Il nostro quarto MACP 2023- La pace

Shoshin

Goccia di blu
Qualche giorno fa ho pensato che lo spazio del MACP nel forum mancasse da troppo tempo.
Allora ritornare ad esso parlando della Pace mi pare una cosa bella.
Passate a lasciare un vostro contributo,mi farà piacere.
La Pace è tante cose messe insieme.
Sta fuori e dentro di noi.
Raccontiamola.

Per ora lascio una traccia .
Niente come il suono del violino
dona pace al mio cuore spesso
troppo stanco.
Chiudo gli occhi,ritrovo il mio violino,
non è più materiale.
È fatto della stessa impalpabilità dei ricordi.
Ma io riesco a toccarlo...

 

Ondine

Logopedista nei sogni
Pace

Ascolta: come sono vicine le campane!
Vedi: i pioppi, nel viale, si protendono
per abbracciarne il suono. Ogni rintocco
è una carezza fonda, un vellutato
manto di pace, sceso dalla notte
ad avvolger la casa e la mia vita.
Ogni cosa, d'intorno, è grande e ombrosa
come tutti i ricordi dell'infanzia.
Dammi la mano: so quanto ha doluto,
sotto i miei baci, la tua mano. Dammela.
Questa sera non m'ardono le labbra.
Camminiamo così: la strada è lunga.
Leggo per un gran tratto nel futuro
come sul foglio che mi sta dinnanzi:
poi, la visione cade bruscamente
nel buio dell'ignoto, come questa
pagina bianca, che si rompe, netta,
sul panno scuro della scrivania.
Ma vieni: camminiamo: anche l'ignoto
non mi spaventa, se ti son vicina.
Tu mi fai buona e bianca come un bimbo
che dice le preghiere e s'addormenta.


Antonia Pozzi
tratta da "Parole", postuma
dedicata ad Antonio Maria Cervi, Carnisio, 3 luglio 1929
 

qweedy

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La pace come cammino

A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
"Quell'uomo si affatica in pace",
"lotta in pace",
"strappa la vita coi denti in pace"...
Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
"Sta seduto in pace",
"sta leggendo in pace",
"medita in pace" e,
ovviamente, "riposa in pace".

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l'officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi parte.
Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.

Tonino Bello
 

qweedy

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"Dove non c'è la giustizia, non c'è la pace." Papa Francesco

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La giustizia a la pace si abbracciano - Jacopo Palma il Giovane (1544-1628)


 

qweedy

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1940 Il toccante monologo sulla Pace di Charlie Chaplin in Il grande dittatore:


Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore: non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, neri e bianchi. Tutti noi dovremmo aiutarci vicendevolmente, dovremmo godere soltanto della felicità altrui, non dell’infelicità. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca ed è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.

L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti alla miseria e alla violenza. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà. La nostra conoscenza ci ha resi cinici, la nostra intelligenza ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine, abbiamo bisogno di umanità. Più che dell’intelligenza, abbiamo bisogno di bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.
 

qweedy

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Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us, only sky
Imagine all the people
Livin' for today
Ah
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion, too
Imagine all the people
Livin' life in peace
You
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world
You
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one
 

qweedy

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La pace delle cose selvagge

Quando la disperazione per il mondo cresce dentro me
e mi sveglio di notte al minimo rumore
col timore di ciò che sarà della mia vita e di quella dei miei figli,
vado a stendermi dove l'anatra di bosco
riposa sull'acqua in tutto il suo splendore
e si nutre il grande airone.
Entro nella pace delle cose selvagge
che non si complicano la vita per il dolore che verrà.
Giungo al cospetto delle acque calme.
E sento su di me le stelle cieche del giorno
che attendono di mostrare il loro lume. Per un po'
riposo tra le grazie del mondo e sono libero.

Wendell Berry

The Peace of the Wild Things

When despair grows in me
and I wake in the night at the least sound
in fear of what my life and my children's lives may be,
I go and lie down where the wood drake
rests in his beauty on the water, and the great heron feeds.
I come into the peace of wild things
who do not tax their lives with forethought
of grief. I come into the presence of still water.
And I feel above me the day-blind stars
waiting for their light. For a time
I rest in the grace of the world, and am free.​

Poeta, narratore, agricoltore e ambientalista statunitense. Dal 1965 vive in una fattoria di 50 ettari, Lane's Landing, dove coltiva grano e cereali.
 

qweedy

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La Pace di Kiev by Canova

Commissionata dal politico e diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e realizzata nel 1815, la scultura viene pensata come omaggio alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra Russia e altri Paesi.

