Ho appena finito qst libro di cui ho letto (qui) tante recensioni postive e che ha suscitato in me grandi aspettative dovute al mio amore per l’India (che ho visitato un po’ di tempo fa)! :sbav:
Devo dire che le mie reazioni sono state di due tipi. Da una parte c’è il ritratto dell’india che viene fuori dalle pagine (soprattutto nella prima parte): toccante, sincero e assolutamente corrispondente a quella che è stata la mia esperienza. La descrizione del primo “impatto” con qst realtà, impatto che butta all’aria qualsiasi idea preconcetta (positiva o negativa) si potesse avere in precedenza, ha prodotto in me una sofferenza quasi fisica: talmente ho sentito mie le parole usate dall’autore nel descrivere quel senso di smarrimento e di amore (quasi fosse un colpo di fulmine) che l’ha colto fin dal suo primo respiro, che mi sono chiesta “che ci faccio qui??? Perchè nn sono in India???”... :HIPP
Mi sono poi quasi commossa nel leggere di alcune “caratteristiche” degli indiani che avevano colpito anche me: in particolare la loro abitudine a fissare insistentemente tutto ciò che desta la loro curiosità (in primis noi “stranieri”) e quel ciondolio particolare con la testa che a noi occidentali sembra un diniego ma in realtà è un cenno affermativo e perfino di simpatia...
D’altra parte però devo ammettere che, tenendo conto di tutti i commneti entusiastici che avevo letto, il romanzo nel suo complesso mi ha un po’ deluso. Nn appena il racconto si sposta da qll che sono le piccole scene di vita quotidiana nel villaggio di Prabu o nello slum, alla Bombay delle prigioni e delle mafie (per nn parlare della guerra in Afghanistan), il mio interesse è andato scemando e le ultime cento pagine le ho finite con una certa fatica (anche se qst fatto è dovuto anche al mio aver cominciato un altro libro che mi ha preso molto). É come se tutto ciò che di veramente importante avesse da dire l’autore (almeno rispetto a qll che era il mio personale interesse) l’avesse esaurito circa a metà libro.
Per cui alla fine di tutto non mi sento in grado, o forse semplicemente nn mi va, di dare un “giudizio” obiettivo... é stata una lettura comunque piacevole, che mi ha regalato nostalgici tuffi nel passato e in emozioni che credevo di aver dimenticato, e che invece ho riscoperto ancora vive e forti dentro di me.
Devo dire che le mie reazioni sono state di due tipi. Da una parte c’è il ritratto dell’india che viene fuori dalle pagine (soprattutto nella prima parte): toccante, sincero e assolutamente corrispondente a quella che è stata la mia esperienza. La descrizione del primo “impatto” con qst realtà, impatto che butta all’aria qualsiasi idea preconcetta (positiva o negativa) si potesse avere in precedenza, ha prodotto in me una sofferenza quasi fisica: talmente ho sentito mie le parole usate dall’autore nel descrivere quel senso di smarrimento e di amore (quasi fosse un colpo di fulmine) che l’ha colto fin dal suo primo respiro, che mi sono chiesta “che ci faccio qui??? Perchè nn sono in India???”... :HIPP
Mi sono poi quasi commossa nel leggere di alcune “caratteristiche” degli indiani che avevano colpito anche me: in particolare la loro abitudine a fissare insistentemente tutto ciò che desta la loro curiosità (in primis noi “stranieri”) e quel ciondolio particolare con la testa che a noi occidentali sembra un diniego ma in realtà è un cenno affermativo e perfino di simpatia...
D’altra parte però devo ammettere che, tenendo conto di tutti i commneti entusiastici che avevo letto, il romanzo nel suo complesso mi ha un po’ deluso. Nn appena il racconto si sposta da qll che sono le piccole scene di vita quotidiana nel villaggio di Prabu o nello slum, alla Bombay delle prigioni e delle mafie (per nn parlare della guerra in Afghanistan), il mio interesse è andato scemando e le ultime cento pagine le ho finite con una certa fatica (anche se qst fatto è dovuto anche al mio aver cominciato un altro libro che mi ha preso molto). É come se tutto ciò che di veramente importante avesse da dire l’autore (almeno rispetto a qll che era il mio personale interesse) l’avesse esaurito circa a metà libro.
Per cui alla fine di tutto non mi sento in grado, o forse semplicemente nn mi va, di dare un “giudizio” obiettivo... é stata una lettura comunque piacevole, che mi ha regalato nostalgici tuffi nel passato e in emozioni che credevo di aver dimenticato, e che invece ho riscoperto ancora vive e forti dentro di me.
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