Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato.
“I giovani tra i sedici e i diciotto anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita.”
“E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l'aveva...”
Un racconto fatto di parole delicate e semplici, eppure che scavano in profondità nell'animo. Colpisce il fatto che cose normalissime e scontate come un'amicizia, gli screzi tra i banchi di scuola, i pensieri da adolescenti sulla vita, si verifichino comunque nonostante il contorno politico mostruoso... I processi della crescita e dell'interazione umana non muoiono, neanche in condizioni estreme, solo che vengono ostacolati ed influenzati in modi sorprendenti. Ci si immedesima con facilità nei pensieri del protagonista... La narrazione leggera e senza “tragedie” non impedisce di farmi uscire lacrime vere sulla conclusione.
Voto: 5