D'Annunzio, Gabriele - Il piacere

Vesper

New member
Avevo cominciato a leggere 'Il piacere' qualche anno fa, dopo le superiori, anche se nel giro di poco tempo abbandonai la lettura perché mi ero allontanata per un po' da questo libro e non ricordavo più quello che era successo e avrei dovuto ricominciare dall'inizio.
Ricordo che mi era sembrata una lettura pesante in alcuni passaggi ma, non per questo, poco piacevole. Come ha già detto qualcuno di voi, non è certo una 'lettura di piacere', nel senso che non è il classico libro che leggi per svagarti o per passare un'oretta piacevole staccando la spina dal resto.
Mi è dispiaciuto parecchio abbandonarlo senza averlo finito ma mi rendo conto che probabilmente quello non era il momento adatto. Appena sarò nel mood giusto lo riprenderò in mano e comincerò a leggerlo di nuovo, anche perché ricordo che certi passaggi erano tra le migliori pagine di letteratura che abbia mai letto.
 
Mi è dispiaciuto parecchio abbandonarlo senza averlo finito ma mi rendo conto che probabilmente quello non era il momento adatto. Appena sarò nel mood giusto lo riprenderò in mano e comincerò a leggerlo di nuovo, anche perché ricordo che certi passaggi erano tra le migliori pagine di letteratura che abbia mai letto.

......Idem!
 

gisa

New member
anch'io l'ho letto costretta da un esame! l'ho trovato noioso e inutile! per leggerlo fino alla fine ho fatto uno sforzo immane!
ricordo che la scrittura, nonostante fosse scorrevole, era faticosa. Poi quell'Andrea Sperelli era proprio antipatico!!:W
 

Martymiky

New member
Concordo con molti di voi. Anche a me non è piaciuto e ha contribuito molto lo stile di D'Annunzio. La storia non mi ha più di tanto appassionato, tranne la parte in cui avviene l'incontro con la dolce e mite Maria.
 

pigreco

Mathematician Member
Ho letto questo libro la scorsa estate e mi è piaciuto davvero molto. La storia è intrigante, le figure delle due donne sono davvero affascinanti e lo stile dannunziano è semplicemente sublime. Un ricordo bellissimo e un vivo consiglio a tutti coloro che amano la lingua italiana in tutta la sua poesia.
 

SeRena!

New member
L'ho visto qualche giorno fa in libreria in una nuova collana a solo 4.90.. che dite lo prendo? :)
Credo proprio di si =)
 

luxi

New member
Avevo una pila di libri non letti che volevo ridurre di altezza, ragion per cui ho iniziato a sfilare quelli maggiormente candidati ad abbandonare la libreria: uno dei primi era “Il piacere”. L’ho preso tra le mani e, dopo aver fatto suonare alcune pagine sotto il pollice, ho iniziato a leggere le prime righe, giusto per trovare una conferma ai mie pregiudizi che avevano collocato questo romanzo come qualcosa che non valesse il tempo della lettura. E invece riga dopo riga, pagina dopo pagina, mi son ritrovato felicemente catturato dalla prosa di D’Annunzio. Nessuna simpatia per i personaggi, nessun dispiacere per i loro dolori, ciò che provavo leggendo il libro era qualcosa che andava a sollecitare più i sensi che il pensiero. Ecco direi che è un libro dal quale ho ricavato un “Piacere” sensoriale, come se, prima ancora che la mia mente elaborasse pensieri suggeriti dalla lettura, fossero i miei organi di senso a partecipare dell’attività del leggere. Merito, credo, della raffinata e minuziosa precisione con la quale D’Annunzio descrive gli odori, le visioni le percezioni fisiche che gli ambienti e le situazioni provocano nei personaggi che si muovono all'interno di esse. Un libro che ha per me il merito di avere una trama per niente ruffiana e una eleganza stilistica raramente riscontrata in altri romanzi.
 

Marzati

Utente stonato
Appena finito; non resisto devo parlarne.
Ho amato ardentemente questo libro, ci ho messo tantissimo a leggerlo perchè ho voluto godere di ogni pagina, di ogni parola, d' ogni suono. Sicuramente sono io particolarmente incline a queste storie, gli antieroi e il decadentismo m' affascinano incredibilmente. E l' idea di un Dorian Grey italiano m' affascinava altrettanto. Anche qui c'è una critica alla società, quella colta e raffinata dell' '800/'900, ma la cosa più bella è stata entrare nel mondo interiore di questo Sperelli, vivere le voluttà, i piaceri, il dolore, il fervore assieme a lui, e con lui vivere il declino, l' inesorabile discesa negli inferi. E nell' errore.
Lo Sperelli è un uomo ferito, D'Annunzio brevemente ne accenna il passato, che sicuramente lo ha ferito velatamente e creato una voragine celata dalla vita mondana, dall' arte, dall' autocompiacimento. Fattore scatenante è l' amore per Elena, che lo scombussola quando finisce e quando scopre di essere stato ingannato. E così le voluttà, l' incessante ricerca del piacere lo conducono in un vortice, una spirale di distruzione e bugie. Inevitabile la fine: la sconfitta verso la quale s'è mosso consapevole, senza opporsi, senza poter opporsi.
Da sottolineare anche l' importanza dell' arte, di cui l' opera è pregna e che acquisisce una deliziosa forma, diviene contorno e materia degli inganni, della falsità. L' intera opera è caratterizzata da una "eccitazione lirica" che la impreziosisce.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Lungi da me voler giudicare un classico della letteratura italiana: io sono solo un’umile lettrice e non avrei le competenze per farlo. Mi limiterò a dire solo che questo libro non mi è piaciuto, non è riuscito a coinvolgermi. Sarà la prosa barocca, così ridondante e ricca, ma proprio ho fatto fatica a finirlo.
Il libro, ambientato nella Roma aristocratica di fine Ottocento, narra le “avventure” amorose del giovane Conte Andrea Sperelli, alterego di D’annunzio, bello, ricco di abilità, un super uomo superficiale e vanesio. Personalmente ho completato la lettura per inerzia, ma senz’alcun coinvolgimento… non credo che ricorderò granché di quest’opera. Tuttavia so che “Il piacere” è apprezzato da molti, pertanto non posso bocciarlo a pieno. La mia valutazione è un sì/no.
 
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