Figli...

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tutti teniamo alla nostra reputazione, e pur di averne una buona, scendiamo a compromessi con l’ambiente e le persone che ci devono giudicare.
Quando parlo di scendere a compromessi, non parlo di alcuna falsità o ipocrisia, ma della semplice elasticità di carattere e buon senso di ognuno di noi.

Per fare un esempio, quando in una famiglia arriva il primogenito, i neo-genitori spesso si ritrovano a dover dare di se una nuova immagine, più rassicurante della precedente, di quando si andava in moto, si tornava tardi, si avevano due o più relazioni, si lasciavano qui e là le cartine, eccetera… e questo perché nonni e suoceri, più sono rassicurati, meno rompono le scatole.
Le madri, per rassicurare nonne e suocere, inconsciamente, arrivano persino a cotonarsi i capelli che sembrano Jacqueline Kennedy, mentre i padri, per qualche mese, mettono le calze e le mutande nella lavatrice da soli.
Questo all’inizio, quando il neonato deve ancora nascere o è appena nato.

Poi il neonato cresce, va all’asilo, al parco e bisogna frequentare anche altre famiglie di amichetti e amichette.
A questo punto, è ovvio, bisogna rassicurare anche le altre mamme e papà, perché se giudicassero male i nostri figli o – peggio - noi, ci emarginerebbero, e ciò sarebbe terribile, un fallimento.
Le possibili brutte figure in cui possiamo incorrere danneggiando la nostra immagine e colpendo la nostra reputazione, sono tante e sempre in agguato.
Diciamo che di tutte le brutte figure, la peggiore si fa quando il proprio figlio reagisce in maniera violenta contro un altro bambino, ma insomma, le probabilità che ciò accada sono anche molto basse, perciò la cosa, a noi genitori, in genere non ci impensierisce più di tanto.
Infatti, si temono di più le brutte figure più probabili anche se meno gravi, come ad esempio che la bambina esordisca con una bella parolaccia, ma non pupù – che farebbe sorridere - no, qualcosa di grosso!
Ecco, una figuraccia del genere è sempre in agguato, e noi genitori lo sappiamo e la temiamo.
E infatti, prima o poi accade, e allora i genitori, se da una parte accorrono dal bambino per fargli uno spiegone pedagogico-pediatrico-ortopedico che nemmeno il Manzoni, dall’altra stanno allerta per cogliere con la coda dell’occhio se gli sguardi altrui sono di severa disapprovazione o bonaria comprensione.
Poi, in genere, dopo lo shampoo al piccolo, ci si deve giustificare con gli altri adulti.
La verità la sappiamo tutti: quella parolaccia l’ha imparata dalla mamma quella volta che le è colato il rimmel, oppure dal papà quando la sua squadra ha sbagliato il rigore, o da entrambi quella volta che gli hanno tagliato la strada e mentre uno insultava fuori dal finestrino, l’altra issava il dito medio che sembrava la bandiera degli alpini…ma non si può dire!
Non si può dire che siamo stati noi a insegnargli la parolaccia, non si può dire che anche noi siamo come gli altri che ogni tanto ce ne scappa una, no, non si può dire!
Si cerca perciò una scusa del tipo l’ha imparata a scuola, ma non glielo facciamo pesare così se la dimentica da solo.
Si fa una pausa e poi, a bassa voce si riprende sai, a scuola ci sono anche dei bambini disadattati provenienti da famiglie disagiate; alcune famiglie hanno protestato ma non ci si può fare nulla, e poi i bambini purtroppo, anche loro, sulla loro pelle, piccini, devono imparare come gira il mondo…
Così se nostro figlio ha fatto una brutta figura mandando qualcuno a tirarsi giù le brache, noi la rimediamo facendo i finti buonisti.

Onestamente anche io ci tengo che i miei figli non parlino come bestie e a dire il vero, parolacce non gliene sento dire e nessuno mi riferisce che le dicano; che poi, onestamente, non ne farei nemmeno una tragedia se semel in anno gliene scappasse una.
Perciò, diciamo, in casa siamo abbastanza tranquilli per quanto riguarda la nostra reputazione, buona e salda, presso le famiglie degli amichetti dei nostri figli.

Ma c’è un problema.
Che non sono le parolacce.
E’ un’altra cosa.
E riguarda la più piccola, quella col musetto da topolino e la voce stridula che non ha ancora cinque anni.
E’ un problema un po’ imbarazzante, non so se parlarne.
Diciamo che l’anonimato offerto dal forum mi aiuta.

