skitty
Cat Member
Dalle frivolezze dei ricevimenti negli aristocratici salotti, eccoci trasportati sul campo di battaglia. Lo stile descrittivo sublime, ci fa dono dell'ubiquità, e noi lettori siamo ovunque: sui visi, nel paesaggio, tra le parole, nei pensieri, in mezzo alle cannonate... sembra davvero di percepire tutto ciò che si svolge in battaglia e anche nelle teste di tutti i personaggi che compaiono nelle scene.
Mi hanno colpito alcuni passi che mi piacerebbe sottolineare (Nota: per non riscrivere i testi, ho fruito di internet per copia-incollare.... ma mi sono subito accorta che la traduzione è differente da quella che sto leggendo io. Direi che nella mia edizione, vi sono dei termini diversi qua e là, che però danno un tocco decisamente migliore... E' capitato anche a voi?)
Toccante l'attrazione associata a paura verso la linea di separazione tra “noi” e il nemico, “noi” e la morte:
“Un terreno deserto di circa cinquecento metri li separava da loro. Il nemico aveva cessato di sparare e questo faceva sentire ancora di più quella linea netta, minacciosa, sfuggente e inavvicinabile che divide due eserciti nemici.
«Un solo passo oltre questa linea, che ricorda la linea che separa i vivi dai morti, e... l'ignoto, il dolore, la morte. E cosa c'è di là? Chi c'è di là? Laggiù, oltre quel campo, e quell'albero, e quel tetto illuminato dal sole? Nessuno lo sa, e invece si vorrebbe saperlo. Oltrepassare questa linea fa paura, e nello stesso tempo vorremmo passarla, e si sa che presto o tardi dovremo passarla e sapere cosa c'è di là, dall'altra parte della linea, così com'è inevitabile sapere prima o poi cosa c'è dall'altra parte, al di là della morte. Eppure ora sei forte, sano, allegro, eccitato, e circondato da altri uomini... “
Attualissima l'osservazione di Andrej sul comportamento e l'effettiva utilità dei superiori:
“...con stupore si era accorto che non era stato impartito alcun ordine, e che il principe Bagration si sforzava soltanto di dare l'impressione che tutto quanto si faceva per necessità, per caso e per volontà dei singoli comandanti, fosse fatto, se non per suo ordine, almeno in conformità alle sue intenzioni. Grazie al tatto di cui dava prova il principe Bagration, il principe Andrej notò che, nonostante la casualità degli eventi e la loro indipendenza dalla volontà del comandante in capo, la sua presenza agiva in modo straordinario. I comandanti che giungevano dal principe Bagration con le facce sconvolte diventavano tranquilli; i soldati e gli ufficiali lo accoglievano con gioia; la sua presenza li rianimava, ed era chiaro che davanti a lui mostravano tutto il loro valore.”
Leggendo di questi aiutanti che, a cavallo, portavano informazioni ed ordini da un punto all'altro del campo di battaglia, stavo riflettendo su come le operazioni militari fossero complicate e “lasciate” un po' al caso ed alla fortuna, prima dell'avvento dei mezzi di comunicazione dei giorni nostri...
Subito dopo ho pensato che, oggigiorno, le informazioni e gli ordini arriverebbero puntuali e precisi, i satelliti inquadrerebbero precisamente i bersagli ed il nemico... ma poi, in sostanza, l'assurdità della guerra è sempre la stessa. Non cambiano l'arroganza e l'insensatezza dei superiori, non cambia l'assurda eccitazione che porta i soldati a buttarsi tra le braccia della morte, non cambia la sofferenza né la paura... tutto assurdamente uguale :roll:
Mi hanno colpito alcuni passi che mi piacerebbe sottolineare (Nota: per non riscrivere i testi, ho fruito di internet per copia-incollare.... ma mi sono subito accorta che la traduzione è differente da quella che sto leggendo io. Direi che nella mia edizione, vi sono dei termini diversi qua e là, che però danno un tocco decisamente migliore... E' capitato anche a voi?)
Toccante l'attrazione associata a paura verso la linea di separazione tra “noi” e il nemico, “noi” e la morte:
“Un terreno deserto di circa cinquecento metri li separava da loro. Il nemico aveva cessato di sparare e questo faceva sentire ancora di più quella linea netta, minacciosa, sfuggente e inavvicinabile che divide due eserciti nemici.
«Un solo passo oltre questa linea, che ricorda la linea che separa i vivi dai morti, e... l'ignoto, il dolore, la morte. E cosa c'è di là? Chi c'è di là? Laggiù, oltre quel campo, e quell'albero, e quel tetto illuminato dal sole? Nessuno lo sa, e invece si vorrebbe saperlo. Oltrepassare questa linea fa paura, e nello stesso tempo vorremmo passarla, e si sa che presto o tardi dovremo passarla e sapere cosa c'è di là, dall'altra parte della linea, così com'è inevitabile sapere prima o poi cosa c'è dall'altra parte, al di là della morte. Eppure ora sei forte, sano, allegro, eccitato, e circondato da altri uomini... “
Attualissima l'osservazione di Andrej sul comportamento e l'effettiva utilità dei superiori:
“...con stupore si era accorto che non era stato impartito alcun ordine, e che il principe Bagration si sforzava soltanto di dare l'impressione che tutto quanto si faceva per necessità, per caso e per volontà dei singoli comandanti, fosse fatto, se non per suo ordine, almeno in conformità alle sue intenzioni. Grazie al tatto di cui dava prova il principe Bagration, il principe Andrej notò che, nonostante la casualità degli eventi e la loro indipendenza dalla volontà del comandante in capo, la sua presenza agiva in modo straordinario. I comandanti che giungevano dal principe Bagration con le facce sconvolte diventavano tranquilli; i soldati e gli ufficiali lo accoglievano con gioia; la sua presenza li rianimava, ed era chiaro che davanti a lui mostravano tutto il loro valore.”
Leggendo di questi aiutanti che, a cavallo, portavano informazioni ed ordini da un punto all'altro del campo di battaglia, stavo riflettendo su come le operazioni militari fossero complicate e “lasciate” un po' al caso ed alla fortuna, prima dell'avvento dei mezzi di comunicazione dei giorni nostri...
Subito dopo ho pensato che, oggigiorno, le informazioni e gli ordini arriverebbero puntuali e precisi, i satelliti inquadrerebbero precisamente i bersagli ed il nemico... ma poi, in sostanza, l'assurdità della guerra è sempre la stessa. Non cambiano l'arroganza e l'insensatezza dei superiori, non cambia l'assurda eccitazione che porta i soldati a buttarsi tra le braccia della morte, non cambia la sofferenza né la paura... tutto assurdamente uguale :roll: