“Mantenetevi folli, e comportatevi come persone normali”. Questa frase, con cui Coelho apre questo libro, è insieme un monito chiaro e diretto ai lettori ed una sintesi perfetta del messaggio che vuole trasmetterci con queste pagine.
Veronika, la protagonista di questa storia, è una bella ragazza slovena di 24 anni, con una laurea in legge con il massimo dei voti, un impiego in biblioteca, un’infinità di spasimanti e una passione repressa per la musica ed il pianoforte. E’ una ragazza normale, anche troppo normale per i suoi gusti. E’ proprio perché non sopporta questa normalità, questa vita già scritta, che tenta il suicidio ingerendo una massiccia dose di sonniferi. Salvata per il rotto della cuffia, si sveglia nell’ospedale psichiatrico di Villete dove il direttore, il dottor Igor, la informa che il suo cuore, in seguito alle compresse ed al coma indotto dai barbiturici, è stato danneggiato e che le restano 5 o 7 giorni da vivere. Felice per non aver del tutto fallito nel suo intento, Veronika si rassegna ad aspettare la morte in quel luogo di matti, senza contatti con il mondo esterno. Ma proprio tra questi matti si nascondono alcune persone che le faranno comprendere quanto poco conosca di se stessa e quanto poco abbia vissuto fino a quel momento.
Così Veronika conosce Zedka, Mari ed Eduard, e finalmente, per la prima volta, prova sentimenti tanto comuni quanto sconosciuti ed intensi come l’odio, la paura, l’amore. E’ proprio mentre suona il pianoforte alla luce della luna, con la consapevolezza della morte che acquisisce la consapevolezza della vita, di quello che può e vuole ancora fare nel tempo che le resta. Così, per la prima volta, prende le redini delle poche ore che le rimangono da vivere e decide come e con chi vuole trascorrerlo. Ed è così che scopre che a volte i miracoli possono accadere.
Questo libro mi è piaciuto, anche se nella prima parte l’ho ritenuto un po’ troppo vago e scontato. Questa valutazione, però, viene dal fatto che negli ultimi mesi ho letto svariati libri, anche molto diversi tra loro, sulla follia, tutti più approfonditi e specifici.
Tuttavia mi sento di consigliare questa storia a chi non ha mai letto nulla sulla follia e voglia avvicinarsi al tema con un approccio soft: Coelho, molto bravo nel dosare le emozioni, racconta la storia di Veronika in un crescendo di sentimenti contrastanti: la paura, l’angoscia, il baratro e la possibilità di liberarsi. Inoltre non va sottovalutato il fatto che lo stesso Coelho abbia vissuto per tre anni in un ospedale psichiatrico, conosca ciò di cui parla ed abbia voluto scrivere questo libro proprio per raccontare la sua storia e quella di tante donne e uomini incompresi perché diversi da ciò che altri hanno definito “normale”. Questa circostanza non fa altro che imprimere maggiore veridicità a quanto narrato.
Non è un capolavoro, dunque, non è un’opera trascendentale, ma di certo è una lettura godibile che induce alla riflessione. Consigliato.