La bellezza dei fiumi

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Vorrei parlare di quanto sono belli i fiumi e le acque in genere.
Le persone invece sono tanto cattive.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
La Drava

Qualche anno fa, al Cairo, un turista inglese che aveva esagerato con le pinte di birra, ebbe una discussione con dei venditori di tappeti.
Ochei, scusate, lo so anch’io che non dovevo mettere la virgola dopo birra, che dopo la frase contenente il soggetto non ci va, ma è che davvero, sto in inglese qui non stava proprio più in piedi.
Comunque, lasciando perdere la birra e la virgola, la cosa avvenne perché questi sosteneva che non aveva senso che gli egiziani considerassero il Nilo un fiume egiziano visto che in Egitto ci scorreva per appena 2.000 dei quasi 7.000km totali.
La cosa dava veramente fastidio, perché insomma, a Mustafa e alla sua banda finchè gli toccano la mamma o l’Atletico del Cairo è un conto, ma il Nilo no. Avrete notato che dopo la banda non ho messo la virgola, ed è perchè a differenza dell'inglese erano sobri.
Sto qui che credeva di poter continuare a dire scemenze come se fosse stato su una cassetta della frutta allo Speakers' Corner di Hyde Park, raddoppia con ma come fate a dire che è egiziano se prima di arrivare qui passa dal Burundi, dal Ruanda, dalla Tanzania, dall’Uganda, dall’Etiopia, dal Sudan del Sud e dal Sudan non del Sud, e se faceva ancora un paio di curve ripuliva pure i tombini di Liverpool?
Niente, che Mustafà che è uno un po’ verace, come se fosse di Tratevere, si gira di scatto e gli incidenta una pregiata teiera di rame da 28kg in un orecchio.

Durrenmatt, in Otto morto, racconta della gioventù dell’Ispettore Schmied (personaggio che rielaborerà poi con maestria ne Il Giudice e il suo boia) alle prese con l’omicidio di Otto, un turista tedesco, trovato cadavere con una tromba da yodel che gli spuntava dalvnght
Immaginando che fosse stato un omicidio passionale, indaga se se la fosse fatta con una dalle bionde trecce, ma niente; allora pensando che magari i gusti fossero altri, indaga tra quelli con le bionde trecce sotto alle ascelle, ma gli va male anche lì.
Insomma che indaga che indaga e alla fine gli abitanti iniziano a preoccuparsi che se non trova il colpevole, la Confederazione Elvetica ci fa una figura da sotta frisona che all’Emmenthal non gli vengono più i buchi, perciò la sera mentre gli intellettuali del luogo vestiti coi calzettoni e i pompom ballano schiaffeggiandosi le ghette, Heidi in persona scende dai Grigioni a cavallo di una capretta e gli spiega a un orecchio che Otto, con la solita spocchia dei tedeschi, aveva fracassato gli zebedei sostenendo che siccome il Reno nasce sì in Svizzera, ma poi ci fa solo 375km mentre tutti gli altri glieli faceva a lui girando libero e felice lungo la colta e industriosa Germania, era un fiume tedesco, germanico, teutonico, prussiano, non da gente da alpeggio come noi…eh scheiße, lo sai com’è fatto mio nonno! –
Schmied solleva Heidi, se l’avvicina al petto e l’abbraccia mentre le caprette fanno beeee; vanno dal carrozziere, gli estraggono la tromba, lo gettano nel Reno e gli urlano dietro, vai, vai, e quando sfoci nel Mare del Nord tra quelle teste di formaggio, spiegaglielo un po’ di chi è il Reno!

Se volete vi racconto anche la storia di quel parigino che in Spagna, durante la corrida, litigava con Ramòn el Espinacio, il fine maître à penser di una comunità gitana dedita all’economia circolare, perché sosteneva che il Duero, sfociando in Portogallo, non potesse dirsi proprio spagnolo, anzi, la Spagna con la sua mania di far sfociare anche il Tago e il Guadiana in Portogallo era un paese un po’ così… e dicendolo fece una mossetta che voi capite e capite come andò a finire la storia

Insomma, la morale è che tutti al mondo si tendono stretti i loro fiumi.
Nessuno, ripeto: nessuno, NES-SU-NO, si sognerebbe di rifiutare lo ius soli, lo ius sanguinis o lo ius scholae ai propri fiumi.
Ecco, allora io mi domando per quale motivo noi italiani insistiamo con sta storia che il Po è il fiume più lungo d’Italia.

