Commento alcune cose che volevo scrivere già alcuni giorni fa ma poi ho continuato a rimandare:
mi è piaciuta molto la lettera che scrive Ashley a Melania, perchè secondo me focalizza uno dei grandi temi del romanzo che è la sconfitta non solo dell'esercito sudista ma di tutto ciò che il sud rappresenta e di cui si sentiva orgoglioso: principi morali e cavallereschi (anche se poi, la schiavitù...), un modo di concepire l'esistenza ancorata al passato e incapace di stare al passo con la modernità, rappresentata invece dall'intraprendenza e dalla "praticità" degli yankees. Se è vero che, come ricorda il cinico ma intelligente Rhett, le guerre non scoppiano mai per un'ideologia ma quasi sempre per ragioni economiche, è anche vero che nella guerra civile americana si contrappongono due mondi totalmente opposti, che possiamo anche banalmente etichettare come il "passato" e il "futuro". Per questo Ashley lucidamente intuisce che comunque finisca la guerra, il Sud avrà comunque perso perchè niente tornerà come prima.
Devo dire che in questa seconda lettura sto molto più apprezzando le parti sulle guerra e comunque non strettamente inerenti la storia d'amore, che quando avevo 15 anni rappresentavano un pesante "interludio" fra una scaramuccia amorosa e l'altra. Scherzi a parte, proprio il desiderio di cogliere tutta la grandezza di questa opera, oltre alla storia d'amore fra Rossella e Rhett, mi ha da sempre fatto desiderare di rileggere questo libro.
Quanto a Rossella, è assolutamente vero tutto quello che dite e, badate bene, è interessante che la Mitchell non faccia nulla, ma proprio nulla per renderci simpatica la sua eroina. Pensateci bene: anche quando le sue azioni potrebbero apparirci ammirabili (ad esempio Rossella che si prende cura di Melly incinta), la scrittrice si preoccupa di ricordarci che non lo fa affatto per bontà ma perchè l'ha promesso suo malgrado ad Ashley e non avrebbe più il coraggio di guardarlo in faccia se Melania morisse. Io trovo questa insistenza sull'egoismo di Rossella molto interessante dal punto di vista narrativo.
A chi critica Rossella mi verrebbe da dire: ok, tutto quello che vuoi, ma se non ci fosse stata lei, ed anche se a muoverla non sono stati principi di bontà, che ne sarebbe stato di Melania, di suo figlio, dei suoi parenti quando torna a Tara? La Mitchell sembra puntare l'attenzione sul fatto che l'azione che porta il bene, anche se magari non è ispirata da una purezza di sentimenti, vale di più che la proclamazione di questi sentimenti senza che segua alcuna azione. E qui torniamo alla contrapposizione di cui parlavo prima: passato e futuro, vaghi principi cavallereschi e buon senso pratico. Il vero errore che fa Rossella, l'unico, è che non capisce che la stessa contrapposizione c'è fra Ashley (il passato, il sentimentalismo) e Rhett ( il buon senso, l'azione) e si ostinerà ad amare un ideale.
Comunque c'è poco da fare, questo romanzo è troppo bello!!!!