Pur essendo un romanzo leggero, l'ho apprezzato e mi è piaciuto, sia per lo stile di scrittura scorrevole e per il ritmo delle avventure, sia per le magnifiche descrizioni della Cornovaglia. I protagonisti mi sono piaciuti, sia Dona con la sua voglia di libertà, sia il marito che non è così debole come può sembrare, sia il pirata che ha il fascino del mascalzone bello e impossibile, sia il cameriere così strano.
Dana è secondo me l'alter ego della scrittrice, con il suo desiderio di fuga e della libertà che era concessa solo agli uomini.
Dalla sua biografia leggo che il padre era un importante attore e impresario teatrale, affascinante ma opprimente e intransigente, maschilista e omofobo senza riserve e sembra fosse rimasto molto deluso dall’aver avuto tre figlie femmine.
La scrittrice dichiarò che a forza di sentirsi rimproverare di non essere un maschio, cominciò a desiderare così tanto di essere un maschio che finì per ritrovarsi una sorta di doppia personalità. Da un lato, quella di una signora rispettabile, sposata a un militare eroe di guerra e madre affezionata di tre figli. Dall’altro, quella di “the boy in the box”, il ragazzo chiuso dentro di lei, che riusciva a liberarsi solo attraverso la pratica della scrittura e, forse, tramite relazioni intime con donne altrettanto indipendenti e trasgressive. Si sentirà sempre un'anima maschile imprigionata in un corpo femminile.
Daphne, poi Lady Browning, si rivela una madre amorevole di tre figli, ma indipendente: al momento del suo trasferimento ad Alessandria d’Egitto, lascerà le due figlie ai nonni e alle tate, dichiarando “Io non sono una di quelle madri che vivono per avere i loro marmocchi con loro tutto il tempo“.
Negli ultimi anni di vita, il marito Frederick, proprio come era accaduto al padre Gerald, inizia a bere e a soffrire di una depressione che sfocerà in un forte esaurimento nervoso, forse causato, fra l'altro, da una segreta passione per la principessa Elisabetta, con la quale Frederick intrattiene rapporti di lavoro.
La protagonista di La baia del francese, uscito originariamente nel 1942, è appunto un’altra donna che nasconde dentro di sé “the boy in the box”.