Niente: a noi stupidaggini del tipo Il Po’, l’antico Eridanus, sorge giovane e gagliardo al Pian del Re, sul Monviso, la montagna più bella del mondo che ogni giorno vede sorgere il sole, e poi scorre all’ombra della Mole Antonelliana, e da lì feconda la più bella pianura del mondo tra le Alpi e l’Appennino che sono i più belli del Mondo… dicevo, ste stupidaggini che ti sembra di essere al cinema ai tempi del duce con Beppe Bigazzi a fianco che blatera scemenze sulle uova italiane che sono le più buone del mondo e che come da noi le galline nessuna al mondo fa le uova….
Ma basta! Ma basta veramente!
Il Po, pur con i suoi 651,8km 32metri, 7 centimetri e 8,5millimetri non è il fiume più lungo d’Italia, finiamola un po’.
E nemmemo l’Adige, il Tevere, l’Adda, l’Oglio, il Tanaro, il Ticino e giù giù fino al rivolo del pollaio di comar Gigina.
Non sono loro.

Il fiume più lungo d’Italia è la Drava.
- La che? –
- La Drava –
- Ladrava?
- No scemo: la Drava: DRA-VA.
Bene, ora date mente a me e scrivete sul pc drava fiume e scoprite che nasce sulla Sella di Dobbiacco, in località Prato della Drava, e non vorrei dire ma la Sella di Dobbiaco è in provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige, che vista la geografia e i morti che ci sono costati durante la IGM, mi risulta italiana: I-TA-LIA-NA.
Si fa la sua strada e poi, come il Duero, come il Reno, come il Nilo, come qualsiasi grande fiume che si rispetti, gira il mondo e se ne va in Austria, in Slovenia, in Croazia, in Ungheria e dopo la bellezza di 720km (senza la virgola e la riga di micron di allungamento del Po), si getta nientepopò di meno che nel Danubio: nel Danubio, capito? E continua e continua fino al Mar Nero.
- Eh sì ma il Po nasce e muore in Italia, invece la Drava no e…. -
- Eh cosa? Ma allora non avete capito nulla! Devo farvelo spiegare da Mustafà e i suoi amici tra i tappeti? Dal nonno di Heidi nella sua baita? O preferite una notte gitana con Ramòn el Espinacio? -
Ma lo vogliamo capire che il Po è solo un fiume provinciale, che il Tevere è pure un po’ burino, che l’Adda è un infame traditore perché nelle guerre d’Indipendenza è sempre stato dalla parte degli austriaci e che l’Arno c’ha delle pantegane talmente grasse che se ci metti un pontile ci salgono sopra e sembrano i trichechi del porto turistico di San Francisco?
Ma perché dobbiamo avere questo atteggiamento nei confronto della Drava?
- Eh…perché non scorre tutta in Italia e allora… -
Eh allora cosa? Ma l’avete visto che il Ticino nasce in Svizzera o credete che ce la siamo annessa fino al Gottardo? Eppure lo consideriamo italiano, no? Anche se ha solo 248km noi italiani lo facciamo elencare da Wikipedia come il 7 fiume italiano anche se prima di arrivare qui tutti gli svizzeri ci fanno la pipì dentro per farci dispetto.

E allora la Drava che di km ne ha il triplo perché la condanniamo a questa sorta di damnatio memoria?
Gente, veramente, ma ragionate!
La Drava sfocia nel Danubio e tutti i santi giorni va da solo quasi fino in Russia.
E’ un fiume con i controcojoni,! Dovremmo esserne fieri che sia nostro, che l’abbiamo fatto noi, e invece niente, nulla.
Una volta sul campaniele della piazza della chiesa di un paese ho letto una targa che diceva Questo campanile è stato fatto qui da noi. E se loro possono essere così orgogliosi del loro campanile, perchè noi italiani dobbiamo disconoscere il nostro fiume più lungo?
Ora, io veramente vi invito a prendere coscienza di questa cosa e parlarne con tutti quanti.
Non è possibile che quel demente là voglia attribuirsi il Golfo del Messico e la Groenlandia, e noi nelle pagine italiane di Wikipedia la Drava non ce la mettiamo neppure.
Ce l’avessero i francesi, con la loro grandeur un fiume che va in Russia, l’avrebbero chiamato come minimo La grande armée de notre seigneur et souverain empereur du monde Napoléon Bonaparte, général des généraux, le plus grand stratège du monde, le seul qui a conquis Moscou et l'a mis à cette place même pour Léon Tolstoï qui a dû écrire Guerre et Paix pour s'en sortir (come minimo, conoscendoli!), gli avrebbero fatto un letto tutto d’oro fino al confine e poi l’avrebbero salutato piangendo col fazzoletto.

