Allora, abbozzo qualche impressione e magari azzardo qualche ipotesi.
Amaretto: giovane, fresca, apparentemente ingenua, spontanea e romantica. Non conosco ancora
Pnin tanto da avere un'idea della sua personalità, ma per quel poco che ho intuito potrebbe essere lei. Aggiungo solo che sotto una patina di ritrosia si intuisce un'immensa dolcezza ed anche una propensione per la scrittura e per l'introspezione.
Luisa67: persona con esperienza della vita, ma non solo. Le cose che dice sull'essere donna, su come una donna sente il suo corpo... (cito che faccio prima):
"
Io credo che una differenza tra uomini e donne è che noi viviamo in un corpo che non ci appartiene, in un corpo che va protetto ed esibito (chi può!) come se fosse di Murano per poi diventare della persona che ami, del figlio che porti dentro, servire a fargli il latte, della sorellina che arriva dopo qualche anno". Ecco, i casi sono due: o è una donna con una cazzutissima esperienza della vita, o è un uomo con una cazzutissima comprensione del vissuto delle donne.

Comunque, solo per ipotesi

direi
Bouvard oppure
Carcarlo.
In ogni caso, bellissimo spaccato dell'universo femminile, piacevole, coinvolgente e scritto in modo accattivante e scorrevole.
Tortellinoinbrodo: un inno alla vita, una poesia, una preghiera laica, il racconto di una difficile riconciliazione con i propri vissuti.
La parte che sento più significativa:
"Comunque non ti ho odiata per i miei sogni non realizzati, perché per quello, l’ho già ammesso, c’è un concorso di colpe. No, io ti ho odiato per i dolori che non ho scelto e non ho potuto evitare, per i vuoti che hai imposto al mio cuore, ti ho odiato per le persone che mi hai dato e poi ti sei ripresa".
Credo che - sempre se non l'ho scritta io, o forse a maggior ragione se l'ho scritta io - è una frase che mi fa venire le lacrime agli occhi. Direi
Paturnia, ma anche no. Comunque se non l'ho scritta avrei voluto scriverla.
Nino & Nelly: elegante e ben scritta nella sua reticente nostalgia. La persona che ha composto questa lettera nasconde nelle sue forbite descrizioni il senso di una mancanza straziante; parla di mare, di musica, di cielo e di nuvole, addirittura allude ai filosofi mistici, ma sta gridando "Mi manchi". O forse attraverso le sue frasi pittoriche sta delimitando la "scena del crimine", il corpo senza vita di un amore che ormai appartiene al passato e del quale si può discorrere solo per allusioni, per non farsi troppo male.
Se la precedente era la più poetica, questa forse è la più drammatica.
Se non l'ho scritta io, allora direi
Bouvard.