il cielo di Austerlitz
"Marja Michailovna entrò con passi felpati e quell'aria affacendata e cristianamente sottomessa che aveva sempre (...)"
Così, il primo passaggio di tratteggio a pennellate che mi viene in mente. Trovo che la caratterizzazione dei personaggi, di tutti i personaggi, del loro essere, di ciò che pensano e provano, delle radici del loro agire e dei moti interiori non sempre chiari, anzi, ben spesso confusi in incredibili e realissimi miscugli di emozione e pensiero (cioè come funziona per tutti...) di cui è capace Toltstoj sia assolutamente eccezionale. Ciascuno di loro conosciamo, quasi lo vediamo ed antra a far parte delle nostre giornate come un conoscente, in tutte le sue sfaccettature, manie, meschinità, grandezze, profondità.
Il primo volume s'è chiuso, con grande emozione di Zef c'è da dire, col pincipe Andrej e l'alto cielo di Austerlitz: forse tra le pagine più belle dell'intera letteratura mondiale.
Eccezionale anche il refrain, (alcuni dei passi in merito citati da skitty qui sopra in post #41) alla vigilia ed in corso di battaglia, di quella sottile linea invisibile e concretissima, che separa due eserciti nemici, chissà cosa c'è oltre, chissà cosa accadrà oltrepassandola, non possiamo saperlo, eppure vorremmo saperlo... e del costante richiamo detto e non detto di questa linea con ciò che ci separa dalla morte, o da quei passaggi discriminanti della nostra vita oltre i quali chissà cosa accadrà. Una cosa è certa: non saremo più gli stessi.
(...)
“Un terreno deserto di circa cinquecento metri li separava da loro. Il nemico aveva cessato di sparare e questo faceva sentire ancora di più quella linea netta, minacciosa, sfuggente e inavvicinabile che divide due eserciti nemici.
«Un solo passo oltre questa linea, che ricorda la linea che separa i vivi dai morti, e... l'ignoto, il dolore, la morte. E cosa c'è di là? Chi c'è di là? Laggiù, oltre quel campo, e quell'albero, e quel tetto illuminato dal sole? Nessuno lo sa, e invece si vorrebbe saperlo. Oltrepassare questa linea fa paura, e nello stesso tempo vorremmo passarla, e si sa che presto o tardi dovremo passarla e sapere cosa c'è di là, dall'altra parte della linea, così com'è inevitabile sapere prima o poi cosa c'è dall'altra parte, al di là della morte. Eppure ora sei forte, sano, allegro, eccitato, e circondato da altri uomini... “
(...)
Grandissima capacità dell'autore di far emergere il respiro ed il quadro complessivo di un'epoca per mezzo di zoomate sul dettaglio, sul particolare, sulle vicende del quotidiano vivere dei personaggi, dove accadono cioè per davvero le cose, offrendo una prospettica visione dell'accadere storico secondo la concretissima e personale visione di LT: è nel particolare che la realtà si concreta, l'universale arriva poi.
Ho trascorso l'intero sabato pomeriggio (con gran diletto direi, si ragazzi, siamo malati qui dentro, so che non sono l'unico
) davanti al camino acceso divorando il secondo volume, secondo di quattro totali, del quale son giunto quasi alla fine, in compagnia di Pierre e dei suoi slanci umanitari, di Andrej, che scopre che quando meno ce lo si aspetta ci si può innamorare di nuovo, (ancora una volta... già... quando ormai non lo si credeva più possibile...) e di Natasha, capace di emozionarsi con freschezza ineffabile, perchè la luna è bella.