CIII GdL - Martin Eden di London

qweedy

Well-known member
A me è piaciuto perché tratta il tema della reincarnazione, e anche a te piacerà di certo perché il protagonista è un professore condannato a morte. London era sicuramente contro la pena di morte e critica anche le cattive condizioni del carcere americano, so quanto tu tenga a cuore questo argomento perciò te lo consiglio.

Ho preso "Il vagabondo delle stelle"in e-book, prima di dimenticarmi! Grazie!

Ricordatevi sempre di segnalare nel titolo il capitolo a cui siete arrivati, così possiamo regolarci se leggere o meno il post :wink:.

Fatto, scusate.
Prima di iniziare il libro, ho letto la prefazione: da non credere, ha svelato tutta la trama e purtroppo anche il finale! Ma perchè non l'hanno messa come postfazione? :W
 

Shoshin

Goccia di blu


La mia è una versione digitale di Martin Eden del 2016
L'Editore è Feltrinelli Classici.
La traduzione è di Stella Sacchini.
Il testo conta 497 pagine.
In copertina Jack London.

Inizierò tra qualche giorno.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff


La mia è una versione digitale di Martin Eden del 2016
L'Editore è Feltrinelli Classici.
La traduzione è di Stella Sacchini.
Il testo conta 497 pagine.
In copertina Jack London.

Inizierò tra qualche giorno.

È la mia stessa edizione però ha più di 1000 pagine, forse tu hai messo quelle della versione cartacea :?. Oppure è il mio lettore che ne segna di più perché io ingrandisco il carattere per problemi di vista :boh:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Prima di iniziare il libro, ho letto la prefazione: da non credere, ha svelato tutta la trama e purtroppo anche il finale! Ma perchè non l'hanno messa come postfazione? :W

Infatti io non leggo più le prefazioni dopo essere stata fregata più di una volta, è assurdo che svelino tutto :W.
 

francesca

Well-known member
Capitolo II

Anch'io come Soshin ho un'edizione della Feltrinelli, ma tradotto da Enzo Giachino.
Bella questa cosa di postare gli incipit!!!
Ecco il mio incipit:
Aprì la porta ed entrò. Lo seguiva un giovane, che si tolse goffamente il berretto, indossava abiti rozzi che odoravano di mare e si sentiva evidentemente fuori luogo nello spazioso vestibolo in cui si trovava.
Non sapeva che farsene del berretto, e stava cacciandoselo nella tasca della giacca, quando l'altro glielo tolse di mano. L'azione venne compiuta con tranquilla naturalezza, e il giovane impacciato la apprezzò. "Capisce, -pensò, -mi aiuterà".

Incredibile come le diverse traduzioni pur cambiando di poco, qualche parola diversa, qualche parola in più o in meno, una virgola in un posto diverso, facciano complessivamente così tanta differenza.
In effetti questa cosa è affascinante: noi che leggiamo libri tradotti in realtà non leggiamo veramente il libro scritto dall'autore, ma il libro riscritto dal traduttore, che ci mette la sua sensibilità, e che pur cercando di rimanere il più imparziale possibile, deve per forza plasmare il contenuto sulla nostra lingua.
E comunque anche se leggiamo in lingua originale, questo processo lo facciamo direttamente noi, perché dobbiamo far entrare ciò che esprime l'autore nello schema del nostro linguaggio e della nostra cultura.
Va beh, questo è davvero un mondo su cui si potrebbe discutere ore.

Tornando al libro, la prima impressione per ora è ottima, ma a differenza di molte di voi, non lo sto trovando "scorrevole", nel senso che sì, si legge bene, ma i numerosi rimandi che il protagonista fa su persone che ha incontrato, luoghi che ha visitato, eventi che gli sono accaduti, mi sembra che creino un po' di interruzioni nella narrazione. Mi piacciono molto, sembrano finestre che si aprono su panorami sempre nuovi e aiutano a capire e inquadrare il protagonista con un espediente molto originale, ma mi costringono a stare sempre molto attenta.

