Ayu
Zingaro
Dory
Jess (in pausa)
elisa
Chi mi sono dimenticata?
In lettura??? Sei sicura??? Io non vedo nessuno!!! :boh:
Ho corretto... va meglio così :wink: ?
Io non ci sto capendo niente :??
Ho letto le prime pagine due volte, poi sono andata avanti, poi sono tornata indietro.
Non lo so se ce la farò mai a leggerlo tutto, boh.
Il fatto è che troppi dialoghi mi disorientano, non so perché.
Ora ho sospeso per una settimana, ma tra qualche giorno riprendo.
Significa che stai capendo tutto, se non capisci niente leggendo Celine significa che hai capito tutto.
Secondo te, io e Ayu ci capiamo qualcosa?
Mah, non so, è che questo tipo di narrazione con me non attecchisce.
Non so come spiegarlo, è come quella di Tolstoj, che sto seguendo con molta fatica.
Non che le stia paragonando come stile, ovviamente non c'entrano nulla, ma c'è qualcosa che li accomuna che però non so ancora definire, e che mi rende difficile seguirli e farmeli piacere. Diciamo che non toccano le mie corde...:? né i miei neuroni
Vado avanti! non velocissima, ma sempre troppo veloce per riuscire a commentare quello che vorrei e soprattutto a riportare tutte le frasi che mi colpiscono, su cui ci sarebbe da riflettere... Il problema è che il tempo libero per scrivere è lo stesso che avrei per leggere, e allora sinceramente preferisco leggere!!!
Comunque ribadisco che la parte sull'America mi sta piacendo molto... ecco alcune citazioni di alcune pagine fa:
"In Africa, avevo certo conosciuto un genere di solitudine abbastanza feroce, ma l'isolamento in quel formicaio americano prendeva una piega ancor più opprimente": é l'indifferenza della gente. "Si vede che se ne fottono che le cose vanno come vogliono loro, si vede che non cercano mica di capire loro, il perchè uno è là. Gli fa proprio lo stesso. Hanno la coscienza tranquilla.", e più avanti: "proprio niente gli faceva. Spingevano la vita giorno e notte davanti a sè gli uomini. Gli nasconde tutto la vita agli uomini. nel rumore che fanno loro stessi non sentono niente. Se ne fottono. E più la città è grande e più è alta e se ne fottono. Ve lo dico io. Ho provato. Val mica la pena."
E per andare avanti così bisogna imbottirsi di sogni quasi fossero un eccitante, forse è proprio così che succede, ancora oggi...
"Quel che è peggio è che uno si chiede come l’indomani troverà quel po’ di forza per continuare a fare quel che ha fatto il giorno prima e poi già da tanto tempo, dove troverà la forza per quelle iniziative sceme, quei mille progetti che non arrivano a niente, abortiscono sempre, e tutti per arrivare a convincersi una volta per tutte che il destino è invincibile, che bisogna sempre ricadere ai piedi della muraglia, ogni sera, sotto l’angoscia dell’indomani, sempre più precario, più sordido.(...)Forse è anche l’età che sopraggiunge, traditora, e ci annuncia il peggio. Non si ha più molta musica in sé per far ballare la vita, ecco. Tutta la gioventù è già andata a morire in capo al mondo nel silenzio della verità. E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quantità sufficiente di delirio? La verità, è un’agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere, morire o mentire. Non ho mai potuto uccidermi io."
Ma come dice Gabriel, ci sono singole frasi che lasciano impietriti nella loro violenza, nella loro capacità di condensare qualsiasi cosa...
"Ci sono le budella. Avete visto mai in compagna dalle nostre parti fare quello scherzo ai mendicanti? Si riempie un vecchio portamonete con delle budella di pollo andate amale. Eh bè, un uomo, ve lo dico io, è la stessa cosa, più grosso e mobile, e vorace, e dentro, un sogno." aura: :ad:
Da “Celine ovvero lo scandalo di un secolo” di Ernesto FerreroSono un po' preso in questo periodo, ma quando posso vi seguo zitto zitto con piacere. Mi complimento con voi per le belle osservazioni e mi intrometto, mi perdonerete, raccontandovi in velocità come il romanzo (uno dei miei preferiti) è giunto per la prima volta e in maniera alquanto insolita nelle mani giuste. Magari da appassionati come me lo saprete già, spero perciò di non essere entrato nella discussione inutilmente con un noioso spam.
È una leggenda editoriale che l'autore stesso del romanzo ha raccontato tante volte e, da ultimo, nel suo unico libro intervista rilasciata a Robert Poulet che la volle intitolare "Mon ami Bardamu" (Il mio amico Céline nella versione tradotta).
Un giovane editore belga, d'istanza a Parigi in Rue Amélie, Robert Denoël, si vede recapitare, un giorno, un doppio scartafaccio con stampato sopra l'indirizzo di una donna che vive nella Rue Lepic, a Montmartre. C'è dentro un romanzetto rosa e poi, una cosa esorbitante - una montagna di cartelle scritte in argot, il gergo basso popolare dei francesi - una storia picaresca, straordinaria, che Denoël comincia a leggere e che finisce di leggere all'alba.
Entusiasta, forse estasiato e persino esterrefatto dalla sua scoperta, Denoël il giorno dopo cerca la signora, in Rue Lepic; la rintraccia ma non ci vuole molto ad intuire che lei è l'autrice soltanto del romanzetto rosa, quello che Denoël non ha nemmeno terminato di leggere. L'altro romanzo esorbitante, gli confessa la signora stessa, non è il suo ma è del medico pazzo, così gli dice, che abita al piano di sopra e che l'ha pregata letteralmente di spedirlo insieme al suo.
Il medico pazzo è reduce di un rifiuto molto scottante: il più grande editore di Francia, già allora, Gallimard, per il tramite del lettore suo più prestigioso, allora una specie di pontefice delle lettere francesi, André Gide, ha rifiutato quel romanzo, o meglio, e oggi appare una cosa ancora più grave, ha proposto di pubblicarlo con numerosissimi tagli e alleggerimenti.
Il medico pazzo, come lo chiama ancora la scrittrice mancata, è un medico che fa i turni di notte, a Clichy. Affronta di solito casi di delirium tremens, di ferite d'accoltellamento e convive a Montmartre, more uxorio (come se fosse sua moglie), con una ballerina americana che si chiama Elizabeth Craig.
Ebbene, questo poco di buono si vede accettare il romanzo da Denoël in persona, il 14 aprile 1932. Il resto è storia.
Se vi fa piacere, sempre se le mie interruzioni non provocano fastidi, posso rivedere i miei ritagli, le info che sono solito raccogliere quando mi "imbarco" (concedetemi il termine veneziano ) con qualche autore che mi entusiasma e scrivervi qualche rigo a riguardo...
Buon proseguimento!