CI GdL - Il filo infinito di Paolo Rumiz

Shoshin

Goccia di blu
Ripercorrendo queste splendide pagine di vita
mi soffermo con tenerezza e stupore alla pagina 101 ,in cui lo scrittore ricorda un grande poeta,
definendolo "il mio Osip Mandel'stam"...

Lo stupore sopraggiunge dal cuore direttamente,
perché Osip Mandel'stam è tra i miei poeti preferiti.
E tra tutti i suoi versi ,quelli appena accennati da Paolo Rumiz sono tra i più vivi e intensi.



Silentium

Lei non è dal suo mare ancora nata,
lei è musica ed insieme parola;
è il legame che mai si potrà sciogliere
fra tutto ciò che vive nel creato.

Delle onde respiran calmi i seni,
ma un chiarore impazzito il giorno illumina,
e stanno i lillà scialbi della schiuma
dentro un vaso color celeste-nero.

Acquistino le mie labbra, recuperino
la mutezza lontana, primordiale,
simile a una nota di cristallo
che vibra, fin dal suo nascere, pura!

Rimani quel che sei – schiuma, o Afrodite,
tu, parola, rifluisci in musica,
vergognati del cuore, o cuore, fuso
con l’elemento primo della vita!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Io so già che in questo viaggio resterò indietro e riuscirò a commentare poco, però ieri sera ascoltando il libro mi sono venute in mente due canzoni che, almeno per l'inizio, possono fare da colonna sonora... le voglio condividere con voi TUNZZZ :HIPP


 

estersable88

dreamer member
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Inizio "Luppolo e incenso" SPOILER

Mi piace Rumiz proprio perché non si fa problemi a dire ciò che pensa, ad avanzare j'accuse, a esprimere concetti anche rivoluzionari. Ma mi piace anche - e soprattutto - perché è sempre propositivo e si mette in gioco, approfondisce, vuole conoscere, farsi un'idea diretta delle cose. Ecco perché viaggia, parla con la gente, discute, si confronta. La "felicità del perimetro", il fatto che Benedetto andasse oltre il cristianesimo e pregasse anche la terra e la natura tutta e fosse in contatto con il lato pagano della sua cultura, perfettamente compenetrato alla sua terra; il fatto che Roma non sia madre della cultura appenninica, ma figlia dei pastori e della cultura montanara... sono tutte riflessioni di una mente viva, fervida, abituata a pensare anche per assurdo, a mettere in discussione tutto. Mi piacerebbe conoscere una persona così. Il mio sogno sarebbe esserlo, ma è chiedere troppo.

L'emergenza alla stazione di Bologna è una fotografia di rara precisione della realtà del Paese in cui viviamo. Praglia, invece, è il luogo giusto da cui partire per questo viaggio fatto di riflessione e impatto personale col mondo, con l'universo in tutti i suoi elementi.
 

elisa

Motherator
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pagina 50

Mi sta piacendo moltissimo, mi sta ispirando molto, soprattutto a livello di riflessione spirituale e poi ho visitato sia l'Abbazia di Praglia e di Viboldone. :)
 

Spilla

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Mi sta piacendo moltissimo, mi sta ispirando molto, soprattutto a livello di riflessione spirituale e poi ho visitato sia l'Abbazia di Praglia e di Viboldone. :)

Viboldone è poco distante da casa mia, eppure l'ho visitata solo una volta, almeno 30 anni fa :?? Devo rimediare!
Invece le suorine "incendiarie" del Nocetum le conosco di persona e confermo: sono esseri quasi mitologici! Hanno occupato (dormendo lì) per oltre un mese una vecchia cascina ormai destinata a luogo di spaccio e riparo per sbandati, con la ferma intenzione di salvare e restaurare il rudere di una antica chiesetta risalente ai orimi secoli del cristianesimo, ne hanno ottenuto l'uso e hanno rivitalizzato il posto, offfrendo assistenza e supporto educativo e scolastico ai bimbi rom del campo vicino. Due potenze!
 