Noi niente, nulla.
Ma saremo scemi?
Dai, via, aiutatemi a raccontarlo a tutti e partiamo da qui per un nuovo MIGA (Make Italy Great Again e sticazzi!)
 
Ultima modifica:

Pnin

Well-known member
La Drava

Qualche anno fa, al Cairo, un turista inglese che aveva esagerato con le pinte di birra, ebbe una discussione con dei venditori di tappeti.
Ochei, scusate, lo so anch’io che non dovevo mettere la virgola dopo birra, che dopo la frase contenente il soggetto non ci va, ma è che davvero, sto in inglese qui non stava proprio più in piedi.
Comunque, lasciando perdere la birra e la virgola, la cosa avvenne perché questi sosteneva che non aveva senso che gli egiziani considerassero il Nilo un fiume egiziano visto che in Egitto ci scorreva per appena 2.000 dei quasi 7.000km totali.
La cosa dava veramente fastidio, perché insomma, a Mustafa e alla sua banda finchè gli toccano la mamma o l’Atletico del Cairo è un conto, ma il Nilo no. Avrete notato che dopo la banda non ho messo la virgola, ed è perchè a differenza dell'inglese erano sobri.
Sto qui che credeva di poter continuare a dire scemenze come se fosse stato su una cassetta della frutta allo Speakers' Corner di Hyde Park, raddoppia con ma come fate a dire che è egiziano se prima di arrivare qui passa dal Burundi, dal Ruanda, dalla Tanzania, dall’Uganda, dall’Etiopia, dal Sudan del Sud e dal Sudan non del Sud, e se faceva ancora un paio di curve ripuliva pure i tombini di Liverpool?
Niente, che Mustafà che è uno un po’ verace, come se fosse di Tratevere, si gira di scatto e gli incidenta una pregiata teiera di rame da 28kg in un orecchio.

Durrenmatt, in Otto morto, racconta della gioventù dell’Ispettore Schmied (personaggio che rielaborerà poi con maestria ne Il Giudice e il suo boia) alle prese con l’omicidio di Otto, un turista tedesco, trovato cadavere con una tromba da yodel che gli spuntava dalvnght
Immaginando che fosse stato un omicidio passionale, indaga se se la fosse fatta con una dalle bionde trecce, ma niente; allora pensando che magari i gusti fossero altri, indaga tra quelli con le bionde trecce sotto alle ascelle, ma gli va male anche lì.
Insomma che indaga che indaga e alla fine gli abitanti iniziano a preoccuparsi che se non trova il colpevole, la Confederazione Elvetica ci fa una figura da sotta frisona che all’Emmenthal non gli vengono più i buchi, perciò la sera mentre gli intellettuali del luogo vestiti coi calzettoni e i pompom ballano schiaffeggiandosi le ghette, Heidi in persona scende dai Grigioni a cavallo di una capretta e gli spiega a un orecchio che Otto, con la solita spocchia dei tedeschi, aveva fracassato gli zebedei sostenendo che siccome il Reno nasce sì in Svizzera, ma poi ci fa solo 375km mentre tutti gli altri glieli faceva a lui girando libero e felice lungo la colta e industriosa Germania, era un fiume tedesco, germanico, teutonico, prussiano, non da gente da alpeggio come noi…eh scheiße, lo sai com’è fatto mio nonno! –
Schmied solleva Heidi, se l’avvicina al petto e l’abbraccia mentre le caprette fanno beeee; vanno dal carrozziere, gli estraggono la tromba, lo gettano nel Reno e gli urlano dietro, vai, vai, e quando sfoci nel Mare del Nord tra quelle teste di formaggio, spiegaglielo un po’ di chi è il Reno!

Se volete vi racconto anche la storia di quel parigino che in Spagna, durante la corrida, litigava con Ramòn el Espinacio, il fine maître à penser di una comunità gitana dedita all’economia circolare, perché sosteneva che il Duero, sfociando in Portogallo, non potesse dirsi proprio spagnolo, anzi, la Spagna con la sua mania di far sfociare anche il Tago e il Guadiana in Portogallo era un paese un po’ così… e dicendolo fece una mossetta che voi capite e capite come andò a finire la storia

Insomma, la morale è che tutti al mondo si tendono stretti i loro fiumi.
Nessuno, ripeto: nessuno, NES-SU-NO, si sognerebbe di rifiutare lo ius soli, lo ius sanguinis o lo ius scholae ai propri fiumi.
Ecco, allora io mi domando per quale motivo noi italiani insistiamo con sta storia che il Po è il fiume più lungo d’Italia.

