155° MG - Ulisse di Joyce

bonadext

Ananke
Maschilista... :?? :p

Ehi ma che idea assurda vi state facendo di me! :paura: :boh: Non sono un maschilista, per me la fedeltà nella vita di coppia è una cosa sacra! Mi schiferebbe anche se Bloom avesse avuto delle amanti... poi avere delle fantasie è una cosa, tradire spudoratamente è un'altra! :wink:
 

bonadext

Ananke
Ho letto l'ultima guida sull'episodio 18, prima di iniziarlo, che ha dato un senso a tutto, se così si può dire :mrgreen:

Volevo farvi una domanda: nella vostra guida dice qualcosa a riguardo del "yes" finale che sigilla L'Ulisse? :? Da me da una possibile spiegazione, ma prima volevo sapere cosa dice da voi :D
 

bouvard

Well-known member
Si ne parla anche nella nostra :YY

"Molly nel suo monologo tira veramente le somme. E' l'unica a veder chiaro e a ristabilire in un certo senso quell'equilibrio che l'incontro tra Bloom, uomo medio sensuale, e Stephen, gelido e astratto intellettuale, non ha realizzato, se non in parte. E' questo il senso definitivo del suo "si". Sì alla vita, sì a tutta la vita. Molly non ha problemi, non è umiliata come Bloom, non ha nemici da combattere, nè un credo estetico da proclamare, nè un libro da scrivere come Dedalus. E' una donna, la madre terra, che nel suo grembo tutto accoglie con suprema indifferenza e ad ogni cosa sa dare, per forza d'istinto, il suo vero valore..."
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Si ne parla anche nella nostra :YY

"Molly nel suo monologo tira veramente le somme. E' l'unica a veder chiaro e a ristabilire in un certo senso quell'equilibrio che l'incontro tra Bloom, uomo medio sensuale, e Stephen, gelido e astratto intellettuale, non ha realizzato, se non in parte. E' questo il senso definitivo del suo "si". Sì alla vita, sì a tutta la vita. Molly non ha problemi, non è umiliata come Bloom, non ha nemici da combattere, nè un credo estetico da proclamare, nè un libro da scrivere come Dedalus. E' una donna, la madre terra, che nel suo grembo tutto accoglie con suprema indifferenza e ad ogni cosa sa dare, per forza d'istinto, il suo vero valore..."


Certo che a leggere 'ste parole pare di trovarsi di fronte a Madre Teresa... :BLABLA, mentre a me sembra piuttosto la Teresa del racconto di Hot... :mrgreen:
 

bouvard

Well-known member
Certo che a leggere 'ste parole pare di trovarsi di fronte a Madre Teresa... :BLABLA, mentre a me sembra piuttosto la Teresa del racconto di Hot... :mrgreen:

Ho riportato quanto scritto da De Angelis :) ...comunque dai non puoi negare che nel suo grembo non accogliesse tutti :mrgreen: e neppure che non dicesse di sì alla vita :mrgreen: lo diceva agli uomini per dirlo alla vita :mrgreen:
 
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bonadext

Ananke
Si ne parla anche nella nostra :YY

"Molly nel suo monologo tira veramente le somme. E' l'unica a veder chiaro e a ristabilire in un certo senso quell'equilibrio che l'incontro tra Bloom, uomo medio sensuale, e Stephen, gelido e astratto intellettuale, non ha realizzato, se non in parte. E' questo il senso definitivo del suo "si". Sì alla vita, sì a tutta la vita. Molly non ha problemi, non è umiliata come Bloom, non ha nemici da combattere, nè un credo estetico da proclamare, nè un libro da scrivere come Dedalus. E' una donna, la madre terra, che nel suo grembo tutto accoglie con suprema indifferenza e ad ogni cosa sa dare, per forza d'istinto, il suo vero valore..."

