Darkay
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La Vita di Galileo (in tedesco: Leben des Galilei) è un'opera teatrale di Bertolt Brecht, di cui esistono numerose versioni e revisioni. Le principali (versione danese, versione statunitense e versione berlinese) risalgono rispettivamente agli anni 1938/39, 1943-45 e 1956. L'opera si concentra sulla vita di Galileo Galilei, con particolare attenzione al processo dell'inquisizione e all'abiura dello scienziato.
Una fra le più importanti opere per capire a pieno la cultura del nostro secolo, il XX, appena scorso fra grandi guerre mondiali, totalitarismi multicolore e neocapitalismo, è sicuramente Vita di Galileo, scritto da Bertolt Brecht. La commedia trova luce intorno al 1938-1939 e tratta della vita del grande scienziato pisano, dall'invenzione del cannocchiale, alla scoperta dei satelliti di Giove, fino al processo istituito dal Sant'Uffizio, al suo atto di abiura e agli ultimi anni della vecchiaia. Sicuramente dissonante da quella tramandataci dagli storici, qui la figura di Galileo Galilei assume caratteri più umani, mettendone in evidenza paure, timori e incertezze, delineando un uomo logorato dalla voglia di combattere e cedere di fronte al potere.
A Galileo Galilei la tradizione attribuisce innumerevoli intuizioni, soprattutto in campo astronomico, quali le montagne della Luna, la scoperta della macchie solari, i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno, le fasi di Venere e l'intuizione della presenza di un ulteriore corpo celeste al di la di Saturno, ovvero Nettuno. Inoltre la sua figura riveste fondamentale importanza dato che fu fra i primi a contribuire allo sviluppo e alla diffusione della teoria copernicana basata sull'eliocentrismo; in opposizione al non opinabile geocentrismo professato sia da Platone sia da Aristotele, in quanto, rivestiti i due filosofi da grande considerazione dalla Chiesa cattolica, rappresentava una perfetta giustificazione alla grandezza di Dio e l'esistenza della figura di Dio Creatore. La Terra, in quanto creazione di Dio, doveva rappresentare il centro di tutto l'universo, pianeta "prescelto" e "superiore" rispetto ad una stella o ad un altro corpo celeste.
Al di là delle faccende personale narrate nel dramma, Brecht focalizza la sua attenzione sul rapporto tra la ricerca scientifica e il potere, e, ampliando gli orizzonti, il rapporto lacerante e tutt'oggi lacerato che si interpone fra la cultura nascente e la cultura del potere.
Ciò che fece la sfortuna di Galileo, all'epoca, era la sua mentalità diversa, basata su un metodo scientifico. Due linguaggi diversi: il primo, quello di Galilei, basato sull'empirismo, quale pilastro fondamentale e colonna portante del metodo scientifico, sullo studio del particolare fenomeno dal quale formulare una legge universale; il secondo, quello convenzionale dell'epoca, basato su dogmi della fede e della Chiesa.
Fondamentalmente, la ottusità dellìInquisizione appare superiore alla cecità fisica del nostro pisano, e, per questo, nonostante la sua fede negli uomini e nella loro ragione, sarà sconfitto dallìauctoritas della Chiesa e delle teorie tolemaico-aristoteliche, condannato alla pena di morte nel 1633, pena tramutata in isolamento forzato grazie all'abiura delle sue tesi.
La sconfitta della scienza coincide con la stessa vittoria: Galileo soccombe al Santo Uffizio ma allo stesso tempo gli è concesso di vivere quel poco che basta per portare avanti innumerevoli altri studi, nel campo della fisica e della dinamica.
Inserendo in terza lettura questo dramma, cioè nel suo contesto storico, possiamo capire quanto sia intriso di verve sarcastica e pungente questa opera del drammaturgo tedesco, edita in un prima stesura nel 1938, dato che gli importanti progressi che la scienza compie in questo periodo (scissione dell'atomo, nascita della balistica applicata), vengono utilizzati dai governi mondiali a fini bellici. Rimane fondamentalmente uno il messaggio che Brecht vuole far arrivare: la scienza deve risultare libera da ogni cappio ideologico e politico e deve essere strumento di progresso degli uomini e non fonte della loro distruzione.