Niente: a noi stupidaggini del tipo Il Po’, l’antico Eridanus, sorge giovane e gagliardo al Pian del Re, sul Monviso, la montagna più bella del mondo che ogni giorno vede sorgere il sole, e poi scorre all’ombra della Mole Antonelliana, e da lì feconda la più bella pianura del mondo tra le Alpi e l’Appennino che sono i più belli del Mondo… dicevo, ste stupidaggini che ti sembra di essere al cinema ai tempi del duce con Beppe Bigazzi a fianco che blatera scemenze sulle uova italiane che sono le più buone del mondo e che come da noi le galline nessuna al mondo fa le uova….
Ma basta! Ma basta veramente!
Il Po, pur con i suoi 651,8km 32metri, 7 centimetri e 8,5millimetri non è il fiume più lungo d’Italia, finiamola un po’.
E nemmemo l’Adige, il Tevere, l’Adda, l’Oglio, il Tanaro, il Ticino e giù giù fino al rivolo del pollaio di comar Gigina.
Non sono loro.

Il fiume più lungo d’Italia è la Drava.
- La che? –
- La Drava –
- Ladrava?
- No scemo: la Drava: DRA-VA.
Bene, ora date mente a me e scrivete sul pc drava fiume e scoprite che nasce sulla Sella di Dobbiacco, in località Prato della Drava, e non vorrei dire ma la Sella di Dobbiaco è in provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige, che vista la geografia e i morti che ci sono costati durante la IGM, mi risulta italiana: I-TA-LIA-NA.
Si fa la sua strada e poi, come il Duero, come il Reno, come il Nilo, come qualsiasi grande fiume che si rispetti, gira il mondo e se ne va in Austria, in Slovenia, in Croazia, in Ungheria e dopo la bellezza di 720km (senza la virgola e la riga di micron di allungamento del Po), si getta nientepopò di meno che nel Danubio: nel Danubio, capito? E continua e continua fino al Mar Nero.
- Eh sì ma il Po nasce e muore in Italia, invece la Drava no e…. -
- Eh cosa? Ma allora non avete capito nulla! Devo farvelo spiegare da Mustafà e i suoi amici tra i tappeti? Dal nonno di Heidi nella sua baita? O preferite una notte gitana con Ramòn el Espinacio? -
Ma lo vogliamo capire che il Po è solo un fiume provinciale, che il Tevere è pure un po’ burino, che l’Adda è un infame traditore perché nelle guerre d’Indipendenza è sempre stato dalla parte degli austriaci e che l’Arno c’ha delle pantegane talmente grasse che se ci metti un pontile ci salgono sopra e sembrano i trichechi del porto turistico di San Francisco?
Ma perché dobbiamo avere questo atteggiamento nei confronto della Drava?
- Eh…perché non scorre tutta in Italia e allora… -
Eh allora cosa? Ma l’avete visto che il Ticino nasce in Svizzera o credete che ce la siamo annessa fino al Gottardo? Eppure lo consideriamo italiano, no? Anche se ha solo 248km noi italiani lo facciamo elencare da Wikipedia come il 7 fiume italiano anche se prima di arrivare qui tutti gli svizzeri ci fanno la pipì dentro per farci dispetto.

E allora la Drava che di km ne ha il triplo perché la condanniamo a questa sorta di damnatio memoria?
Gente, veramente, ma ragionate!
La Drava sfocia nel Danubio e tutti i santi giorni va da solo quasi fino in Russia.
E’ un fiume con i controcojoni,! Dovremmo esserne fieri che sia nostro, che l’abbiamo fatto noi, e invece niente, nulla.
Una volta sul campaniele della piazza della chiesa di un paese ho letto una targa che diceva Questo campanile è stato fatto qui da noi. E se loro possono essere così orgogliosi del loro campanile, perchè noi italiani dobbiamo disconoscere il nostro fiume più lungo?
Ora, io veramente vi invito a prendere coscienza di questa cosa e parlarne con tutti quanti.
Non è possibile che quel demente là voglia attribuirsi il Golfo del Messico e la Groenlandia, e noi nelle pagine italiane di Wikipedia la Drava non ce la mettiamo neppure.
Ce l’avessero i francesi, con la loro grandeur un fiume che va in Russia, l’avrebbero chiamato come minimo La grande armée de notre seigneur et souverain empereur du monde Napoléon Bonaparte, général des généraux, le plus grand stratège du monde, le seul qui a conquis Moscou et l'a mis à cette place même pour Léon Tolstoï qui a dû écrire Guerre et Paix pour s'en sortir (come minimo, conoscendoli!), gli avrebbero fatto un letto tutto d’oro fino al confine e poi l’avrebbero salutato piangendo col fazzoletto.

