1° Diario di Lettura: Orlando Furioso di L. Ariosto

Spilla

Well-known member
Bellissima anche quest'ultima parte :ad: E poi i tuoi commenti sono sempre azzeccati e divertenti :wink: Hai proprio ragione ci vorrebbero più fate di tanto in tanto! Basterebbe anche solo un po di "magia" in più, in generale :mrgreen:

Nel saggio di Schiller che sto leggendo fa alcuni esempi di menti geniali, e cita tra questi Ariosto :YY

Anche nei sei-sette libri che leggo io in contemporanea Ariosto è spesso citato :paura:

Mi racconti cosa dice Schiller? ;)
 

Spilla

Well-known member
Mentre Rinaldo raccoglie le "truppe" da inviare a re Carlo (tra i cavalieri ci sarà anche Zerbino, figlio del re di Scozia), Ariosto torna ada Angelica, lasciata in compagnia del monaco eremita/negromante che aveva promesso di occuparsi della sua salvezza.

Ora l'eremita, benché vecchietto, aveva iniziato a provare una forte attrazione per Angelica (....dev'essere un virus....) e trattiene a lungo la fanciulla nella sua grotta. Stanca e preoccupata della strana insistenza del vecchio a tenerla presso di sé, la giovane, slegato l'anziano cavallo del monaco, lo cavalca e si allontana. Il monaco allora invoca una demone, che entra a possedere il destriero e lo spinge al galoppo fin sulle rive del golfo di Guascogna . Qui la povera Angelica piange e si dispera: perché la sua bellezza è una tale condanna? Cosa ha fatto contro il Cielo per meritare tante disgrazie? La sua bellezza ha portato alla morte il padre e il fratello e lei stessa è disonorata perché raminga. Perché il fato non le dona almeno la morte? Per lei sarebbe un gran sollievo.

Ecco, non me l'aspettavo: a questo punto mi fa pena, poveretta.:?

Il cavallo la conduce entro una grotta disabitata. Qui l'eremita raggiunge Angelica, la droga e tenta di abusare di lei. Ma è troppo vecchio, e i suoi tentativi vanno a vuoto (leggere le ottave che descrivono la scena, please :mrgreen:, tutto è espresso attraverso metafore legate al mondo equino :mrgreen:). Alla fine, privo di forze, il negromante si addormenta.

Ma le disgrazie per Angelica non sono finite:boh:
 

bonadext

Ananke
Il cavallo la conduce entro una grotta disabitata. Qui l'eremita raggiunge Angelica, la droga e tenta di abusare di lei. Ma è troppo vecchio, e i suoi tentativi vanno a vuoto (leggere le ottave che descrivono la scena, please :mrgreen:, tutto è espresso attraverso metafore legate al mondo equino :mrgreen:)

Hai voglia di mettere quelle ottave? :OO:OO Sono troppo curioso... :mrgreen:
 

Spilla

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Fine canto VIII

Hai voglia di mettere quelle ottave? :OO:OO Sono troppo curioso... :mrgreen:

Cercherò di farlo più tardi, forse domani, dal pc. Curioso, eh?:wink:

, dicevo, non è fuori dai guai. State un po' a sentire cos'altro le capita.
Nell'isola di Ebuda, a nord della Gran Bretagna, viveva un tempo una giovane bellissima, figlia del re del luogo. Ora, la donzella si trovava in riva al mare quando il custode dei mostri meriti, Proteo, vedendola se ne innamorò e la rese gravida. Saputolo, il re di Ebuda aveva ucciso la figlia con il nascituro in grembo.
Proteo, adirato, aveva allora scagliato contro l'isola tutti i mostri marini, e questi avevano fatto scempio di campi e mandrie (interessante sarebbe vedere le balene che fanno strage di pecore, ma io son troppo prosaica :mrgreen:). Gli abitanti di Ebuda, poi, avevano dovuto sacrificare una fanciulla al giorno, gettando la in mare. Solo trovando una donzella di cui Proteo possa di nuovo innamorarsi, infatti, l'isola potrà tornare a vivere in pace, ma finora le giovani gettate in mare sono state tutte divorato da un enorme pesce:OO e, per non sacrificare tutte le ragazze del luogo, gli Ebudani viaggiano per mare e rapiscono tutte le belle donzelle che capitano loro a tiro.

