mame
The Fool on the Hill
Un centimetro sarebbe meglio....
L'arte Culinaria....
- Creatore Discussione Evy
- Data di inizio
Un centimetro sarebbe meglio....
Minerva
New member
o perbacco... temevo di aver sbagliato qualcosa!
comunque erano buoni lo stesso; sottili ma buoni.
mame
The Fool on the Hill
o perbacco... temevo di aver sbagliato qualcosa!
comunque erano buoni lo stesso; sottili ma buoni.
Per me è stato già difficile dar loro una forma. Si sbriciolava tutto.....
nicole
b
Si avvicina il Natale, e si cominciano a sfornare i primi dolcetti natalizi... uno dei miei preferiti è la torta con i biscotti...
Per prima cosa si prepara una semplice crema pasticera:
1/2 litro di latte
4 tuorli d'uovo
5 cucchiai di farina
5 cucchiai di zucchero
Una volta preparata si lascia a rafreddare e si prepara una seconda 'crema':
250 gr. di margarina (burro è più pessante, preferisco la margarina) - prima della lavorazione lasciatelo fuori dal frigorifero per un paio d'ore
250 gr. di zucchero
50 gr. di cioccolato fondente (grattugiato)
Adesso con un battitore elettrico si uniscono queste due creme...
Prendete due pachetti di biscotti Oro Saiwa da 500 gr(o simile; non con miele), inzupateli nel latte (dove avete aggiunto qualche goccia del rhum - va benissimo anche l'essenza del rhum; l'importante è l'odore) e stendete nella teglia una fila di biscotti, coprite con uno stratto di crema... cosi via fino al esaurimento delle scorte... per finire si può stendere uno stratto di panna montata con le mandorle trittate, o se vi piace di più, con una glassa di cioccolato....
Una volta finita la torta si lascia nel frigorifero per una notte....
P.S. Attenzione: si tratta di una vera booomba!!!!!
Per prima cosa si prepara una semplice crema pasticera:
1/2 litro di latte
4 tuorli d'uovo
5 cucchiai di farina
5 cucchiai di zucchero
Una volta preparata si lascia a rafreddare e si prepara una seconda 'crema':
250 gr. di margarina (burro è più pessante, preferisco la margarina) - prima della lavorazione lasciatelo fuori dal frigorifero per un paio d'ore
250 gr. di zucchero
50 gr. di cioccolato fondente (grattugiato)
Adesso con un battitore elettrico si uniscono queste due creme...
Prendete due pachetti di biscotti Oro Saiwa da 500 gr(o simile; non con miele), inzupateli nel latte (dove avete aggiunto qualche goccia del rhum - va benissimo anche l'essenza del rhum; l'importante è l'odore) e stendete nella teglia una fila di biscotti, coprite con uno stratto di crema... cosi via fino al esaurimento delle scorte... per finire si può stendere uno stratto di panna montata con le mandorle trittate, o se vi piace di più, con una glassa di cioccolato....
Una volta finita la torta si lascia nel frigorifero per una notte....
P.S. Attenzione: si tratta di una vera booomba!!!!!
key
New member
Con gioia trovo questa discussione su una delle gioie della vita...
ultimamente mi sto dilettando in cucina e devo dire che mi sto dando delle soddisfazioni..
ho fatto il ragu, le lasagne, varie torte, la paella!!!, e mi diverto!!
solo che.. a furia di cucinare... io e il mio ragazzo stiamo lievitando come un impasto per la pizza..
a questo proposito, spero che qualcuno mi possa consigliare con delle ricette semplici, ma soprattutto non troppo caloriche!!!!
grazie in anticipo!!
k
ultimamente mi sto dilettando in cucina e devo dire che mi sto dando delle soddisfazioni..
ho fatto il ragu, le lasagne, varie torte, la paella!!!, e mi diverto!!
solo che.. a furia di cucinare... io e il mio ragazzo stiamo lievitando come un impasto per la pizza..
a questo proposito, spero che qualcuno mi possa consigliare con delle ricette semplici, ma soprattutto non troppo caloriche!!!!
grazie in anticipo!!
k
mame
The Fool on the Hill
La più semplice ch'io conosca è il pancotto. Conosci? Metti a bollire l'acqua, sala, poi ci butti dentro le patate a dadini, quando stanno per cuocersi aggiungi la verdura (di solito la catalogna, ma io la trovo troppo amara; puoi usare cime di rape, insomma quello che preferisci) e quando è tutto cotto butti da ultimo pezzi di pane vecchio e duro che non si deve ammollare troppo. Scola il tutto e condisci con olio.
key
New member
mame
The Fool on the Hill
Una volta ho visto una ricetta del pancotto ma dolce, fatta con il miele. Si chiamava pancotto ma era molto diverso dal mio (a parte il pane
). Chissà se ho ancora il ritaglio di giornale.