Shoshin

Goccia di blu
Si comprende il senso di quel soffio dell'invisibile
di cui parla Paolo Rumiz tutto racchiuso in questi pochi fotogrammi che ci mostrano l'Eremo di S Girolamo..."aggrappato al Monte Cucco come un monastero tibetano,fondato nel nono secolo da siriani di lingua aramaica e oggi abitato da tre soli uomini..."pag 160.
 

qweedy

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inizio "La macchina di luce"

"I benedettini non sono un ordine, ma un disordine democratico, ogni monastero esprime e potenzia l'anima del luogo in cui sorge."

L'abbazia che più mi ha colpito finora (sono al 40%) è quella di Viboldone, tutta al femminile. Tante immagini forti, "la crocifissione più femminile che Rumiz abbia mai visto con la Madonna che sviene; l'immagine dell'anziana monaca che fila accanto a un lume con un gomitolo di lana bianca accanto alla tonaca nera e canta una nenia orientale. Tendere un filo è un atto femminile antico di millenni. Femminile il trillo serale delle rondini. Tant'è che lo sfiora un pensiero inaudito: la veste dei preti altro non è che un trucco per usurpare il ruolo del femminile nella comunità della fede".

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"A Viboldone il sacro, che diresti annichilito dalla macchina del consumo che lo circonda, ti fulmina appena entri nella navata medioevale coperta di affreschi di epoca giottesca".

abbazia-di-viboldone.jpg


Paolo Rumiz è uno degli scrittori più colti e intelligenti che abbia mai letto.
 
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Minerva6

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Ho appena finito di leggere il secondo capitolo. E ho iniziato il terzo. Rumiz ha appena nominato don Luisito Bianchi, il prete partigiano... Di lui diversi anni fa ho letto e apprezzato molto La messa dell'uomo disarmato che vi consiglio.
Non sapevo che ci fossero pure le suore benedettine :oops:, credevo che gli ordini femminili portassero solo il nome di sante donne, ad esempio conosco le clarisse e le carmelitane :boh:.
 

estersable88

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Fine cap. 6

Il viaggio prosegue, alla scoperta di quest’Europa che sembra aver scordato la propria comunanza di origini, proprio nel momento in cui i problemi sono tanti e tutti comuni. Da Praglia a Viboldone a cercare Scolastica, passando per l’abbate Rockettaro. E poi a Bolzano, Marienberg, Sangallo, fino in Francia.... sulle onde del filo, della donna madre di tutto, del canto, delle rondini.
 

estersable88

dreamer member
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Lettura terminata

Ho appena terminato la lettura. E' stato un viaggio profondo, intenso, suggestivo e bellissimo, come tutti quelli di Rumiz. Impossibile non riflettere con lui sui problemi della nostra società e sull'atteggiamento divisionista ed individualista dell'Europa, delle politiche nazionali, del "prima noi" che è contrario a ogni forma di unione e dialogo. Una lettura di quelle che bisogna fare, di tanto in tanto, per riconciliarsi con se stessi e col mondo.
 

elisa

Motherator
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Questo GdL ha una marcia in più, le colleghe di lettura che lo stanno arricchendo e rendendo il percorso veramente speciale. Io continuo a leggere ovviamente voi e Rumiz ma mi riesce difficile commentare, ho un periodo bello tosto che non mi lascia molto tempo per le cose importanti come queste :mrgreen:
 

qweedy

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inizio "Rondini e alambicchi"

Credo che la colonna sonora di questa lettura siano i Canti gregoriani, che io adoro.

 

Minerva6

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Non sapevo che ci fossero pure le suore benedettine :oops:, credevo che gli ordini femminili portassero solo il nome di sante donne, ad esempio conosco le clarisse e le carmelitane :boh:.

Ecco... È stata la sorella di san Benedetto, santa Scolastica, che ha fondato l'ordine femminile. Non ricordavo più che proprio a Cassino, oltre all'abbazia sopra Montecassino, c'è anche il monastero di clausura che porta il nome di questa santa.