Così, quando vedono Angelica, la caricano in nave (e con lei il monaco ) e la portano sull'isola. La donna viene però tenuta per ultima, poiché i suoi carcerieri, stregati dalla sua bellezza, sperano fino alla fine di poterla salvare. Ma, ahimè, giunge l'ora di gettare Angelica in mare. Eccola lì, sopra uno scoglio, che piange la sua sorte infelice e attende la morte.

La scena è così triste che Ariosto la cambia e ci riporta a Parigi, dove troviamo, finalmente il nostro protagonista: Orlando!!! :YY
 

Spilla

Well-known member
Mi sto preparando psicologicamente. Ho deciso di procedere con metodo :)BLABLA:BLABLA). Qui ci vuole organizzazione . In pratica, proprio quello di cui sono cronicamente priva :W
Ma il libro è troppo bello e, a costo di impiegarci degli anni, questo lavoro lo voglio portare a termine.
Augh! Ho detto! :mrgreen:

Orlando è con Carlo Magno e l'esercito a Parigi. Ora è notte, ma durante il giorno ha imperversato una terribile battaglia, che gli infedeli avrebbero certo vinto se Dio (che evidentemente è di parte :?), mosso a pietà dalle preghiere di re Carlo, non avesse inviato un tremendo temporale sui combattento, ponendo termine al massacro.
Orlando è quindi nel suo giaciglio, ma non può dormire. Pensa alla sua bella, che gli è sfuggita, e si rimprovera aspramente per averla affidata a Nemo, che non l'ha saputa trattenere presso di sé. Si chiede amaramente dove possa essere ora la sua donna, angustiato soprattutto (e ti pareva?) dall'idea che qualcuno possa averla derubata della sua verginità. Quella che, insomma, Orlando aveva destinato a sé :roll:! come il più meraviglioso dei tesori.
Si assopisce, infine, ma il suo è un sonno tormentato, e in sogno vede la sua amata all'improvviso avvolta dall'oscurità di una tempesta, che invoca il suo aiuto. Orlando corre nell'oscurità ma non la può afferrare.
Il paladino si sveglia e, come se il sogno lo guidasse, si veste della sua armatura, indossa anonime insegne nere (sottratte un tampo ad un nemico ucciso), e lascia nottetempo l'accampamento.
 

Marzati

Utente stonato
Spilla, purtroppo non ho tempo e sono arrivato tardi, ma L'Orlando Furioso è spettacolare (anche se ho potuto apprezzarne poche ottave, quelle studiate a scuola), e non posso leggerlo con te, ma mi congratulo per la scelta!
 

Spilla

Well-known member
Fine canto VIII

La "fuga" di Orlando dall'accampamento fa infuriare il buon re Carlo, che si trova privo del suo miglior paladino, e preoccupa il grande amico e compagno d'armi di Orlando, Brandimarte. Questi decide allora di seguire Orlando, con l'intenzione di riportarlo presto tra i suoi. Si allontana dunque di nascosto, senza nemmeno salutare la sua amata Fiordiligi la quale, non vedendolo tornare, parte a sua volta alla ricerca del suo uomo.

Dove si incroceranno nuovamente tutti questi fuggiaschi e inseguitori?
Bisognerà proseguire nella lettura per saperlo :)
 

Spilla

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Spilla, purtroppo non ho tempo e sono arrivato tardi, ma L'Orlando Furioso è spettacolare (anche se ho potuto apprezzarne poche ottave, quelle studiate a scuola), e non posso leggerlo con te, ma mi congratulo per la scelta!

