157° MG - All'ombra delle fanciulle in fiore di Marcel Proust

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elisa

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agina 520

io sono a pagina 520, mi mancano ancora 50 pagine, penso di finirlo anche io a breve :)

intanto Albertine si è dichiarata, che se aspettiamo Marcellino sarebbe ancora lì a descrivere l'orlo della sua gonnella :mrgreen:
 

Spilla

Well-known member
io sono a pagina 520, mi mancano ancora 50 pagine, penso di finirlo anche io a breve :)

intanto Albertine si è dichiarata, che se aspettiamo Marcellino sarebbe ancora lì a descrivere l'orlo della sua gonnella :mrgreen:

Wow! Non ci sono ancora arrivata, meglio che mi dia da fare :mrgreen:
 

isola74

Lonely member
diciamo che Marcel è il re dell'indecisione e dei dubbi, però stavolta fa del suo meglio per superare i suoi problemi... eppure....
 

Tanny

Well-known member
Io mi ritiro dal minigruppo, forse non è per me il momento giusto per affrontare Proust, leggo a mala pena un paio di pagine al giorno e dato che ho altre tre letture in corso, non so quando lo finirò ma certamente molto tardi rispetto a voi, sono a circa 1/4 del libro:roll:
 

Spilla

Well-known member
Io mi ritiro dal minigruppo, forse non è per me il momento giusto per affrontare Proust, leggo a mala pena un paio di pagine al giorno e dato che ho altre tre letture in corso, non so quando lo finirò ma certamente molto tardi rispetto a voi, sono a circa 1/4 del libro:roll:

Come vuoi, ma se sei a 1/4 io ti direi di resistere. Noi non ti abbandoneremmo di sicuro :mrgreen:
Facci un pensierino ;)
 

Tanny

Well-known member
Come vuoi, ma se sei a 1/4 io ti direi di resistere. Noi non ti abbandoneremmo di sicuro :mrgreen:
Facci un pensierino ;)

Il libro non lo abbandono di certo, non sono il tipo da abbandonare una lettura che ho iniziato :mrgreen:

Il problema è che mi sono fatto prendere in un modo a dir poco spaventoso da altri due libri (uno dei quali già divorato, ma serviranno ancora un paio di letture per venirne a capo), ciò rallenta molto la lettura di Proust e non credo che riuscirò a terminarlo in un tempo "decente"
 

velvet

Well-known member
Rieccomi! Scusate io ho fatto il ponte al mare e Proust l'ho lasciato a casa... :)
Stasera riprendo!

Vedo che voi siete oramai agli sgoccioli, pazienza chi va piano... :mrgreen:
 

elisa

Motherator
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Proust ama e su questo non ci sono dubbi. Ama Odette, Gilberte, Albertine, Andrée ma ama anche la nonna, la mamma, la cuoca governante Francoise e poi via via gli amici come Saint-Loup o le "vecchie" signore e gli artisti che ammira, scrittori e pittori. Ama i luoghi che frequenta a Parigi, i luoghi che frequenta durante le vacanze, i luoghi dove vorrebbe andare. Ama la musica, l'arte, la natura. Ama la vita e ama vivere, ma non in modo viscerale, spendendosi e lasciandosi andare, ama in modo sentimentale, all'inizio diffidente poi via via sempre più intensamente, assorbe con tutti i sensi tutti gli stimoli che vive attraverso le esperienze. Capisce la verità profonda delle cose attraverso questo meccanismo globale di conoscenza e ce le ridona come ripulite, arricchite, preziose per noi. Questo è quello che mi sento di dire come primo commento a questo secondo volume della Recherche. E' un inno all'amore.
 

isola74

Lonely member
Proust ama e su questo non ci sono dubbi. Ama Odette, Gilberte, Albertine, Andrée ma ama anche la nonna, la mamma, la cuoca governante Francoise e poi via via gli amici come Saint-Loup o le "vecchie" signore e gli artisti che ammira, scrittori e pittori. Ama i luoghi che frequenta a Parigi, i luoghi che frequenta durante le vacanze, i luoghi dove vorrebbe andare. Ama la musica, l'arte, la natura. Ama la vita e ama vivere, ma non in modo viscerale, spendendosi e lasciandosi andare, ama in modo sentimentale, all'inizio diffidente poi via via sempre più intensamente, assorbe con tutti i sensi tutti gli stimoli che vive attraverso le esperienze. Capisce la verità profonda delle cose attraverso questo meccanismo globale di conoscenza e ce le ridona come ripulite, arricchite, preziose per noi. Questo è quello che mi sento di dire come primo commento a questo secondo volume della Recherche. E' un inno all'amore.

