La poesia del giorno....

qweedy

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Dopo Auschwitz non c’è teologia:
dai camini del Vaticano si leva fumo bianco,
segno che i cardinali hanno eletto il papa.
Dalle fornaci di Auschwitz si leva fumo nero,
segno che gli dei non hanno ancora deciso di eleggere
il popolo eletto.
Dopo Auschwitz non c’è teologia:
le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio
sono i numeri telefonici di Dio
da cui non c’è risposta
e ora, a uno a uno, non sono più collegati.
Dopo Auschwitz c’è una nuova teologia:
gli ebrei morti nella Shoah
somigliano adesso al loro Dio
che non ha immagine corporea né corpo:
Essi non hanno immagine corporea né corpo.

Paul Celan
 

qweedy

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Fammi essere forte,
forte di sonno e di intelligenza
e forte di ossa e fibra;
fammi imparare,
attraverso questa disperazione,
a distribuirmi:
a sapere dove e a chi dare
a riempire i brevi momenti
e le chiacchiere casuali
di quell’infuso speciale
di devozione e amore
che sono le nostre epifanie.
A non essere amara.
Risparmiamelo il finale,
quel finale acido citrico aspro
che scorre nelle vene
delle donne in gamba.

Sylvia Plath
 

Shoshin

Goccia di blu
Pedro Antonio González (1863-1903)
RIME

Il mare lotta contro le scogliere,
combatte con le ombre del dubbio l'anima.
E Dio dal mistero più recondito
contempla la battaglia.
Ma infine si sgretolano le rocce,
le ombre si dissolvono.
E il mare a nuove coste apre la strada
a nuovi mondi si spalanca l'anima.
 

qweedy

Well-known member
Mi sveglio e dico: sono perduta.
È il mio primo pensiero all’alba.
Comincio bene la giornata
con questo pensiero assassino.
Signore, abbi pietà di me
- è il secondo
e poi scendo dal letto
e vivo
come se nulla mi fosse accaduto.

Nina Cassian
 

qweedy

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FEBBRAIO

Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
Con minuto fiorire, gialla irrompe
La mimosa. S'inquadra alla finestra
Di quella mia dimora d'una volta,
Di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
Segno sarà che niuna cosa muore
Se ne ritorna sempre l'apparenza?

GIUSEPPE UNGARETTI
 

qweedy

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CONSIGLI PER STAR BENE IN SALUTE

La prima cosa è ringiovanire.
Non è detto che a sessant'anni
sei più vecchio che a trenta.
L'usura del corpo è poca cosa
rispetto all'usura dell'anima.
Non ti salvi con le tisane,
non ti salvi evitando la carne,
non ti salvi facendo ginnastica:
quello che ti serve è FIORIRE
come fa una rosa,
come fa un geranio.

Non credere più di tanto
alle cure.
Pensa a chi è già morto,
stringigli la mano.
Riposati solo quando
non hai niente di meglio
da fare,
altrimenti stancati più che puoi:
nessuno ha mai conservato
le cose che non ha donato.

Franco Arminio
 

Shoshin

Goccia di blu
Questa terra


Non cercarmi sui monti
per quanto siano alti,
non cercarmi nel mare
per quanto ti sembri grande.
Cercami qui, in questa terra
piana, con un ponte e una pineta,
con i merli e l'acqua bassa,
dove senti volare
anche se il suono si perde...


Francisco Pino
 

qweedy

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La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell'apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.
Non poteva
la mia infanzia
saccheggiata dalla famiglia.
consentirmi una maturità stabile, concreta,
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze
All'infanzia sono sopravvissuta
all'età adulta sono sopravvissuta
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

Piera Oppezzo
 

qweedy

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Il viaggio

Un giorno, finalmente, hai capito
quel che dovevi fare, e hai cominciato,
anche se le voci intorno a te
continuavano a gridare
i loro cattivi consigli-
anche se la casa intera
si era messa a tremare
e sentivi le vecchie catene
tirarti le caviglie.
“Sistema la mia vita!”,
gridava ogni voce.
Ma non ti fermasti.
Sapevi quel che andava fatto,
anche se il vento frugava
con le sue dita rigide
giù fino alle fondamenta, anche se la loro malinconia
era terribile.
Era già piuttosto tardi,
una notte tempestosa,
la strada era piena di sassi e rami spezzati.
Ma poco a poco,
mentre ti lasciavi alle spalle le loro voci,
le stelle si sono messe a brillare
attraverso gli strati di nubi
e poi c’era una nuova voce
che pian piano
hai riconosciuto come la tua,
che ti teneva compagnia
mentre procedevi a grandi passi,
sempre più nel mondo,
determinata a fare
l’unica cosa che potevi fare
determinata a salvare
l’unica vita che potevi salvare.

