Mi ero un po’ riappacificata con l’autore.
L’arrivo in Cile di Teresa e famiglia, lo struggente racconto di Teresa sulla triste fine del suo amore con faccia di scimmia e di suo figlio Yeco-Almo, non mi erano dispiaciuti.
Ci ho trovato tenerezza, ironia, e anche una descrizione accurata della situazione dei più poveri in quelle terre in quel periodo.
Così come mi era piaciuta anche la parte in Argentina.
Sempre un po’ troppo violenza gratuita, sinceramente, come alcune scene nel bordello.
Mi era piaciuta molto la storia del narratore, delle sue rincarnazioni, dei suoi studi.
Ma poi ecco l’assurda storia di Lola, donna Spera e Carmelita: una cosa da voltastomaco….
Esagerata, senza senso.
Non c’è verso, troppo spesso la trama sembra precipitare in un buco nero di violenza sessuale e non di cui non capisco il senso.
Ciò mi disturba e infastidisce non tanto per la violenza in sé e per sensibilità mia (ho letto anche cose più sconvolgenti e profondamente più raccapricianti, magari anche se descritte meno dettagliatamente), ma perché reputo certi passaggi assolutamente inutili nella trama, forzati.
Inoltre mi sto rendendo conto che non provo empatia con nessuno dei personaggi, che sono veramente troppi e mi si confondono forse proprio perché non riesco ad afferzionarmi a nessuno.
Li sento come personaggi di un libro, non escono dalle pagine, quindi per me risultano abbastanza poco riusciti.
Francesca