Prendo spunto dal tuo commento per iniziare il mio....
ho avuto, infatti, un pensiero simile al tuo, ma non uguale...
Marcel si aspetta tanto, da tutto, dalle persone, dall'arte, dalla vita, e fantastica talmente tanto che alla fine la realtà è sempre al di sotto delle aspettative:??
Anche quando incontra le ragazze, non sa decidere di chi innamorarsi, e poi sceglie Albertine ma quasi per caso (almeno così è sembrato a me), perchè è quella con cui ha maggiori contatti, e si butta a capofitto in questa storia, che prima inventata dalla sua fantasia e poi prende corpo, mai come vorrebbe lui...
Secondo me il romanzo, è un inno al voler amare, all'innamoramento, più che all'amore vero e proprio.
 

elisa

Motherator
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hai ragione isola, può essere visto anche sotto questo aspetto.
Aggiungo anche altre riflessioni, una è sulla capacità umana di adattarsi all'ambiente e alle relazioni, cosa che Proust analizza nei minimi particolari e nei vari passaggi e sequenze che avvengono prima di arrivare a sentire come propri gli ambienti di vita, pensiamo alla camera dell'albergo tanto sofferta all'inizio per poi pensare con sofferenza al distacco. E' il tempo la misura di tutte le cose per Proust, tanto che spesso lo fa fluire in attesa dell'avvenimento o del momento in cui l'abitudine o la mancanza di abitudine, modificano il pensiero e il comportamento. L'altra riflessione è sulla capacità di Proust di analizzare e mettere a nudo i pensieri anche quelli marginali, come se ci fosse un'invisibile trascrittore applicato alla mente che decodificasse tutto il mondo interiore dello scrittore con puntigliosità a volte, le parti più noiose, con armonia e delicatezza, quelle più intime e suggestive.
 

isola74

Lonely member
. L'altra riflessione è sulla capacità di Proust di analizzare e mettere a nudo i pensieri anche quelli marginali, come se ci fosse un'invisibile trascrittore applicato alla mente che decodificasse tutto il mondo interiore dello scrittore con puntigliosità a volte, le parti più noiose, con armonia e delicatezza, quelle più intime e suggestive.

verissimo.
Proprio ieri sera dicevo a mio marito che Proust è bravissimo con le parole, e che è capace di dare voce a tutto... certo, a volte appare un po' prolisso e può sconfinare nella noia:wink:, però ne vale la pena: sa scrivere, non c'è dubbio ... e questo non è così scontato al giorno d'oggi per uno scrittore:mrgreen:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
verissimo.
Proprio ieri sera dicevo a mio marito che Proust è bravissimo con le parole, e che è capace di dare voce a tutto... certo, a volte appare un po' prolisso e può sconfinare nella noia:wink:, però ne vale la pena: sa scrivere, non c'è dubbio ... e questo non è così scontato al giorno d'oggi per uno scrittore:mrgreen:

davvero hai passato la serata
con tuo marito discettando su proust ?!?
:OO

e come ti è venuto allora
il mal di schiena ?
:?

:mrgreen:

scusami, scherzo
sai che ti voglio bene
ti faccio tanti auguri
di rimetterti presto
:ABBB
 

isola74

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elisa

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ci troviamo qui il 25 aprile 2016 per I Guermantes? :D

Ne I Guermantes assistiamo all'ingresso di Marcel nel tanto fantasticato mondo dell'aristocrazia. La descrizione della vita mondana nei salotti parigini della Belle Epoque, che è la materia principale di questo volume, si condensa in due grandi scene di ricevimento; la matinée Villeparisis e la soirée Guermantes. Entrambe precedute dal tema dell'arte, di cui sono l'appariscente negazione (la serata all'Opera con la meravigliosa immagine del teatro-acquario, l'assorta contemplazione dei quadri di Elstir prima dell'arrivo degli altri invitati), le due grandi scene mondane sono seguite dal tema dell'omosessualità, cui invece sono sottilmente apparentate: l'enigmatico, inquietante Charlus attende Marcel all'uscita dei ricevimenti sia della marchesa di Villeparisis che della duchessa di Guermantes. Le due morti di questo volume, quella lungamente, minuziosamente descritta della nonna - che si ispira in realtà alla morte della madre di Proust - e quella solo annunciata di Swann, svolgono la funzione di un doppio contrappunto funebre alle eleganze dei salotti. All'uscita del libro, nel 1920, non mancò chi mosse all'autore l'accusa di essere uno snob. Proust poté replicare che, all'opposto di quanto avrebbe fatto uno scrittore veramente tale, nel suo romanzo egli cercava di descrivere obiettivamente (ma dall'interno) il gioco delle vanità e delle ambizioni sociali, di scoprirne le motivazioni e i più nascosti riflessi; che c'era più snobismo inconfessato in certe sbrigative, moralistiche condanne della vita mondana piuttosto che nel suo sforzo di comprenderla e di notarne le leggi.
 
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