Svevo, Italo - La coscienza di Zeno

estersable88

dreamer member
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La figura di Zeno Cosini, la lotta da costui intrapresa con la sua coscienza e, di conseguenza, la lettura integrale di questo libro mi attira sin dai tempi del liceo, quando avevo avuto occasione di leggerne alcuni brani. Sfruttando la calma estiva ho colmato, dunque, questa lacuna. "La coscienza di Zeno" è come me l'aspettavo, un'opera certamente impegnativa, ma gradevole alla lettura, che lascia al lettore una serie di spunti su cui riflettere per proprio conto. L'attitudine di Cosini, infatti, la sua introspezione procurata dalle consegne del dottor S, dichiaratamente insincera e menzognera giacché richiesta e redatta per iscritto e in italiano (anziché nel più immediato – per Zeno – dialetto triestino), si rivela intrinsecamente interessante perché ci pone davanti ad una continua domanda: sarà vero ciò che ci racconta quest'uomo? Quanto consciamente s'inganna e c'inganna con motivazioni artefatte e visioni distorte della realtà? E questi interrogativi trovano maggior consistenza tantopiù che il Cosini non è nuovo a fascinazioni, fantasticherie, rappresentazioni personalistiche e del tutto parziali della realtà (basti pensare alle ipocondrie di una vita). È quasi come se, leggendo, ci sostituissimo al dottor S, come se fossimo noi lo psicanalista del quale ad un certo punto ci si dimentica completamente. Una lettura interessante che, oltretutto, è un tassello importante nel percorso di conoscenza della letteratura italiana per quei lettori che, come la sottoscritta, ne siano interessati ed affascinati.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Comincio col dire che l'ho trovato una lettura abbastanza impegnativa. Dopo due tentativi (in uno dei quali ero arrivato più o meno a metà libro, per poi arrendermi), stavolta ho deciso di andare fino in fondo, vuoi per la sfida (39a sfida letteraria, libri che si possiedono già), vuoi per puntiglio. Per me la difficoltà forse è dovuta al protagonista "atipico" (rispetto a romanzi meno introspettivi), con cui non sono riuscito a identificarmi. Ma non ci sono riuscito neppure con altri personaggi, sé è per questo.
Se da un lato si intuisce il motivo per cui Svevo ha scritto questo libro, ancora meglio pensando al contesto storico, dall'altro resta comunque difficile riuscire ad andare avanti nella storia, entrando nella mente di questo personaggio difficile e seguendone i ricordi, gli inganni (verso sé stesso), la comicità delle sue difficoltà, i continui propositi, dall'altro c'è la continua distanza fra Zeno e noi (almeno per me è stato così). Eppure molti dei difetti di Zeno sono comunque attuali, e penso che tutti possiamo riconoscerci in qualche misura in lui. Forse il vizio delle sigarette per noi è un altro vizio, la debolezza verso le donne riguarda per noi il cibo o un'altra cosa ancora, ma è facile specchiarsi in lui, e forse questo mi ha reso così difficile mettermi nei suoi panni.
Una cosa che ho notato è che emergono diversi aspetti di Zeno: lo si vede come uomo, ma è interessante vedere le differenze nei diversi ruoli di padre, amante, commerciante, marito, amico. E anche gli altri personaggi servono in qualche modo da contrasto per vedere meglio dentro di lui.

Evito di dare un voto perché sarebbe un brutto voto (relativo al gradimento della lettura) che però non rispecchierebbe quello che sento essere il contenuto letterario del romanzo.
 
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