142° MG - Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La cosa più bella dell'Antologia è che le poesie sono tutte collegate tra loro, perché la storia di ogni persona sepolta nel cimitero si intreccia con le altre. Leggendole tutte, il quadro della vita (!) del paese è perfetto, tutto combacia.

Ecco chi era la Emily Sparks evocata da Reuben Pantier :)


Emily Sparks

Dov'è il mio ragazzo, il mio ragazzo –
in quale parte del mondo?
il ragazzo che amavo più di tutti nella scuola? —-
io, la maestra, la vecchia zitella, il vergine cuore,
che di tutti avevo fatto miei figli.
Giudicai bene il mio ragazzo,
ritenendolo uno spirito ardente,
smanioso, instancabile?
Oh, ragazzo ragazzo, per cui pregai e pregai
in tante ore di veglia la notte,
ricordi la lettera che ti scrissi
sulla bellezza dell'amore del Cristo?
E che tu l'abbia ricevuta o no,
ragazzo mio, dovunque tu sia,
fà qualcosa per la salvezza della tua anima
perché tutto il tuo fango, tutta la tua scoria
possa soccombere al fuoco,
finché il fuoco non diventi che luce!...
Non diventi che luce!

La maestra e l'allievo: per tutta la vita il pensiero principale dell'uno è stata l'altra e viceversa. E di certo nessuno lo sapeva. Queste due poesie mi fanno riflettere sulla differenza tra ciò che si è e ciò che appare, tra come ci vedono gli altri e come siamo dentro. Ai pensieri che ci portiamo dietro per tutta la vita, che per noi sono preponderanti, sono la nostra stessa essenza, e che nessuno potrebbe mai immaginare...finché la nostra anima, libera dalla vita terrena, non troverà la sua Spoon River e li lascerà andare.

 

Jessamine

Well-known member
:? Scusate, ma alla fine non ho capito come ci si organizza per la lettura :mrgreen: sì, son tonta :wink:
Postiamo una poesia al giorno andando in ordine, ognuno legge e posta quel che gli pare :OO, commentiamo in ordine sparso, commentiamo solo la poesia del giorno e chi per un giorno s'è perso si arrangia... :boh:
A me va bene tutto, eh, anche una cosa "anarchica", è giusto per capire, visto che si erano fatte mille proposte, e poi adesso avete già iniziato a commentare senza che si sia (credo... magari mi sono persa io :mrgreen:) deciso nulla!

Va be', io intanto faccio un commento generale, sperando di non suscitare l'ira funesta di nessuno :mrgreen: però... sinceramente io in queste poesie iniziali non ce la sento proprio la musicalità. Ok, sono stonata :mrgreen:, però francamente a me non sembrano nemmeno poesie, ma piuttosto brani in prosa in cui ci si è presi qualche libertà con gli "a capo" ;). Magari domani vedo di procurarmi l'ebook in lingua originale, forse leggendole così ci coglierei un po' di musicalità in più.
Per ora mi sembrano dei bei ritratti, quasi dei fermo-immagine che cercano di riassumere le vite di queste persone, ma poco poetici, sia per il "ritmo" che per le "immagini" utilizzate (non so se mi sto spiegando, e in fondo io mastico anche ben poca poesia, quindi potrei essere io incapace di cogliere l'elemento poetico).
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
La collina

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l'ubriacone,
l'attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno morì di febbre,
uno bruciato in miniera,
uno ucciso in una rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte mentre faticava per moglie e figli -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizzie e Edith,
il cuore tenero, l'anima semplice, la chiassosa, la superba,
l'allegrona? -
tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di parto clandestino,
una di amore contrastato,
una fra le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio
infranto, inseguendo il desiderio del cuore,
una dopo una vita lontano a Londra e Parigi
fu riportata nel suo piccolo spazio accanto a Ella e Kate e Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono zio Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva parlato
con i venerandi uomini della rivoluzione?-
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Li portarono figli morti in guerra,
e figlie che la vita aveva spezzato,
e i loro orfani, in lacrime -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov'è il vecchio Jones, il violinista
che giocò per novant'anni con la vita,
sfidando il nevischio a petto nudo,
bevendo, schiamazzando, infischiandosi di moglie e parenti,
e danaro, e amore, e cielo?
Eccolo! Ciancia delle sagre di pesce fritto di tanti anni fa,
delle corse di cavalli di tanti anni fa a Clary's Grove,
di ciò che Abe Lincoln disse
una volta a Springfield.

Ci sono molte domande nel testo. Il tema principale è la morte in questa poesia iniziale. Ma avendo già letto le altre, sebbene molto tempo fa, questa poesia introduttiva la trovo difficile da commentare perché so che tutte le altre sono collegate in qualche modo. Infatti la maggior parte di coloro che giacciono nella collina di Spoon River hanno avuto a che fare l'uno con l'altro.
In questa prima, leggiamo di amore e guerra. La morte ovviamente la troveremo che dominerà gli altri testi. Ma tra le righe leggo che tutti coloro di cui ci si chiede che fine abbiano fatto, sembra quasi che non abbiano terminato il loro compito in vita. Tutti sono morti di morte violenta o di malattia o comunque prima del tempo. Tutti tranne uno: il vecchio Jones che sembra aver vissuto come voleva lui. Da come lo descrive Edgar Lee Masters, pare che questo violinista non abbia avuto grandi aspirazioni ma abbia preso la vita così, come veniva. Facendo quello che gli piaceva, senza cercar guai né ricchezza.
Non riesco a dare un voto ma se credete possiamo decidere per le prossime su una base di 10 punti.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l'ubriacone,
l'attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno morì di febbre,
uno bruciato in miniera,
uno ucciso in una rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte mentre faticava per moglie e figli -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizzie e Edith,
il cuore tenero, l'anima semplice, la chiassosa, la superba,
l'allegrona? -
tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di parto clandestino,
una di amore contrastato,
una fra le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio
infranto, inseguendo il desiderio del cuore,
una dopo una vita lontano a Londra e Parigi
fu riportata nel suo piccolo spazio accanto a Ella e Kate e Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva parlato
con i venerandi uomini della rivoluzione?-
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Li portarono figli morti in guerra,
e figlie che la vita aveva spezzato,
e i loro orfani, in lacrime -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov'è il vecchio Jones, il violinista
che giocò per novant'anni con la vita,
sfidando il nevischio a petto nudo,
bevendo, schiamazzando, infischiandosi di moglie e parenti,
e danaro, e amore, e cielo?
Eccolo! Ciancia delle sagre di pesce fritto di tanti anni fa,
delle corse di cavalli di tanti anni fa a Clary's Grove,
di ciò che Abe Lincoln disse
una volta a Springfield.


I temi centrali, a mio modo di vedere, sono due: la morte e la vacuità della vita. Tutti dormono sulla collina di Spoon River e tutti sono morti, indipendentemente da ciò che hanno fatto in vita e indipendentemente da come hanno condotto la propria esistenza.

Nessuno è sfuggito al proprio destino e la morte ha unito tutti; l’ubriacone, il debole, il lavoratore. Qualsiasi cosa fingiamo di essere, alla fine tutti quanti diventeremo “non esseri”. La morte è democratica e prende il povero come il ricco, il giusto e il falso, il buffone e il serioso.

Questa è una poesia “non poesia”, come sottolineato giustamente da Jessamine. La stessa Pivano sosteneva che l'antologia non era prosa, ma nemmeno poesia. Un po' meno e un po' di più. Ed è una “non poesia” molto delicata, che prende atto dell’ineluttabilità della morte in modo quasi paternalistico, quasi come se le carezze fossero, se non l’antidoto, quanto meno l’unico modo per affrontare il vuoto che tutti attende.

Come sottolineato da Cocotimbo, il violinista Jones, è l’unico a non essere morto, forse perché ha affrontato la vita “a petto nudo”, guardando la morte in faccia senza affidarsi a falsi miti, quali l’amore, il potere o la religione. Tutte cose alle quali ci aggrappiamo, sperando che qualcosa, qualsiasi cosa, ci salvi. Quando in realtà nulla può salvarci.

Il violinista Jones ha preso consapevolezza, concretamente, della vacuità della vita, per ciò, forse, la sua esistenza, ora che ha novant’anni, è più piena di quella degli altri che invece dormono dopo una vita di false speranze.

Sembra quasi che Jones sia immortale…
 

isola74

Lonely member
La collina

Poesia introduttiva, quasi un elenco dei "protagonisti".
A me ha sempre fatto molto effetto la frase che si ripete "tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina", per dire che chiunque tu sia stato in vita , andrai a dorimire sulla collina (messaggio simile alla livella di Totò).
Solo il vecchio Jones sembra avere ancora lo spirito di un tempo, proprio lui che
giocò per novant'anni con la vita,
sfidando il nevischio a petto nudo,
bevendo, schiamazzando, infischiandosi di moglie e parenti,

...un omaggio ad un ultimo... sicuramente uno dei motivi per cui De Andrè scelse di musicare l'opera
 
D

Daria87

Guest
Carl Hamblin

A me è sempre rimasta in mente questa:

Carl Hamblin

La rotativa del "Clarion" di Spoon River fu distrutta,
e io impeciato e impiumato,
perché il giorno che gli Anarchici furono impiccati a Chicago pubblicai questo:

"Ho visto una donna bellissima con gli occhi bendati
sui gradini di un tempio di marmo.
Una grande folla le passava dinanzi,
i volti imploranti alzati verso di lei.
Nella sinistra impugnava una spada.
Brandendo quella spada,
colpiva ora un bimbo, ora un operaio,
ora una donna in fuga, ora un pazzo.
Nella destra teneva una bilancia:
nella bilancia venivano gettate monete d'oro
da chi scampava ai colpi della spada.
Un uomo in toga nera lesse da un manoscritto:
"Non guarda in faccia nessuno".
Poi un giovane con berretto rosso
le fu accanto con un balzo e le strappò la benda.
Ed ecco, le ciglia erano state corrose
dal marcio delle palpebre;
le pupille bruciate da un muco lattiginoso;
la follia di un'anima morente
era scritta su quel volto-
allora la folla capì perché portasse la benda"

La donna bendata con la spada e la bilancia è (ovviamente) la giustizia. Mi è sempre rimasta in mente l'immagine del marciume, dello schifo che si trova sotto quella benda.
 

isola74

Lonely member
Reuben Pantier ed Emily Sparks

Innamorati per la vita pur essendo lontani...
in due poesie la storia di un amore impossibile e il racconto di due intere vite in poche righe.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Reuben Pantiers, Emily Sparks

La storia di Emily Sparks e Reuben Pantiers è, forse, la storia di una maestra di scuola che aveva cercato di “salvare” dall’anonimato uno studente probabilmente svogliato, ma acuto e intelligente.

L’amore può avere tante forme, e qui, sia Reuben che Emily lasciano intendere che forse vi sia stata anche attrazione fisica, anche se questa è, con tutta probabilità, la parte meno importante del loro rapporto.

Che bellezza l’immagine di lui a Parigi che versa lacrime per una donna che, come mai nessun’altra, l’ha capito nel profondo, nel momento in cui lei stessa si domanda cosa sia stato di quel ragazzo che rischiava di perdersi e, forse, realmente si è perso, per le strade del mondo e per le strade dell’anima.

Solo Emily Sparks ha capito Reuben Pantiers, che ora si trova lontano da lei, ma mai, in realtà, così vicino.

Così come la vicinanza con la donna in albergo che cerca di rubargli le lacrime è, in realtà, lontananza.

Possiamo essere in perfetta sintonia con chi non c'è più, così come sentirci soli in mezzo agli altri.

fà qualcosa per la salvezza della tua anima
perché tutto il tuo fango, tutta la tua scoria
possa soccombere al fuoco,
finché il fuoco non diventi che luce!...
Non diventi che luce!

 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
:? Scusate, ma alla fine non ho capito come ci si organizza per la lettura :mrgreen: sì, son tonta :wink:
Postiamo una poesia al giorno andando in ordine, ognuno legge e posta quel che gli pare :OO, commentiamo in ordine sparso, commentiamo solo la poesia del giorno e chi per un giorno s'è perso si arrangia... :boh:
A me va bene tutto, eh, anche una cosa "anarchica", è giusto per capire, visto che si erano fatte mille proposte, e poi adesso avete già iniziato a commentare senza che si sia (credo... magari mi sono persa io :mrgreen:) deciso nulla!

Va be', io intanto faccio un commento generale, sperando di non suscitare l'ira funesta di nessuno :mrgreen: però... sinceramente io in queste poesie iniziali non ce la sento proprio la musicalità. Ok, sono stonata :mrgreen:, però francamente a me non sembrano nemmeno poesie, ma piuttosto brani in prosa in cui ci si è presi qualche libertà con gli "a capo" ;). Magari domani vedo di procurarmi l'ebook in lingua originale, forse leggendole così ci coglierei un po' di musicalità in più.
Per ora mi sembrano dei bei ritratti, quasi dei fermo-immagine che cercano di riassumere le vite di queste persone, ma poco poetici, sia per il "ritmo" che per le "immagini" utilizzate (non so se mi sto spiegando, e in fondo io mastico anche ben poca poesia, quindi potrei essere io incapace di cogliere l'elemento poetico).
Infatti non c'è metrica né rime. È una raccolta di epitaffi che Lee Masters ha scritto in una prosa rozza (dissero allora), audace e addirittura scandalosa. Fecero a gara per attribuirgli responsabilità assurde. Lui voleva solo acculturarsi come poteva. Studiò il tedesco da solo per leggere Goethe, ma dove viveva, un villaggio dove le risse da strada erano all'ordine del giorno (Lewistown), lo obbligò ad accettare la volontà del padre e affrontò la professione di avvocato.
Frequentando un ambiente diverso si accorse che la vita che conduceva prima era si diversa dalla vita di città, ma le persone, in campagna o in città, covavano le stesse passioni e desideravano più o meno le stesse cose.
Dopo aver letto la "Antologia Palatina", su suggerimento del direttore di un giornale di St Louis, decise di servirsi della forma di epitaffi per far raccontare agli abitanti di un villaggio la loro storia assieme a quella del villaggio stesso.
Scrisse questi epitaffi dappertutto: sui bordi dei giornali, sul retro delle buste usate... li diede da stampare al suo amico di St Louis man mano che li scriveva e uscirono sul giornale locale con i nomi degli abitanti cambiati in quanto molti di loro erano ancora vivi.
Infatti ebbe diversi problemi perché molti ovviamente si riconoscevano nei personaggi delle poesie pubblicate.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
è un cimitero un po' anarchico, ognuno visita la tomba che più gli aggrada, non c'è una logica, varcato ilcancello ci si ferma alla prima lapide che capita sotto gli occhi :mrgreen:
 

isola74

Lonely member
è un cimitero un po' anarchico, ognuno visita la tomba che più gli aggrada, non c'è una logica, varcato ilcancello ci si ferma alla prima lapide che capita sotto gli occhi :mrgreen:

forse per noi che la rileggiamo (personalmente almeno per la terza volta) non è un problema, ma mi rendo conto che se c'è chi legge il libro per la prima volta non ci si raccapezzi.....
Elisa , regolaci tu!!!:wink:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Solo una curiosità. Leggevo quello che ho scritto ieri in questa discussione e... sapete che il prossimo anno L'Antologia compie 100 anni? E quando Cesare Pavese la fece conoscere alla Pivano, questa resto fulminata dalla bellezza e originalità dell'opera che tradusse in italiano le poesie. Poi quando Pavese scoprì le traduzioni, curiosando dentro un cassetto :D della ragazza Nanda, si portò via lo scartafaccio e convinse Einaudi a pubblicare L'Antologia in italiano. Questa scampò alla censura fascista (era il '43 mi sembra, o giù di lì) perché il titolo che misero fu L'Antologia di S. River dove la esse puntata si riferiva ad un inesistente San River :mrgreen:.
 

Jessamine

Well-known member
forse per noi che la rileggiamo (personalmente almeno per la terza volta) non è un problema, ma mi rendo conto che se c'è chi legge il libro per la prima volta non ci si raccapezzi.....
Elisa , regolaci tu!!!:wink:

Io più che altro mi sto rendendo conto che leggere sull'ebook una raccolta di poesie che poi si commentano in maniera sparsa non è proprio il massimo, perché faccio fatica ad andare avanti e indietro rapidamente, a cercare quello che mi ha colpito o quello di cui state parlando voi.
Quasi quasi oggi mi metto a cercare nella libreria di mia madre, sono certa che lei ne ha una copia, chissà che in cartaceo riesca a seguirvi meglio :mrgreen:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Io più che altro mi sto rendendo conto che leggere sull'ebook una raccolta di poesie che poi si commentano in maniera sparsa non è proprio il massimo, perché faccio fatica ad andare avanti e indietro rapidamente, a cercare quello che mi ha colpito o quello di cui state parlando voi.
Quasi quasi oggi mi metto a cercare nella libreria di mia madre, sono certa che lei ne ha una copia, chissà che in cartaceo riesca a seguirvi meglio :mrgreen:

proponi tu un metodo Jess...la mia opinione è che andare in ordine e commentarle tutte non finiamo più..considera che sono quasi 300 poesie...l'anno prossimo saremmo ancora qui....:)

secondo me il metodo anarchico è il migliore....ognuno, quando vuole, ne posta una che gli è piaciuta e gli altri se vogliono la commentano...
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Solo una curiosità. Leggevo quello che ho scritto ieri in questa discussione e... sapete che il prossimo anno L'Antologia compie 100 anni? E quando Cesare Pavese la fece conoscere alla Pivano, questa resto fulminata dalla bellezza e originalità dell'opera che tradusse in italiano le poesie. Poi quando Pavese scoprì le traduzioni, curiosando dentro un cassetto :D della ragazza Nanda, si portò via lo scartafaccio e convinse Einaudi a pubblicare L'Antologia in italiano. Questa scampò alla censura fascista (era il '43 mi sembra, o giù di lì) perché il titolo che misero fu L'Antologia di S. River dove la esse puntata si riferiva ad un inesistente San River :mrgreen:.

Mi ha sempre affascinato e fatto riflettere l'episodio che citi.

Da poco c'erano stati i patti lateranensi e l'autarchia fascista, soprattutto dal punto di vista culturale, si stava facendo sempre più stringente.

Per sviare la censura la Nanda aveva chiesto, come dici, che l'antologia venisse pubblicata con il titolo di "Antologia di S. River", in modo che River diventasse magicamente un santo e non una città americana.

Grande, grandissima Nanda.

ps nell'articolo per il giornalino, dedicato a Nanda, cito proprio questo episodio (per favore, adesso non andare in giro per le testate giornalistiche a rivelare quest'anticipazione :D)
 

isola74

Lonely member
per me va bene qualsiasi cosa decidiate, ve l'ho detto, è almeno la terza volta che lo leggo - insieme ad un altro libro per di più- quindi non ho particolari problemi..
ovvio che il metodo anarchico sia anche per me il migliore:mrgreen:
 

Jessamine

Well-known member
proponi tu un metodo Jess...la mia opinione è che andare in ordine e commentarle tutte non finiamo più..considera che sono quasi 300 poesie...l'anno prossimo saremmo ancora qui....:)

secondo me il metodo anarchico è il migliore....ognuno, quando vuole, ne posta una che gli è piaciuta e gli altri se vogliono la commentano...

Non lo so, io avevo proposto di leggerne un tot a settimana, e tra quelle commentare anche anarchicamente, perché per carità, se deve diventare una cosa tipo compiti di scuola dove tutti commentiamo una alla volta ogni poesia allora diventa un incubo :wink:
Però, ripeto, mi va bene qualsiasi cosa, basta capire cosa si è deciso alla fine, e mi adatto (soprattutto perché, da come ho cominciato a leggere, io non credo avrei molto da dire su una singola poesia, ma piuttosto farei dei commenti più generali, per cui non avrebbe nemmeno senso che si scegliesse un metodo proposto da me se io stessa poi me ne servirei ben poco).
E' anche la prima volta che facciamo un gruppo di lettura su una raccolta di poesie, immagino sia anche naturale doverci fare un po' l'occhio ;) la prima volta che ho partecipato ad un gruppo di lettura mi ricordo di aver fatto un po' di fatica a seguire il tutto, poi ci si abitua. Quindi magari ora mi trovo spaesata, ma poi piano piano verrà naturale trovare un ritmo.
E' che sono una persona disordinatissima, se mi lasciate vagare in mezzo all'anarchia è la fine, mi dovete venire a recuperare a fine minigruppo che sono ancora qui a leggere tutta l'Antologia al contrario :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Nel Poeticforum per commentare seguo l'ordine delle proposte, così come è sempre stato. Qui, al contrario, mi va bene l'anarchia, forse per via del collegamento che c'è tra le varie poesie, mi sembra quasi che ciascuna possa "richiamarne" un'altra e non sempre secondo un criterio oggettivo. Comunque cercherò meglio il libro, lo apprezzo di più sul cartaceo.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Io direi, alla fine, prima di chiudere, di riassumere le poesie e alcuni commenti, curiosità e fare un po' d'ordine. Una lista basterebbe.
Stiamo proseguendo disordinatamente, non che sia un problema, mi piacerebbe solo riordinare un poco le cose alla fine. Magari l'ordine con cui sono state pubblicate ha un senso. Alcune infatti si "intrecciano".
Comunque continuo, sempre disordinatamente: ne ho di preferite nella mia vecchia copia dell'Antologia, infatti le cuciture del mio libretto sono allargate molto di più in certi punti. Questa per esempio...

DIPPOLD L'OTTICO

Adesso che cosa vedi? Globi rossi, gialli, viola.
Un momento! E adesso?
Mio padre e mia madre e le mie sorelle.

Bene! E adesso?
Cavalieri in armi, donne bellissime, volti gentili.

Prova questa.
Un campo di grano - una città.

Molto bene! E adesso?
Una giovane donna con angeli che si chinano su di lei.

Una lente più forte! E adesso?
Molte donne con occhi luccicanti e labbra socchiuse.

Prova questa.
Solo un bicchiere su un tavolo.

Ah, capisco. Prova questa lente!
Solo uno spazio aperto - non vedo niente di particolare.

Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo estivo.

E’ già meglio. E adesso? Un libro.
Leggimi una pagina.
Non posso. I miei occhi vanno oltre la pagina.

Prova questa lente. Abissi d’aria.
Eccellente. E adesso?
Luce, solo luce, che fa di qualsiasi cosa sotto di sé un mondo giocattolo.

Molto bene, gli occhiali li faremo così.




Si capisce che attraverso le lenti che fa provare ai suoi clienti l'ottico cerca e spera di immaginare un mondo migliore. Vorrebbe addirittura trasformare quello in cui sta vivendo in uno libero dalle negatività che quello attuale comporta.
Vuole trasformare la realtà in luce. Come intendeva De Andrè, credo.
 
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