Ogni tanto mi viene in mente che devo postare un commento.
Ho impiegato più di due mesi a leggere il libro. Forse me lo sentivo: non solo la lettura mi ha "aiutato" ad entrare in depressione (uso il termine in senso un po' generico, perché per fortuna la depressione vera e propria non appartiene alla mia natura... ma non saprei che altra espressione usare), ma anche mi ha trascinato dentro il più lungo periodo di black-out del lettore che mi capitasse da anni.
Non è un giudizio negativo sull'opera. Non sono le parole dell'autore ad avermi colpito. Ma e come se l'atmosfera si fosse irradiata nella mia sfera interiore e l'avesse ...avvelenata. So che pare eccessivo e persino un po' patologico. Di sicuro la lettura ha coinciso con un mio particolare momento di vita. Perciò fatico a parlarne dal punto di vista letterario. È un libro lucido, geniale, sotto molti punti di vista. Certamente uno dei grandi libri della letteratura italiana (non tra i migliori, comunque, nella mia statistica personale).
Personalmente, non credo lo leggerò mai più.