Bradbury, Ray - Fahrenheit 451

mandri

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Devo dire che inizialmente questo libro non mi aveva proprio convinto, non riusciva proprio a prendermi e non vedevo niente di interessante nella storia. Poi dal momento della ribellione del protagonista le vicende hanno preso un'altra rilevanza, e da lì il libro me lo son finito molto velocemente.
Comunque tra i cosiddetti libri distopici (come 1984 e Il Mondo Nuovo) mi sembra quello meno interessante. Tutto sommato mi permetto di dargli un buon 4/5 visto che comunque a mio parere è uno di quei libri che devono essere letti da ciascuno perchè a livello formativo ha qualcosa da insegnare a tutti: come una società non deve diventare!!!
 

Go daigo

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Bel libro,elettrizzante l'ultima parte,ma non entrerà nella lista dei miei "indimenticabili".
 

magialibri

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.fahrenheit 451

Io invece ho visto prima il film che mi è piaciuto tantissimo.
Il libro all'opposto mi è apparso un pò lento nella seconda parte.
 
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maurizio mos

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Comunque tra i cosiddetti libri distopici (come 1984 e Il Mondo Nuovo) mi sembra quello meno interessante. Tutto sommato mi permetto di dargli un buon 4/5 visto che comunque a mio parere è uno di quei libri che devono essere letti da ciascuno perchè a livello formativo ha qualcosa da insegnare a tutti: come una società non deve diventare!!!

Sono sostanzialmente d'accordo: il valore del libro risiede soprattutto nel farci temere per simbolismi - bruciare i libri, attività già intrapresa in passato da alcuni regimi ditattoriali - quella che per certi versi è già la nostra società. Non bruciamo i libri, semplicemente leggiamo sempre meno e ci affidiamo sempre di più alla televisione, per l'informazione e la cultura. Nulla di male di per sè; ma la televisione fa pensare molto meno di un buon libro o un ben pensato articolo di fondo...
 

magialibri

New member
Sono sostanzialmente d'accordo: il valore del libro risiede soprattutto nel farci temere per simbolismi - bruciare i libri, attività già intrapresa in passato da alcuni regimi ditattoriali - quella che per certi versi è già la nostra società. Non bruciamo i libri, semplicemente leggiamo sempre meno e ci affidiamo sempre di più alla televisione, per l'informazione e la cultura. Nulla di male di per sè; ma la televisione fa pensare molto meno di un buon libro o un ben pensato articolo di fondo...

E' vero caro Maurizio noi non bruciamo più i libri, semplicemente leggiamo sempre meno.

LETTORE ENZO
 

Jessamine

Well-known member
Mi sono avvicinata per la prima volta a Bradbury con questo romanzo, pur non essendo per niente amante della fantascienza.
E devo dire che mi ha piacevolmente sorpresa.
Mi è piaciuto molto, ho amato lo stile, ricercato e preciso, ricco di figure retoriche che mai mi sarei immaginata di trovare in un libro di fantascienza, e la storia mi ha appassionata molto.
Oltretutto, la componente simbolica di questa società non più pensante, credo sia fondamentale per trasportare questo romanzo ad un livello molto più alto.
 

ChocoBea12

New member
5/5!!!

Mi è piaciuto tantissimo l'ho letto quest'estate. Davvero un BELLISSIMO LIBRO! Lo consiglio caldamente. Al contrario di come ha scritto qualcuno nei messaggi precedenti, la forma è magnifica. E' quasi poetico! Davvero! 5/5!!
 

Holly Golightly

New member
Mi dispiace un po', perché questo libro era partito proprio bene per perdersi (molto) nel finale...

La scrittura di Bradbury è "senza infamia e senza lode". Né un narratore eccellente, né insopportabile. Per la storia ha praticamente preso pezzi un po' da Huxley e un po' da Orwell, con la sola differenza che questi due erano dei geni, e che Orwell è stato un grande scrittore. L'idea di Bradbury è bellissima, e la prima metà del libro è veramente bella, da 5/5 in assoluto. Poi si lascia prendere la mano, e "rovina" un libro che aveva un potenziale spaventoso, diventa solo una copia bruttina, e il "cugino" americano di Winston Smith non regge proprio il confronto (anche se, nella prima metà, poteva essere un personaggio letterario di tutto rispetto). Insomma, strafà ma non approfondisce, scrive delle cose sulla lettura bellissime e poi si perde affrettando una storia che richiedeva almeno un centinaio di pagine in più. Insomma, Bradbury doveva tagliare e scrivere un racconto, o perderci un po' più di tempo e scrivere un romanzo per intero, ben definito.
Gli do 4/5 solo perché l'idea è bella e le prime due sezioni del romanzo avevano un potenziale straordinario. E poi vabbè... è andata così.
 