Insomma, il problema è che rutta.
Ma non che gli scappano, no.
Lei proprio inspira che sembra il gorgo in cima a una diga, ingoia metri cubi di azoto e ossigeno, comprime il diaframma ed emette un barrito degno della savana africana.
Non contenta, mentre esercita tutti i suoi muscoli intratoracei e subaddominali che sembra l’olimpiade delle frattaglie, saltella pimpante, rotea su se stessa, gonfia il petto e solleva le braccia possente che pare Conan il Barbaro, e rutta, di nuovo, come un Iveco col clacson bitonale.
LO GIURO: non ha imparato da me - anche perchè ho provato, e io a fare quelle cose non ci riesco! - non gliele ho insegnate io quelle cose. Vi prego, credetemi.
E nemmeno – potete crederci – da mia moglie che è una tutta educata che s’impara a memoria i libri della Ginzburg.
Ci siamo informati se magari a scuola c’è qualche bambino disadattato proveniente da una famiglia disagiata a cui dare la colpa, possibilmente immigrato… ma c’è andata male.
Poi scava e scava però, alla fine abbiamo scovato l’istruttore di tale barbarie.
E’ un suo compagno di classe, proveniente da buona famiglia e per niente disagiata, anzi, un futuro buon partito della zona, di cui la mia bambina è innamorata e da cui impara ogni sorta di bestialità.
Quando fa le sue scene da orangutan, ci scandalizziamo e le diciamo di smettere, che non si fa, pensa se ti vedesse qualcuno…
Per fortuna, tali spettacoli li dà soltanto in casa.
Infatti, ogni volta che usciamo, ci raccomandiamo.
Che poi, quando sono da solo e ci penso, mi viene da ridere (e credo che pure a mia moglie).
Però speriamo che le passi.
Ci sono delle volte che tremo all’idea di una sua esibizione, che poi, a differenza della parolaccia, davvero, non saprei che scusa inventare! :sick:

Magari, quando sarà grande e mi porterà a casa qualche fidanzato, le chiederò al nostro invitato di farmi vedere come rutta.
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Mi ricordo che da bambino a volte si andava a giocare su un colle pelato, oltre il quale c’era un torrente con una zona alberata.
Oltre il torrente però, non potevamo andare perché c’era una zona residenziale recintata, perciò si restava fuori ad aspettare che uscissero i bambini del posto a giocare con noi.
Me ne ricordo uno in particolare che usciva sempre col padre che si portava dietro un fucile ad aria compressa per sparare agli uccellini, oppure la macchinina telecomandata con motore a scoppio, e noi stavamo a guardarlo estasiati. Fucile e ammennicoli della macchinina, stavano nel bagagliaio della BMW Serie 6 di suo padre, una macchina per quei tempi, affascinante.
Non era un bambino particolarmente simpatico, infatti ci faceva sentire che non eravamo del suo ambiente anche adoperando epiteti abbastanza pesanti.
Non era un bel modo di fare, ma visto che suo papà aveva una BMW Serie 6 e il mio una FIAT, e considerato che la vita è una lotta di classe :) , ci poteva anche stare.

Mia figlia ha cinque anni e va all’asilo dove, già dall’anno scorso, si ripete la stessa scena: due bambine dicono alle altre che loro sono ricche mentre le altre povere. Non gli abbiamo mai dato peso, anche perché mia figlia che ha un bel carattere, risponde con quello che per lei è la peggior offesa: siete delle viziate!
Ultimamente però, il vocabolario delle due bambine si è arricchito e apostrofano le altre, tra cui la mia, chiamandole perdenti.
Mia figlia, molto dispiaciuta, me ne ha parlato.
Le ho chiesto se sapeva cosa volesse dire e mi ha detto di no.
Siccome voleva piagnucolare per farsi poi consolare, ho dovuto spiegarle cosa volesse dire.

Apro una parentesi: una delle bambine, abita in una casa che non è certo invidiabile; l’altra invece, abita in una casa di campagna vecchia di 150 anni talmente sul bordo della statale, che se avessero lo zerbino ci passerebbe sopra l’autobus: solo l’idea, mi vengono i brividi.
C’è un però: il papa di quest’ultima, ha una vecchia Land Cruiser e una vecchia Nissan Patrol con la sospensione rialzata e le gomme maggiorate, tipo monster schiacciatutto americani, foderati di adesivi di cinghiali sorridenti, impalati, che scappano inseguiti da allegri cacciatori… posteggiate in mezzo alla statale che se passa l’autobus bisogna fermarsi. Le due bambine poi, vanno insieme a danza, mentre mia figlia a nuoto e a per funghi. Chiudo la parentesi.

