In rete ho trovato questa frase di Ulay, pioniere della performing art, motto da lui stesso coniato: L'estetica senza etica è cosmetica.
L'estetica è la dottrina della conoscenza sensibile, ma dal diciottesimo secolo diventa dottrina dell’arte. Nel linguaggio comune significa bellezza, aspetto bello e armonico.
L'etica è un termine introdotto da Aristotele per designare le sue trattazioni di filosofia della pratica. L'etica indica una dottrina che gira intorno al comportamento pratico della persona umana.
La cosmetica può considerarsi l’arte dell’abbellire, cioè di migliorare l’estetica, che rappresenta la parte esterna e visibile della persona umana.
Qual è il senso del collegamento fra le tre parole: estetica, etica e cosmetica? La differenza si trova fra apparire o essere. L'estetica è la parte esteriore, la cosmetica serve per abbellirla, l’etica è tutta la parte interiore che dovrebbe servire da guida a chi vive in una comunità.
Ora, è del tutto pacifico che un guscio vuoto, senza la parte interna, non funziona. In altri termini, la persona umana senza spirito, pensiero, intelletto o senza la capacità di capire che cosa sia bene e che cosa sia male, è qualcosa che funziona meccanicamente, ma che non ha la capacità e la possibilità di vivere in una comunità, ove invece il collante è l'etica, cioé la somma di tutti quei principi morali che consentono di vivere insieme in maniera rispettosa e civile.
Mi rimane il dubbio se cosmetica sia un termine filosofico, non ho trovato da dove sia nato, ma direi che poco mi importa.
L'importante per me è aver letto un romanzo emotivamente coinvolgente.