Noi niente, nulla.
Ma saremo scemi?
Dai, via, aiutatemi a raccontarlo a tutti e partiamo da qui per un nuovo MIGA (Make Italy Great Again e sticazzi!)
GENIO!!! 🏆🏆🏆
 

malafi

Well-known member
Che poi (mamma 'sto 'che poi' :rolleyes:) uno si immagina che un fiume di cotanta lunghezza e nobiltà abbia le sue sorgenti su un picco dalle nevi perenni e invece ... altro che Monviso! La Drava nasce lì in mezzo al bosco, quasi in una pianura, benchè a 1200 metri d'altezza.

Io però, @Carcarlo , spenderei una parolina anche per la gocciolina di pioggia.
Questa magari si immagina di cadere lì e di confluire nella Drava, attraversando poi tutta la parte più nobile dell'antica Europa, per poi nuotare fino al mare nel bel Danubio blu cullata a suon di valzer e invece .... un soffio di vento da est (quello freddo e traditore) e cade 2 metri più in là.
Che cosa sono 2 metri? Niente e tutto.
Perchè lì c'è lo spartiacque e se non vai nel Danubio dopo 700 e passa nobilissimi chilometri e caschi 2 metri più in là, finisce nella Rienza, altro bel fiumetto dalle acque fresche e limpide, che scorre verso ovest (quella si tutto in territorio italiano).
Peccato che la Rienza termini dopo soli 90 km la sua (meno nobile) corsa nell'Isarco. Che di lì a poco confluisce nell'Adige. Che poi si perde nelle nostre pianure e sfocia in mare nelle melme adriatiche tra il Po e la Laguna Veneta.

Sliding doors ....
 

Pnin

Well-known member
Che poi (mamma 'sto 'che poi' :rolleyes:) uno si immagina che un fiume di cotanta lunghezza e nobiltà abbia le sue sorgenti su un picco dalle nevi perenni e invece ... altro che Monviso! La Drava nasce lì in mezzo al bosco, quasi in una pianura, benchè a 1200 metri d'altezza.

Io però, @Carcarlo , spenderei una parolina anche per la gocciolina di pioggia.
Questa magari si immagina di cadere lì e di confluire nella Drava, attraversando poi tutta la parte più nobile dell'antica Europa, per poi nuotare fino al mare nel bel Danubio blu cullata a suon di valzer e invece .... un soffio di vento da est (quello freddo e traditore) e cade 2 metri più in là.
Che cosa sono 2 metri? Niente e tutto.
Perchè lì c'è lo spartiacque e se non vai nel Danubio dopo 700 e passa nobilissimi chilometri e caschi 2 metri più in là, finisce nella Rienza, altro bel fiumetto dalle acque fresche e limpide, che scorre verso ovest (quella si tutto in territorio italiano).
Peccato che la Rienza termini dopo soli 90 km la sua (meno nobile) corsa nell'Isarco. Che di lì a poco confluisce nell'Adige. Che poi si perde nelle nostre pianure e sfocia in mare nelle melme adriatiche tra il Po e la Laguna Veneta.

Sliding doors ....
Che belle queste storie di fiumi!!!
Siete fantastici!
💯😃
 

malafi

Well-known member
Grazie, che bel video che hai messo! Poi dal minuto 1.20 in poi c'è proprio il cartello che spiega come sei sullo spartiacque.

A proposito ti spartiacque, pensate al crinale alpino centro ovest: val d'Aosta/Piemonte/Lombardia. Il fiocco di neve cade di qua ... e andrà in uno degli affluenti del Po e da qui in Adriatico.
Cade di là, va nel bacino del Reno e dunque nel Mare del Nord.
Pochi metri di distanza ed un soffio di vento, ma poi destini separati.

