LIII Gruppo di Lettura - Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern

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DoppiaB

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Finito!

“Era molto lunga quel giorno la marcia. Non si vedeva nessun paese da nessun lato e bisognava camminare. Si mangiavano manciate di neve. Venne la notte. Ancora non ci si fermava né si vedeva un paese. Finalmente, lontano, una luce, e non pareva mai di arrivarci. Lo potete immaginare, voi, quanto era lontana quella luce e quanta neve bisognava calpestare per arrivarci?”. Possiamo solo immaginarlo, ma non potremo mai capire fino in fondo cosa devono aver provato questi uomini.
Come se non bastasse marciare giorno e notte al gelo, hanno dovuto patire anche la fame. Questa è una cosa che mi ha particolarmente colpito: la ricerca di cibo ogni volta che giungevano in un villaggio o arrivare addirittura a pensare di mangiare una carogna di mulo. Guerra, gelo e fame. Quasi mi sorprende che qualcuno sia sopravvissuto per poter raccontare questo inferno.

Nonostante Rigoni scriva di guerra e di morte, non smette di credere che in fondo nell’uomo ci sia ancora un po’ di umanità e non perde la speranza che il mondo possa un giorno migliorare.
Un libro bellissimo e commovente, da leggere assolutamente!
 

Minerva6

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Finito:

Kylix: Le emozioni delle prime pagine sono conservate fino alla fine.Il percorso del protagonista e dei suoi compagni mostra ciò che della guerra si può al massimo cercare di immaginare.È una scrittura diretta e precisa.La guerra è protagonista insieme agli uomini,ma non viene descritta nessun merito, nessuna causa,nulla,così da poter incentrare tutto su chi la guerra è costretto a farla.

darida: Lettura importante e toccante, sensazioni che ho provato costantemente, dalla prima all'ultima parola letta."Sergentmagiù, ghe rivarem a baita?" Pochi, troppo pochi. Da leggere!

lettore marcovaldo: una testimonianza di grande valore, sia dal punto di vista narrativo che storico.Tante le frasi e le situazioni che rimangono impresse.

Minerva6: I patimenti narrati e il senso di rabbia verso la guerra che ha pervaso tutta la mia lettura dovrebbero essere da esempio per gli uomini affinché non si ripetino più vicende simili. Ma so bene che la mia purtroppo resterà soltanto un'utopia...

DoppiaB: Nonostante Rigoni scriva di guerra e di morte, non smette di credere che in fondo nell’uomo ci sia ancora un po’ di umanità e non perde la speranza che il mondo possa un giorno migliorare.Un libro bellissimo e commovente, da leggere assolutamente!


In lettura:

Spilla
elesupertramp

Da iniziare:

Jessamine
francesca
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Minerva6

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Commento finale

Pur preferendo letture di lotta partigiana (che non catalogo come vera guerra,ma come una forma di difesa contro l'oppressore) in confronto a queste sulla guerra vera e propria,ho trovato lo stesso molto toccante questo romanzo e molto umano il protagonista.
Come ha già detto DoppiaB,è difficile capire fino in fondo quello che i soldati hanno provato,ma l'autore è stato molto bravo a descrivere il freddo,la fame,la stanchezza e tutte le privazioni che la guerra porta con sè. Ha saputo mantenenere la speranza di sopravvivere e la pietà verso i suoi simili,due cose fondamentali in questi tragici eventi.
I patimenti narrati e il senso di rabbia verso la guerra che ha pervaso tutta la mia lettura dovrebbero essere da esempio per gli uomini affinché non si ripetino più vicende simili. Ma so bene che la mia purtroppo resterà soltanto un'utopia...
 

Spilla

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Sono ancora nel caposaldo, i Russi stanno cominciando l'attacco, gli alpini non riescono a pensare "sono in guerra" ma "quanto sarà lontana casa?" Straordinaria testimonianza che ricorda come le persone vogliano, sempre, rimanere persone. Sotto i proiettili russi Rigoni canta una strofetta in piemontese. Gli alpini intorno a lui ridono e lo imitano, tutta la postazione canta. Allora i Russi smettono di sparare, perché capiscono che di lì, per ora, non si passa. Incredibile, sembra di essere dentro la storia.
 