LearnToKill

New member
Ho finito questo libro giusto una mezzora fa. Dalla trama mi aspettavo decisamente di più. La prima e la seconda parte, in tutta sincerità, mi sono pesate. Non riuscivo ad andare avanti, le ho trovate noiose, a parte qualche episodio. La terza parte l'ho letta più velocemente, ma comunque non mi ha preso più di tanto. In generale ho trovato il libro, in alcuni punti, poco chiaro nella spiegazione delle situazioni (oppure ero io che leggevo svogliatamente e con un approccio sbagliato? :? mmm). Verso la fine del libro ho apprezzato non poco la breve parte quando Granger parla e racconta del nonno, mi si è stretto davvero il cuore, sarà che mi ha toccato in prima persona i suoi pensieri! La fine sinceramente l'ho trovata giusta, non riuscirei a realizzare una fine diversa, per questo libro. Secondo me, se l'avesse portato ancora avanti, non avrebbe avuto senso. Secondo me è stato un capolavoro mancato, se fosse stato costruito meglio, sarebbe stato un gran libro, dato che le potenzialità c'erano tutte. Poi insomma, parere personale ovviamente! :)
Voto: 3/5, non mi sento di dargli di più.
 

Martymiky

New member
L'ho appena finito di leggere. A me è piaciuto molto, soprattutto per la sua attualità. Come si diceva nei commenti precedenti noi non bruciamo realmente i libri, ma leggiamo sempre meno. Qual è la causa? Posso dire che è colpa un pò della nostra pigrizia e un pò della società. Effettivamente si fa prima ad assorbire passivamente le notizie "costruite" dai media (sia ai giorni nostri che nel libro, per es. nella parte della caccia al protagonista), rispetto a prendere in mano un libro e star lì a rifletterci sopra e costruirsi un prorpio pensiero.

Non ho ancora letto 1984 di Orwell, quindi un paragone non lo posso fare. Vi farò sapere più avanti :wink:
 

ayuthaya

Moderator
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Non ero neanche arrivata a metà libro (fra l’altro molto breve) che mi sono chiesta per quale assurdo motivo avessi aspettato così tanto a leggerlo. Forse perché, avendo visto il film diversi anni fa (bello ma non eccezionale, secondo me) credevo di essere immune a qualsiasi sorpresa positiva potesse farmi il romanzo in termini di trama e contenuti. Be'... quanto mi sbagliavo!
A parte che, per quanto il film sia fedele al libro, ci sono comunque sostanziali differenze a discapito del derivato (come sempre), ma soprattutto la vera bellezza e unicità di quest’opera risiede non tanto nella pur geniale ‘trovata’ iniziale (il rovesciamento distopico per cui i tradizionali “vigili del fuoco” si trasformano in incendiari di libri), quanto nel suo messaggio politico-filosofico, il quale passa attraverso due punti fondamentali: i discorsi, entrambi rivolti a Montag, del suo capo Beatty e del professor Faber. Il primo mi ha davvero folgorata: una delle più lucide e taglienti denunce all’appiattimento culturale prodotto da un’eccessiva tecnologizzazione e (oserei dire) “globalizzazione ante litteram” che mi sia capitato di trovare in un libro.
Beatty (tutt’altro che uno stupido, o un ignorante) rivela la vera ragione per cui i libri pian piano sono stati messi al bando: perché la cultura della diversità di cui essi sono portatori minaccia la politica dell’uguaglianza “al ribasso” cui aspira una totale (e distorta) democratizzazione.
Più numerose la popolazione, maggiori le minoranze. Non pestate ai piedi ai cinofili, ai maniaci dei gatti, ai medici, agli avvocati, ai pezzi grossi, ai mormoni, battisti, unitari (...). Più vasto il mercato, Montag, meno le controversie che ti conviene ricomporre , ricordalo! Non è stato il Governo a decidere: non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! Ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio!
E ancora (sono passaggi che mi hanno messo i brividi...): “Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché il libro è un fucile carico nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme!
Ora, considerando che questo romanzo è stato scritto esattamente a metà del secolo scorso, trovo queste parole di una modernità strepitosa, addirittura inquietante... Se nel capolavoro di Orwell, che non ho potuto non tener presente mentre leggevo questo libro, il sistema politico denunciato era il totalitarismo, qui sotto accusa è la democrazia stessa portata alle sue estreme e terribili conseguenze, qualcosa di non molto diverso da quello che vediamo noi stessi ogni giorno nella società in cui viviamo.
Ne consegue che, per quanto da un punto di vista strettamente letterario ritengo 1984 superiore a Fahrenheit 451, mi sono identificata molto di più, e quindi mi sono sentita maggiormente coinvolta, nel contesto di questo secondo romanzo, piuttosto che nel capolavoro orwelliano.