Mary Oliver
 

qweedy

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Nulla rimane della scolara di Hiroshima
Poiché l'angoscia di ciascuno è la nostra
ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
che ti sei stretta convulsamente a tua madre
quasi volessi ripenetrare in lei
quando al meriggio il cielo si è fatto nero.

Invano, perché l'aria volta in veleno
é filtrata a cercarti per le finestre serrate
della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.

Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
a incarcerare per sempre codeste membra gentili.

Così tu rimani fra noi, contorto calco di gesso,
agonia senza fine, terribile testimonianza
di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.

Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
la sua cenere muta é stata dispersa dal vento,
la sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.

Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.

Vittima sacrificata sull'altare della paura.

Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.

Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

Primo Levi
 

qweedy

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NEVE

Fine dicembre: mio padre e io
stiamo andando a New York, al circo.
Mi tiene
sulle spalle nel vento gelido:
brandelli di carta bianca
svolazzano sopra le rotaie.
A mio padre piaceva
starsene così, tenermi
in modo da non potermi vedere
Ricordo
che guardavo dritto davanti a me
il mondo che mio padre vedeva;
stavo imparando
ad assorbire quel vuoto,
la neve fitta
non cadeva, faceva mulinelli intorno a noi.

Louise Glück
 

Shoshin

Goccia di blu
Quest'anno l'inverno feroce e rigido mi ha colpito
sorprendendomi senza fiamma e senza giovinezza,
e giorno dopo giorno mi aspettavo davvero di svenire
per le strade innevate.

Ma ieri, quando il sorriso di marzo mi ha incoraggiato
e ho cominciato a ritrovare i vecchi sentieri,
al primo profumo di una rosa lontana
i miei occhi si sono inumiditi.

Kostis Palamas
 

Shoshin

Goccia di blu
NEVE

Fine dicembre: mio padre e io
stiamo andando a New York, al circo.
Mi tiene
sulle spalle nel vento gelido:
brandelli di carta bianca
svolazzano sopra le rotaie.
A mio padre piaceva
starsene così, tenermi
in modo da non potermi vedere
Ricordo
che guardavo dritto davanti a me
il mondo che mio padre vedeva;
stavo imparando
ad assorbire quel vuoto,
la neve fitta
non cadeva, faceva mulinelli intorno a noi.

Louise Glück
Mio padre mi teneva così...
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Dentro marzo c'è un giorno di novembre
di polvere e lustrini
L'ho indovinato da un sorriso sghembo
di un gelso che gemmava piano piano
come soltanto i gelsi sanno fare.

Marzo annoiato ladruncolo di giorni
ha infiltrato un mattino di novembre
tra steli biancheggianti, fresie premature
brividi ingannevoli e rapidi bagliori.

Pensare a una tresca di marzo con novembre
tanto innamorati da averne addosso tracce
l'alone di rossetto subito dopo un bacio
un sorriso di luce novembrina
di una gaiezza triste e diamantina

che se non stavo attenta m'intristiva.

(BOZZA MIA)
 
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Shoshin

Goccia di blu
Il silenzio onesto
Non tutti i silenzi sono uguali. Come, grazie
alla consapevolezza del vivere, si diventa
sensibili alla luce, alle diverse sfumature di
luce in diversi luoghi, in differenti momenti
della giornata e delle stagioni, cosí si colgono
miriadi di sfumature nei silenzi nostri
e altrui, silenzi umani, silenzi degli animali,
degli alberi, silenzi minerali.
Il silenzio non è tacere né mettere a tacere,
è un invito, è stare in compagnia di qualcosa
di tenero e avvolgente, dove tutto è già stato
detto. Il silenzio sorride.
Caro silenzio, aiutami a non parlare di te,
aiutami ad abitarti. Addestrami. Disarmami.
Tu mi insegni a parlare. Eccomi, mi lascio rapire.
Non lascio niente a casa, niente di intentato.
Ci sono. In te. Arte del congedo per ritrovare.
Arte dell’a-capo che insegna a lasciarsi scrivere.
Il silenzio semina. Le parole raccolgono.
Il silenzio è cosa viva.

Chandra Candiani da 'Il silenzio è cosa viva.' Einaudi
 
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