Ora, modestia a parte, anche se la nostra Famiglia invece di due fuoristrada tamarri possiede due vecchie Hyundai, prese le giuste misure, se la vita fosse veramente una lotta di classe, allora io sarei il padrone delle ferriere e loro dei tubercolosi.
Perciò, in considerazione di quanto sopra, a mia figlia ho spiegato cosa significhi per alcune persone essere dei perdenti, dopo di che le ho spiegato che se noi lo siamo è per colpa mia, non sua, ma di non preoccuparsi perché è una ragazza in gamba e sono sicuro che da grande riuscirà a emergere dalla miseria.
Mio figlio, che è talmente buono di cuore che mi dà da pensare, le ha messo una mano sulla spalla e le ha detto di non preoccuparsi, che l’importante è essere ricchi di amore.

Ho lasciato che mia figlia credesse alle amiche perché ricordo benissimo che non c’è niente di meglio per forgiare il carattere che reagire a una piccola umiliazione.
In questo caso poi, crescendo e capendo, se ancora se lo ricorderà, a mia figlia finirà per scapparle da ridere.
Spero solo che la mamma della bambina coi fuoristrada posteggiati in mezzo alla statale, almeno quando esce di casa, accenda il cervello, e soprattutto la tenga per mano.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
L'altro giorno, in spiaggia, dei bambini hanno preso in giro mia figlia perchè era nuda.
Per prima volta in vita sua ha provato la vergogna. 😤
Mi è costato non poco sforzo convincerla che quei bambini avevano torto marcio e che lei ha il diritto di mettersi come le pare.
Per adesso, in barca, al fiume e sugli scogli gira con le chiappe al vento; in spiaggia invece, soprattutto se non ci sono io - che con me si vergogna di vergognarsi - col costumino, a volte anche il 2 pezzi.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Sono ancora sotto shock.
Mi avessero dato un pugno nello stomaco starei meglio.

Mio figlio, fin dalla tenera età, è un rubacuori: una fidanzatina a scuola, una dove fa sport, un'altra tra gli amici di famiglia, quella delle vacanze.
Ininterrottamente da quando va all'asilo.
Siccome bisogna farli incontrare - se no ti mette a perdere - le famiglie facciamo gite insieme, grigliate a base di salsicce e vino, loro mano nella mano... poi mi viene a raccontare che si sono detti che si amano e - nonostante il covid - ci partono i bacini.
Io da allora lo invidio tantissimo (che a me andava diversamente...:cry:)

Comunque tranquilli, non sto per diventare nonno.
Quella è una notizia e per la quale mi sto preparando da un pezzo, ma è ancora là da venire (speriamo :rolleyes:)
Per questa però, non ero pronto.

Il punto è che dall'anno scorso, in classe ha una nuova fidanzatina che si chiama (diciamo) Amina, perchè appunto è tunisina (diciamo).
In questo caso le famiglie non abbiamo fatto conoscenza, anche perchè sono abbastanza chiusi e invitarli a fare salsicce e vino sarebbe stato sbagliato.
Abdul - il fratello di Amina - non vede la cosa di buon occhio.
Pazienza: comunque noi non abbiamo mai dato peso alla loro relazione.
Quest'anno però, Amina è partita alla carica con messaggio del tipo TI AMO, MI MANCHI, CI VEDIAMO?
Che si fa?
Noi vogliamo andarci piano, soprattutto perchè non sappiamo come la possano prendere i suoi genitori, e non tanto per noi quanto per Amina.
Perciò lasciamo correre...solo che questi due qui corrono già da soli e sul pulmino scolastico hanno ormai un angolo tutto loro...
Eh va bene.

Solo che adesso, cinque minuti fa, il tempo di scrivere se no impazzisco, mio figlio mi ha raccontato che - oggi le ho chiesto se da grande metterà il velo -
Sono rimasto di ghiaccio.
Vista la domanda, non ero sicuro di voler sentire la risposta.
Risposta che tardava ad arrivare.
Avrà tardato almeno un secondo che a me è sembrato un'ora, un'ora durante la quale ho preso il razzo di Elon Musk e sono partito per l'iperspazio.
- Mi ha detto di no, che non è obbligata, che i suoi genitori sono contrari, che sua madre si copre solo i capelli. -
- Aahhh - ho risposto.

