Ho trovato questo quarto volume della Recherche il più scorrevole e completo tra i quattro letti, un po' perché è costruito a incastro dando spazio a più storie e avvenimenti rendendolo così più avvincente e meno descrittivo degli altri. Raccontando tante storie e personaggi fa entrare maggiormente nella quotidianità la vita dei protagonisti, nobili e altoborghesi, con le loro mediocrità e e bassezza di pensiero, nei loro continui andirivieni tra un ricevimento e un altro, tra una casa e l'altra, in un'apparente divertimento che invece è noia mortale e nasconde vuoti di pensiero e di sentimenti. Poi c'è l'amore, in tutte le sue sfaccettature, soprattutto erotiche, che sdogana in modo completo le relazioni omosessuali con il personaggio di Charlus, patetico nel suo amore per il rampante Morel, e di Albertine, che oscilla tra l'amore per il Narratore e quello per altre donne (Andrée e la figlia di Vinteuil ad esempio) e che farà in modo da rendere la relazione ossessiva e possessiva da ambedue le parti. L'argomento dell'omosessualità è il leitmotiv di tutto il romanzo e viene presa in considerazione non solo sotto l'aspetto sociale ma anche scientifico con disanime razionali e naturalistiche, qui Proust mostra tutta la sua abilità di pensatore. L'amore poi nella più alta accezione per chi non c'è più, quello per la nonna che dimostra quanta profondità ci sia nell'animo di Proust e come riesca a descriverla emozionando chi legge, rendendo quelle pagine universali e indimenticabili.