Nella mia guida dice tutt'altro riguardo al SI finale :?? :mrgreen:
Terrinoni scrive che per alcuni il significato misterioso del "si" è la risposta del possibile futuro di Molly, nei confronti di Bloom. Cioè sembra che abbia scelto Bloom come suo compagno nel futuro, visto che appare in tutta la sua sensibilità e capacità di comprendere "che cos'è una donna" :? :)

PS: nella mia guida sul 18, Stepan non viene mai nominato :??
 

bouvard

Well-known member
Commento finale con SPOILER (forse)

Come avevo già detto non scriverò una recensione su questo libro avendo capito troppo poco. Mi limiterò ad alcune brevi (brevi alla Ayu :mrgreen:) considerazioni. Tanti si chiedono se valga la pena o meno leggere l’Ulisse, viste le non poche difficoltà di lettura, ed il poco appagamento che spesso se ne trae, io penso che per leggerlo si DEVE decidere di farlo, non è un libro che si legga dietro consiglio, o giusto per provare, se si sente la curiosità, o addirittura la necessità di leggerlo allora si hanno buone possibilità di finirlo, altrimenti al terzo episodio lo si scaglia dalla finestra.
E’un Capolavoro? Sicuramente se lo si considera dal punto di vista dello stile, dell’innovazione, del linguaggio, allora non ci sono dubbi l’Ulisse è un Capolavoro. Basterebbe già solo considerare l’innovazione del flusso di coscienza per annoverarlo tra i libri che hanno cambiato la Letteratura. Quanti autori sono debitori, infatti, verso Joyce per questa idea? Quanti libri sarebbero stati scritti diversamente senza l’Ulisse? Sicuramente tanti. O forse con qualche anno di ritardo qualcun altro avrebbe avuto la stessa idea, chi può dirlo? Ma per intanto Joyce è stato il primo e questo bisogna riconoscerglielo. Ma non è solo il flusso di coscienza a rendere questo libro un Capolavoro dal punto di vista dello stile perchè ci sono anche i continui cambi di scrittura. Riuscire a scrivere XVIII episodi tutti con stili diversi non è impresa da poco. Per non parlare dei cambiamenti stilistici all’interno di uno stesso episodio. Da questo punto di vista c’è di che rimanere estasiati a leggerlo.
Le cose cambiano, almeno per me, quando considero il libro dal punto di vista del contenuto. Francamente sono rimasta delusa su diversi punti, perplessa su altri, e arrabbiata su altri ancora. E sulla maggior parte ho le idee poco chiare, per non dire che non ho capito quasi niente :mrgreen: Gli argomenti chiave del libro sono tre (almeno per quanto ho capito io): 1) il rapporto padre/figlio, Mr. Bloom è il padre a cui manca un figlio e Stephen è il figlio in fuga dalla famiglia, dalla patria, dalla religione; 2) il rapporto Irlanda - Inghilterra, il popolo assoggettato ed il popolo dominante; 3) l’ingerenza della Chiesa Cattolica nei diversi ambiti della vita. Il terzo punto è sicuramente il punto che in più parti mi ha fatto sorridere, e francamente in diverse cose mi sono trovata anche d’accordo con Joyce. Eppure è un punto che resta insoluto, o meglio si risolve nell’esclamazione di Stephen: “Non serviam” :?. Non c’è nessun travaglio, nessuna crisi, nessuna riflessione che lo porta a tanto, a parte la visione della madre in una delle tante allucinazioni del XV episodio. Insomma la questione è risolta, ma non si sa come e perché :?. O meglio io non l’ho capito. Può anche essere che Joyce l’abbia scritto. Anzi penso sia molto probabile che l'abbia scritto. Il secondo punto invece mi ha dato soddisfazione nel XII episodio quando Bloom riesce a tener testa e far valere le sue ragioni contro un fanatico irlandese, ma mi ha deluso nel XIV episodio, la parodia dei principali stili ed autori inglesi per indicare la necessità di un loro superamento per la nascita di un nuovo stile esclusivamente irlandese per quanto condivisibile nel contenuto, mi ha infastidito nella forma per l’eccessiva presa in giro verso la letteratura inglese (almeno io l'ho interpretato così). Il primo punto, caposaldo di tutto il libro è invece la parte che mi ha lasciata delusa. Praticamente dall’inizio la Guida (indispensabile nella lettura) non ha fatto altro che prepararci a quest’incontro tra Bloom e Stephen e quando finalmente avviene i due non si dicono niente di importante, restano ognuno nella propria solitudine e posizione, e tutto il pathos si riduce ad una pisci*ta insieme. Mah :boh: :? :boh: . Anche in questo caso sicuramente Joyce avrà detto altro, ma questo è quanto è riuscito a comunicare a me.
Mi aspettavo un libro un po’ meno cerebrale – in non pochi punti si ha l’impressione che Joyce voglia impressionare il lettore sfoggiando tutte le sue capacità e quasi indugiando in questo auto-compiacimento – ed un po’ più “di cuore”. Mi aspettavo che Joyce, così generoso di parole quando si tratta di saponette e patate, non diventasse parco proprio laddove quelle parole sarebbero servite. Forse questa è la cosa che più mi ha infastidito, uno spreco di parole su cose non necessarie e quasi una ritrosia sulle cose importanti.
Mi fermo qui perché mi sono stancata di scrivere e voi suppongo di leggere, magari farò un'altra breve :)mrgreen:) considerazione sui personaggi...:MUCCA
 
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ayuthaya

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Membro dello Staff
Come avevo già detto non scriverò una recensione su questo libro avendo capito troppo poco. Mi limiterò ad alcune brevi (brevi alla Ayu :mrgreen:) considerazioni. Tanti si chiedono se valga la pena o meno leggere l’Ulisse, viste le non poche difficoltà di lettura, ed il poco appagamento che spesso se ne trae, io penso che per leggerlo si DEVE decidere di farlo, non è un libro che si legga dietro consiglio, o giusto per provare, se si sente la curiosità, o addirittura la necessità di leggerlo allora si hanno buone possibilità di finirlo, altrimenti al terzo episodio lo si scaglia dalla finestra.
E’un Capolavoro? Sicuramente se lo si considera dal punto di vista dello stile, dell’innovazione, del linguaggio, allora non ci sono dubbi l’Ulisse è un Capolavoro. Basterebbe già solo considerare l’innovazione del flusso di coscienza per annoverarlo tra i libri che hanno cambiato la Letteratura. Quanti autori sono debitori, infatti, verso Joyce per questa idea? Quanti libri sarebbero stati scritti diversamente senza l’Ulisse? Sicuramente tanti. O forse con qualche anno di ritardo qualcun altro avrebbe avuto la stessa idea, chi può dirlo? Ma per intanto Joyce è stato il primo e questo bisogna riconoscerglielo. Ma non è solo il flusso di coscienza a rendere questo libro un Capolavoro dal punto di vista dello stile perchè ci sono anche i continui cambi di scrittura. Riuscire a scrivere XVIII episodi tutti con stili diversi non è impresa da poco. Per non parlare dei cambiamenti stilistici all’interno di uno stesso episodio. Da questo punto di vista c’è di che rimanere estasiati a leggerlo.
Le cose cambiano, almeno per me, quando considero il libro dal punto di vista del contenuto. Francamente sono rimasta delusa su diversi punti, perplessa su altri, e arrabbiata su altri ancora. E sulla maggior parte ho le idee poco chiare, per non dire che non ho capito quasi niente :mrgreen: Gli argomenti chiave del libro sono tre (almeno per quanto ho capito io): 1) il rapporto padre/figlio, Mr. Bloom è il padre a cui manca un figlio e Stephen è il figlio in fuga dalla famiglia, dalla patria, dalla religione; 2) il rapporto Irlanda - Inghilterra, il popolo assoggettato ed il popolo dominante; 3) l’ingerenza della Chiesa Cattolica nei diversi ambiti della vita. Il terzo punto è sicuramente il punto che in più parti mi ha fatto sorridere, e francamente in diverse cose mi sono trovata anche d’accordo con Joyce. Eppure è un punto che resta insoluto, o meglio si risolve nell’esclamazione di Stephen: “Non serviam” :?. Non c’è nessun travaglio, nessuna crisi, nessuna riflessione che lo porta a tanto, a parte la visione della madre in una delle tante allucinazioni del XV episodio. Insomma la questione è risolta, ma non si sa come e perché :?. O meglio io non l’ho capito. Può anche essere che Joyce l’abbia scritto. Anzi penso sia molto probabile che l'abbia scritto. Il secondo punto invece mi ha dato soddisfazione nel XII episodio quando Bloom riesce a tener testa e far valere le sue ragioni contro un fanatico irlandese, ma mi ha deluso nel XIV episodio, la parodia dei principali stili ed autori inglesi per indicare la necessità di un loro superamento per la nascita di un nuovo stile esclusivamente irlandese per quanto condivisibile nel contenuto, mi ha infastidito nella forma per l’eccessiva presa in giro verso la letteratura inglese (almeno io l'ho interpretato così). Il primo punto, caposaldo di tutto il libro è invece la parte che mi ha lasciata delusa. Praticamente dall’inizio la Guida (indispensabile nella lettura) non ha fatto altro che prepararci a quest’incontro tra Bloom e Stephen e quando finalmente avviene i due non si dicono niente di importante, restano ognuno nella propria solitudine e posizione, e tutto il pathos si riduce ad una pisci*ta insieme. Mah :boh: :? :boh: . Anche in questo caso sicuramente Joyce avrà detto altro, ma questo è quanto è riuscito a comunicare a me.
Mi aspettavo un libro un po’ meno cerebrale – in non pochi punti si ha l’impressione che Joyce voglia impressionare il lettore sfoggiando tutte le sue capacità e quasi indugiando in questo auto-compiacimento – ed un po’ più “di cuore”. Mi aspettavo che Joyce, così generoso di parole quando si tratta di saponette e patate, non diventasse parco proprio laddove quelle parole sarebbero servite. Forse questa è la cosa che più mi ha infastidito, uno spreco di parole su cose non necessarie e quasi una ritrosia sulle cose importanti.
Mi fermo qui perché mi sono stancata di scrivere e voi suppongo di leggere, magari farò un'altra breve :)mrgreen:) considerazione sui personaggi...:MUCCA