Mio figlio è abituato a che ho sempre una risposta per tutto, d'altronde sono il papà, ma stavolta mi deve aver visto proprio in difficoltà.
La mascella sta iniziando a riprendersi adesso.
Sono molto contento per Amina, anche per mio figlio, però, davvero, non ero pronto per una storia del genere.
 

malafi

Well-known member
Invece è molto bella questa storia.
E ti invidio un po', perchè mio figlio - di certo più grande del tuo - è un po' razz... Insomma mi piacerebbe tanto che perdesse la testa per una così, gli metterebbe la testa a posto.
Poi certo, i problemi non mancherebbero, ma gli farebbe (starebbe?) proprio bene.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
PARTE SECONDA

Noi abitiamo fuori dal paese, e la provinciale piena com’è di camion, cretini, lapidi alla memoria e privo di marciapiede, non è un luogo dove passeggiare, perciò mio figlio mi chiede se posso portarlo all’appuntamento.
- E cosa fareste durante il vostro primo appuntamento? – chiedo io, ma visto che non ricevo risposta, incalzo – insomma, cosa vuoi fare una volta che sei con lei? –
- pensavo di offrirle un gelato –
- mi sembra ragionevole – rispondo – ti darò un euro ma portami il resto –
- spiritoso.... – risponde lui fingendo rabbia, ma contento perchè ce l’avrei portato.
Poi però l’appuntamento salta perche lei scrive un messaggio che non può e lui si rabbuia.
Poco male perchè lunedì prendono un appuntamento per martedì, che però salta all’ultimo momento anche quello perchè sostituito da uno per mercoledì, che salta a sua volta per uno di venerdì che salta anche quello... e mio figlio inizia a deprimersi.
- guarda che sei solo all’inizio e ne hai ancora per tutta la vita, sai? E anche poi da sposato, non ti credere... –

Lunedì, tutti i bambini della sua classe devono andare al centro vaccinale per farsi vaccinare contro non so che malattia che quando ero bambino io non la conosceva nessuno perciò non ci ammalavamo.
Arriviamo per primi, gli piantano un ago nel braccio e ci mandano in un angolo in osservazione per vedere se diventa verde o cose del genere.
Nel frattempo arrivano anche altri bambini e relative mamme e padri, quelli che ci conosciamo ci salutiamo e quelli che no, ne approfittiamo per presentarci.
Arriva anche Amina che si scambia uno sguardo furtivo con mio figlio, poi arrivano i suoi fratelli, una barba e tre passi dopo, suo padre.
- iniziamo malissimo – penso io che non mi ce lo vedo proprio come consuocero.
OK, non mi ce lo vedo non è proprio corretto, ma è che il mio cervello non stava proprio ragionando grammaticalmente.
Tutti lì che parlottiamo, lui molla i figli dentro e se ne va fuori.
- Beh, diciamo che non è che siamo noi ad impedirgli d’integrarsi – penso io, e scaduto il nostro tempo, persi altri cinque minuti in cui Romeo e Giulietta si scambiavano occhiate senza potersi nemmeno fissare un’attimo, ce ne siamo andati.
Arrivo a casa e non so se raccontare a mia moglie la storia della barba, perchè sì, lo so, non bisogna essere prevenuti, giudicare dalle apparenze, i soliti luoghi comuni... sì però nessuno si lascia una barba così per caso.

Ricomincia la settimana e di nuovo sfilza di appuntamenti che saltano con mio sollievo e dispiacere di mio figlio, fino a quello di venerdì in piazzetta, che lei dice che non crede, che non sa se ci sarà.
- Io vado lo stesso a vedere, magari c’è –
- tu non vai da nessuna parte – taglio corto io
- vieni con me e tua sorella a fare la spesa – chiude il discorso mia moglie per la gioia di mio figlio.
Ovviamente, al ritorno, mentre passavano in macchina davanti alla piazzetta, mio figlio ci butta un occhio e gli crolla il mondo addosso.
Poi a cena me lo racconta.
- Amina non c’era, c’erano solo i suoi fratelli e sua madre. –
- col velo – sottolinea mia moglie – si vedevano a malapena gli occhi.
- non puoi sapere se era sua madre – la corregge mio figlio
- se è per quello – dico io – coperta così non lo può sapere nemmeno Amina. Sta di fatto che aspettavano proprio te, non l'hai capito? Tutti tranne Amina. Hai capito? –
- Che cosa? –
- Insomma, ad Amina le vuoi bene oppure no? –
- si... –
- e allora per il suo bene, la cosa migliore che puoi fare è chiudere adesso e per sempre la storia ed essere con lei la persona più dolce che abbia mai incontrato: hai capito? –
- si... –