Francesca
 

isola74

Lonely member
fino al capitolo 8

Mi sta piacendo. Martin e Ruth sono tanto diversi tra loro che mi chiedo se ci potrà essere il lieto fine (già mi immagino la famiglia di lei che si ribella!), nel frattempo questi primi avvicinamenti basati su letture e studio mostrano come - a differenza di quello che pensano i protagonisti- sia lui ad avere la mente più aperta e libera.

citazione par. 3
Alla fine aveva incontrato la donna, la donna alla quale non aveva pensato spesso perché non era nella sua natura pensare molto alle donne, ma che aveva sempre saputo, sebbene confusamente, che prima o poi avrebbe incontrato
 

qweedy

Well-known member
Mi sta piacendo. Martin e Ruth sono tanto diversi tra loro che mi chiedo se ci potrà essere il lieto fine (già mi immagino la famiglia di lei che si ribella!), nel frattempo questi primi avvicinamenti basati su letture e studio mostrano come - a differenza di quello che pensano i protagonisti- sia lui ad avere la mente più aperta e libera.

citazione par. 3
Alla fine aveva incontrato la donna, la donna alla quale non aveva pensato spesso perché non era nella sua natura pensare molto alle donne, ma che aveva sempre saputo, sebbene confusamente, che prima o poi avrebbe incontrato

Concordo, lui ha la mente più aperta perchè è disponibile al cambiamento, lei invece ha tutte le sue certezze e non è pronta a modificarle.

Infatti io non leggo più le prefazioni dopo essere stata fregata più di una volta, è assurdo che svelino tutto :W.

Anch'io di solito evitavo di leggere le prefazioni prima, magari le leggevo dopo. Stavolta pensavo che potesse essere utile per inquadrare meglio l'autore e il romanzo, e invece sono rimasta fregata. Soprattutto mi ha molto infastidito che svelasse il finale.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Tornando al libro, la prima impressione per ora è ottima, ma a differenza di molte di voi, non lo sto trovando "scorrevole", nel senso che sì, si legge bene, ma i numerosi rimandi che il protagonista fa su persone che ha incontrato, luoghi che ha visitato, eventi che gli sono accaduti, mi sembra che creino un po' di interruzioni nella narrazione. Mi piacciono molto, sembrano finestre che si aprono su panorami sempre nuovi e aiutano a capire e inquadrare il protagonista con un espediente molto originale, ma mi costringono a stare sempre molto attenta.

Francesca

Forse io l'ho trovato scorrevole perché sono un po' così confusa e confusionaria di mio :mrgreen:, sia nei pensieri sia quando parlo, spesso passo di palo in frasca durante un discorso perché faccio troppe associazioni di idee e quindi per paura di dimenticarmene dico o chiedo cose diverse da quelle di cui sto già discorrendo. Mi succede anche con i pensieri, mi si sovrappongono oppure mentre sto facendo una cosa penso già a quello che dovrò fare dopo. Non è facile vivere così ma non riesco a modificare il mio comportamento :boh:.
E poi io sono una nostalgica quindi mi piace ricordare il passato, e di conseguenza scoprire anche quello dei protagonisti dei libri che leggo. Però hai ragione, ci vuole più attenzione e concentrazione e purtroppo a me mancano entrambe :ARR. Ecco perché poi a lungo tempo ricordo poco della trama... Per fortuna almeno le emozioni che un romanzo mi ha trasmesso mi restano impresse :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Sono arrivata anche io al capitolo 8, come isola, e ho segnato diverse cose, ora devo solo trovare il tempo per riportarle.
Intanto posso dire che io sono interessata di più al percorso personale e culturale di Martin piuttosto che alla sua (im)probabile storia d'amore con Ruth. Lo invidio, è giovane (neppure io, come lei, pensavo che fosse così giovane), sano, forte e ancora non conosce quasi nulla, di teorico ovviamente, perché di pratico ne sa già molto, perciò per lui è tutto da scoprire e lo fa con ingenuo e appassionato stupore.
Le pagine della sua mente erano bianche
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Fino al capitolo 9