e se adesso non corri a mettere questa NON- recensione in Piccola Biblioteca, giuro che lo faccio io e faccio pure finta di esserne stata l'autrice!!!! :mrgreen:
PS lo sapevo che dovevo darmi una mossa.... scrivere qualcosa dopo che qualcun altro ha già espresso così bene quello che (almeno in parte) penso e provo anch'io, mi inibisce.. :? :W :mrgreen:
 

bonadext

Ananke
FINITO!!! :YY :D


@ayu e bou
Adesso si accettano scommesse riguardo il mio parere sull'episodio 18, potete (dovete :mrgreen:) dire l'ultima parola... :mrgreen:
 

bouvard

Well-known member
FINITO!!! :YY :D
@ayu e bou
Adesso si accettano scommesse riguardo il mio parere sull'episodio 18, potete (dovete :mrgreen:) dire l'ultima parola... :mrgreen:

Direi che Molly ha fatto effetto :mrgreen: questo episodio lo hai divorato :mrgreen:

@Bona: non voglio condizionarti :BLABLA ma sappi che se parli bene di Molly ti tolgo l'amicizia :BLABLA :mrgreen:
 

bonadext

Ananke
vietato leggere per bouvard :)

Ok finalmente posso dirlo a voce alta: IL 18 E' UN CAPOLAVORO!:ad: E' TROPPO BELLO! :sbav: IO LO (la :mrgreen:) ADORO! :ad: :YY

Non ci sono parole per descriverlo, questo episodio da solo vale l'intera opera! Mi ha fatto venire la pelle d'oca.... leggere questo episodio (almeno a livello di sensazioni, visto che sono due cose diverse) è stato al pari dei capitoli sull'amore di Musil :ad::ad: Molly è la regina del romanzo! TUNZZZ :mrgreen:
E poi è stato un crescendo fino all'ultima pagina che è poesia pura da leggere e rileggere :ad:

@ayu
Noi due abbiamo gli stessi gusti letterari, mi hai capito al volo :mrgreen: :wink:

@bou
Scusa se ho esagerato, ma dopo 660 pagine di pena è stata una liberazione leggere il 18! Perdonami! :ad: :mrgreen: :wink:
 

bouvard

Well-known member
@bou
Scusa se ho esagerato, ma dopo 660 pagine di pena è stata una liberazione leggere il 18! Perdonami! :ad: :mrgreen: :wink:

Guarda che stilisticamente sono d'accordo con te :ad: :ad: a me sta solo sulle scatole Molly :MM è una donna meschina, punto e basta, possiamo vederci dietro tutti i significati più alti ed aulici, ma resta il fatto che è un personaggio di un egoismo gigantesco, di una volgarità inaccettabile in una donna (almeno per me :boh:). In alcuni punti (in particolare quando parla di Stephen e delle sue "mire" su di lui) mi si accapponava la pelle :paura: mi faceva venire in mente una mantide religiosa :paura: :paura:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Guarda che stilisticamente sono d'accordo con te :ad: :ad: a me sta solo sulle scatole Molly :MM è una donna meschina, punto e basta, possiamo vederci dietro tutti i significati più alti ed aulici, ma resta il fatto che è un personaggio di un egoismo gigantesco, di una volgarità inaccettabile in una donna (almeno per me :boh:). In alcuni punti (in particolare quando parla di Stephen e delle sue "mire" su di lui) mi si accapponava la pelle :paura: mi faceva venire in mente una mantide religiosa :paura: :paura:

ahahahhaha!!!!! dai, però ha ragione!!!!!
quello che è vero è che si tratta dell'episodio meno cerebrale di tutto il romanzo... i pezzi in cui parlava dei suoi ricordi di ragazzina, di Gibilterra e dei suoi primi amori sono stati capaci - finalmente!!! - di smuovere delle emozioni dentro di me... :sbav:
Resta da dire che secondo me le cose sono due: o Joyce era un maschilista schifoso :mrgreen: (se questa è la sua idea di "donna tipo":BLABLA siamo messi bene...:paura:), oppure con Molly ha voluto tratteggiare una figura estrema, di rottura, che incarnasse un solo aspetto della femminilità, quello indubbiamente più volgare e animalesco... direi che in questo senso Molly è una "femmina" più che una "donna", e sono d'accordo con Bou che dal punto di vista umano sia un essere veramente meschino ed egocentrico...
Però se tanto mi dà tanto, ovvero se Joyce è stato Joyce (con tutti i suoi eccessi) per 17 episodi, allora non potevo aspettarmi altro da quest'ultimo che, per certi versi, è l' "apice" di tutto... diciamo che in questo senso non si è smentito, ma almeno ha saputo regalare qualche "emozione" in più... :sbav:
 

bonadext

Ananke
Che Molly sia una "sgualdrina" senza una morale questo è certo, e mi fa schifo da questo punto di vista. Ma dal punto di vista letterale stilistico il 18 è una sorta di monologo erotico di alta letteratura. Addirittura nella mia traduzione moderna sembra di leggere un racconto pornografico senza censure, ma senza mai essere fastidioso o eccessivo, sembrano proprio i pensieri "di quella donna" così come sarebbero realmente :ad: Io lo reputo un capolavoro senza se e senza ma. :ad: :wink:
 

Tanny

Well-known member
Mi sono preso un attimo e ho completato ciò che avevo iniziato da tempo, mi scuso per l'immane ritardo e la confusione che ho fatto :mrgreen:

