CVI GdL - Nel paese delle ultime cose di Paul Auster

francesca

Well-known member
Eccomi!!!
Alla fine ho dovuto rinunciare alla libreria sotto casa, martedì ancora non l'avevano nemmeno in consegna nonostante l'avessi ordinato da 10 giorni :boh:
Quindi ordinato su Amazon, arrivato ieri, iniziato e subito entrata nel flusso del racconto.
Il che mi ha già complito, perché invece a me di solito mi ci vogliono una decina di pagine per sentirmi veramente all'interno di un libro, ma questo mi ha catturato subito.
Di Auster ho letto Diario di Inverno e La musica del caso e mi sono piaciuti moltissimo, soprattutto perché lui ha un modo di scrivere che trovo meraviglioso, chiaro, limpido, piano...
E in queste prime pagine ho ritrovato questo stile e anche il senso di claustrofobia e angoscia del La musica del caso, qui anche più amplificato.
Come Spilla mi sto chiedendo se ci sia una qualche forma di metafora, soprattutto quando la protagonista descrive qualche strana setta della città, come i Maratoneti: ho provato a capire se potevano essere metafore per una classificazione del moderno genere umano, ma sinceramente non ho trovato nessuna spiegazioni convincente.
Mi sto chiedendo se l'autore sta raccontando per il puro piacere di raccontare, come si può raccontare una storia di paura davanti al fuoco o se c'è qualche messaggio più profondo che ci vuol trasmettere.
Sicuramente avendo letto poche pagine, è presto per darsi una risposta, quindi per ora preferisco godermi la lettura che mi è piaciuta subito come racconto intorno al fuoco.
Il senso di angoscia e alienazione e anche l'ambientazione mi hanno ricordato un po' un altro romanzo, Epepe di Karinthy, anche se quest'ultimo è molto più angosciante.

Interessante Spilla la tua riflessione su autori uomini che scrivono di donne. A me piace pensare che l'atto creativo sia così libero che nessuno possa dire ad un'artista su cosa dovrebbe concentrarlo. Sei un uomo o una donna, che importanza ha se senti l'urgenza di esprimerti attraverso una qualsiasi forma d'arte che senti congeniale? Per me uno scrittore è un'artista, come un pittore o un musicista: e se uno prende in mano la penna per inventare storie, non può porsi limiti. Poi se è bravo nemmeno gli altri troveranno limiti nella sua creazione. Se non lo è...pace, ci ha provato :wink:

Francesca
 

Spilla

Well-known member
Pag 110, - mcrospoiler

Sono ad una ventina di pagine dalla fine,comincio a tirare le somme.

Per ora segno qui che la vicenda è di fatto suddivisa in capitoli, che indicherei così:
1. La città
2. Isabel
3. Sam
4. Casa Woburn
5. Boris
6. Ultimo atto

Comincio ad intravedere il senso di fondo che (credo) l'autore voleva trasmettere. Ma ne parleremo. Ora vadoa leggere.
 
Ultima modifica:

velvet

Well-known member
pag 50 circa

Sto procedendo lentamente come al solito per mancanza di tempo.
Ho letto una cinquantina di pagine, la nostra protagonista è stata accolta in casa e sinceramente conoscere altri personaggi mi ha fatto piacere, interrompendo un po' queste descrizioni di questo strano mondo apocalittico.
Non so ancora dare un giudizio. Si legge in maniera scorrevole ma ci sono ancora tante cose da capire.
Proseguo.
 

Spilla

Well-known member
Io ho finito ieri.
Quel che segue perciò potrebbe contenere spoiler. :wink:

Il senso della vicenda, a mio parere, sta nella diversa reazione con cui l'essere umano affronta situazioni di estrema difficoltà, al limite della disperazione. Ci sono coloro che tentano di far sopravvivere i resti delle routines del passato (Isabel), quelli che si rifugiano in un'attività ossessiva e totalizzante (Sam), quelli che si sacrificno per assistere il prossimo (Victoria), che si rifugia in un mondo di invenzioni, una sorta di realtà virtuale rassicurante (Boris). E c'è chi, come Anna, assiste impotente ma resiliente, convinta che l'importante sia poter fare solo un altro passo, vivere solo un altro giorno.

Nella postfazione leggo che Auster avrebbe delineato il nostro mondo, in corsa verso la proria autodistruzione. Può essere, ma se così fosse il libro sarebbe, a mio parere, eccessivamente superficiale e vago.

