La figura di Zeno Cosini, la lotta da costui intrapresa con la sua coscienza e, di conseguenza, la lettura integrale di questo libro mi attira sin dai tempi del liceo, quando avevo avuto occasione di leggerne alcuni brani. Sfruttando la calma estiva ho colmato, dunque, questa lacuna. "La coscienza di Zeno" è come me l'aspettavo, un'opera certamente impegnativa, ma gradevole alla lettura, che lascia al lettore una serie di spunti su cui riflettere per proprio conto. L'attitudine di Cosini, infatti, la sua introspezione procurata dalle consegne del dottor S, dichiaratamente insincera e menzognera giacché richiesta e redatta per iscritto e in italiano (anziché nel più immediato – per Zeno – dialetto triestino), si rivela intrinsecamente interessante perché ci pone davanti ad una continua domanda: sarà vero ciò che ci racconta quest'uomo? Quanto consciamente s'inganna e c'inganna con motivazioni artefatte e visioni distorte della realtà? E questi interrogativi trovano maggior consistenza tantopiù che il Cosini non è nuovo a fascinazioni, fantasticherie, rappresentazioni personalistiche e del tutto parziali della realtà (basti pensare alle ipocondrie di una vita). È quasi come se, leggendo, ci sostituissimo al dottor S, come se fossimo noi lo psicanalista del quale ad un certo punto ci si dimentica completamente. Una lettura interessante che, oltretutto, è un tassello importante nel percorso di conoscenza della letteratura italiana per quei lettori che, come la sottoscritta, ne siano interessati ed affascinati.