più breve) le digressioni ci sono anche lì (Hugo è così, prendere o lasciare) ma su 200 pagine forse irritano meno che su 1000 e passa. :D
Altro gioiellino è L'uomo che ride. :wink:

magari tra un po ci ripenserò!
ma (cito indegnamente Troisi),io sono una e loro sono tanti a scrivere, e il tempo va veloce;
ma, vabbè, non metterò Hugo nella mia lista nera:wink:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Partecipanti

Finito:

Ila78: Dire che è bellissimo è banale e riduttivo come trovarsi all'interno di una maestosa Cattedrale e dire semplicemente che è una "bella costruzione".Ne I Miserabili ci sono tutti i temi "importanti" della vita. Era la seconda lettura per me e, pur ammettendo che non credo riuscirò a leggerlo un'altra volta, questo delizioso mattoncino si riconferma uno dei miei romanzi preferiti in assoluto.

momi: Non mi ha entusiasmato, scusate, ma credo che sia proprio una antipatia di pelle per lo scrittore, troppo presente nel libro. Ovviamente il mio giudizio è più sul contenuto che sullo stile, non sta a me dire che Hugo sapeva usarle bene le parole scritte; comunque sono contenta di averlo letto, e posso anche evitare di leggere altro di lui senza i sensi di colpa del lettore!

In lettura:

Zdm
smemorina
alessandra
Nefertari
madeline88

E' giusto?
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
parte quarta libro sesto

SPOILER

Ho sempre provato un misto di indignazione e pena per i cosiddetti stalker, coloro cioè, che per amore, ossessione, presunto diritto, perseguitano le donne con ogni mezzo.

Devo dire che il buon Marius rientrerebbe a buon diritto nella categoria, considerando i suoi appostamenti, la presenza a "ombra di comignolo" non proprio rassicurante e le lettere lasciate sulla panchina di casa di Cosette come un ladro a rovescio.

Uno così oggi si piglierebbe una denuncia, e invece la nostra Cosette che fa? Si innamora perdutamente dello stalker ante litteram rinunciando al bellissimo ufficiale che quasi quotidianamente passava di fronte a casa sua.

I tempi cambiano, non c'è che dire...
 

Nefertari

Active member
Sono arrivata all'ABC.... se devo essere sincera mi sta un pochino annoiando...... Spero che migliori perchè finora mi è piaciuto moltissimo....
 

ila78

Well-known member
SPOILER

Ho sempre provato un misto di indignazione e pena per i cosiddetti stalker, coloro cioè, che per amore, ossessione, presunto diritto, perseguitano le donne con ogni mezzo.

Devo dire che il buon Marius rientrerebbe a buon diritto nella categoria, considerando i suoi appostamenti, la presenza a "ombra di comignolo" non proprio rassicurante e le lettere lasciate sulla panchina di casa di Cosette come un ladro a rovescio.

Uno così oggi si piglierebbe una denuncia, e invece la nostra Cosette che fa? Si innamora perdutamente dello stalker ante litteram rinunciando al bellissimo ufficiale che quasi quotidianamente passava di fronte a casa sua.

I tempi cambiano, non c'è che dire...

Bhe se Marius è uno stalker noi tutti almeno una volta nella vita siamo stati un po' "stalker"...io da ragazzina spiavo ogni movimento del ragazzino che mi piaceva (e che non mi calcolava neanche lontanamente) sapevo cosa faceva e dov'era in ogni momento della giornata. :mrgreen:
Credo che il termine "stalker" almeno nell'accezione che gli diamo noi moderni, sia un po' forte no? Oltretutto Marius ha una "venerazione" tutta ottocentesca per la sua amata non la toccherebbe neanche con un fiore, il solo pensare di farlo la "profana" ai suoi occhi. Il fatto di intrufolarsi nel giardino di notte sa più di "estatica venerazione" che di persecuzione.:)
Ps Il bellissimo ufficiale è un cretino completo. :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Bhe se Marius è uno stalker noi tutti almeno una volta nella vita siamo stati un po' "stalker"...io da ragazzina spiavo ogni movimento del ragazzino che mi piaceva (e che non mi calcolava neanche lontanamente) sapevo cosa faceva e dov'era in ogni momento della giornata. :mrgreen:
Credo che il termine "stalker" almeno nell'accezione che gli diamo noi moderni, sia un po' forte no? Oltretutto Marius ha una "venerazione" tutta ottocentesca per la sua amata non la toccherebbe neanche con un fiore, il solo pensare di farlo la "profana" ai suoi occhi. Il fatto di intrufolarsi nel giardino di notte sa più di "estatica venerazione" che di persecuzione.:)
Ps Il bellissimo ufficiale è un cretino completo. :wink:

Stalker si fa per dire..

