XXXVI G.L. - Guerra e Pace di Tolstoj

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Spilla

Well-known member
:mrgreen:
Eccerto, con un isolotto scalpitante tra i piedi non è facile prendere in mano un mattone del genere :mrgreen: ma tutto è provare. Molto più facile di quel che si crede :)

Vero, ma avendo anche io il mo "Spillotto" farmene una ragione: la lentezza è necessaria. Sono a pagina 120:mrgreen: ed ho appena assistito ad una spassosa rivista delle truppe russe in territorio austraco.
Sono sempre più incuriosita da questo Dolchov, che immagino riservi qualche guaio:?
 

darida

Well-known member
Noto che ve la cavate egregiamente, con il carrello del te' passo piu' avanti, che al momento siete ancora freschi come rose appena colte :mrgreen:

Buona lettura :wink:
 

Zefiro

da sudovest
il cielo di Austerlitz

"Marja Michailovna entrò con passi felpati e quell'aria affacendata e cristianamente sottomessa che aveva sempre (...)"

Così, il primo passaggio di tratteggio a pennellate che mi viene in mente. Trovo che la caratterizzazione dei personaggi, di tutti i personaggi, del loro essere, di ciò che pensano e provano, delle radici del loro agire e dei moti interiori non sempre chiari, anzi, ben spesso confusi in incredibili e realissimi miscugli di emozione e pensiero (cioè come funziona per tutti...) di cui è capace Toltstoj sia assolutamente eccezionale. Ciascuno di loro conosciamo, quasi lo vediamo ed antra a far parte delle nostre giornate come un conoscente, in tutte le sue sfaccettature, manie, meschinità, grandezze, profondità.

Il primo volume s'è chiuso, con grande emozione di Zef c'è da dire, col pincipe Andrej e l'alto cielo di Austerlitz: forse tra le pagine più belle dell'intera letteratura mondiale.

Eccezionale anche il refrain, (alcuni dei passi in merito citati da skitty qui sopra in post #41) alla vigilia ed in corso di battaglia, di quella sottile linea invisibile e concretissima, che separa due eserciti nemici, chissà cosa c'è oltre, chissà cosa accadrà oltrepassandola, non possiamo saperlo, eppure vorremmo saperlo... e del costante richiamo detto e non detto di questa linea con ciò che ci separa dalla morte, o da quei passaggi discriminanti della nostra vita oltre i quali chissà cosa accadrà. Una cosa è certa: non saremo più gli stessi.

(...)

Un terreno deserto di circa cinquecento metri li separava da loro. Il nemico aveva cessato di sparare e questo faceva sentire ancora di più quella linea netta, minacciosa, sfuggente e inavvicinabile che divide due eserciti nemici.
«Un solo passo oltre questa linea, che ricorda la linea che separa i vivi dai morti, e... l'ignoto, il dolore, la morte. E cosa c'è di là? Chi c'è di là? Laggiù, oltre quel campo, e quell'albero, e quel tetto illuminato dal sole? Nessuno lo sa, e invece si vorrebbe saperlo. Oltrepassare questa linea fa paura, e nello stesso tempo vorremmo passarla, e si sa che presto o tardi dovremo passarla e sapere cosa c'è di là, dall'altra parte della linea, così com'è inevitabile sapere prima o poi cosa c'è dall'altra parte, al di là della morte. Eppure ora sei forte, sano, allegro, eccitato, e circondato da altri uomini...
(...)

Grandissima capacità dell'autore di far emergere il respiro ed il quadro complessivo di un'epoca per mezzo di zoomate sul dettaglio, sul particolare, sulle vicende del quotidiano vivere dei personaggi, dove accadono cioè per davvero le cose, offrendo una prospettica visione dell'accadere storico secondo la concretissima e personale visione di LT: è nel particolare che la realtà si concreta, l'universale arriva poi.

Ho trascorso l'intero sabato pomeriggio (con gran diletto direi, si ragazzi, siamo malati qui dentro, so che non sono l'unico :)) davanti al camino acceso divorando il secondo volume, secondo di quattro totali, del quale son giunto quasi alla fine, in compagnia di Pierre e dei suoi slanci umanitari, di Andrej, che scopre che quando meno ce lo si aspetta ci si può innamorare di nuovo, (ancora una volta... già... quando ormai non lo si credeva più possibile...) e di Natasha, capace di emozionarsi con freschezza ineffabile, perchè la luna è bella.
 
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skitty

Cat Member
Ho gustato ed amato i tuoi stessi passi... Ogni pagina è intensa e carica di emozioni, dalle più semplici alle più elevate, tutte trovano spazio nella storia, e anche dentro i nostri stessi pensieri quotidiani.

Molto interessante la discussione tra Pierre ed Andrej circa le innovazioni nella vita contadina: Andrej di primo acchito pone una domanda esistenziale molto profonda: queste persone, povere e semplici, hanno bisogno davvero di tutti i cambiamenti per vivere più felici? Oppure vivrebbero meglio restando nella propria ignoranza, e anzi, il contatto con nuove verità sarebbe portatore per loro di angosce?

Strabiliante la metamorfosi dei pensieri di Andrej mentre osserva il bosco, e la rinata vita della quercia in primavera. Conclude: "Bisogna che tutti sappiano chi sono io, in modo che non per me sola si svolga la vita mia, di modo che non vivano, costoro, così staccati dalla mia vita, di modo che in tutti costoro quest'ultima si rifletta, e che essi vivano tutti insieme con me".

Hanno colpito anche me la vitalità e l'intensità delle emozioni di Natasha. Meravigliosa la preparazione per il ballo (mi è sembrato di tornare bambina, quando giocavo con le bambole e mi immaginavo gli stessi scenari), e tenerissimo il rapporto con la madre, a cui rivolge tutte le proprie confidenze ed i sogni, nel lettone.
"Che cosa s'andava svolgendo in quell'infantile, ricettiva, sensibilissima anima, che tanto avidamente afferrava e assorbiva le più varie impressioni della vita? In che modo tutte queste cose vi si sistemavano dentro?"

Sublimi le scene di caccia. Sembra di essere lì, e di dover vedere da un momento all'altro correre dinanzi a noi le prede ed i cavalli.
 

asiul

New member
«Come si può star bene... quando si soffre moralmente? Se si ha una certa sensibilità com'è possibile mantenersi calmi, in tempi come questi?» esclamò Anna Pavlovna.

Niente di più vero...

sto leggendo con lentezza, ma questo libro sembra prestarsi ai miei tempi.Me lo gusto come una mousse al cioccolato.Intingo il cucchiaino e... :sbav:
 

Zefiro

da sudovest
sperem di no! che io lo sto leggendo dai vostri commenti :wink:

dariduccia ma sei sicura sicura di non voler tentare? Per il francese ti segnalo l'edizione Garzanti in cui tutti i passi sono comodamente tradotti in nota a pié di pagina (ce ne saranno sicuramente altre di edizioni con i passi in francese tradotti).

Mi permetto d'insistere (tu mandamici tranquillamente se ritieni :roll:) perché trattasi di opera bella davvero nonché di lettura, lo sto riscoprendo, scorrevolissima.

E dai.... :)
 

darida

Well-known member
dariduccia ma sei sicura sicura di non voler tentare? Per il francese ti segnalo l'edizione Garzanti in cui tutti i passi sono comodamente tradotti in nota a pié di pagina (ce ne saranno sicuramente altre di edizioni con i passi in francese tradotti).

Mi permetto d'insistere (tu mandamici tranquillamente se ritieni :roll:) perché trattasi di opera bella davvero nonché di lettura, lo sto riscoprendo, scorrevolissima.

E dai.... :)

eheh impossibile, che figura farei con il bibliotecario? :mrgreen:

la mia edizione era tradotta a pie' pagina, fitta fitta, piccina piccina, mi son presa paura :roll:
mai dire mai comunque, stufarella assai :wink: e anche volubile :YY

ah! e grazie per l'invito, apprezzo molto e vi seguo :wink:
 

skitty

Cat Member
Mi hanno incuriosita le convenzioni, i gesti, ed il galateo riguardo il corteggiamento delle fanciulle a quell'epoca. Tutto si svolge, sia nell'esteriorità sia nei pensieri di baldi giovani e fanciulle, secondo un codice ben preciso. Vi sono emozioni fortissime e che fanno anche soffrire chi prova forti sentimenti, ma quasi sempre sopra a tutto ciò, si ergono ragionamenti ben precisi circa la convenienza delle nozze.
 

Zefiro

da sudovest
la corteggiata e il pretendente

Mi hanno incuriosita le convenzioni, i gesti, ed il galateo riguardo il corteggiamento delle fanciulle a quell'epoca. Tutto si svolge, sia nell'esteriorità sia nei pensieri di baldi giovani e fanciulle, secondo un codice ben preciso. Vi sono emozioni fortissime e che fanno anche soffrire chi prova forti sentimenti, ma quasi sempre sopra a tutto ciò, si ergono ragionamenti ben precisi circa la convenienza delle nozze.

Vero. Interessante peraltro notare la singolare inversione nel trattamento dei figli a seconda del sesso, così come presentata in Guerra e pace almeno, rispetto a ciò che si d'istinto e/o comunemente si tenderebbe a pensare.

Nel caso di famiglie nobili, le pressioni motivate da ragioni di convenienza sui figli da parte dei genitori erano violentissime in entrambi i casi, sia per la prole di sesso femminile che per quella di sesso maschile. Al momento del dunque però, nel caso delle donne, si arrivava sempre ad un nocciolo duro "è rimesso a lei", così si concludevano sempre le trattative tra genitori e pretendente che chiedeva la mano: la scelta finale se accettare o meno rimaneva sempre ed invalicabilmente nelle mani della futura sposa. La famiglia costituiva il primo filtro, accordava al pretendente i diritto o meno di dichiararsi di lì in poi la mano passava alla corteggiata. Ovviamente di sposare qualcuno non preselezionato e prefiltrato non se ne parlava.

Non così per gli uomini, che ricevevano invece dei precisi ordini sostanzialmente non trasgredibili a meno di violente rotture con la famiglia stessa, in quanto ci si aspettava da loro, per definizone, che subordinasssero al solo calcolo di convenienza il loro matrimonio essendo le "responsabilità" nei confronti dei disegni e delle strategie di potere della famiglia assolutamente preponderanti, aspetto questo che paraltro osserva il principe Bolkonskij stesso al momento dell'offerta di matrimonio per Marja " (...) Anatol è un uomo e sposerà chiunque gli venga ordinato da suo padre. Tu sei donna e puoi scegliere (...) "
 
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skitty

Cat Member
Vero. Interessante peraltro notare la singolare inversione nel trattamento dei figli a seconda del sesso, così come presentata in Guerra e pace almeno, rispetto a ciò che si d'istinto e/o comunemente si tenderebbe a pensare.

Nel caso di famiglie nobili, le pressioni motivate da ragioni di convenienza sui figli da parte dei genitori erano violentissime in entrambi i casi, sia per la prole di sesso femminile che per quella di sesso maschile. Al momento del dunque però, nel caso delle donne, si arrivava sempre ad un nocciolo duro "è rimesso a lei", così si concludevano sempre le trattative tra genitori e pretendente che chiedeva la mano: la scelta finale se accettare o meno rimaneva sempre ed invalicabilmente nelle mani della futura sposa. La famiglia costituiva il primo filtro, accordava al pretendente i diritto o meno di dichiararsi di lì in poi la mano passava alla corteggiata. Ovviamente di sposare qualcuno non preselezionato e prefiltrato non se ne parlava.

Non così per gli uomini, che ricevevano invece dei precisi ordini sostanzialmente non trasgredibili a meno di violente rotture con la famiglia stessa, in quanto ci si aspettava da loro, per definizone, che subordinasssero al solo calcolo di convenienza il loro matrimonio essendo le "responsabilità" nei confronti dei disegni e delle strategie di potere della famiglia assolutamente preponderanti, aspetto questo che paraltro osserva il principe Bolkonskij stesso al momento dell'offerta di matrimonio per Marja " (...) Anatol è un uomo e sposerà chiunque gli venga ordinato da suo padre. Tu sei donna e puoi scegliere (...) "

Vero l'ho notato! Sicuramente in altre famiglie sarà anche accaduto che venisse obbligata una donna a sposarsi, però in effetti in questo romanzo sembrerebbe che le fanciulle abbiano maggior libertà (se non di scelta) per lo meno di rifiuto.
Certo che, con lo stile di vita che sostenevano i nobili, l'indebitamento perenne era una problematica permanente nelle famiglie, e di conseguenza "piazzare" al meglio i figli in matrimoni convenienti, era uno degli obiettivi primari dei genitori.
Tra l'altro era un'epoca in cui erano gli uomini a doversi "sistemare", cercando donne che portassero una buona dote. Mentre, di tendenza, in altri periodi, si pensava che fossero le donne a dover trovare il buon partito che le mantenesse.
 

skitty

Cat Member
Questo romanzo mi sta affascinando in maniera davvero impensata...

Banalmente mi ritrovo a pensare quanto sia sorprendente che un solo individuo possa disporre di una tale sconfinata ispirazione, per concepire così tante tematiche, approfondirle e legarle tutte insieme in modo così perfetto, da creare un ineguagliabile “manuale di vita”.

Una cosa molto interessante caratterizza i personaggi: molti di essi non sono affatto statici. Vengono descritti con precisione minuziosa, nella fisicità, nel carattere e nei ragionamenti, ma questi ultimi variano di moltissimo nelle varie parti del romanzo. Vi è una sorta di evoluzione in queste persone, che continuano a cambiare a seconda di ciò che accade nelle loro vite e di ciò che imparano, cosa che li rende umani e veri.
 

Zefiro

da sudovest
l'innocenza di Anatol

Anatol' era molto soddisfatto della sua situazione, di se stesso e degli altri. Istintivamente, era convinto con tutto il suo essere di non poter vivere altrimenti da come viveva e di non aver mai fatto nulla di male in vita sua. Non riusciva a concepire che le sue azioni potessero ripercuotersi sugli altri, e nemmeno che dalle sue azioni potesse derivare alcunché. Era persuaso che, come un'anitra è fatta per vivere nell'acqua, così lui era creato da Dio per vivere con trentamila rubli all'anno e primeggiare in società. Credeva così fermamente in tutto ciò, che anche gli altri finivano per convincersene
(…)
L'unica sua passione erano i divertimenti e le donne, e poiché, secondo il suo modo di vedere, non c'era nulla di male a coltivare queste inclinazioni, ed egli non concepiva nemmeno che il soddisfacimento di tali piaceri potesse dar luogo a conseguenze per le altre persone, in cuor suo si considerava un uomo irreprensibile, disprezzava sinceramente i mascalzoni e i malvagi e andava a testa alta, con la coscienza del tutto tranquilla.
I libertini, queste Maddalene di sesso maschile, hanno un segreto senso della propria innocenza, né più né meno come le Maddalene femminili, e basato sulla medesima speranza di perdono: «Tutto le sarà perdonato, perché ha molto amato; e a lui tutto sarà perdonato, perché si è molto divertito.»
(…)

L. Tolstoj - Guerra e pace
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Sorvolando sulla qualità elevatissima del tratteggio della figura di Anatol, (spettacolare!) credo che in questa trovata del perdono in forza e in virtù del divertimento ci sia del genio. Ma del genio vero. :wink:

E non provate a contraddirmi eh? Chi è senza peccato... :roll:
 
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skitty

Cat Member
Che meraviglia! Ci volevano proprio un po' di note e di immagini bellissime per accompagnare queste pagine! :)
 
Stato
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