Dopo cena me ne vado su a lavorare ancora un po', arriva mio figlio e fa:
- ma papà... –
- oh? –
- ma se mi facessi musulmano, mi accetterebbero? – mi domanda lui col suo solito candido problem solving.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso e come un lampo tirai giù un pugno sulla scrivania e una sfilza di bestemmie.
No, no, niente di tutto questo. In realtà sentii come se non pesassi più, come se il tempo si fosse fermato, come se mi uscisse sangue dal naso e avessi una scusa per concentrarmi solo su me stesso, come se avessi fatto yoga per una settimana di seguito, fino a domandarmi se veramente avevo dato il pugno sul tavolo e tutto il resto. No, no, niente di tutto questo, e tornai coi piedi per terra dopo due o tre secondi di knock-out o ascesi mistica, non so come descrivere la sensazione di essere stato in un limbo dove riflettevo su gesti non compiuti, nemmeno pensati, forse avvenuti in una quarta dimensione a cui non appartengo.
Con la lingua cercai la saliva in bocca che mi era finita dietro alle orecchie, solo che le parole si erano nascoste ancora meglio e non sapevo cosa dire.
Insomma che alla fine non seppi far altro che domandargli molto mediocremente se secondo lui quello era il risultato di 3 anni di esonero da religione all’asilo, 5 alle elementari e uno alle medie, e lui scosse la testa.
Insomma, non è che uno può sempre azzeccare cosa dire.
Poi però mi ripresi e ribadii cosa doveva fare se veramente le voleva bene.

Il giorno dopo ci pensò Amina a dirgli che non potevano più stare insieme, e mio figlio annuì.
Da allora c'è capitato di vederlo piangere, dice lui, perchè gli manca la gatta, gli manca la nonna, gli manca..
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ora, a mio figlio passerà e pace.
Anzi, meglio scottarsi e capirla a 12 anni che a 20.
Ma a me quello che dispiace e preoccupa è Amina.
Che ne sappiamo noi, non le ha prese, ma non ha un futuro roseo.
Conosciamo discretamente quella comunità estremamente discreta e disciplinata.
Rosi, chissà poi se si chiama così, 20 anni, diplomata in ragioneria, un’estate l’hanno portata a casa ed è tornata sposata; adesso ha già due figli.

Ora, io mi domando, ma possibile che non si possa fare qualcosa?

Possibile che con tutte le idiozie che s’inventano a scuola per far perdere tempo ai ragazzi e alle famiglie (progetto per la scoperta di questo, progetto per lo sviluppo di quell’altro, corso di oboe - quest'anno corso di oboe facoltativo!!!!) a nessuno sia venuto in mente di mandare 3 volte l’anno gli assistenti sociali o chi per essi, per spiegare agli alunni i loro diritti come bambini e in futuro come persone, e in caso di necessità saper a chi rivolgersi per sparire dalla circolazione e non farsi mai più trovare?
Possibile che nelle scuole non ci sia un cavolo di cartellone con scritto a caratteri cubitali il numero del telefono azzurro o di quello rosa?

Il bello è che si parla di concedere la nazionalità.
E poi?
E poi quando un'italiana viene portata all'estero e sposata, lo Stato Italiano la tutela o fa come Ponzio Pilato?
Io la nazionalità ai genitori, la concederei solo dopo che le figlie hanno fatto 3 anni di servizio militare senza vedere le rispettive famiglie, non prima.
Almeno servirebbe a concedere alle figlie la possibilità di farsi una vita liberamente.
 

darida

Well-known member
Qualche settimana fa mia nuora si è presa della sporca razzista da un ragazzo di colore.
Era a passeggio con i suoi figli, due splendori mulatti di 5 e 6 anni adottati un anno e mezzo fa.
Questo titolo perché non ha voluto che un perfetto estraneo, non un bianco, un nero o un tipo a quadrettoni accarezzasse e toccasse i bambini.
Quando lei: alta, magra, chiarissima occhi verdi ha replicato ridendo "Ma veramente?!"
Il tipo ha girato sui tacchi e se ne è andato
Strano mondo...
 