Passa di qui, ogni tanto, mi piace avere compagnia :):mrgreen:
 

Spilla

Well-known member
Canto IX - ottave 1-19

Ah, dice Ariosto, quale potenza ha amore, se fa dimenticare al più pio dei paladini la devozione al proprio re e la fede nel proprio Dio! Ma lo capisco, rivela A, perché lo stesso accade a me (è un romanticone questo Ludovico, bisogna concederglielo :mrgreen:).
Orlando cerca Angelica tra i mori accampati sotto le mura di Parigi. Nessuno lo riconosce a causa delle insegne nere; inotre Orlando "parla l'Africano come fosse nato a Tripoli" (sic!). Non trovandola, vaga per i villaggi nei dintorni e poi in ogni regione della Francia.

Trascorrono alcuni mesi, da autunno a primavera, quando Orlando si trova sulle rive di un fiume che divide la Normandia dalla Bretagna. Manca un ponte che gli permetta di attraversarlo, ma per fortuna sopraggiunge una barca guidata da una fanciulla. Senza troppi preamboli la giovane propone ad Orlando un patto: lo trasporterà se egli accetterà di partecipare alla spedizione del re di Ibernia contro l'isola di Ebuda.
Ma certo! Risponde il paladino, che già teme che Angelica la bella sia tra le prigioniere degli Ebudani.
Detto fatto, si parte!

Ma, si sa, in questo racconto nessuno arriva mai dove aveva stabilito, così anche la nave su cui Orlando è imbarcato, sospinta dalle tempeste, giunge alla foce del fiume su cui sorge Anversa (ehm... l'Elba? Devo fare una ricerchina :oops::?).
Nemmeno il tempo di dare un'occhiata al nuovo paesaggio che , sulla riva del fiume, compare un vegliardo il quale prega Orlando di voler sbarcare, per poter parlare con una gentil dama la quale è oppressa da una triste sorte.
Ma certo! Dice Orlando.

E non si può negare che sia uomo servizievole e volenteroso, quando si tratta di dame da salvare :mrgreen:
 
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Spilla

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Orlando viene condotto al cospetto di una giovane donna in gramaglie, Olimpia, la figlia del re d'Olanda. La fanciulla, piangendo e sospiramdo, narra la sua storia, che chiameremo
Il romanzo di Olimpia
(In realtà, Ariosto ci svela il suo nome dopo una decina di pagine, ma non è il caso di stare a sottilizzare)
"Sono la figlia del re d'Olanda, e mio padre mi amava tanto da non negarmi nulla di quanto gli chiedessi. Ora, qualche tempo fa, sbarcò nella nostra città un giovane costumato e di bell'aspetto di nome Bireno, principe di Selandia (che si trova in Danimarca, ho scoperto). Le sue navi, che dovevano raggiungere in Spagna l'esercito cristiano approntato per cacciare i mori, sono rimaste ferme nel porto per quranta giorni, bloccate dalla tempesta; ma a me son parsi pochi minuti, poiché il giovane mi era già entrato nel cuore, ed io nel suo, e prima di ripartire egli mi ha promesso di tornare per farmi sua moglie. Nel frattempo, senza che io lo sapessi, mio padre aveva accettato la proposta del re di Frisa, che mi voleva sposa per il proprio figlio, Arbante. Non appena ebbi saputo ciò, implorai mio padre di scigliermi dall'obbligo di tale matrimonio, ed egli acconsentì alla mia richiesta.
Ma il re di Frisa, infuriato, mosse guerra contro la mia gente e, grazie ad un'arma pontentosa composta da un tubo di metallo che esplode come il tuono e manda lampi come il fulmine, uccise sia mio padre sia i miei fratelli, conquistando la mia terra.
Egli mi prese prigioniera; e riuscì anche a imprigionare Bireno, tornato in Olanda per tentare di salvarmi. Cimosco, questo il nome del re di Frisa, mi minacciò perché sposassi suo figlio. Finsi allora di acconsentire e le nozze vennero celebrate. Ma quando Arbante mi raggiunse in camera per giacere con me, un mio uomo lo colpì a morte e io fuggiii su di una nave pronta a questo scopo.
Io fui salva, ma Cimosco mi ricatta da allora: entro un anno devo consegnarmi a lui per essere uccisa, o egli toglierà la vita al mio amato Bireno".