Commentare un opera di questo genere risulta essere molto difficile in quanto gli avvenimenti narrati risultano essere molti e comunque, più che gli avvenimenti in se, credo che sia proprio il modo in cui è stato scritto il vero protagonista del romanzo, cerco di dare una valutazione ai vari episodi:
Cerco comunque di dare un minimo di valutazione ai vari capitoli
1° episodio: scorrevole e relativamente di facile comprensione, forse perchè gasato dal fatto di aver appena iniziato la lettura mi ha lasciato un buon ricordo
2° episodio: più o meno vale la stessa cosa del primo episodio
3° episodio: a dir poco fantastico, il soliloquio di Stephan sulla spiaggia è splendido, ho fatto molta fatica a comprendere delle parti ma questo è uno dei migliori episodi del libro
4° episodio: il primo episodio dell'odissea è abbastanza semplice e scorrevole, Bloom che mangia rognone alla mattina (che bella immagine), che parla con la gatta, insomma niente male
5° episodio: a dire il vero non mi ha entusiasmato molto
6° episodio: la parte del funerale è stata molto bella e coinvolgente
7° episodio: la perte del giornale mi ha lasciato abbastanza confuso ed ho capito solo in parte ciò che voleva dire
8° episodio: L'episodio dei Lestrigoni-il pranzo mi ha lasciato abbastanza indifferente, niente di particolare
9° episodio: Peste e corna all'episodio della biblioteca, non ho capito un cavolo e mi ha fatto rivoltare lo stomaco
10° episodio: Dopo la mazzata del 9 capitolo nel decimo mi sono ripreso, il capitolo delle strade, pur che abbastanza confuso con una miriade di azioni e personaggi da farmi diventare scemo (ho un piccolissimo problema a memorizzare i nomi) tutto sommato mi è piaciuto
11° episodio: nella normalità niente di particolare
12° episodio: l'episodio del ciclope sinceramente non mi è piaciuto, che barba e che noia
13° episodio: Nausica, un bel episodio, leggero e non molto impegnativo
14° episodio: il peggiore di tutti, ha messo a sieria prova il mio sistema nervoso e durante la lettura di questo episodio il libro ha rischiato molte volte di finire fuori dalla finestra, un incubo
15° episodio: nonostante sia l'episodio più lungo di tutto il libro, Joyce si è superato, tutta la parte dell'immaginario di Bloom è abbastanza confusa e la lettura non è certo agevole, ma questa parte è a dir poco geniale, promosso a pieni voti
16° episodio: questo episodio mi è parso abbastanza confuso ma non particolarmente difficile, mi ha lasciato abbastanza indifferente
17° episodio: come per il precedente non mi ha detto molto, nulla di particolare
18° episodio: un capolavoro che assieme al 3° ed al 15° episodio vale l'intero libro, veramente bello e geniale


Dal punto di vista generale questa è forse una delle letture più difficili in cui mi sono cimentato, non posso certo dire che è un libro entusiasmante, dal punto di vista stilistico è un autentico capolavoro, ma ciò non invoglia certo la lettura, come già detto da altri è un libro che per poterlo leggere bisogna decidere di farlo, ben coscienti delle difficoltà che si troveranno e del fatto che alcuni passaggi possano risultare incomprensibili.
Io ho preso la lettura di questo libro quasi come una sfida con me stesso e sono veramente contento di averlo letto, mi mancano le parole per descrivere una simile opera, è troppo vasta da descrivere, il continuo cambio di stile fra i vari episodi è forse la cosa più interessante del libro ed allo stesso tempo ciò che mi rende praticamente impossibile valutarlo, alcuni episodi li ho amati ed altri mi sono risultati indigesti.
Secondo me anche questo fatto che non riesco a posizionare questo libro nella lista di quelli che mi sono piaciuti o meno fa parte della grandezza di quest'opera, oltre allo stile in ogni episodio cambiano anche le impressioni del lettore e questa cosa a mio avviso è la cosa più bella del libro e la vera ragione per cui deve essere letto.


Pure nel commentate queste cose ho fatto un gran casino e mi sono incartato, potrei chiamare questa cosa "effetto ulisse" :mrgreen:
 

bonadext

Ananke
commento finale

Credo che Ulisse sia l'opera più assurda della letteratura, gli esercizi di stile adottati da Joyce sono la prova di un autore eccentrico, sopra le righe.
La caratteristica principale e innovativa dell'opera joyciana sono i monologhi interiori in “flusso di coscienza”, vero punto di forza di Ulisse.
I vari “episodi” risultano molto carnali e spesso sono irregolari ed incoerenti, folli?! Sono pregni di simbolismo, erudizione e non-senso risultando spesso ostici.
Io sono soddisfatto di aver affrontato questa “pietra miliare della letteratura”, anche se non è stata una lettura appassionata, e pur con i suoi alti e bassi si è rivelata un'ottima esperienza letteraria per allargare i miei orizzonti!
Mi sento di consigliare questa lettura, ma solo a chi sente veramente di volersi imbattere in qualcosa di complesso e totalmente fuori dagli schemi. E' una lettura molto personale.
 

bouvard

Well-known member
Per la gioia di Bona faccio altre (brevi :mrgreen:) considerazioni anche sui personaggi dell’Ulisse.
Stephen. E’ l’intellettuale alla ricerca di una identità religiosa, e di una Patria. E’ il personaggio che ho capito meno nel libro, e soprattutto è quello che mi ha trasmesso meno emozioni. Infatti i “suoi” episodi sono quelli che hanno messo più a dura prova i miei nervi. Passi per il terzo episodio che con una seconda lettura risulterebbe, secondo me, anche comprensibile, ma il XI episodio anche se dovessi leggerlo così tante volte da impararlo a memoria, mi resterebbe sempre incomprensibile. Non ho capito neppure la funzione di questo episodio all’interno dell’opera. Soprattutto non ho capito l’affannarsi di Joyce nell’esporre le teorie di Stephen sulla paternità delle opere di Shakespeare quando alla fine fa dire allo stesso Stephen di non credere neppure lui alle teorie sostenute :W. Non so cosa mi abbia trattenuto dal lanciare il libro dalla finestra. Comunque personaggio freddo, distaccato ed egoista.
Mr. Bloom. Pur vivendo nella terra in cui è nato è un esule, perché per gli altri è sempre l’ebreo, come se questo gli impedisse di essere anche irlandese. E’ l’unico personaggio a manifestare una “evoluzione”, un cambiamento nel libro. Innanzitutto riuscendo a difendere la sua dignità di persona e di ebreo di fronte ad un fanatico irlandese. Poi nei confronti della moglie, io voglio sperare che il pretendere la colazione a letto vada oltre il significato letterale e rappresenti finalmente un rivendicare ed un affermare il proprio ruolo. Infine quel chiedersi se sia ancora in tempo per un altro figlio l’ho visto come un definitivo abbandono del “lutto” in cui si era segregato dopo la morte del figlio. A fine lettura posso dire di averlo apprezzato, se non altro non è freddo e distaccato come Stephen.
Molly. Non sono d’accordo con l’interpretazione di De Angelis, io non penso che Molly rappresenti e realizzi quell’equilibrio che l’incontro Stephen- Bloom non ha realizzato. Non penso neppure che il suo “sì” sia un sì alla vita, e ancor meno penso dica quel sì perché finalmente si è accorta che Bloom è l’uomo della sua vita. Molly mi sembra un’egoista, una donna capace di soddisfare solo i suoi appetiti, incapace di tener conto dei sentimenti altrui. Una donna capace di andare a letto con un uomo di cui qualche ora dopo analizza con distacco i difetti mentre si chiede tranquillamente con quale uomo potrebbe sostituirlo. Per me non rappresenta affatto la femminilità e non è, come detto nella Guida, il riassunto di tutte le donne presenti nell’opera. Purtroppo non riesco a giudicarla con imparzialità perché per me resta uno dei personaggi letterari più odiosi.
E veniamo al mio preferito: Nausicaa ovvero Gerty MacDowell. Per me la femminilità, la seduzione ed in un certo senso anche l’amore sono rappresentati da lei piuttosto che da Molly. La guida la definisce un personaggio dolciastro e troppo sentimentale, considerato che Gerty è una ragazzina sicuramente la sua visione dei sentimenti è abbastanza infarcita di illusioni e fantasie. Gerty è un miscuglio di ingenuità, malizia, seduzione e calcolo. E’ consapevole degli sguardi di Mr. Bloom ma non fa niente per sottrarsi. E’ una Molly in divenire? Per la capacità di sfruttare il proprio fascino, di monopolizzare l’attenzione di Bloom, si lo è, ma l’ingenuità la salva dalla volgarità di Molly. Secondo me se c'è un personaggio in questo libro capace di dire sì alla vita è lei non Molly.
Non mi aspetto che qualcuno sia d’accordo con le mie considerazioni :mrgreen:, in fondo ognuno i libri li legge a modo suo.
 
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