23° Minigruppo - Il processo di Franz Kafka

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velmez

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sono arrivata al 4° capitolo (L'amica della Signorina Burstner)... non vi svelerò niente, lo dico solo per mettervi fretta! :wink:
 

GermanoDalcielo

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no Ila, senza, mi annoiano le introduzioni.
Ho letto tutto il secondo capitolo e l'ho trovato surreale, per usare un eufemismo. Già il fatto che il tribunale si trovi al quinto piano di una cascina mi ha fatto sorridere. K. si presenta con un'ora e 5 minuti di ritardo, ma anche questo è assurdo, non avendogli detto al telefono l'ora esatta di convocazione. Mah...
La scena davanti al giudice istruttore l'ho trovata prolissa e poco verosimile: K. parla con tracotanza, è sicuro di sè, mette quasi in soggezione il giudice, che del polso e della fermezza dei giudici ha davvero poco. Poi la scena in cui entra la lavandaia e fa "saltare" per così dire l'assemblea mi è sembrato un deus ex machina fuori dal mondo. Speriamo nel terzo capitolo, qui per ora niente di che:boh:
Confermo la mia difficoltà nell'apprezzare lo stile così farraginoso.
 
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velmez

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Ho appena finito di leggere LO ZIO - LENI.
C'è un'altra cosa che mi stupisce o sconcerta... ed è la stessa cosa che trova assurda nei... Dylan dog!! non sono impazzita quando arriverete qui vi dirò dio cosa si tratta!

e poi mi chiedo ma come fa K. a non essere curioso?? insomma va alle udienze, quindi crede nel processo... però sembra sempre che per lui sia un gioco, al massimo una seccatura, ma nulla di sconvolgente!?!
 

velmez

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...se sono l'unica non c'è gusto! dai posso aspettare qualche giorno... ho memoria breve, ma non così breve:wink:
 

velmez

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mi metto giusto qualche appuntino ogni tanto... si sa mai che la memoria cede:mrgreen:
 

SALLY

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Sono anch'io alla convocazione nella vecchia cascina....più vado avanti più mi ricorda qualcosa,a forza di pensare m'è tornato alla mente uno spettacolo teatrale visto tempo fa' - Die panne ovvero la notte più bella della mia vita. Dove un automobilista con l'auto in panne si ritrova a passare la notte insieme a tre gentiluomini che tra una bottiglia di vino e l'altra gli fanno il processo,alla fine si autoinfligge la condanna a morte tanti erano i sensi di colpa , era con Gian Marco Tognazzi....non c'entra niente,ma per associazione ...:mrgreen:
 

francesca

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Iniziato ieri,
sono abbastanza indietro, non ho nemmeno finito il I capitolo.
Però l'ho già letto anni fa, e posso dire, da quel che ricordo, che non ci sono colpi di scena tali da sconvolgere e quindi, per quanto mi riguarda, posso leggere tutti i post, anche quelli dei lettori più veloci.
Prime impressioni:
molte analogie con la Metamorfosi, primo per l'assurdità dell'evento, che non ha spiegazione, anche se è meno incredibile del ritrovarsi trasformati in insetto.
E poi anche per alcune somiglianze fra i protagonisti. Come Gregor, K. è un uomo dedito al lavoro, preciso, monotono, forse ancora più "quadrato", senza particolari sentimenti (almeno Gregor aveva un grande amore per la sorella e delle aspettative su di lei).
Sicuramente antipatico, sicuro di sè.
Almeno lui comunque si dibatte un po' di più di Gregor di fronte a quello che succede e alle palesi assurdità di molte cose.
Ma sembra anche piano piano farsene una ragione, entrare nel meccanismo, accettarle e comportarsi di conseguenza.

Dunque, io Kafka me lo ricordo proprio così: cioè non si deve cercare una logica nei suoi racconti e romanzi, bisogna assolutamente sospendere ogni razionalità, e lasciarsi trasportare negli ingranaggi del racconti come vuole lui, come fanno i protagonisti.
Ed è quello che mi è sempre piaciuto (di Kafka oltre alla Metamorfosi, i racconti e Il processo, ho letto anche Il Castello), perchè si deve conservare lo schema del ragionamento logico (e tutti i personaggi fanno grandi ragionamenti, autoconsistenti, si fanno domande e danno risposte) ma nella realtà la premessa di ogni ragionamento non ha alcuna logica, perchè la vita non ne ha.
E' spiazzante e per me è un'esperienza di lettura profonda.
Lo stile, che per Germano è faticoso e forse anche "brutto", per me è proprio l'unico che può sostenere il contenuto, non ne saprei immaginare uno più efficace in questo.

