Parliamo di libri di Grantenca: Mi hai fatto venir voglia di leggere qualcosa di questo autore di cui finora non ho mai letto niente. Penso però che propenderò per Il giardino dei Finzi-Contini, L’airone è troppo deprimente e in questo periodo mi serve qualcosa di più leggero. L’unico appunto che posso fare è che sono rimasto un attimo confuso nelle righe in cui spieghi un po' la trama dell’Airone, forse per chi non l’ha letto come me il passaggio dalla visione degli animali impagliati alla decisione di suicidarsi era da rendere meglio, io per conferma sono dovuto andare su Wikipedia.
Parliamo di autrici di Lettore: Trovo sempre affascinante la curiosità intellettuale, mi dà l'idea di una grande apertura mentale, e ammiro tantissimo chi si cimenta nell’apprendimento di lingue straniere veramente difficili (l’italiano è una di queste, mia cugina polacca mi dice spesso che la cosa che l’ha fatta più dannare sono le coniugazioni e “desinenze” dei verbi, davvero troppe, e i congiuntivi ovviamente). Ho trovato francamente idiota la frase che in Italia non possa succedere nulla di brutto, come se la bellezza potesse mai fermare o evitare il male o il marcio. Non leggerò sicuramente l’antologia che ha curato perché alcuni racconti che ha raccolto li conosco, mi sono segnato però quello che racconta come ha imparato l’italiano, mi incuriosisce scoprire quali difficoltà ha incontrato.
PARLIAMO DI LIBRI di Ondine: Ecco, anche in questo caso mi hai fatto venir voglia di leggere il libro e in generale quest’autrice, che mi manca. Intriga anche me, come dici nell’articolo, quando l’autore/trice traspone elementi autobiografici in quello che scrive, e condivido e appoggio in pieno che si dovrebbe scrivere sempre di quel che si conosce (e che cosa si può conoscere meglio di qualcosa che si è vissuto?). Mi piacciono le storie di nemesi e di evoluzione interiore del protagonista, soprattutto quelle che fanno venir fuori la "cazzimma" latente in ognuno di noi. Insomma, Ondi, ottima dritta.
Parliamo di autrici di Lettore: Trovo sempre affascinante la curiosità intellettuale, mi dà l'idea di una grande apertura mentale, e ammiro tantissimo chi si cimenta nell’apprendimento di lingue straniere veramente difficili (l’italiano è una di queste, mia cugina polacca mi dice spesso che la cosa che l’ha fatta più dannare sono le coniugazioni e “desinenze” dei verbi, davvero troppe, e i congiuntivi ovviamente). Ho trovato francamente idiota la frase che in Italia non possa succedere nulla di brutto, come se la bellezza potesse mai fermare o evitare il male o il marcio. Non leggerò sicuramente l’antologia che ha curato perché alcuni racconti che ha raccolto li conosco, mi sono segnato però quello che racconta come ha imparato l’italiano, mi incuriosisce scoprire quali difficoltà ha incontrato.
PARLIAMO DI LIBRI di Ondine: Ecco, anche in questo caso mi hai fatto venir voglia di leggere il libro e in generale quest’autrice, che mi manca. Intriga anche me, come dici nell’articolo, quando l’autore/trice traspone elementi autobiografici in quello che scrive, e condivido e appoggio in pieno che si dovrebbe scrivere sempre di quel che si conosce (e che cosa si può conoscere meglio di qualcosa che si è vissuto?). Mi piacciono le storie di nemesi e di evoluzione interiore del protagonista, soprattutto quelle che fanno venir fuori la "cazzimma" latente in ognuno di noi. Insomma, Ondi, ottima dritta.