Spilla

Well-known member
Ora sono qui nell'immensa steppa russa. Cammino. La neve non finisce mai. E nemmeno la stanchezza, la fame, il gelo che penetra ogni fibra. Il pensiero di casa è di conforto e doloroso insieme.
Che libro!
 

Jessamine

Well-known member
Purtroppo credo non riuscirò a partecipare al gruppo di lettura. Ho vari impegni che mi si stanno accavallando, e ho pochissimo tempo per leggere, e ancora meno per riuscire ad andare in libreria o in biblioteca per procurarmi il libro, mi dispiace :W
 

Minerva6

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Purtroppo credo non riuscirò a partecipare al gruppo di lettura. Ho vari impegni che mi si stanno accavallando, e ho pochissimo tempo per leggere, e ancora meno per riuscire ad andare in libreria o in biblioteca per procurarmi il libro, mi dispiace :W

Prenditi tutto il tempo che vuoi :).
 

Spilla

Well-known member
Finito.
Mi piace moltissimo la prima parte, in cui troviamo i nostri soldati (un mio prozio era tra loro, non se ne seppe mai più nulla...) legati da una sorta di affetto reciproco, dalla nostalgia di casa, dal tantativo di trasformare il freddo ricovero in trincea in un luogo quasi ospitale, quasi domestico. Il nemico non è nemico, sono "ragazzi" russi, tra i due schieramenti c'è il fiume ,ma nessuna differenza, nessuna vera divisione. Ognuno deve fare il proprio dovere. Ognuno si sente solo.
La seconda parte cammina sulla cadenza della marcia di ripiego, è rigida come rigide sono le membra congelate, faticosa come i pensieri intorpiditi. Eppure trova improvvisi motivi di luce e di calore: l'incontro con un paesano, il dialetto del proprio paese, una scatola di cibo dimenticata chissà come nella neve.
Ho riletto questo libro con piacere, andrebbe riletto spesso. Per valutare meglio l'incommensurabile assurdità della guerra.
 

Minerva6

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Finito:

Kylix: Le emozioni delle prime pagine sono conservate fino alla fine.Il percorso del protagonista e dei suoi compagni mostra ciò che della guerra si può al massimo cercare di immaginare.È una scrittura diretta e precisa.La guerra è protagonista insieme agli uomini,ma non viene descritta nessun merito, nessuna causa,nulla,così da poter incentrare tutto su chi la guerra è costretto a farla.

darida: Lettura importante e toccante, sensazioni che ho provato costantemente, dalla prima all'ultima parola letta."Sergentmagiù, ghe rivarem a baita?" Pochi, troppo pochi. Da leggere!

lettore marcovaldo: una testimonianza di grande valore, sia dal punto di vista narrativo che storico.Tante le frasi e le situazioni che rimangono impresse.

Minerva6: I patimenti narrati e il senso di rabbia verso la guerra che ha pervaso tutta la mia lettura dovrebbero essere da esempio per gli uomini affinché non si ripetino più vicende simili. Ma so bene che la mia purtroppo resterà soltanto un'utopia...

DoppiaB: Nonostante Rigoni scriva di guerra e di morte, non smette di credere che in fondo nell’uomo ci sia ancora un po’ di umanità e non perde la speranza che il mondo possa un giorno migliorare.Un libro bellissimo e commovente, da leggere assolutamente!

Spilla: Ho riletto questo libro con piacere, andrebbe riletto spesso. Per valutare meglio l'incommensurabile assurdità della guerra.


elesupertramp: Pietra miliare della letteratura italiana, romanzo imprescindibile come Se questo e' un uomo, Cristo si e' fermato ad Eboli, La tregua, La storia: tutti documenti storici di prim'ordine per non dimenticare l'assurdità della guerra e le sua atrocità.Massimo dei voti.
 
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Minerva6

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Qui chiudo.
Poi inserirò io il commento di elesupertramp appena lo avrà messo in piccola biblioteca.
 
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