Questa parte, in sé magari un po' ripetitiva, è un capolavoro di stile: dove si parla di scambi di persone, Ariosto costruisce tutta una lingua fatta di parole scambiate, scritte in un ordine che poi viene invertito, in un gioco ripetuto di parallelismi. Incantevole :mrgreen:
 
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Spilla

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.
Io fui salva, ma Cimosco mi ricatta da allora: entro un anno devo consegnarmi a lui per essere uccisa, o egli toglierà la vita al mio amato Bireno".

Olimpia spiega ad Orlando perché abbia chiesto il suo aiuto:
"Coraggioso paladino, ho bisogno del tuo aiuto: cerco infatti un valente cavaliere che mi accompagni, quando mi consegnerò a Cimosco, e che si assicuri che quell'infido traditore lasci davvero libero il mio amato. Ché non sia che, avendomi in suo potere, da quel crudele e falso uomo che è, egli uccida poi entrambi"
Ma certo!, dice Orlando, che davvero non è un chiacchierone. E invita Olimpia a salire sulla propria nave, che la riporterà in Olanda.
Giunti laggiù, però, Orlando scende solo dalla nave: vuole affrontare in singolar tenzone il crudele Cimosco e liberare Bireno, salvando così la vita di Olimpia.
Giunto al castello si fa annunciare, sfidando Cimosco a gran voce. Cimosco, vile e infingardo, finge di accettare la sfida. In realtá fa disporreoltre trenta uomini in cerchio attorno a Orlando, poi, così protetto e sostenuto, scende in lizza.
Orlando vede la malparata e sospira" Ma vedi un po' cosa mi tocca fare. Uff!". Sì, lo ammetto, questa è una traduzione un po' azzardata, ma insomma, il senso è questo qui.
Il cavaliere volge le spalle al suo fiacco nemico e si lancia verso il gruppo degli armati che lo circonda. In men che non si dica ne ha infilzati sei, tipo spiedino, sulla sua lancia, il settimo rimane solo ferito, perché la lancia ormai è piena e si spezza. Orlando afferra allora la spada e con pochi fendenti fa fuori tutti gli altri, poi si gira, finalmente verso Cimosco. Questi, atterrito, fugge; e riesce ad allontanarsi di parecchio perchè il cavallo di Orlando è un ronzino pesante e ben poco agile. Cimosco riesce così a ricevere da un servo la sua portentosa arma (il tubo di metallo, che emette un tuono ed un lampo... ), punta verso Orlando e spara. Manca però il bersaglio e colpisce il cavallo del paladino.
Meglio così! A piedi infatti Orlando è più veloce del cavallo di Cimosco :)boh:), perciò lo raggiunge e gli taglia la testa in due, di netto.
Fine di Cimosco, proseguiamo con il romanzo.

Se posso dire... queste scene di battaglia sono divertentissime! Sono quasi sequenze di flim alla Fantozzi, con pasticci, esagerazioni, iperbole, figuracce. Non mi aspettavo niente di simile :mrgreen:
 

Marzati

Utente stonato
Quello da te descritto é un aspetto bellissimo di Ariosto. Ricordo che egli scrisse opere teatrali e che, ovviamente, l' Orlando aveva come fine l' intrattenimento a corte, credo che porprio questo faccia dell' Orlando Furioso un' opera tutt' ora molto interessante. E poi che slanci di fantasia che ha l' autore!
 