Vado avanti,
mi sembra per ora di essere l'unica a cui il libro piace.

Francesca
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Attenzione spoiler: terzo capitolo

dal surrealismo stiamo rasentando il nonsense. Non solo K. si presenta alla cascina-tribunale la domenica mattina successiva senza la certezza che la seconda udienza ci sia, ma addirittura la lavandaia di facili costumi tenta di sedurlo! E fin qui, ok, lo posso concepire, ma l'assurdo è nel comportamento di K.: pur pensando lì per lì che sia un tentativo di irretirlo o corromperlo in qualche modo, il minuto dopo quando arriva lo studente e gli sottrae la donna, lui diventa gelosissimo! Suvvia, dai, surreale sì, ma inverosimile non mi sta bene. Poi arriva il marito cornuto contento: anche qui conversazione fuori dal mondo, un uomo che sa di avere le corna e chiede a un estraneo conosciuto due minuti prima di intercedere per lui, perchè lui stesso ha le mani legate per la paura di non perdere il lavoro e con la moglie non c'è niente da fare. Eddai...
Poi vabbè, la scena dello svenimento di K. nel solaio ( gli uffici del tribunale sono a sottotetto, no comment!) mi ha fatto sorridere. Lo continuo solo perchè sono assieme a voi, altrimenti era già di nuovo a prender polvere sulla mensola.
 

ila78

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Sono arrivata all'udienza "campagnola" per così dire...devo dirvi la verità faccio un po' fatica e finora ho trovato ben poca logica, ma la scena con la Sig.na....come si chiama? (Ho qualche incertezza sull ortografia del nome....:?) che cosa mi significa? Lei sapeva o non sapeva dell'udienza del mattino? E perchè alla fine la bacia?
Credo che comunque il mio sia l'approccio sbagliato a questo testo, non bisogna cercare di trovare una logica e un perchè a tutto...
 

velmez

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Io non ho detto che non mi piace, anzi!
è molto grottesco e piuttosto non-sense, ma ci provo un certo gusto (anche se ho trovato più scorrevole La metamorfosi)

se togliessi i non-sense sarebbe noiosissimo! io trovo divertenti questi continui sconvolgimenti!

X SALLY a me lo spettacolo teatrale che hai raccontato ricorda una piece di Checov...?

ora continuo verso il prossimo capitolo: AVVOCATO - FABBRICANTE - PITTORE
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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Attenzione Spoiler quarto e quinto capitolo

Mah, le perplessità rimangono lì dov'erano. Adesso K. è ossessionato dalla signorina brunster che non si fa trovare nè vedere, nonostante lui le abbia scritto dei messaggi o lettere in cui la invita a un abboccamento. Ora anche la signora grubach gli dà fastidio, anche solo se apre bocca. :boh: Il colloquio con la signorina Montag, la nuova inquilina della camera della Brunster, mi è parso un po' copiato dalle scene di corteggiamento già viste trite e ritrite, con l'arrivo del capitano Lanz.
Il quinto capitolo sul bastonatore mi ha fatto sorridere: mi chiedo come sia possibile che questo funzionario "boia" si trovi nel ripostiglio della banca di k, vicino al suo ufficio, o forse ho capito male io? La pusillanimità delle due guardie punite l'ho trovata imbarazzante, per non parlare dell'assurdità della domanda di K. "fa male lo scudiscio?".
Comunkue avete ragione, è inutile che io tenti di trovare un filo di verosimiglianza o logica in questo romanzo. :)
A domani
 

velmez

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attenzione io sono arrivata al settimo capitolo

quest'ultimo capitolo non mi è affatto dispiaciuto, in particolare l'incontro con il pittore: ne riporto un pezzettino

"Che cos'è?", chiese al pittore.
"Di cosa si tupisce?" chiese questi a sua volta meravigliato. "Sono le cancellerie del tribunale. Non lo sapeva che qui ci sono delle cancellerie del tribunale? In quasi tutti i solai ci sono cancellerie del tribunale, perchè non dovrebbero esserci proprio qui? In effetti anche il mio atelier fa parte delle cancellerie, ma il tribunale me lo ha messo a disposizione".
K. non si spaventò tanto per aver trovato delle cancellerie del tribunale anche lì, si spaventò soprattutto per se stesso, per la sua ignoranza in materia di tribunali.


