XCII GdL - La prigioniera di Marcel Proust

Spilla

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Ci sono volute trenta pagine ma... ce l'abbiamo fatta! Siamo entrati nel salotto dei Verdurin :mrgreen:
Che sono esseri davvero detestabili, devo dire :??

Trovo commoventi tutte le pagine dedicate all'omosessualità attraverso la figura di Charlus. Mi chiedo se questo non sia un escamotage usato da Proust per parlare di sé, per analizzarsi senza esporsi troppo :boh:. Alcuni passaggi mi sembrano strazianti :(
 

elisa

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pagina 413

il tiramolla tra Albertine e Marcel...un vero e proprio gioco delle parti...


io non so se ci starei a leggere il sesto tomo dopo l'estate :?
 

velvet

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Io ci metto ancora un po' a finire questo.
Per il prossimo, mi aggrego alla maggioranza senza problemi.
 

elisa

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ieri finito!

Proust come un giallista ci tiene sospesi fino all'ultima riga...
 

elisa

Motherator
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[FONT=&quot]Credo che sulla Recherche i critici abbiano dissezionato ogni parola ed affrontato ogni argomento. Nella "Prigioniera" la nota centrale è la gelosia e tutto il resto è il ballo proustiano di personaggi ed avvenimenti che sono il filo conduttore della sua opera. Li ritroviamo tutti, come in una serie tv, in una telenovela, dove i personaggi invecchiano i ricordi riportano in vita chi manca e si fa strada a quello che accadrà dopo. Il fascino di Proust oggi per me è questo, assistere su carta scritta e in modo raffinato e mirabile, direi ineguagliabile, a quello che è quasi una necessità per tutti noi, portarci lungo la vita, storie, personaggi, avvenimenti, vissuti da altri, possibilmente di rango e vip, storie che ci permettono confronti, invidie, gelosie, bassezze ed evasioni. Un approfondimento del nostro animo e mal-animo, ho trovato assolutamente unico tutto il trattato sulla menzogna.[/FONT]
[FONT=&quot]Come i precedenti anche questo volume, pubblicato postumo da manoscritto, è un capolavoro. [/FONT]
 

Spilla

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Difficile commentare questo ennesimo ricevimento dai Verdurin. Gli elementi sono sempre quelli, incanto di fronte all'estrema raffinatezza formale, elogio dell'arte, apprezzamento (e derisione) della conversazione "raffinata" o sedicente tale; maldicenza, veleni, invidie, ignoranza e vanità nascoste sotto la patina dell'eleganza e della classe.
Marcellino però fa risuonare ogni elemento nel suo sguardo interiore e riveste tutto di quell'alone proustiano che giustifica il fatto che stiamo qui a leggere 7000 pagine di pettegolezzi :mrgreen:

E così, insomma, mi sento di dire che qui non è successo niente :mrgreen:
(Penso di essere a pagina 320 o giù di lì)
 

Spilla

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80 pagine dalla fine (circa) - spoiler

Dai Verdurin si consuma la prima fase della caduta in disgraziz di Charlus, che ora fa definitivamente pena.
Proust indugia con lo sguardo del chirurgo, che non si preoccupa della carne squarciata ma di comprendere la struttura dell'organo che sta operando.
Gli stessi Verdurin, implacabili nella loro vendetta contro chi ha osato togliere loro la supremazia nel loro ristretto mondo, sono peraltro capaci di generosità insopettabili nei confronti di Saniette, quando questi cade nell'indigenza. Insomma, quanto è molteplice, contraddittorio e incomprensibile l'animo umano.

Terminati questi begli esempi di umanità, Marcellino si getta in una estrema, patetica discussione con la sua prigioniera e afferma di volerla lasciare. Mi aspetto fuoci d'artificio d'arrovellamento psichico :mrgreen:
 

velvet

Well-known member
Belle invece le parti sulla morte di Bergotte, in cui viene immortalato un quadro di Vermeer, e su quella di Swann. Proust è orgoglioso di essere colui grazie al quale Swann non verrà dimenticato. Poco modesto, in effetti, ma consapevole del suo valore di scrittore :wink:

Infatti mi sono chiesta se ha aggiunto successivamente questa considerazione, visto che sappiamo che ha continuato a modificare e perfezionare il suo romanzo nel tempo, un po' come lui stesso ha detto di Balzac, che ha dato unità ai suoi scritti a posteriori. Anche parlando di Balzac probabilmente c'era un po' di riferimento a sè stesso e di autocompiacimento. :BLABLA
 

ayuthaya

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Anch'io finalmente sono dai Verdurin (già da qualche decina di pagine)... Mi è dispiaciuto non avere avuto il tempo di commentare nulla, anche perché le mie solite note (a volte solo una può essere lunga più di un'intera pagina con un carattere che è almeno la metà di quello normale) rallentano sì la lettura ma sono anche estremamente illuminanti e interessanti... Tanti riferimenti che non riuscirei mai a cogliere, quelli ai personaggi reali a cui sono ispirati gli alter ego del romanzo, ma anche quelli ai vari musicisti e artisti (Wagner in primis) sono un valore aggiunto. Questo l'ho detto anche perché Raboni spiega dettagliatamente quando alcuni pezzi del romanzo sono stata aggiunti dopo, il che spiega anche perché diversi personaggi (fra cui Bergotte) muoiono e "risorgono" a distanza di poche pagine..
Mi mancano circa 150 pagine alla fine (su un totale per me di circa 400)
 

Spilla

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Ayu, ti invidio un sacco questa edizione con le note :ad:

Io sono vicina alla fine. Proust parla di Dostoevskij... sono in paradiso :mrgreen:! (Io, eh? Non Proust e Dostoevskij. Cioè, magari anche loro... :mrgreen:)
 

Spilla

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Commento (con spoiler):
In questo volume torna ad essere protagonista Marcellino, rimasto piuttosto sullo sfondo nei due tomi precedenti, I Guermantes e Sodoma e Gomorra. La sua assurda relazione con Albertine è oggetto di analisi ed elemento centrale dell'opera. Ho ritrovato molte analogie con la vicenda di Swann, che, non a caso, è più volte ricordato qui, nonostante sia ormai morto.
Se la psicologia, intesa come indagine dell'animo umano, è qui protagonista, mi ha lasciato di stucco vedere come all'indagine non segua affatto la consapevolezza di doversi trasformare. Cioè: analizzare la propria sofferenza, riconoscerne le cause e le modalità, non dovrebbe spingere a voler cambiare le cose? Evidentemente no. Marcellino non fa nulla, assolutamente nulla per cambiare se stesso. Non si ritiene in nessun modo "in difetto" rispetto ad Albertine, di cui pure si riconosce "carceriere". Al massimo si ripete vaghe promesse di rompere la relazione, rimandando, però, la decisione di giorno in giorno.
A lasciarmi perplessa è sempre questa strana scollatura tra il valore dell'autore come artista, la cui abilità sta proprio nell'indagine dell'animo umano, e la suaa assoluta indifferenza e inconsistenza morale. Sembra che Proust non abbia un orizzonte di valori di riferimento. Eppure, e ce lo dice spesso, la madre e la nonna lo hanno educato secondo i più severi dettami della moralità e della bontà, i riferimenti a Madame de Sevignè si sprecano. Eppure niente, le categorie di 'giusto' e 'sbagliato' non lo sfiorano. Fare uso di un altro essere umano è cosa indifferente, purché utile al fine del suo autocompiacimento, se ciò risponde ai suoi capricci.
Altro discorso andrebbe fatto per Albertine. Della quale, letteralmente, non si sa nulla. L'Io del protagonista è talmente smodat o da coprire del tutto la realtà della sua compagna, descritta solo come bugiarda, sensuale, incredibilmente docile. La descrizione non rende giustizia alla persona di albertine, che pure ha dedicato mesi della sua vita ad accondiscendere alle esigenze capricciose di Marcel.
Insomma, Proust la teme, la possiede, la controlla e la manipola. Ma non la vede.
Che libro incredibile :paura:
 

velvet

Well-known member
Sono dai Verdurin a sentire Morel che suona Vinteuil, e dopo tutte queste pagine estatiche mi è venuta voglia di sentirlo.

Questa è la riproduzione della sonata del compositore Jorge Arragada per il film Le Temps retrouvé


Fantastica la descrizione di Madame Verdurin presa dalla sua sensibilità artistica, che secondo i malpensanti è scena per nascondere gli sbadigli e farsi un sonnellino... :mrgreen:
 

ayuthaya

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Finalmente ho finito anch'io!!! Bellissima la parte in guida Proust parla di Dostoevskij per chi lo ama!
Ho davvero faticato un po' occupato questo quinto volume ma c'è da dire che di mezzo c'è stato anche il Giornalino che mi ha portato via molto tempo... Nei prossimi giorni spero di riuscire a scrivere un commento, ho le idee un po' confuse...:? :mrgreen:
 

velvet

Well-known member
Io ho lasciato la casa dei Verdurin e il barone di Charlus, e ho assistito a tutta la pantomima sulla finzione di lasciare Albertine e tutte le menzogne di lei... :OO
Tra i due non saprei chi è il peggiore lui che vuole tenerla prigioniera o lei che mente su tutto (e mentiva già prima della prigionia).

In dirittura d'arrivo.
 

Spilla

Well-known member
Prima di chiudere del tutto...
Mi dite cosa pensate di Albertine? Secondo voi quali motivazioni la spingono a rendersi 'prigioniera'? Io ho formulato una serie di ipotesi, ma sarei felice di sentire le vostre :?
 

ayuthaya

Moderator
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Prima di chiudere del tutto...
Mi dite cosa pensate di Albertine? Secondo voi quali motivazioni la spingono a rendersi 'prigioniera'? Io ho formulato una serie di ipotesi, ma sarei felice di sentire le vostre :?

Ci tenevo molto a risponderti ma non mi reggo in piedi... rimando a domani!!!! :HIPP
 

elisa

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Prima di chiudere del tutto...
Mi dite cosa pensate di Albertine? Secondo voi quali motivazioni la spingono a rendersi 'prigioniera'? Io ho formulato una serie di ipotesi, ma sarei felice di sentire le vostre :?

Albertine pur essendo una ragazza libera e anche all'avanguardia rispetto alle sue coetanee è comunque una ragazza molto giovane, senza un vero riferimento famigliare. E' molto legata alle amicizie e vive in maniera contraddittoria la sua bisessualità. E' pure attratta dal bel mondo, dal lusso, dai vestiti, ma non ha né l'estrazione di nascita né la disponibilità economica né la cultura. Marcel rappresenta per lei tutto questo: un'amante che tollera e anzi è attratto morbosamente dai suoi amori, un punto di riferimento familiare e una fonte di reddito e di conoscenze nobili e letterate.
Poi ci saranno sicuramente anche risvolti di tipo psicologico, ma io Albertine la vedo come una ragazza pratica che ha fatto i suoi conti e che sa che Marcel è un ponte verso altri lidi, da cui infatti è spiccata.
 
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