Spilla

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Fine canto Ix

Orlando ha liberato l'Olanda dal perfido re di Frisa, non gli rimane che far uscire di prigione Bireno e lasciare che Olimpia gli si getti tra le braccia. I due innamorati si giurano amore eterno, Olimpia dona a Bireno cuore e corona e si stabilisce di celebrare al piu presto le nozze, subito in Olanda poi, con maggiore fasto, in Selandia, patria di Bireno.
Olimpia ringrazia il paladino e questi, impaziente di riprendere la sua ricerca di angelica, lascia la contrada.
Ariosto però ci chiede di rimanere alle nozze, così da vedere il coronamento dell'amore dei due poco fortunati giovani.
Il matrimonio viene infatti celebrato e Olimpia è al colmo della felicità; subito poi si prepara la partenza per Selandia.
Tutto è bene quel che finisce bene? Forse. Perché tra i prigionieri di guerra vi è anche una giovinetta, al massimo quattordicenne, figlia di re Cimosco. Bireno decide di portarla con sé a Selandia e di darla qui in moglie ad un suo cugino.
Accade però che Bireno si invaghisca perdutamente della fanciulla, tanto da decidere di arrivare a possederla ad ogni costo. La giovane sposa, al tempo stesso, gli viene tanto in odio, che egli non fa che pensare a come potersene liberare :OO

Ariosto qui avvisa le giovani: diffidate degli ardori degli innamorati, si placheranno appena raggiunto l'obiettivo tanto sospirato e il loro amore si volgerà in indifferenza!:mrgreen:

La nave che trasporta Bireno e Olimpia deve affrontare una violenta tempesta; quando questa si placa i due sbarcano sulla spiaggia di un'isola raggiunta dalla nave a causa dei forti venti. Bireno fa preparare una tenda per la notte per dormirvi con la sposa, ma quando questa, vinta dalla stanchezza, si addormenta, egli torna alla nave e ordina di levare l'ancora.

Povera Olimpia!
Abbandonata su di un'isola forse deserta, al risveglio comprende l'inganno e disperata raggiunge la scogliera, dalla quale scorge la nave del suo amato, ormai troppo lontana.
Che ne sarà di Olimpia, senza più marito, né regno, né familiari in vita? Srà divorata dalle fiere, o morirà di fame, o verrà rapita da un pirata e venduta come schiava?

Lo sapremo (forse), ma non subito, perché ora torniamo a vedere cosa accade al prode Ruggiero nell'isola di Alcina.
 

Spilla

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Canto X - parte prima

Dunque, lasciamo la povera Olimpia a disperarsi sull'isola e ritorniamo all'isola di Alcina, dove Ruggiero, fuggito a cavallo dalle grinfie della maga, sta cavalcando verso l'altra il regno di Logistilla, che di Alcina è la sorellastra.

Ora, anticipando un po' le cose, ni viene da dire che questo Ruggiero, che dovrebbe essere ricetto di ogni valore (sarà il progenitore degli Este, schiatta destinata, secondo ariosto, a dar lustro e grandezza all'Italia), pare non perdere occasione per dimostrarsi un gran tonto. Negli episodi passati si è già distinto per aver tentato di cavalcare l'ippogrifo (col bel risultato di essere rapito dal cavallo alato e portato sull'isola di Alcina), nonché per aver ceduto alle seduzioni di Alcina ed essersi ridotto a fare il cicisbeo di corte, tanto che aveva dovuto intervenire maga Melissa a salvarlo. E adesso...
Ma andiamo per ordine.