Tornando a Beatty, paradossalmente proprio scagliandosi contro i libri, egli ne fa uno dei ritratti più belli e intensi: i libri sono “ami attraverso cui pescare la malinconia e la tristezza”, poiché “domandandosi il perché (e non il come) di tante cose, si rischia di condannarsi all’infelicità permanente”. Ma se la felicità ambita dal Governo e da Beatty è quella che ci si presenta sotto gli occhi per più di metà libro, quella che si nutre di “piaceri e svariati titillamenti” che ci atrofizzano cervello e ci impediscono di pensare, allora ben venga l’ infelicità generata dai libri, quella che alimenta le diversità, i confronti, “i due aspetti del problema”.

Compendio al discorso di Beatty, è quello di Faber (in un certo senso essi rappresentano, in negativo e in positivo, le due facce della stessa medaglia), che mi ha colpito in special modo per un passaggio: “No, non sono affatto i libri le cose che andate cercando. (...) cercatele nella natura e cercatele soprattutto in voi stesso. I libri erano soltanto una specie di veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo di poter dimenticare.” Adesso ditemi se avete trovato in qualche altro romanzo una defizione più bella dei libri (a parte quella già riportata di Beatty: fra le due non saprei scegliere...). Una definizione più bella e anche più amara, poiché non ho potuto non pensare a quanti “surrogati alla vita” abbiamo oggi, la maggior parte dei quali, purtroppo, non hanno la stessa forza realmente sostitutiva dei libri. “Le cose che voi cercate, Montag, sono su questa terra, ma il solo modo per cui l’uomo medio potrà vederne il novantanove per cento sarà un libro”. Purtroppo, oggi, i surrogati di cui disponiamo difficilmente ci trasmettono “vita vera” per più di uno scarso uno-due per cento...
“...un ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo di poter dimenticare...” Qui Bradbury anticipa (al rovescio) una parola che da sola vale tutto il libro (non per niente viene ripetuta, in corsivo, alla fine del libro), ed è ricordare. Leggiamo per poter ricordare, un giorno. Il finale, forse effettivamente un po' debole, da fiaba, credo si possa riassumere così.

Un libro che chiunque si professi amante della lettura non può non aver letto. Un libro che è uno dei più bei inni ai libri stessi che credo siano mai stati scritti.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Adesso spiegatemi come faccio a scrivere qualcosa su questo libro dopo la recensione di Ayahayuahyayayaya! :W

Leggete la sua, fidatevi, è molto bella ed esaustiva.

F451 è un libro bellissimo che tutti dovrebbero leggere! :wink:

"Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi! Guarda il mondo: è più fantastico di qualunque sogno studiato e prodotto dalle più grandi fabbriche. Non chiedere garanzie, non chiedere sicurezza economica, un siffatto animale non è mai esistito; e se ci fosse, sarebbe imparentato col pesante bradipo che se ne sta attaccato alla rovescia al ramo di un albero per tutto il santo giorno, ogni giorno, passando l'intera vita a dormire. Al diavolo, squassa l'albero e fa che il pesante bradipo precipiti al suolo e batta per prima cosa il culo!"