Ho appena finito il terzo capitolo.
 

francesca

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Eccomi
scusate se arrivo così in ritardo, ho iniziato la lettura e ho appena iniziato il capitolo 5.
Innanzitutto devo confessarvi che mi ero fatta un'idea completamente sbagliata di questo libro, avevo letto frettolosamente qualche recensione e non conoscendo per niente l'autore, mi ero fatta l'idea che si trattasse di un romanzo che raccontava l'esperienza dei monasteri durante il Medioevo, insomma qualcosa fra il romanzo e il saggio storico :)
Ma non solo, sono rimasta di quell'idea anche dopo aver letto il primo capitolo, perché ho pensato che fosse un'introduzione dopo la quale sarebbe iniziato il libro così come me lo ero immaginato io.
Beh, ovviamente alla fine del secondo capitolo ho capito che ero completamente fuori strada, ma poco male, ho riaggiustato le mie aspettative sulla frequenza giusta.
Però che dirvi? :boh:

A me non sta prendendo molto. Dopo aver letto tutte le vostre recensioni, mi sto chiedendo perché. Forse non sono nello stato d'animo giusto. Non riesco ad entrare nelle dimensione che mi aiuti veramente ad apprezzare i pensieri che Rumiz condivide con i propri lettori. Ammetto che moltissimi sono belli, profondi, ma non mi arrivano, non scendono nel mio profondo.
Sono dispiaciuta. Perché in passato ho fatto anche parte di un coro gregoriano e conosco l'atmosfera dei monasteri, è una melodia che mi commuove nel profondo, che suscita in me emozioni fortissime. Ma non ritrovo niente di tutto ciò in questo libro.
Lo so, sono una voce fuori dal coro, ma in alcuni momenti a me Rumiz appare pedante, saccente, e mi sembra che faccia evidenti forzature per piegare fatti, eventi, persone alla sua personale tesi.
Uff, vado avanti sperando che scatti in me la molla giusta, ma per ora non sta accadendo.

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Pure io non è che sono molto coinvolta :boh:, ascolto con piacere il libro però alcune parti mi annoiano (i canti gregoriani poi non fanno assolutamente per me :mrgreen:) mentre altre, come Francesca, le ho trovate un po' forzate. Non l'avevo ancora detto, ma dopo il suo post mi sono fatta coraggio :wink:. Poi pure io credevo che fosse un romanzo storico, tipo La chimera di Vassalli. Le parti che mi colpiscono ci sono, ma sarà dura arrivare alla fine, mi mancano ancora quasi 4 ore.
Il libro è troppo denso di pensieri e parole, alcune piuttosto ridondanti, ci sono troppi collegamenti da fare e non è facile seguire il "filo" del discorso, almeno per me che tendo a distrarmi facilmente.
@ francesca: sto per finire il quarto capitolo, se vai piano ci facciamo compagnia, visto che le nostre compagne di viaggio sono velocissime :D.
 

qweedy

Well-known member
Forse per il fatto che entrambe vi aspettavate tutt'altro siete deluse da questo libro. Avendo visto la presentazione del romanzo da Augias, io mi aspettavo esattamente questo, le sue riflessioni e i suoi pensieri scaturiti da un viaggio che si è inventato lui, il filo dei monasteri benedettini per parlare di Europa e del mondo in cui viviamo.

Ho anche la sensazione che forse il modo di raccontare di Rumiz non vi piaccia. Anche gli altri suoi libri sono scritti in questo modo, sono viaggi che seguono un percorso suo personale, e diventano pretesti per le sue riflessioni. Viaggi che sono anche interiori, e che esprimono le sue idee e le sue esperienze. Nè romanzi nè saggi storici, solo diari di viaggio che raccontano i suoi incontri e le sue sensazioni.
 

estersable88

dreamer member
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Per me è stata un'ulteriore conferma, mi aspettavo esattamente questo... ed anzi, mi ha invogliata a leggere altro, magari i suoi viaggi in oriente... mi pare che ci sia qualcosa riguardo alla Turchia.
 
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