ammetto di iniziare a divertirmi sul serio: inizia a sembrarmi tutto più curato e più sensato.
In particolare emergono due fattori:
- i tribunali dovrebbero essere il luogo della verità: ma K. non può conoscere la verità e non la conoscerà mai. Si capisce da subito: il solo avvicinarsi alle cancellerie del tribunale, all'atelier (che poi si scoprirà comunicante con altre cancellerie) del pittore (colui che più sembra poter risolvere il suo caso, fino ad ora) lo fanno star male: non c'è aria e fa molto caldo, K. si sente svenire, perde la concentrazione ed è costretto ad affrettare le sue visite per andarsene a respirare l'aria fresca. E' condannato a non sapere.
- quel che a me ricordava Dylan Dog è il corteggiamento immotivato che gli riservano le donne: sembra quasi che ne abbia timore, come a dire: non è lui che se le cerca, sono loro che vanno da lui... e poi quello che succede succede, non dipende dalla sua volontà! e soprattutto accade inaspettatamente (Dylan Dog si ritrova a letto con la protagonista femminile in ogni "puntata" senza "preamboli", giri pagina e... tac!)

Un'altra cosa è predominante in Kafka: quella sensazione del DEVE ACCADERE COSì e non si può far nulla per cambiare le cose: è come se lui sa già che verrà condannato, d'altra parte nemmeno il pittore è a conoscenza di casi di assoluzione!
 

SALLY

New member
Quoto Velmez e Francesca,credo che gli sconcertanti racconti di Kafka non siano da leggere in modo razionale,non c'è un senso,o meglio è il non-sense della vita stessa,è come leggere un sogno incomprensibile..come del resto la vita,per quanto noi vogliamo mettere tutto in un ordine logico,da burocrate,per la nostra sicurezza e per avere le nostre certezze,siamo sempre in balia dei venti...in realtà.No,no...a me piace!
 

francesca

Well-known member
Continuo da brava lumachina,
Sono al punto in cui K. va all'udienza per la prima volta e si mette a cercare la sala delle udienze nel condominio.
Mi ha colpito una frase: di fronte alle scale tutte uguali K. si ricorda una cosa che gli è stata detta:
il tribunale è attratto dalla colpa.
Una frase assurda e senza senso, ma che K. accetta come una verità, un punto fermo in tutta la vicenda.
Quindi si convince che la scala giusta è proprio quella che pensa lui, per il solo fatto che lo pensa, perchè inizia, forse anche inconsciamente, a sentirsi colpevole.
Sta entrando nel meccanismo che lo stritolerà, piano piano inizia ad accettare non solo la situazione in cui si trova, ma anche le dinamiche con cui va avanti.


Come Velmez anch'io mi sto divertendo e questo aspetto non me lo ricordavo, cioè mi ricordavo Kafka molto più cupo e incomprensibile, e invece ci trovo dell'ironia e anche delle cose che mi appaiono buffe nella loro assurdità.

Francesca
 

ila78

Well-known member
Ma sì dai non è male, sto facendo fatica perchè il "non -sense" mi spiazza sempre, io cerco di trovare un perchè e una logica in tutto anche nella vita, forse è per questo che io e Kafka ci "prendiamo" poco. Comunque anche se non c'è un senso sei spinto ad andare avanti, almeno per me è così, voglio comunque vedere come procede.
Bello il personaggio della moglie dell'usciere che si fa tutto il tribunale! :mrgreen:
 

velmez

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ora ho letto anche l'ottavo...

se tutto va bene lo finisco oggi...

Ho notato che le donne per Kafka hanno una psicologia decisamente strane: si impietosiscono di fronte ai colpevoli? Sia la moglie dell'uscere che Leni hanno una forte predisposizione a "lasciarsi andare" facilmente... Leni trova gli imputati irresistibili: come dice lo stesso avvocato (a volte, quando lui lo permette, lei le racconta anche i risvolti più piccanti..) e la moglie dell'uscere si fa praticamente tutto il tribunale... tra l'altro lo fanno senza pudore, non lo negano affatto nemmeno di fronte al rispettivo marito/amante...
mi chiedo che considerazione avesse K. delle donne...

e poi, io mi dico, ma quando è irritante arrivare alla fine di un capitolo di cui hai seguito per filo e per segno tutti i risvolti malati e leggere: "questo capitolo non è stato finito". Vabbè che è morto presto, ma i 3 romanzi che ha scritto poteva almeno finirli... se non proprio finire il romanzo, almeno finire i capitoli!!:W


un'altra cosa buffa mi è venuta in mente: mi sono accorta che tendo a leggere (a mente) il nome K. pronunciandolo (sempre a mente) come la lettera in inglese KAY (Key)... voi come lo leggete?
 
Stato
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