Una fra le più importanti opere per capire a pieno la cultura del nostro secolo, il XX, appena scorso fra grandi guerre mondiali, totalitarismi multicolore e neocapitalismo, è sicuramente Vita di Galileo, scritto da Bertolt Brecht. La commedia trova luce intorno al 1938-1939 e tratta della vita del grande scienziato pisano, dall'invenzione del cannocchiale, alla scoperta dei satelliti di Giove, fino al processo istituito dal Sant'Uffizio, al suo atto di abiura e agli ultimi anni della vecchiaia. Sicuramente dissonante da quella tramandataci dagli storici, qui la figura di Galileo Galilei assume caratteri più umani, mettendone in evidenza paure, timori e incertezze, delineando un uomo logorato dalla voglia di combattere e cedere di fronte al potere.
A Galileo Galilei la tradizione attribuisce innumerevoli intuizioni, soprattutto in campo astronomico, quali le montagne della Luna, la scoperta della macchie solari, i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno, le fasi di Venere e l'intuizione della presenza di un ulteriore corpo celeste al di la di Saturno, ovvero Nettuno. Inoltre la sua figura riveste fondamentale importanza dato che fu fra i primi a contribuire allo sviluppo e alla diffusione della teoria copernicana basata sull'eliocentrismo; in opposizione al non opinabile geocentrismo professato sia da Platone sia da Aristotele, in quanto, rivestiti i due filosofi da grande considerazione dalla Chiesa cattolica, rappresentava una perfetta giustificazione alla grandezza di Dio e l'esistenza della figura di Dio Creatore. La Terra, in quanto creazione di Dio, doveva rappresentare il centro di tutto l'universo, pianeta "prescelto" e "superiore" rispetto ad una stella o ad un altro corpo celeste.
Al di là delle faccende personale narrate nel dramma, Brecht focalizza la sua attenzione sul rapporto tra la ricerca scientifica e il potere, e, ampliando gli orizzonti, il rapporto lacerante e tutt'oggi lacerato che si interpone fra la cultura nascente e la cultura del potere.
Ciò che fece la sfortuna di Galileo, all'epoca, era la sua mentalità diversa, basata su un metodo scientifico. Due linguaggi diversi: il primo, quello di Galilei, basato sull'empirismo, quale pilastro fondamentale e colonna portante del metodo scientifico, sullo studio del particolare fenomeno dal quale formulare una legge universale; il secondo, quello convenzionale dell'epoca, basato su dogmi della fede e della Chiesa.
Fondamentalmente, la ottusità dellìInquisizione appare superiore alla cecità fisica del nostro pisano, e, per questo, nonostante la sua fede negli uomini e nella loro ragione, sarà sconfitto dallìauctoritas della Chiesa e delle teorie tolemaico-aristoteliche, condannato alla pena di morte nel 1633, pena tramutata in isolamento forzato grazie all'abiura delle sue tesi.
La sconfitta della scienza coincide con la stessa vittoria: Galileo soccombe al Santo Uffizio ma allo stesso tempo gli è concesso di vivere quel poco che basta per portare avanti innumerevoli altri studi, nel campo della fisica e della dinamica.
Inserendo in terza lettura questo dramma, cioè nel suo contesto storico, possiamo capire quanto sia intriso di verve sarcastica e pungente questa opera del drammaturgo tedesco, edita in un prima stesura nel 1938, dato che gli importanti progressi che la scienza compie in questo periodo (scissione dell'atomo, nascita della balistica applicata), vengono utilizzati dai governi mondiali a fini bellici. Rimane fondamentalmente uno il messaggio che Brecht vuole far arrivare: la scienza deve risultare libera da ogni cappio ideologico e politico e deve essere strumento di progresso degli uomini e non fonte della loro distruzione.
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