Ruggiero cavalca sulla spiaggia e riesce ad evitare le seduzioni di tre bellissime fanciulle inviate da Alcina per irretirlo. La fata, a bordo di una gran nave, lo scorge, e cerca di raggiungerlo, ma la flotta di Logistilla interviene e, dopo una mirabile battaglia navale, Alcina è costretta a fuggire, abbandonando le speranze di riavere Ruggiero, di cui è innamorata.
Giunto al castello di Logistilla, Ruggiero si specchia nelle pareti di diamante del maniero. Queste pareti hanno la virtù di rimandare a ciascuno la sua immagine vera, priva di vanità e infingimenti. Vedendosi quali si è, si abbandona ogni vanagloria e ogni falsa opinione su di sè e si esce da questa esperienza migliorati e puri. Praticamente, un percorso di psicoanalisi accelerato :mrgreen:
Logistilla accoglie con gioia Ruggiero ( e poi anche Melissa e i cavalieri liberati dagli incantesimi di Alcina), lo ammaestra e gli insegna a governare l'ippogrifo. Gli chiede quindi di tornare in Europa.
Ruggiero ne approfitta... per fare il giro del mondo. Compiendo il viaggio a ritroso, rispetto all'andata, conduce l'ippogrifo verso il Giappone, poi l'India, la Russia, la Germania e infine l'Inghilterra. Il viaggio occupa poche ottave ma dura, dice Ariosto, alcuni mesi.
L'artificio è delizioso: Ruggiero non ha così potuto vedere l'America, perciò niente se ne saprà ancora per un po':mrgreen:
 

Spilla

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Canto X - seconda parte

Ruggiero giunge infine in Inghilterra (ma non doveva unirsi ai paladini di Francia? Mah, devo aver capito male :boh:). Qui, alle foci del Tamigi vede le immense schiere di uomini armati che Rinaldo ha raccolto perchè si uniscano alle truppe di Carlo. Tra le truppe c'e Zerbino, figlio del re di Scozia. Per il resto, Ariosto si dilunga in un infinito elenco di conti, duchi ecc. La nota divertente è che ogni provincia e contea d'Inghilterra è italianizzata, perciò Suffolk diventa Suffolcia, Kant è Cancia ecc.:mrgreen:

Ruggiero ascolta l'elenco di Rinaldo, poi si leva in volo sull'ippogrifo, suscitando lo stupore dei presenti.
Vola verso l'Irlanda ed oltre, finché giunge ad un'isola lontana. Qui vede una bellissima donna, completamnete nuda, legata ad uno scoglio. È Angelica, destinata ad essere divorata dal mostro marino che tormenta l'isola di Ebuda!:OO
Vedendo la fanciulla, Ruggiero si intenerisce ricordando la sua Bradamante (seeeee!!!!:BLABLA:BLABLA, come no! :??), le si avvicina e... non perde l'occasione di dimostare il suo acume :paura:. Infatti... si mette a far conversazione :W, e le chiede come mai sia lì, chi ce l' abbia messa...:??:??
La donna, ancorché terrorizzata, avvvampa di vergogna vedendosi esposta così, nuda, agli occhi di un uomo, e scoppia in pianto. Proprio in quel momento delle onde emerge il mostro marino, una specie di enorme balena dal muso di porco :OO
 

Marzati

Utente stonato
Ruggiero giunge infine in Inghilterra (ma non doveva unirsi ai paladini di Francia? Mah, devo aver capito male :boh:). Qui, alle foci del Tamigi vede le immense schiere di uomini armati che Rinaldo ha raccolto perchè si uniscano alle truppe di Carlo. Tra le truppe c'e Zerbino, figlio del re di Scozia. Per il resto, Ariosto si dilunga in un infinito elenco di conti, duchi ecc. La nota divertente è che ogni provincia e contea d'Inghilterra è italianizzata, perciò Suffolk diventa Suffolcia, Kant è Cancia ecc.:mrgreen:
Ah che belli i tempi in cui ci tenevamo alla lingua, anche se qui forse si tratta più che altro di una italianizzazione dovuta a scelte metriche (da qui un mio dubbio, come inserire in versi in metro parole o frasi straniere? Non credo si possa applicare il classico conteggio delle sillabe; eppure mi pare che lo stesso Dante lo fece inserendo parti di latino nella Divina Commedia:?)
Ruggiero ascolta l'elenco di Rinaldo, poi si leva in volo sull'ippogrifo, suscitando lo stupore dei presenti.
Vola verso l'Irlanda ed oltre, finché giunge ad un'isola lontana. Qui vede una bellissima donna, completamnete nuda, legata ad uno scoglio. È Angelica, destinata ad essere divorata dal mostro marino che tormenta l'isola di Ebuda!:OO
Vedendo la fanciulla, Ruggiero si intenerisce ricordando la sua Bradamante (seeeee!!!!:BLABLA:BLABLA, come no! :??), le si avvicina e... non perde l'occasione di dimostare il suo acume :paura:. Infatti... si mette a far conversazione :W, e le chiede come mai sia lì, chi ce l' abbia messa...:??:??
La donna, ancorché terrorizzata, avvvampa di vergogna vedendosi esposta così, nuda, agli occhi di un uomo, e scoppia in pianto. Proprio in quel momento delle onde emerge il mostro marino, una specie di enorme balena dal muso di porco :OO
Ti avevano detto che i tuoi commenti sono esilaranti, è vero!!
Mi dispiace veramente di non aver fatto in tempo a leggerlo con te questo Orlando Furioso, magari più in là si presenterà l'occasione per farlo con qualche altro classicone della letteratura italiana (in metro! :paura::W:mrgreen: )
P.s non commento molto, ma ti seguo!
 

Spilla

Well-known member
Ah che belli i tempi in cui ci tenevamo alla lingua, anche se qui forse si tratta più che altro di una italianizzazione dovuta a scelte metriche (da qui un mio dubbio, come inserire in versi in metro parole o frasi straniere? Non credo si possa applicare il classico conteggio delle sillabe; eppure mi pare che lo stesso Dante lo fece inserendo parti di latino nella Divina Commedia:?)
Non so se sia scelta metrica o stilistica, ma l'effetto dei nomi inglesi in versione italianizzata è esilarante :mrgreen:

Ti avevano detto che i tuoi commenti sono esilaranti, è vero!!
Mi dispiace veramente di non aver fatto in tempo a leggerlo con te questo Orlando Furioso, magari più in là si presenterà l'occasione per farlo con qualche altro classicone della letteratura italiana (in metro! :paura::W:mrgreen: )
P.s non commento molto, ma ti seguo!
Grazie, troppo gentile! Penso che mi ci vorranno 4 o 5 anni per terminare questa impresa :mrgreen:, ma se per allora non avrai cambiato idea potrei proporti La Gerusalemme liberata di Tasso (anche se credo che sia molto meno divertente :wink:).

O La secchia rapita di Tassoni. Mi sono sempre chiesta cosa divolo sia :?
 

Marzati

Utente stonato
Non so se sia scelta metrica o stilistica, ma l'effetto dei nomi inglesi in versione italianizzata è esilarante :mrgreen:


Grazie, troppo gentile! Penso che mi ci vorranno 4 o 5 anni per terminare questa impresa :mrgreen:, ma se per allora non avrai cambiato idea potrei proporti La Gerusalemme liberata di Tasso (anche se credo che sia molto meno divertente :wink:).

O La secchia rapita di Tassoni. Mi sono sempre chiesta cosa divolo sia :?
La Gerusalemme Liberata è molto interessante, a scuola non abbiamo letto molto ma una cosa che molto mi colpì è il "conflitto". L'autore del libro di testo sottolineava molto come in Tasso fosse evidente una conflittualità che lo induceva sia ad essere culturalmente legato alle tematiche rinascimentali (il paganesimo, l'edonismo, ...) che si notano in modo evidente nella Gerusalemme e dovute, ovviamente, al fatto che lui ricevette un'erudizione rinascimentale e che nel Rinascimento visse. Al contempo, però, è forte l'influsso della Chiesa post tridentina che lo indusse a seguire i suoi dettami,e da qui nasce la volontà di trattare un tema cristiano, di dare un messaggio di unità cristiana, del miscere utile dulci e quindi trasmettere anche un messaggio. Insomma anche io credo sia molto più serioso come poema.
La Secchia Rapita, invece, è di epoca barocca ed ha la particolare di nascere come poema eroicomico, ossia in risposta al bisogno di abbandonare il poema epico come delineato da Tasso, e così Tassoni non dà grande rilevanza alla veridicità storica e aggiunge elementi "divertenti" e "caricaturali", (tant'è che la vicenda, una guerra, la fa iniziare per l'appropriazione di una delle due fazioni di un secchio -_-). Questo potrebbe essere più divertente, chissà. Comunque da qui ai 5 anni, ce ne sarà di tempo per pensarci su :mrgreen:
P.s ho scritto usando molto la memoria, spero di non aver scritte troppe cretinate, correggimi casomai, di certo non volevo fare il professore!
P.p.s credo anche di essere OT, spero mi sia concesso, anche perché l'ho fatto per fare (una spero gradita) "compagnia" a Spilla.
 
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Spilla

Well-known member
Non credo proprio che siamo OT, anche perché qui ora ci siamo solo noi due...la facciamo noi la conversazione :wink:
Di Tasso mi ricordo bene, era un'anima tormentata e, anche se non avrei saputo esprimermi bene come te :wink:, so i significati di cui quest'opera è portatrice.
Di Tassoni ricordo che occupava poche pagine dell'antologia e che aveva a che fare con un genere comico/burlesco (di parodia, mi hai spiegato tu), ben lontano comunque dall'opera di Ariosto.
Tra 5 anni ne riparliamo :mrgreen:

Intanto mi sto chiedendo: mentre per noi, a mezzo millennio di distamza, appare chiaro che quella che sto leggendo è un'opera straordinaria, che ne avranno pensato i contemporanei? A parte le corti che si divertivano ai racconti rocambolesci di Ariosto, gli altri, gli intellettueli e i dotti, non avranno ritenuto quest'opera un'insopportabile svilimento della grandezza passata? Non solo per il suo carattere apertamente dissacrante, ma anche per il suo aperto e spavaldo mescolare antico e nuovo, aulico e popolare, ricerca del divertimento, facile applauso. Quanti avranno pensato :"Tra cinquant' anni non se ne ricorderà più nessuno?"
. Ci pensavo, paragonando questa alla tanta letteratura di cui noi diciamo spesso:"Non è all'altezza dei classici". Mah, non ho risposte. È solo un pensiero che mi si è presentato mentre leggevo. E leggevo con immenso divertimento, devo dire.
 

Spilla

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Canto X - Terza (e ultima?) Parte

Qui vorrei spiegare per benino, perchè la scena che segue è gustosissima.

Alla vista del mostro marino, Ruggiero, da cavaliere qual è, affronta la belva a suon di spada e lancia. Il pesce (cetaceo? altro? Boh) vede svolazzare attorno a sé l'ippogrifo e tenta di inseguirlo e raggiungerlo, senza piu badare ad Angelica. Ruggiero non fa che menar fendenti, ma niente, la pelle del mostro è come d'acciaio. Pensa che ti ripensa, il paladino decide di ricorrere allo scudo abbagliante. Teme pero di far del male ad Angelica, sempre legata allo scoglio, perciò le infila al dito l'anello datogli da Melissa, quello che protegge dagli incantesimi. Scopre quindi lo scudo e tramortisce il mostro; puo così liberare Angelica e caricarsela in sella. Ma ora che è in volo, lontano dal pericolo e con una giovane tanto bella a disposizione Ruggiero inizia a baciarla sul seno, e a stringerla, finché non individua la terraferma e , lì, la solita radura con spiazzzo erbosa, fonte, ruscello mormorante eccetera.
Sceso da cavallo, Ruggiero si affretta a liberarsi dall'armatura, e più si affanna a sganciare fibbie, più si incastrano gancetti... :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
Ah, l'amore...:roll::roll:
Ma ormai il canto è troppo lungo e Ariosto ci saluta, lasciandoci con un palmo di naso :mrgreen:
 
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