Se poi si trova all'incrocio ... potrebbe per pochi metri finire nel Rodano e farsi un viaggio verso la Costa Azzurra. Affascinante

Main_chain_of_the_Alps.jpg
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il Reno di Lei

Il Reno di Lei è un’altra particolarità dell’idrografia italiana, una chicca degna di Forse non tutti sanno che… della Settimana Enigmistica.

Allora, la storia è questa.

Andate sulla cartina, trovate Lodi, tirate una meridiana che vada verso il Polo Nord ma vi fermate un pelo prima del confine: troverete la Val di Lei che sopra e a destra confina con i Grigioni Svizzeri ma che, a differenza di quasi tutto il territorio italiano si trova oltre la linea di displuvio e la sua l’acqua finisce per abbeverare le vacche della Milka.

Nella Val di Lei c’è l’omonimo lago lungo e stretto che le trote vanno tutte in fila indiana, ma solo fino a un certo punto, perché poi diventa territorio svizzero. Il lago continua ancora cento metri, fino alla diga, che pisciola di sotto e dopo altri 100m ridiventa italiano e poi - svizzero per sempre.

Ecco, quel rivolo d’acqua che nasce dal lago italiano, diventa fiume in Svizzera, scorre in Italia per pochino e poi di nuovo in Svizzera, si chiama Reno di Lei: di Lei perché è di Lei, e Reno perché è un lontano affluente del Reno che feconda (e dagli con ‘ste espressioni tra D’Annunzio e i riti babilonesi della proto-agricoltura) la Svizzera e tutta la Mittel Europa fino a finire in Olanda e sfociare presso Rotterdam nel Mare del Nord.

A me, questa cosa qui che un fiume italiano finisca a Rotterdam e un altro tra Zelensky e Putin mi sembra proprio una di quelle stranezze da non dormirci la notte e che un po’ mi dispiace che non mi abbiano raccontato a scuola, che di dove va il Lambro, vi dico la verità, non me n’è mai importato nulla.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Malafi mi ha preceduto parlando di come uno spartiacque decida il destino di ogni singola goccia di pioggia.

Da queste parti c'è un monte un po' megalomane perchè si chiama Caucaso.
E' un'esagerazione perchè sì che è bello, che è carino, che ha delle belle faggete, che quando sono coperte di neve e crepitano sotto al loro peso sono uno spettacolo, sì, sì, va bene tutto, ma da lì a chiamarsi Caucaso, insomma, ce ne passa.
Comunque, andando al sodo, è particolare perchè il versante che da a sud sembra un precipizio che finisce nella Valfontanabuona (che è un nome un po' più ragionevole), dove c'è il fiume Entella lungo come questo post che prima della virgola sfocia nel Golfo del Tigullio, in pieno Mar Ligure; dall'altra parte invece, ci sono delle bolle d'acqua che fanno da sorgente all'Aveto, che poi sfocia nel Trebbia, successivamente nel Po e infine nell'Adriatico.
Se uno varca il Passo della Scoglina, si ferma e guarda un po', vedrà che lì, in quel punto, l'Aveto passa a due metri due dalla linea dello spartiacque e che basterebbero vanga e piccone per trasformarlo in una cascata che finisce nel Mar Ligure: due metri!
La cosa buffa, è che poco prima, c'è propio una cascata che fa questo numero e finisce nella Valfontanabuona, e quando sei lì che sali con la lingua di fuori e guardi in alto per scorgerla, becchi sempre delle poiane di due metri di apertura alare che si confondono spesso con le aquile.

Il gioco che si faceva coi bambini era salire sul crinale e poi decidere in che mare avremmo fatto finire la nostra pipì :) e ci sentivamo tanto importanti!
 

Pnin

Well-known member
Sono strabiliata da questi racconti sui fiumi: amo tantissimo l'acqua, adoro nuotare e passeggiare con i miei amici a quattro zampe ovunque ci siano corsi o specchi d'acqua e osservare le loro unicità anche in questo; c'è chi è entusiasta e si tuffa (o si tufferebbe) ovunque, chi ha un po' paura e sta un po' dustante e chi se ne frega altamente tanto basta andare in giro... ma sono veramente ignorante in merito e tutti i vostri racconti e le vostre informazioni mi arricchiscono colmando le mie lacune, oltre a piacermi moltissimo!
😍😍😍
 

malafi

Well-known member
Beh, ci sarebbe anche il lato meno romantico dei fiumi (citofonare nuotatori Olimpiadi di Parigi), ma chissà, in panteganaforun magari c'è il topic sulla bellezza della Senna 🙃
 