Evy
Member SuperNova
questo è un bel modo per non sprecare il cibo in più rimasto :wink:
mame
The Fool on the Hill
Sono i tipici piatti di tradizione contadina: si riflette un po' su quello che c'è e si inventa qualcosa che non faccia propriamente vomitare. Io sono un'artista nel riciclo degli avanzi. :wink:
asiul
New member
Un'altra ricetta semplice e poco calorica, sono gli involtini di melanzane
prendi una melanzana e la tagli a fette ( nel verso della lunghezza) non troppo sottili, poi le fai grigliare leggermente.Su ogni fetta metti un pezzetto di mozzarella e meno di mezza fetta di cotto, chiudi e fermi con uno stecchino di legno.
Metti tutti gli involtini in una teglia e copri con qualche cucchiaio di pomodoro, poi basilico, olio e sale.Cuoci al forno per una mezz'ora circa.Se dovesse piacerti puoi anche spargerci sopra una manciata di grana o parmigiano grattugiato.
Ultima modifica:
mame
The Fool on the Hill
Con la besciamella al posto del pomodoro fanno schifo?... :??
key
New member
involtini di melanzane... mmm...
girando ho trovato questi cannelloni funghi e patate...
non so quanto siano "light"... ma come si fa a resistere alla tentazione del buon cibo!!!
http://www.lospicchiodaglio.it/index.php?sez=ricette&azione=scheda&elemento=935
girando ho trovato questi cannelloni funghi e patate...
non so quanto siano "light"... ma come si fa a resistere alla tentazione del buon cibo!!!
http://www.lospicchiodaglio.it/index.php?sez=ricette&azione=scheda&elemento=935
mame
The Fool on the Hill
Io peso 45 chili.......
nicole
b
Maaaaame, ho trovato una ricetta che voglio dedicarti... :YY l'ho trovata in un blog (il canto delle sirene, spero tanto che non mi prende male, se la copio...). Intanto la incollo:
RISOTTO PATRIO. RÉCIPE
[1959]
L'approntamento di un buon risotto alla milanese domanda riso di qualità, come il tipo Vialone, dal chicco grosso e relativamente più tozzo del chicco tipo Carolina, che ha forma allungata, quasi di fuso. (...) Recipiente classico per la cottura del risotto alla milanese è la casseruola rotonda, e la ovale pure, di rame stagnato, con manico di ferro (...) Rapitoci il vecchio rame, non rimane che aver fede nel sostituto: l'alluminio.
La casseruola, tenuta al fuoco pel manico e per una presa di feltro con la sinistra mano, riceva degli spicchi o dei minimi pezzi di cipolla tenera, e un quarto di ramaiolo di brodo, preferibilmente brodo al foco, e di manzo: e burro lodigiano di classe. Burro, quantum prodest, udito il numero de' commensali. Al primo soffriggere di codesto modico apporto butirroso-cipollino, per piccoli reiterati versamenti sarà buttato il riso: a poco a poco, fino a raggiungere un totale di due tre pugni a persona, secondo appetito prevedibile degli attavolati: né il poco brodo vorrà dare inizio per sé solo a un processo di bollitura del riso: il mestolo (di legno, ora) ci avrà che fare tuttavia: gira e rigira. I chicchi dovranno pertanto rosolarsi e a momenti indurarsi contro il fondo stagnato, ardente, in codesta fase del rituale, mantenendo ognuno la propria «personalità»: non impastarsi e neppure aggrumarsi.
Burro, quantum sufficit, non più, ve ne prego; non deve far bagna, o intingolo sozzo: deve untare ogni chicco, non annegarlo. Il riso ha da indurarsi, ho detto, sul fondo stagnato. Poi a poco a poco si rigonfia, e cuoce, per l'aggiungervi a mano a mano del brodo, in che vorrete esser cauti, e solerti: aggiungete un po' per volta del brodo, a principiare da due mezze ramaiolate di quello attinto da una scodella «marginale», che avrete in pronto. In essa sarà stato disciolto lo zafferano in polvere, vivace, incomparabile stimolante del gastrico, venutoci dai pistilli disseccati e poi debitamente macinati del fiore. Per otto persone due cucchiaini da caffè. Il brodo zafferanato dovrà per tal modo aver attinto un color giallo mandarino: talché il risotto, a cottura perfetta, venti ventidue minuti, abbia a risultare giallo-arancio: per gli stomaci timorati basterà un po' meno, due cucchiaini rasi, e non colmi: e ne verrà un giallo chiaro canarino. Quel che più importa è adibire al rito un animo timorato degli dèi e reverente del reverendo Esculapio o per dir meglio Asclepio, e immettere nel sacro «risotto alla milanese» ingredienti di prima qualità: il suddetto Vialone con la suddetta veste lacera, il suddetto Lodi (Laus Pompeia), e i suddetti spicchi di cipolle tenere; per il brodo, un lesso di manzo con carote sedani, venuti tutti e tre dalla pianura padana, non un toro pensionato, di animo e di corna balcaniche: per lo zafferano consiglio Carlo Erba Milano in boccette sigillate: si tratterà di dieci dodici, al massimo quindici, lire a persona: mezza sigaretta! Non ingannare gli dèi, non obliare Asclepio, non tradire i familiari, né gli ospiti che Giove Xenio protegge, per contendere alla Carlo Erba il suo ragionevole guadambio. No! Per il burro, in mancanza di Lodi potranno sovvenire Melegnano Casalbuttano Soresina; Melzo, Casalpusterlengo; tutta la bassa milanese al disotto della zona delle risorgive, dal Ticino all'Adda e insino a Crema e Cremona. Alla margarina dico no! E al burro che ha il sapore delle saponette: no!
Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene. (VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé)...
RISOTTO PATRIO. RÉCIPE
[1959]
L'approntamento di un buon risotto alla milanese domanda riso di qualità, come il tipo Vialone, dal chicco grosso e relativamente più tozzo del chicco tipo Carolina, che ha forma allungata, quasi di fuso. (...) Recipiente classico per la cottura del risotto alla milanese è la casseruola rotonda, e la ovale pure, di rame stagnato, con manico di ferro (...) Rapitoci il vecchio rame, non rimane che aver fede nel sostituto: l'alluminio.
La casseruola, tenuta al fuoco pel manico e per una presa di feltro con la sinistra mano, riceva degli spicchi o dei minimi pezzi di cipolla tenera, e un quarto di ramaiolo di brodo, preferibilmente brodo al foco, e di manzo: e burro lodigiano di classe. Burro, quantum prodest, udito il numero de' commensali. Al primo soffriggere di codesto modico apporto butirroso-cipollino, per piccoli reiterati versamenti sarà buttato il riso: a poco a poco, fino a raggiungere un totale di due tre pugni a persona, secondo appetito prevedibile degli attavolati: né il poco brodo vorrà dare inizio per sé solo a un processo di bollitura del riso: il mestolo (di legno, ora) ci avrà che fare tuttavia: gira e rigira. I chicchi dovranno pertanto rosolarsi e a momenti indurarsi contro il fondo stagnato, ardente, in codesta fase del rituale, mantenendo ognuno la propria «personalità»: non impastarsi e neppure aggrumarsi.
Burro, quantum sufficit, non più, ve ne prego; non deve far bagna, o intingolo sozzo: deve untare ogni chicco, non annegarlo. Il riso ha da indurarsi, ho detto, sul fondo stagnato. Poi a poco a poco si rigonfia, e cuoce, per l'aggiungervi a mano a mano del brodo, in che vorrete esser cauti, e solerti: aggiungete un po' per volta del brodo, a principiare da due mezze ramaiolate di quello attinto da una scodella «marginale», che avrete in pronto. In essa sarà stato disciolto lo zafferano in polvere, vivace, incomparabile stimolante del gastrico, venutoci dai pistilli disseccati e poi debitamente macinati del fiore. Per otto persone due cucchiaini da caffè. Il brodo zafferanato dovrà per tal modo aver attinto un color giallo mandarino: talché il risotto, a cottura perfetta, venti ventidue minuti, abbia a risultare giallo-arancio: per gli stomaci timorati basterà un po' meno, due cucchiaini rasi, e non colmi: e ne verrà un giallo chiaro canarino. Quel che più importa è adibire al rito un animo timorato degli dèi e reverente del reverendo Esculapio o per dir meglio Asclepio, e immettere nel sacro «risotto alla milanese» ingredienti di prima qualità: il suddetto Vialone con la suddetta veste lacera, il suddetto Lodi (Laus Pompeia), e i suddetti spicchi di cipolle tenere; per il brodo, un lesso di manzo con carote sedani, venuti tutti e tre dalla pianura padana, non un toro pensionato, di animo e di corna balcaniche: per lo zafferano consiglio Carlo Erba Milano in boccette sigillate: si tratterà di dieci dodici, al massimo quindici, lire a persona: mezza sigaretta! Non ingannare gli dèi, non obliare Asclepio, non tradire i familiari, né gli ospiti che Giove Xenio protegge, per contendere alla Carlo Erba il suo ragionevole guadambio. No! Per il burro, in mancanza di Lodi potranno sovvenire Melegnano Casalbuttano Soresina; Melzo, Casalpusterlengo; tutta la bassa milanese al disotto della zona delle risorgive, dal Ticino all'Adda e insino a Crema e Cremona. Alla margarina dico no! E al burro che ha il sapore delle saponette: no!
Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene. (VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé)...
mame
The Fool on the Hill
Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene. (VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé)...
Concordo con la signora Woolf: una peperonata non solo non mi farebbe pensare, amare e dormire bene. Non mi farebbe pensare, amare e dormire del tutto perché mi ucciderebbe al solo odore.
Grazie della ricetta, Nicole. Però, onde evitare un telethon per la raccolta di pacchi di zucchero a me destinati, vorrei solo chiarire che non è che io pesi 45 chili perché mi dedico al digiuno ascetico. In realtà mi scofano chilate di dolci, cioccolato, pastasciutte e via dicendo. Non mi faccio mancare niente che non mi uccida sul colpo (vedi peperonata). E' solo che sono nata così. :ad::ad::ad: