Suggeritori "veri"
A proposito di "suggeritori" mi sembra interessante aggiungere qui che la categoria dell'
Assassino seriale per induzione (Serial Killer by Proxy) è stata introdotta grazie agli studi del noto criminologo
Ruben De Luca. Esempi di questa tipologia si riscontrano nei "culti distruttivi" dove il leader carismatico non esegue direttamente gli omicidi ma crea delle vere e proprie squadre della morte composte dai membri più fidati ed obbedienti (un esempio tristemente famoso è quello di Charles Manson & Family).
Alcuni terribili "suggeritori" sono stati
Mariam Soulakiotis,
Sigvard Thurneman e
Sylvia Alexandre insieme alle due "consorelle" Rahera Teanuanua e Avehina Tekurarere.
A proposito di quest'ultimo caso in cui le tre protagoniste - proprio come Albert

aura: - sono rimaste impunite ed hanno fatto perdere le proprie tracce, ho notato che esistono pochissime fonti pubblicate (le più dettagliate sono solo francesi) che ora vi propongo per conoscere uno dei casi più sconcertanti di omicidio seriale e fanatismo religioso degli ultimi decenni.
mai | 2006 | Autres folies (la traduzione è mia):
«Questi sono i fatti (dal libro di Nicolas Spillmann,
Mutoï Farani, 150 ans de présence de la gendarmerie en Polynésie Française 1843-1993):
Sono le 17.30 di venerdì 4 settembre 1987, quando alla
Brigade Itinérante et Côtière di Tuamotu arriva una chiamata telefonica dall'atollo di Faaite. Si scopre così che sei persone sono state assassinate tra mercoledì 2 e venerdì 4 settembre da un gruppo di giovani adepti o simpatizzanti – a quanto sembra – del movimento di
Rinnovamento carismatico.
Come in moltissimi atolli delle Tuamotu la popolazione di Faaite è di religione cattolica. (…). Sabato 5 settembre, alle quattro del mattino, una squadra guidata del luogotenente colonnello Goujon (…) e costituita dagli agenti Louis Nello (…), Michel Charraix (…), Maximin Holozet (…), Raymond Tapea (…) e Jean Neuffer parte per Faaite a bordo di un elicottero Super Puma dell’Armée de l'Air. Il velivolo atterra intorno alle 6.30 del mattino. Il dramma che si prospetta agli inquirenti supera ogni immaginazione. Al loro arrivo sull’atollo gli agenti sono accolti dal dottor Quenne, da monsignor Hubert Coppenrath e dal sindaco Michel Teata. Vengono così informati del fatto che nel corso dei tre giorni precedenti sei persone sono state uccise e arse su un rogo, alcune delle quali ancora vive. Anche il sindaco era stato designato come vittima dagli autori di quegli orribili delitti e si era salvato solo perché giunto anticipatamente a Faaite in compagnia di monsignor Coppenrath. Secondo le prime informazioni raccolte l’arrivo dei due aveva impedito il proseguire dell’eccidio perché altre quattro vittime erano state designate per il rogo di quel pomeriggio. Gli inquirenti effettuarono i primi interrogatori e Goujon tentò di ricostruire la genesi di questo macabro avvenimento.
Nel corso del mese di agosto 1987 tre donne provenienti da Tahiti, Sylvia Alexandre, Rahera Teanuanua et Avehina Tekurarere soggiornarono sull’atollo per tre settimane. Spacciandosi per appartenenti al Rinnovamento carismatico, queste si presentarono come missionarie per conto di monsignor Coppenrath, responsabile diocesano del movimento. I propositi delle tre donne erano, in particolare, di guarire i malati con le preghiere collettive e di scacciare il Male dall’atollo. Durante il loro soggiorno organizzarono numerose sedute di preghiera, sia presso le famiglie dei fedeli sia nella chiesa del villaggio e nella sala parrocchiale. Spontaneamente una parte della popolazione aderì a ciò che credeva essere il Rinnovamento carismatico. Le tre donne lasciarono Faaite il 26 agosto per raggiungere l’atollo di Fakarava, non senza aver prima designato come “pastore” Gérard Terii e come "ausiliari carismatici" suo fratello Eugène Terii, della polizia municipale dell’atollo, François Mauati, Paul Tehiva, Hiti Harrys, Paul Mauati et Léonard Tufaunui. In assenza del “pastore” responsabile del movimento il membro successivo nella lista così indicata avrebbe dovuto sostituirlo. I primi di settembre il sindaco della comunità, Michel Teata, si recò a Papeete per il congresso dei sindaci. Anche Gérard Terii, il "pastore", si trovava in trasferta a Papeete, mentre Padre Nicolas Jakimovicz, il parroco responsabile della regione sud-occidentale di Tuamotu, era lontano perché residente ad Anaa. Il catechista laico (katekita) Tagoroa Huatea rappresentava dunque la sola autorità religiosa presente, mentre quella amministrativa spettava al vicesindaco Iaone Harrys e all’agente Eugène Terii.
I problemi iniziarono appena due giorni dopo la partenza delle tre predicatrici. Tra il 29 agosto e il 1 settembre, infatti, sotto l’effetto del fanatismo religioso molte persone cominciarono a comportarsi in modo strano. Il 29 agosto è la volta di Tautu Tokorangi, un personaggio mentalmente disturbato, che iniziò a girare per il villaggio vestito con i paramenti sacri, portando una croce e annunciando la presenza del demonio. In seguito Iaone Harrys, lo stesso vicesindaco, manifestò uno stato di esaltazione le cui cause erano forse da ricercare in una crisi epilettica. Infine il 31 agosto il poliziotto Eugène Terii, "vice-pastore" in assenza del fratello Gérard, ebbe delle visoni e chiamò a raccolta la popolazione perché si purificasse immergendosi nelle acque della laguna. Fino a quel momento la situazione rimase sotto controllo, ma il 1 settembre – durante una seduta di preghiera nella chiesa del villaggio – Iaone Harrys che dirigeva i riti, in preda ad uno stato di alterazione, si oppose agli “ausiliari carismatici” e chiese a Tagoroa Huatea, il katekita, di non abbandonarlo. Il dramma si scatenerà di lì a poco. Iaone Harrys, al quale Léonard Tufaunui rimproverò di distogliere lo sguardo – segno manifesto che egli era posseduto dal demonio – fu malmenato e trascinato sulla spiaggia per essere purificato. Questo trattamento sembrò calmarlo, tanto che gli altri lo lasciarono tornare a casa propria. Il giorno dopo Eugène Terii fu costretto ad andare a Fakarava per far curare suo figlio, feritosi all’arcata sopraccigliare, e lasciò così la direzione del movimento a François Mauati.
In mattinata Iaone Harrys ebbe una nuova crisi, probabilmente di carattere epilettico. Avvertiti dell’accaduto i responsabili “carismatici”si recarono a casa sua per pregare. Il “posseduto” fu condotto in riva al mare per un’altra abluzione purificatoria poi, dopo esser stato legato, fu trascinato fino alla chiesa e disteso sull’altare per essere sottoposto ad un pesante rituale esorcistico. Lo obbligarono a tenere la bocca aperta, prima con una candela poi con un pezzo di legno ficcato in gola, mentre gli venivano fatti energici massaggi sul collo per favorire l’espulsione del demonio. Il trattamento fu talmente violento che verso le 20.30 Harrys morì. François Mauati ordinò di ardere il cadavere. Sotto la supervisione di Léonard Tufaunui fu costruita una pira davanti alla chiesa sopra la quale fu gettato il corpo del malcapitato. Da quel momento una sorta di psicosi collettiva condurrà una ventina di giovani del villaggio, capeggiati da François Mauati, Paul Tehiva, Paul Mauati et Léonard Tufaunui a esorcizzare e mettere al rogo altre cinque vittime.
Il 3 settembre Tautu Tokoragi fu posto, ancora vivo, sulla pira per poi esserne tolto per due ore e in seguito rimesso a bruciare fino alla morte. Sirenia Teata, la sorella del sindaco, una donna anziana e malata, fu messa al rogo dal suo stesso figlio Tavita Tapi. Pai Huri che aveva tentato a più riprese di avvertire suo cognato il sindaco, fu picchiato, purificato in mare e poi strangolato e gettato tra le fiamme. Il giorno dopo fu la volta di Huatea Ragivaru, anche lei picchiata, trascinata con una corda al collo per più di 400 metri prima di essere caricata – apparentemente morta – su un camion dove presto fu raggiunta da Simone Teata, sorella del sindaco e moglie di Pai Huri. Quest’ultima era ancora viva. Entrambe furono date alle fiamme, Simone Teata messa sul rogo da suo fratello William. L’olocausto terminò all’alba. Tra le vittime solo Mareho Hatuuku sopravvisse all’esorcismo, grazie alla prontezza di spirito che gli permise di salvarsi affermando di essere “guarito”.
L’inchiesta permise di scoprire che era stata programmata l’esecuzione di altre quattro persone per il pomeriggio del 4 settembre, impedita dall’arrivo anticipato di monsignor Coppenrath. Lo stesso sindaco, Michel Teata, sarebbe stato schiacciato dallo scavatore della comunità e condotto per questa operazione all’imbarcadero. (…) Furono pronunciate ventuno condanne, scaglionate dai quattro ai quattrodici anni di carcere, questi ultimi comminati al solo François Mauati, capo della congrega criminale. Oggi tutti i condannati sono tornati liberi. L'atollo di Faaite ha ritrovato la tranquillità e la nuova pista di atterraggio per elicotteri, assente in precedenza, permette di spezzare l’isolamento di questa comunità, ritenuto uno dei fattori scatenanti dell’agghiacciante vicenda.»
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Exclusif : une rescapée des « bûchers de Faaite » témoigne | Suite101.fr