malafi

Well-known member
Oggi mio figlio compie 27 anni.
Come è grande, ma come è piccolo.
Piccolo lo vedo io, perchè la sua pigrizia (opportunismo?) fa sì che sfrutti la famiglia al 100%, praticamente senza muovere un dito (se non sollecitato).
Piccolo lo vedo io perchè a 27 anni sta in casa e ci sta da papa (vedi sopra) e non ha una fidanzata (troppo faticosa l'esperienza passata).
Piccolo lo vedo io perchè ha dei ritmi sonno/veglia da 17enne.

Però è un grande.
Ha un'attività libero-professionale che gli permette di assecondare i suoi ritmi sonno/veglia.
Ormai 10 anni fa ha sviluppato un'app che lo ha fatto diventare 'ricco'.
Ha la testa sulle spalle, anche troppo. Merito anche dei genitori?
E' tutto sommato sereno e felice della sua condizione.

Insomma, la sua vita deve ancora avere una svolta e spero che prima o poi l'avrà, ma in fondo è un grande privilegio (per noi ed anche per lui) che in famiglia con noi ci stia ancora bene e che possa essere sereno e tranquillo.
 

darida

Well-known member
Oggi mio figlio compie 27 anni.
Come è grande, ma come è piccolo.
Piccolo lo vedo io, perchè la sua pigrizia (opportunismo?) fa sì che sfrutti la famiglia al 100%, praticamente senza muovere un dito (se non sollecitato).
Piccolo lo vedo io perchè a 27 anni sta in casa e ci sta da papa (vedi sopra) e non ha una fidanzata (troppo faticosa l'esperienza passata).
Piccolo lo vedo io perchè ha dei ritmi sonno/veglia da 17enne.

Però è un grande.
Ha un'attività libero-professionale che gli permette di assecondare i suoi ritmi sonno/veglia.
Ormai 10 anni fa ha sviluppato un'app che lo ha fatto diventare 'ricco'.
Ha la testa sulle spalle, anche troppo. Merito anche dei genitori?
E' tutto sommato sereno e felice della sua condizione.

Insomma, la sua vita deve ancora avere una svolta e spero che prima o poi l'avrà, ma in fondo è un grande privilegio (per noi ed anche per lui) che in famiglia con noi ci stia ancora bene e che possa essere sereno e tranquillo.
Bravo ragazzo! 👍hai una perla in casa 😉
Ma, tanto per curiosità ne hai altre? Voglio dire è figlio unico o ha fratelli?
 

malafi

Well-known member
Ovviamente il download è gratuito, dunque quando si legge di ca. 2.500.000 di download, non è che dovete moltiplicare per 1€ 🤷‍♂️
Le funzioni a pagamento costano intorno ai 1,5 €, ma non è che le sbloccano tutti ovviamente, magari .... Avrei già comprato forumlibri :giggle:
Comunque è diffusa in tutto il mondo e tradotta in varie lingue.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ogni tanto viene fuori un nuovo articolo a proposito di queste ragazzine costrette alla quasi anoressia per diventare delle campionesse della ginnastica artistica.

Io non capisco una cosa.
Un allenatore di una atleta olimpionico, per fare bene il proprio lavoro, deve avere un solo obiettivo: fargli raggiungere delle medaglie, ad ogni costo, pur di rispettare il regolamento sportivo, e nel caso di una farfalla, tra i costi, c'è una dieta ferrea.
Non voli come una farfalla se ti ingozzi di gnocchi al gorgonzola e maritozzi.
Così come non vinci nel nuoto se non ingurgiti ogni giorno 10.000 kilocalorie e non ne bruci altrettante nuotando come una foca.

Tutto ciò però sarebbe in contrasto con una infanzia/adolescenza sana e felice?
Certo che lo è!
Ma vogliamo scoprire l'acqua calda?