L'opera marmorea simboleggia la diplomazia e il dialogo che vincono su armi e ostilità. Ora il Museo Nazionale Khanenko di Kiev e i suoi volontari la tengono al riparo dalla follia delle bombe. Maestosa e pura, la scultura si rifà a Nemesi, dea della mitologia greca, riconosciuta per distribuire la giustizia. Con fierezza schiaccia un serpente, simbolo della guerra e del male.

Il fatto che le scritte commemorative siano in latino è il risultato di una trattativa tra Canova e l’ambasciatore di Vienna: l’ipotesi iniziale della lingua russa fu accantonata in favore del latino, lingua franca e simbolo dell’unione tra le nazioni europee, a rafforzare dunque il messaggio di pace dell’opera.

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Shoshin

Goccia di blu

Guardo spesso questo contributo video.
Accolgo le parole del Cardinale Martini
proprio nel profondo.
E mi commuovo.
E mi sento serena.
La pace sfiora i pensieri.
 

qweedy

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Nel 1999 Luciano Ligabue, Lorenzo Jovanotti e Piero Pelù scrissero e cantarono la canzone "Il mio nome è mai più", il cui ricavato venne devoluto a EMERGENCY. "Il mio nome è mai più" fu il singolo più venduto in Italia in quell'anno.


........
Io dico si dico si può
Sapere convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico si al dialogo
Perché la pace è l'unica vittoria
L'unico gesto in ogni senso
Che dà un peso al nostro vivere,
Vivere, vivere.
Io dico si dico si può
Cercare pace è l'unica vittoria
L'unico gesto in ogni senso
Che darà forza al nostro vivere.

Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più...
 

qweedy

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"Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini,
è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace."
Costituzione dell'Unesco 1947

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Colomba della Pace - Pablo Picasso
 

qweedy

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Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.
Margherita Hack

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Bansky I soldati che dipingono la pace
 

qweedy

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LE NOSTRE LACRIME HANNO LO STESSO COLORE

Robi Damelin è israeliana. Nel 2002 suo figlio David, 28 anni, viene ucciso da un cecchino durante il servizio militare obbligatorio nei Territori Palestinesi.

Perdere un figlio, un dolore atroce, per una madre. Eppure Robi ha rifiutato l’odio, ha voltato le spalle alla vendetta e al rancore. Ha scelto di gestire la sofferenza attraverso la strada della riconciliazione. «Posso cercare di capire quel palestinese che ha ucciso mio figlio: a sua volta lui aveva perso alcuni familiari, uccisi dall’esercito israeliano». Da anni, Robi fa parte dell’organizzazione Parents Circle Families Forum, che dal 1995 riunisce famiglie israeliane e palestinesi – oggi sono più di 600 – che hanno perso un familiare nel conflitto fra i due popoli e che hanno deciso di incontrarsi e collaborare per promuovere il dialogo e la reciproca comprensione, nella consapevolezza che l’odio genera una spirale, un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire. «C’è una grande differenza fra riconciliazione e perdono. Cosa significa perdonare? Dimenticare il passato, le uccisioni e il male subìto? Io di certo non cerco la vendetta. Ma non uso la parola perdono. Riconosco che il dolore delle madri palestinesi è lo stesso dolore mio e delle madri israeliane».


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Robi è ebrea e israeliana, Bushra è musulmana e palestinese. I loro popoli si combattono da più di 70 anni. Tutto sembra dividerle. Entrambe hanno perso un figlio, ucciso dal “nemico”. Queste due donne dovrebbero odiarsi. E invece sostengono insieme il Parents Circle – Families Forum, l’associazione che riunisce centinaia di famiglie israeliane e palestinesi che hanno subito un lutto a motivo del conflitto israelo-palestinese.

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Così scrive Robi ai familiari di Thaer, il giovane palestinese che ha ucciso suo figlio David: «Capisco che vostro figlio sia considerato un eroe da molti palestinesi, un combattente per la libertà che lotta per la giustizia e per uno stato palestinese indipendente e vitale, ma penso anche che se capisse che togliere la vita agli altri non può essere una soluzione, se prendesse davvero coscienza delle conseguenze del suo atto, capirebbe che, affinché i nostri due paesi possano un giorno vivere insieme in pace, la sola strada possibile è quella della non violenza. Le nostre vite sono legate così intimamente che ognuno di noi dovrà rinunciare ai suoi sogni per il bene e per il futuro dei figli che sono ancora sotto la nostra responsabilità»


The Parents Circle, fondata nel 1994, dopo gli accordi di Oslo, dall’ebreo israeliano Ytzhak Frankental dopo la morte del figlio Arik, è un’associazione che impegna nel portare avanti un processo di pace dal basso attraverso la reciproca conoscenza e l’incontro tra persone di entrambe le parti che, a causa del conflitto, hanno perso dei familiari e che, proprio a partire da questo lutto, si propongono di trovare strade diverse dalla violenza.
 
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