Sono andata a vedere le parti segnate sul lettore ma per pigrizia alcune citazioni non le riporterò, ho appena scoperto che dal cloud di Ibs non posso fare copia e incolla e per farlo dal lettore dovrei collegarlo al PC, ammesso che si possa fare (questi libri protetti pure se li hai pagati non li capisco, passi per i nuovi, ma i classici non dovrebbero avere blocchi).
Avevo segnato delle note su Ruth... Innanzitutto chi vi ricorda del forum con la sua ossessione per la grammatica perfetta :paura:? Bouvard ne sa qualcosa :wink:.
Ayu, ti fischiano le orecchie per caso :mrgreen:? Lo dico con affetto, lo sai :ABBB.
Tu ovviamente non sei così ristretta di mente come Ruth e non hai la presunzione delle persone come lei che il loro punto di vista sia il migliore e il più giusto per credo religioso, razza e pensiero politico (cito a memoria).
Mi sa troppo di maestrina, lei magari ha tutte le buone intenzioni ma certe volte esagera davvero. In fondo Martin non ha studiato perciò non può pretendere la perfezione, anzi, è già troppo quello che riesce a fare da solo, ma lei non sempre sembra rendersene conto ed apprezzarlo.
Ho letto da qualche parte che in lui c'è qualcosa di autobiografico, anche London avrà studiato quando era più grandicello... Però non sono sicura, prendetelo con le pinze :BLABLA.

Poi volevo chiedervi se pure nella vostra traduzione ci sono parole dialettali quando Martin parla con Ruth, tipo mo' per intendere adesso, dalle mie parti si usa, ma ho scoperto che la traduttrice è marchigiana e ha studiato in Toscana, quindi si userà anche lì :??.
E poi volevo chiedervi come pronunciate voi il suo cognome? Come è scritto oppure Iden?
 
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qweedy

Well-known member
capitolo XX

Sono andata a vedere le parti segnate sul lettore ma per pigrizia alcune citazioni non le riporterò, ho appena scoperto che dal cloud di Ibs non posso fare copia e incolla e per farlo dal lettore dovrei collegarlo al PC, ammesso che si possa fare (questi libri protetti pure se li hai pagati non li capisco, passi per i nuovi, ma i classici non dovrebbero avere blocchi).
Avevo segnato delle note su Ruth... Innanzitutto chi vi ricorda del forum con la sua ossessione per la grammatica perfetta :paura:? Bouvard ne sa qualcosa :wink:.
Ayu, ti fischiano le orecchie per caso :mrgreen:? Lo dico con affetto, lo sai :ABBB.
Tu ovviamente non sei così ristretta di mente come Ruth e non hai la presunzione delle persone come lei che il loro punto di vista sia il migliore e il più giusto per credo religioso, razza e pensiero politico (cito a memoria).
Mi sa troppo di maestrina, lei magari ha tutte le buone intenzioni ma certe volte esagera davvero. In fondo Martin non ha studiato perciò non può pretendere la perfezione, anzi, è già troppo quello che riesce a fare da solo, ma lei non sempre sembra rendersene conto ed apprezzarlo.
Ho letto da qualche parte che in lui c'è qualcosa di autobiografico, anche London avrà studiato quando era più grandicello... Però non sono sicura, prendetelo con le pinze :BLABLA.

Poi volevo chiedervi se pure nella vostra traduzione ci sono parole dialettali quando Martin parla con Ruth, tipo mo' per intendere adesso, dalle mie parti si usa, ma ho scoperto che la traduttrice è marchigiana e ha studiato in Toscana, quindi si userà anche lì :??.
E poi volevo chiedervi come pronunciate voi il suo cognome? Come è scritto oppure Iden?