Il punto, secondo me, non sono le colpe degli allenatori, ma delle Famiglie dietro a queste ragazzine, di cui però, non se ne parla mai (almeno a me non risulta).
Ma dove erano le loro madri italiane (per antonomasia ingozzatrici di bambini) quando le loro figlie a tavola non mangiavano?
E dove erano i loro padri italiani (per antonomasia difensori delle foro femmine) quando vomitavano il cibo o stavano sul gabinetto a svuotarsi col guttalax?
Oppure si tappavano occhi, orecchie e bocca nell'attesa di appagare il proprio ego ad ogni saggio artistico?
Magari nella speranza che anche loro entrassero nei carabinieri, nella polizia, nella guardia di finanza, nella polizia mortuaria e percepissero stipendio e pensione a vita per allenarsi come tutti gli altri medagliati?

Mio figlio faceva judo, poi col covid è passato alla pallanuoto.
Essendo una piccola cassaforte, all'inizio era osannato dall'allenatore.
Poi, insomma, l'anno scorso sono venute fuori le prime rimostranze.
Poi quest'anno, di fronte alla sua insistenza mi sono girate:
- oh, ma è figlio mio, mica tuo! -
- Ma se viene solo due volte alla settimana - rispetto alle 4 volte su 5 consigliate! - e salta le partite di sabato, non posso mica metterlo titolare! -
- Ma che mi frega! - rispondo io senza il ma che mi frega - va bene fare sport, ma lui in settimana deve studiare e nel weekend si esce tutti insieme, e non per chiuderci in piscina per vederlo tirare due pallonate! -

Ho anche una figlia, fa nuoto pure lei, ma non per diventare un'anguilla o come cavolo vorranno poi chiamare le azzurre che piroettano in acqua piene di lustrini, ma per saper nuotare e guardare i pesci con la maschera.
Va in bicicletta, ma per divertirsi, mica per vincere la maglia rosa.
Cammina in montagna, ma mica per essere la prima donna che scalerà l'Everest in solitaria con un pianoforte sulle spalle.

Secondo me, questo dare la colpa alla Federazione (che ne avrà) è anche un modo per pulirsi la coscienza che non ti dico, e come padre (italiano e difensore delle proprie femmine) lo trovo inaccettabile.
Scusate la storia del padre italiano difensore delle proprie femmine.... :rolleyes:: ma se i nostri figli non li tuteliamo noi dagli eccessi di questa società dove se non sei campione subito devi avere diritto al reddito di cittadinanza, chi cavolo li aiuta a crescere in maniera normale?
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!

In sostanza è un'app che riordina la libreria musicale ed associa ad ogni brano le info relative (spesso mancanti sulla musica 'scaricata'), ovvero nome brano, nome autore, copertina, ecc...
Complimenti vivissimi!
E' stato capace di vincere la medaglia d'oro in una specialità che si è inventato lui senza avere dietro un'orda di fanatici che lo hanno fatto impazzire.
Complimenti davvero!!
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ieri mio figlio torna a casa tardi, tant’è che ci trova a tavola con le posate in mano.
Era tutto sudato perchè aveva corso per non perdere l’autobus.
- Dove eri? –
- In paese... –
Insomma, che sì che era in paese ma ha incontrato la Barbara e si sono fidanzati.
- E dove siete stati? – chiede mia moglie.
- Dal cimitero. –
- E poi? –
- Sempre dal cimitero. –
- Ma che orrore! Al tuo primo appuntamento e siete stati tutto il tempo dal cimitero!! Potevi almeno offrirle un gelato. –
- Ma siete stati tutto il tempo sul piazzale del cimitero? – domando io che c’era qualcosa che non mi tornava.
- No, no: da lì siamo andati nel bosco. –
- E siete stati tutto il tempo nel bosco? – incalzo.
- Sì, certo. –
Al che mi giro verso mia moglie per cercarne lo sguardo e lei urla – ma siete stati attenti alle zecche? –
- Sì, sì tranquilla – fa lui.
A quel punto, per sincerarmi di essere veramente in una commedia dell’assurdo, ho chiesto a mio figlio se prima di accompagnarla a casa l’aveva controllata bene che non avesse le zecche, e lui di nuovo – sì, sì tranquillo -

Tra un po’ mia moglie li porta a scuola, perciò le ho detto se tornando può fermarsi in farmacia e prendere un pacchetto di preservativi che glielo regalo oggi pomeriggio prima di partire: visto che si rivedono giovedì, non vorrei tornare venerdì ed essere già nonno.
- Già? - domanda lei atterrita. - Ma non credi che sia ancora un po’ presto? –
- Hai ragione: per adesso prendigli solo un collarino anti-zecche! –

Ma voi mamme non volete proprio vederli crescere, eh?
 
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