Pnin

Well-known member
😬😬😬 con orrore dei miei genitori quando lo scoprirono, da bambina rifocillavo con gli avanzi le pantegane di un fossato poco distante che avevano imparato a riconoscermi e mi aspettavano impazienti...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Storia vaga di un fiume vago

Era gennaio del 2000 (di questo sono sicuro) e mi mandarono ad Aqaba, in Giordania (anche di questo).
Eravamo circa 50 persone e tutto per noi ci avevano riservato un aereo della Royal Jordanian Airlines; se ricordo bene, un Airbus 320 da 200 passeggeri: potevi coricartici, altro che sedertici.
Arriviamo e ci portano all’Hotel, forse il Marriott (scusate, sono passati un bel po’ di anni) dove ci aspettava un ricevimento con un sacco di tartine, soprattutto olive ascolane e salmone, entrambe tipiche della Giordania, ma siccome avevo altri obiettivi, sono corso in camera, mi sono messo il costume da bagno e poi di corsa in spiaggia a fare il mio primo bagno nel Mar Rosso.
Non era un paradiso terrestre ma entusiasmante sì, perché ricordo qualche pesce e soprattutto dei ricci colossali con aculei che sembravano dei Faber Castell.
Viene sera, faccio il bravo, torno in camera, mi faccio la doccia, mi vesto e vado giù che per cena ci avevano preparato i bracieri ardenti e non so che altra sfilza di scemenze per convention aziendali.
Erano altri tempi e le aziende scialacquavano proprio i soldi che non ti dico.

Comunque, per farla breve, il giorno dopo meeting (che fa tanto team marketing oriented), mi danno le chiavi della macchina e parto a fare il mio lavoro.
Avrei potuto fare il viaggio da solo o con un collega, ma preferii da solo, che in genere mi toccano dei disadattati a cui far da guida e non ne ho voglia.
Prendo la statale che va verso nord, verso il Mar Morto, la città si esaurisce subito e inizia il deserto e la prima cosa che noto, a bordo strada, è la carcassa di un cammello investito: era stato un mio collega, il giorno prima, che sconvolto ci raccontò che di colpo gli era apparso un cammello in mezzo alla strada e non aveva potuto frenare. Credo sia una delle scuse più idiote che ho sentito in vita mia.

Insomma che ora basta e inizio il mio racconto del fiume.
Passato il cammello, procedendo verso nord, mi ritrovo in un’ampia vallata desertica con alla mia sinistra il confine d’Israele che avrei costeggiato per qualche centinaio di km, e sulla mia destra il muraglione con cui finiva una sorta di altipiano: ecco, io guidai per circa 200km col muraglione sulla destra, la vallata sulla sinistra oltre la quale c’era Israele e seguendo un fiumiciattolo dalle acque cristalline come non ne ho mai viste, che prendeva l’acqua dai canyons che sbucavano alla mia destra.
Non so se ci siete stati, ma sicuramente avete visto questo posto, perché è identico ai canaloni del film di Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, roba che non capivo se dovevo incontrare Gesù o Harrison Ford.
Estasiato, fermai la macchina all’ombra di questo costone e scesi a vedere: avrei voluto scendere giù dal fiume, immergerci la mano, ma ebbi un po’ paura di lasciare la macchina incustodita in un posto che insomma, non era nemmeno il caveau di una banca svizzera.
Ripartii godendomi lo spettacolo.
Ogni tanto si passava vicinissimi al confine e sulla sinistra si vedevano i frutteti israeliani, mentre all’orizzonte qualche montagna verso cui salivo, e il fiume le cui acque mi seguivano ingrossandosi sempre di più.
Ecco, a questo punto mi resi conto che c’era qualcosa che non tornava, perciò mi fermai e scesi di nuovo a guardare, e infatti il fiume scorreva nella mia stessa direzione, solo che io andavo verso le montagne, e insomma, mi sembrava una cosa strana.
Poi realizzai che sì, che andavo verso le montagne, solo che queste erano nella depressione del Mar Morto, perciò rispetto al livello del mare, stavo scendendo non salendo, il che spiegava l’apparente follia di questo fiume.
Mi fermai ancora qualche volta a osservare quel paesaggio da film, poi arrivai sul Mar Morto, lo costeggiai tutto sulla destra fino ad arrivare ad un altro hotel di lusso dove c’erano interi salmoni affumicati e pieno di turisti che galleggiavano talmente tanto da non riuscire a stare in equilibrio.
Mi dispiacque molto non avere con me asciugamano e costume, perciò di godetti solo il salmone.
Poi feci ritorno, sempre da solo, stando attento a che qualche cammello dopo aver cavalcato mezzo chilometro di traverso alla strada, non mi venisse a sbattere di colpo contro la macchina…
Mi fermai ancora un paio di volte per serbare per sempre il ricordo di quei canyons, dell’acqua cristallina che vi scorreva, di come affluiva in questo fiumiciattolo che dal mare scendeva alle montagne, e poi me ne tornai in albergo a fare un altro bagno e mangiare ancora un po’ di salmone.
Ad oggi, anche se guardo su Maps o Wikipedia (e digerisco ancora tutto quel salmone lì) non riesco a capire come si chiamasse sto fiume qui, però me lo ricordo bene!
 