Io lo pronuncio in italiano, Martin Eden, così come è scritto ma immagino che sarebbe più corretto pronunciarlo in inglese.
Anche nella mia traduzione ci sono parole smozzicate e strafalcioni nei primi dialoghi tra Martin e Ruth, proprio per far capire quanto il suo linguaggio sia poco corretto. Infatti lui si trova in difficoltà ad esprimere le sue idee, perchè gli mancano le parole.
Mi ricorda la riflessione di Don Lorenzo Milani, quando diceva: perchè il medico quando parla con un ingegnere o un avvocato discute da pari a pari, pur non avendo studiato legge o ingegneria? Parla da pari a pari perchè ha in comune con loro il dominio della parola. Per questo ha cercato con la sua scuola di Barbiana di dare ai poveri il dominio sulla parola.
Ed è esattamente questo che spinge Martin Eden a studiare il più possibile, per trovare le parole per esprimere quello che pensa e che sente.

32412_big.jpg


"Ci sono in me tante cose che voglio esprimere. Ma sono così grandi che non riesco a trovare veramente il modo di dirle. Qualche volta mi sembra che tutto il mondo, tutta la vita, ogni cosa siano entrati in me e mi stiano invocando perché sia il loro portavoce."
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Io lo sto ascoltando e confermo che la pronuncia esatta è Martin "Iden"...
Volevo postare il mio incipit anche io ma devo riascoltarlo e trascriverlo, spero di ricordarmi di farlo! :mrgreen:

A me sta piacendo ma ho solo piccolo appunto ed è che dopo più di tredici capitoli di fatto non è cambiato molto dalla situazione che si era delineata fin dall'inizio: insomma, trovo lo svolgimento un po' troppo lento rispetto a questa tipologia di romanzo..
 

qweedy

Well-known member
Io lo sto ascoltando e confermo che la pronuncia esatta è Martin "Iden"...
Volevo postare il mio incipit anche io ma devo riascoltarlo e trascriverlo, spero di ricordarmi di farlo! :mrgreen:

A me sta piacendo ma ho solo piccolo appunto ed è che dopo più di tredici capitoli di fatto non è cambiato molto dalla situazione che si era delineata fin dall'inizio: insomma, trovo lo svolgimento un po' troppo lento rispetto a questa tipologia di romanzo..

Confermo anch'io che lo trovo lento e a lungo andare ripetitivo, sono convinta però che dipenda dal fatto che è stato scritto nei primi anni del Novecento. Allora il ritmo era molto ma molto più lento di oggi.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Confermo anch'io che lo trovo lento e a lungo andare ripetitivo, sono convinta però che dipenda dal fatto che è stato scritto nei primi anni del Novecento. Allora il ritmo era molto ma molto più lento di oggi.

Forse anche Jack London era pagato "a parola" come si usava nell'ottocento. La maggiorparte dei romanzeri del diciannovesimo secolo tendeva ad allungare un po' il brodo proprio perché pagati "a cottimo". Sono solo al capitolo 8, domani posto le prime considerazioni.
 
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isola74

Lonely member
Io lo sto ascoltando e confermo che la pronuncia esatta è Martin "Iden"...
Volevo postare il mio incipit anche io ma devo riascoltarlo e trascriverlo, spero di ricordarmi di farlo! :mrgreen:

A me sta piacendo ma ho solo piccolo appunto ed è che dopo più di tredici capitoli di fatto non è cambiato molto dalla situazione che si era delineata fin dall'inizio: insomma, trovo lo svolgimento un po' troppo lento rispetto a questa tipologia di romanzo..

Io ho appena iniziato il tredicesimo capitolo e sono d'accordo con te... il romanzo mi sta piacendo ma è un po' lento per i miei gusti.:boh:
 

qweedy

Well-known member
Forse anche Jack London era pagato "a parola" come si usava nell'ottocento. La maggior parte dei romanzieri del diciannovesimo secolo tendeva ad allungare un po' il brodo proprio perché pagati "a cottimo". Sono solo al capitolo 8, domani posto le prime considerazioni.

