Sono in camera con Mrs Talbot....
ancora il senso di fatalità che soffoca ogni possibile aspirazione e cambiamento.
Che rabbia che mi fa però Martha.
Vive una vita che non vuole, dove quasi ogni cosa è imposta dagli altri, dagli amici, dai genitori, dalla società, rassegnata all'idea che tanto è così che deve essere, che Elaine come tutte loro devono avere il lampo fugace di un amore che non si realizzerà per poi sposare un Mr Talbot qualsiasi e ripetere in loro stessi i propri genitori, mantenendo così lo status quo di tutto.
Come ha detto Mr. Maynard al cocktail:
se c'è una cosa che la mia generazione ha imparato è che più che le cose cambiano, più rimangono le stesse.
Non c'è scampo.
E anche ai ragazzi non va meglio, perchè lo stesso Douglas accarezza l'idea della guerra come estrema via d'uscita ad una vita che gli sta stretta, senza che nemmeno abbia il coraggio di dirselo.
Mi sembra che molto sia anche dovuto all'ignoranza.
Sì Martha legge, ma non si lascia plasmare da quello che legge, cerca conferme o smentite a cose che sa già e che vive già. Nei libri ricerca la sua vita e suoi sentimenti, così che alla fine non c'è nessun vero cambiamento, nè progresso in lei grazie a quello che legge.
La storia dei figli poi è emblematica: tutte queste donne sono abissalmente ignoranti per quel che riguarda il concepimento, nonostante i manuali d'amore che leggono, e Martha vive la possibilità di una gravidanza come vive tutto il resto. A lei non può succedere, perchè non le va, non ci pensa neanche.
E' così che ha vissuto tutta la sua vita, è così che si è ritrovata nel giro dello Sport Club, è così che si è ritrovata fidanzata e poi sposata, amica di Stella, ed è così che alla fine avrà anche un figlio.
Perchè l'unico altro esempio che sembra avere attorno a lei è quello delle donne indigene, e come dice la lessing, pur invidiandole per la naturalità che immagina nella loro vita, è troppo votata al progresso per poter pensare di scegliere quella strada.
Francesca