È chiaro che non si possono mettere in parallelo due epoche così distanti.

Diciamo che l immagine di lui che si intrufola in giardino con l ombra che si allunga dietro di lei è una po inquietante
 

ila78

Well-known member
Stalker si fa per dire..

È chiaro che non si possono mettere in parallelo due epoche così distanti.

Diciamo che l immagine di lui che si intrufola in giardino con l ombra che si allunga dietro di lei è una po inquietante

Quello secondo me era per rendere l'idea della paura di Cosette in quel momento che, essendo completamente "ignorante" del mondo, si sarebbe spaventata a morte anche con molto ma molto meno...:wink:
 

Nefertari

Active member
Visto che oggi e domani sono in ferie mi dedico completamente a questo bel mattoncino :)
Sono arrivata anch'io alle passeggiate ripetute al parco solo per poter scambiare uno sguardo con la ragazza che sembra averlo conquistato. Non si fa ancora riferimento alla sua identità (tranne che per le iniziali -scorrette- trovate sul fazzoletto abbandonato) ma è sicuramente lei.... :mrgreen:

Il fatto di seguirla fino a casa per vedere dove abita e gli appostamenti per vedere quando spegne la luce un pò mi inquietano...ma allo stesso tempo mi inteneriscono: credo che tutti, o almeno tanti di noi, in gioventù abbiamo avuto la stessa tentazione :)

Comunque ora si è trasferita e lui non sa dove sbattere la testa :W


Sono contenta che finalmente, almeno per ora, si sia tornati ai nostri personaggi accantonando per un pò i dettagli storici!!!

Proseguo super-incuriosita :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Libro 8, parte 4

Indimenticabile la figura di Gavroche, il monello parigino che ha come casa le strade di Parigi, vive dentro l’elefante di Napoleone, nel centro della Francia, in quella piazza della Bastiglia che forse era addirittura centro del mondo.

Libera Thenardier dal carcere per semplice esibizionismo, arrampicandosi su una specie di grondaia. Che poi Thenardier sia suo padre, poco interessa a Gavroche e poco a Thenardier stesso, presi come sono dai loro rispettivi ruoli di monello e delinquente.

Ulteriore divagazione di Victor Hugo, a concludere il libro settimo. Questa volta ci spiega nell’iper dettaglio le radici del gergo parigino (argot) che senza la letteratura francese, a partire proprio da lui passando attraverso Ferdinad Celine, sarebbe caduto nel dimenticatoio.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
SPOILER

Devo dire che l'amore platonico tra Marius e Cosette è quanto di pù melenso e (mi dispiace utilizzare un termine tanto forte) ridicolo abbia letto in vita mia.

Ho trovato quantomeno grottesche, le descrizioni minuziose dell'estasi che ha colpito i due. Pagine e pagine di sguardi e un solo bacio mi hanno fatto sorridere e pensare, ancora una volta, quanto sia cambiato il modo di scrivere in così poco tempo.

A dire il vero non è solo il modo di scrivere ad essere radicalmente mutato, ma direi il mondo intero, e in veramente brevissimo tempo.

Gillenormand, il nonno di Marius, non acconsente al matrimonio con la figlia acquisita di Valjean per semplice ripicca, e muore quando il nipote esce rimproverandogli il suo rifiuto.
 

momi

Member
SPOILER

Devo dire che l'amore platonico tra Marius e Cosette è quanto di pù melenso e (mi dispiace utilizzare un termine tanto forte) ridicolo abbia letto in vita mia.

Ho trovato quantomeno grottesche, le descrizioni minuziose dell'estasi che ha colpito i due. Pagine e pagine di sguardi e un solo bacio mi hanno fatto sorridere e pensare, ancora una volta, quanto sia cambiato il modo di scrivere in così poco tempo.

A dire il vero non è solo il modo di scrivere ad essere radicalmente mutato, ma direi il mondo intero, e in veramente brevissimo tempo.

Gillenormand, il nonno di Marius, non acconsente al matrimonio con la figlia acquisita di Valjean per semplice ripicca, e muore quando il nipote esce rimproverandogli il suo rifiuto.

Non so se i tempi sono così cambiati, in romanzi dello stesso periodo, per esempio nei romanzi di Dosto, le relazioni non sono mica tanto platoniche, anche se ovviamente mancano le descrizioni scabrose! Credo che sia Hugo ad avere una visione particolarmente romantica dell'amore.

solo una piccola nota: il nonno non muore!
 
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