E' esattamente così, è stato pubblicato in un primo tempo a puntate nella rivista Pacific Monthly, dal settembre 1908 al settembre del 1909, e solo successivamente pubblicato in volume unico. All'epoca evidentemente si usava così, perciò è logico che il racconto venisse allungato il più possibile. Per i gusti di oggi è lentissimo. Diciamo anche che all'epoca pure le relazioni avevano un andamento molto più lento di oggi.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Ho letto solo una cinquantina di pagine, ma non mi sono frenato di fronte ai vostri spoiler debitamente segnalati. Vedo che mi aspetta ancora un brodo lungo.

Riallacciandomi allo spunto di Qweedy qui sopra, devo ammettere che il lato noioso del libro può anche essere rovesciato a mio sfavore. Sono un uomo del ventunesimo secolo, abituato alla frenesia e al volere tutto e subito. Non lo nego e non nego una certa schizofrenia del mio tempo, dalla quale non ho ancora imparato a prendere le distanze. Di certo, fino a un secolo fa, le relazioni erano più "lente" rispetto ad oggi. Tralasciando la discussione etica rispetto al tema, devo ammettere che non ho mai amato i grossi tomi ottocenteschi, quelli alla Dumas per intenderci. Pur riconoscendone il valore letterario, preferisco il filone americano del ventesimo secolo, quello che, per l'appunto, ha "velocizzato" i libri.

Jack London è, se la vogliamo vedere in chiave negativa, prolisso, ma possiamo anche dire che sia finemente descrittivo.

Resta il fatto che personalmente vedo un grandissimo scrittore che sta scrivendo una roba piuttosto noiosa.

Al momento c'è poco da aggiungere rispetto a quanto avete detto. Sottolineo solo la parte in cui Martin immagina la biblioteca franargli addosso, con il suo carico psicologico di iper informazioni e sovra dosaggio di cultura. Chissà cosa penserebbe, oggi, London di Internet. Quella scena mi fa venire in mente, in quanto a forza "immaginifica", quella famosa delle camicie del "Grande Gatsby".
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
E' esattamente così, è stato pubblicato in un primo tempo a puntate nella rivista Pacific Monthly, dal settembre 1908 al settembre del 1909, e solo successivamente pubblicato in volume unico. All'epoca evidentemente si usava così, perciò è logico che il racconto venisse allungato il più possibile. Per i gusti di oggi è lentissimo. Diciamo anche che all'epoca pure le relazioni avevano un andamento molto più lento di oggi.

Sì, lo avevo immaginato!
 

bouvard

Well-known member
Io ho iniziato a leggere il nono capitolo.

Concordo perfettamente con Francesca circa le riflessioni sugli autori e le traduzioni. In effetti quello che noi leggiamo di un autore estero varia a secondo dei traduttori e i giudizi che diamo talvolta verrebbero confutati da una lettura del testo originale. Quante volte restiamo colpiti, ad esempio, dal ripetersi di una parola e magari così non è nella realtà...ci sarebbe un lungo discorso

@Minerva: il fatto che ti ritrovi delle parti con parole dialettali secondo me corrisponde a quello che è il testo originale più della mia traduzione che invece usa tutte parole in perfetto italiano :paura: salvo poi tradurre che Martin parla in modo sgrammaticato e con termini gergali :W ma allora perchè traduci in perfetto italiano? Io da cosa capisco che quello parla male? :W

Non avevo riflettuto su Eden e Iden :paura: anche perchè io ho sempre detto (e sentito dire) Eden, ma a ben pensarci ho sempre sbagliato :paura: :mrgreen:

Concordo anche sul fatto che sia lento e sul fatto che sia dovuto anche ad una questione di guadagni...io sto leggendo proprio la parte in cui Martin fa tutti quei calcoli su quanto guadagnerebbe scrivendo un pezzo di 300 parole alla settimana, o quanto guadagnerebbe scrivendo...ecc, ecc,

Piuttosto voi non vi siete stupite di quanto Martin riesce a leggere e ad apprendere in una sola settimana? Ok essere intelligente, avere una mente fertile, ma in una settimana uno non può leggere tanti libri...no forse qualcuno riesce a leggere tanto :mrgreen: :mrgreen:
 
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