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Shoshin

Goccia di blu
Mentre leggevo l'intervento di Carcarlo sul "fiume vago",non so perché,ma mi è venuta subito in mente una scena epica del film I complessi,in cui il nostro Albertone ,ancora oggi,ci fa ridere di gusto.
Naturalmente Carcarlo non si riferiva allo Yarmuk...
😏


 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Breve cronistoria (stavolta precisa).

I Sabei erano un popolo che abitava il sud della penisola arabica miliari e miliari di anni prima di Cristo, che già all’epoca era una terra arida di brutto dove pioveva una volta all’anno e in più faceva danni.
Secondo Wikipedia, intorno al 2.000aC, qualche imperatore, re o gran visir che fosse, iniziò a far costruire le prime dighe che, primo, evitassero di far annegare tutti, secondo, servissero poi ad irrigare la terra.
Secondo Le settanta meraviglie del mondo antico di Chris Scarre invece,le prime dighe si rimonterebbero al 3.500aC!
Ebbene, sta cosa di non annegare e irrigare funzionò così bene che diventarono la potenza agricola di tutta quell’area (Golfo Persico, Mar Rosso, Oceano Indiano…) permettendo loro di arricchirsi a tal punto da creare la leggenda delle ricchezze della Regina di Saba, ben viva nel nostro immaginario collettivo dopo ben 5.500 anni.
https://it.wikipedia.org/wiki/Diga_di_Ma'rib

Il faraone Senusret III, nel 1.800aC, fece costruire un canale d’irrigazione che collegava il Nilo al Lago Amaro e che nei periodi di piena era navigabile.
Successivamente venne scavato un canale che collegava il Lago Amaro al Mar Rosso, perciò le navi poterono passare dal Mar Rosso al Mar Mediterraneo!
Questo canale poi, a differenza di quello di Suez, era ecosotenibile poiché collegando i due mari attraverso l’acque dolce, impediva che le specie di una mare infestassero quello dell’altro, cosa che invece con quello di Suez non accade.

In Cina, nel V secolo aC, venne scavato il Canale dell’Oca Selvatica che collegava il Fiume Giallo al Pien e al Ssu.
Il primo imperatore Shih Huang Ti, fece scavare il canale Magico lungo 193 km, che attraversando una catena montuosa permetteva di collegare la Cina settentrionale con quella Meridionale creando 2011km di canali navigabili continui.
Poi ovviamente scavarono anche il Grande Canale, e poi un altro, e un altro ancora più lungo, poi uno più profondo, un altro più largo, eccetera.

Erodoto racconta che i persiani, soprattutto Serse, per aggirare tutte quelle cavolo di penisolette greche che impediva loro di tirare dritto consentendo ai greci di fargli i tranelli, provò a segare per due chilometri e mezzo la penisola del Monte Athos o di scavare il primo canale di Corinto.

Caligola, che era un tipo sereno e moderato, si fece costruire un ponte di barche che collegava gli estremi del Golfo di Baia (credo sia presso i Campi Flegrei) per passarci a cavallo.

Dal medioevo in poi, nel Nord Italia, scavano come matti a far canali che collegano i laghi al Po consentendo il trasporto di tutti i massi che serviranno a costruire la Certosa di Pavia e il Duomo di Milano, città navigabile fino ad un secolo fa.
Poi strappano tutte le erbacce schifose che ricoprivano la Pianura Padana, livellano tutto, ci fanno ancora un po’ di canali e canaletti e trasformano uno schifo di rovi in una delle zone più fertili al mondo, dove poi – furbi – coltivano il riso che era un prodotto talmente richiesto e caro, che nell’800, gli italiani emigrano da tutta l’Italia tranne che da dove si produceva il riso.
 
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