"Sei felice? No, non era felice. Non era felice. Si ripeté le parole mentalmente. Riconobbe che questa era veramente la situazione. Egli portava la sua felicità come una maschera e quella ragazza se n'era andata per il prato con la maschera e non c'era modo di andare a battere alla sua porta per riaverla."
 

Byerry

New member
Il libro è bello, ma rispetto a 1984 di Orwell non penso ci sia paragone.

Un consiglio personale: per chi si avvicina a questi due autori sarebbe meglio affrontare prima Fahrenheit 451 e DOPO 1984 di Orwell. Si avrà sicuramente la sensazione di un "crescendo" nello stile narrativo ed anche nell'intensità della storia.

Spero di non essere linciato per questo commento dagli amanti di Bradbury...
 

Reid

Member
Il libro è bello, ma rispetto a 1984 di Orwell non penso ci sia paragone.

Un consiglio personale: per chi si avvicina a questi due autori sarebbe meglio affrontare prima Fahrenheit 451 e DOPO 1984 di Orwell. Si avrà sicuramente la sensazione di un "crescendo" nello stile narrativo ed anche nell'intensità della storia.

Spero di non essere linciato per questo commento dagli amanti di Bradbury...

Quoto.

Orwell è un Genio.
 

Ithildin

New member
Se non ho capito male le votazioni non mi capacito di come questo libro possa avere un punteggio così basso!!!
Quoto Ayuthaya e non mi pongo il problema di paragonarlo al 1984.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
bello ma...

Con 1984 di George non c’è paragone. Un libro breve che non mi ha particolarmente entusiasmato, complice anche la traduzione attempata in cui sono incappato. Bella e significativa la scena in cui il protagonista si rende conto del tesoro che racchiudono le parole dei libri che gli tocca bruciare, così come straordinaria quella della donna che non vuole abbandonare la propria casa neanche sotto tortura. Il personaggio della moglie è odioso, ma mi rendo conto che è funzionale a rendere l’istupidimento indotto dai mezzi di comunicazione (lo schermo in questo senso aveva lo stesso significato anche in 1984); bello invece il rapporto tra il protagonista e il professore. Nel complesso do 3 stelle, ma 1984 è due spanne sopra questo.
 

bonadext

Ananke
Finito di leggere, che dire? L'inizio è stellare, la parte centrale è molto scorrevole e brillante, la parte finale mi ha fatto storcere il naso. L'idea dei militi del fuoco è originale, la storia mi ha colpito e a tratti è molto poetica, soprattutto l'inizio dove c'era Clarisse, peccato per il finale troppo affrettato. Sicuramente un libro da leggere, scritto molto bene... difficile da dimenticare, non tanto per il finale apocalittico, ma per la leggerezza in cui viene narrata la storia e il tema "orribilmente!" attuale che tratta. :)
 

Grantenca

Well-known member
Che dire, ho appena finito di leggere il libro e le recensioni del forum. Premetto che non sono un amante del genere, ma non sono pentito di aver letto questo (breve) libro, che ho trovato comunque inquietante. Soprattutto l'analisi del capitano Beatty sul fatto che, pur senza violenze, la società ha , piano piano, rinunciato alla cultura a favore del così detto "divertimento continuo di massa". E chiede al protagonista se gli piacciono i giochi, tutti i giochi, che seguendoli per tutto il giorno lo allontanano da ogni problema che potrebbero derivare dal "pensare". E se dovesse subentrare la malinconia (come alla moglie) ci sono rimedi scientifici che ti rivoltano interiormente in modo da farti sentire nuovo e felice il giorno dopo. Pensandoci bene non ci sono già oggi due canali televisivi nazionali che, 24 ore su 24, trasmettono sport di tutti i generi ? (dalle bocce, al biliardo, al rugby) senza contare tutte le emittenti private. Certo il fine è strettamente commerciale, ma il risultato finale a cosa porterà? Già oggi uno dei mali della società è "la depressione", intesa come malattia, ma non è stata ancora inventata una macchina che in una notte ti riporti alla normalità. Ho trovato anche molte analogie con 1984 di Orwell.
Un libro comunque da leggere e che può insegnare qualcosa.
 
In effetti non avevo mai pensato di paragonare Fahrenheit 451 a 1984.
Comunque , pur non essendo dei capolavori della letteratura sono OBBLIGATORIAMENTE da far leggere ad ogni adolescente.
 
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