Se posso dirlo, non sono del tutto soddisfatta di questa lettura. Non che non sia stata gradevole, anzi, ma mi e sembrato che tutto questo mondo sia stato creato per poi... boh! non farne niente. Insomma, tutta la descrizione apocalittica delle prime 30 pagine ad un certo punto sembra scomparire. Le strade che si sgretolano sotto i piedi di chi cammina, tanto da fargli temere seri incidenti ad ogni passo, alla fine sono abbastanza comode da passarci in automobile (e col carrello della spesa, perfino...). Non si capisce cosa porti l'umanità al punto di rovina in cui la troviamo, né perché nessuno tenti di trovare possibili soluzioni. Mi e sembrato un libro non ben congegnato, che non mantiene ciò che promette e abbandona temi e scenari che inizialmente avevano tenuto la scena.
Perciò per me ottiene un voto medio, niente infamia e niente lode :boh:
 

Tanny

Well-known member
Io sono circa a 1/3 della lettura, lo stile mi piace e la storia è molto interessante.
Il problema è che non ho mai tempo per leggere... prima o poi arriverò anche io
 

Jessamine

Well-known member
Scusatemi: io ho finalmente recuperato tutto, ma la scrittura proprio non mi prende. In realtà, sono sicura che si tratti di un libro che possa piacermi, ma non è proprio il momento giusto per leggerlo: ho bisogno di cose più leggere e che rirecano a coinvolgermi da subito.
Prima o poi lo riprenderò, ma al momento non riuscirei proprio a starci dietro :W
 

francesca

Well-known member
Finito

Complice un viaggio in pullman di ore e ore, ho finito il libro in un colpo solo qualche giorno fa.
Mah, che dire? :?
Mi ritrovo tantissimo nel post di commento di Spilla.
Lettura per me scorrevole, veloce, vivace; come dicevo, adoro lo stile di Auster, così asciutto, descrittivo, semplice.
Ma alla fine mi è rimasta la stessa domanda di fondo di Spilla: e quindi?
Se leggo la vicenda come ho detto nel mio precedente post, come una storia da ascoltare per il gusto di farsi raccontare una storia e vederla prendere vita nella nostra immaginazione, il libro per me ha funzionato: mi sono sentita parte di questa città assurda, ho sofferto con Anna la fame e il freddo, ho percorso le strade pazze di questa città, il senso kafkiano della presenza dello stato, il periodo di tregua nella biblioteca, il sole implacabile, le scarpe rattoppate di carta che si inzuppano di acqua.
Ma se cerco di dare un senso a tutto ciò, un significato oltre, non ce lo trovo e non mi convince niente.
Inoltre anche per me come per Spilla, alcuni spunti che mi sembravano interessanti e promettenti, come la città che cambia continuamente, vengono abbandonati quasi subito, non sviluppati.
Per esempio quello delle parole che vengono perdute in seguito all'oblio dell'oggetto che definivano, spunto che nasce dalla discussione di Anna con un poliziotto che non sa cosa voglia dire "aeroplano". Mi sembrava una bella riflessione, ma muore lì, nella storia non ha alcun seguito narrativo, non produce nessuno sviluppo.

Insomma, non sono rimasta pienamente convinta.

Francesca
 

Tanny

Well-known member
L'ho finito già da tempo e mi sono scordato di mettere un commento, nel complesso il libro mi è piaciuto, la lettura è piacevole e scorre che è un piacere, il problema di questo libro non sta nella forma ma nella sostanza, quando l'ho terminato la cosa che mi è venuta in mente è: "Embè? Tutto questo casino per cosa?".
Mi aspettavo che la vicenda avesse una conclusione ed invece rimane sospesa, cosa che va benissimo nel caso della conclusione del primo libro di una serie, ma che mi da tremendamente fastidio nel caso di un libro singolo.
Nonostante le carenze della storia sono più gli aspetti positivi che quelli negativi, questo è stato il primo libro che ho letto di Auster, in futuro potrei leggere qualcosa d'altro.
 

velvet

Well-known member
Mi scuso per il ritardo ma ultimamente vado e vengo.
Comunque la mia opinione non si discosta molto dalle vostre. La descrizione di questo mondo in distruzione è interessante, coinvolge e si lascia leggere ma poi in fondo non ne ho compreso il vero senso. Non è chiaro da cosa questa distruzione sia generata, potrebbe essere la rappresentazione dell'autodistruzione umana. :boh:
Nel complesso non l'ho apprezzato molto, Auster ha fatto molto di meglio.
 
Alto