DoppiaB,stavo per scrivere la citazione del capitolo XXI,ma mi hai anticipata :wink:.Ho sottolineato anche il seguito,ma ora sono un po' pigra...
L'ho appena finito,ma come sempre,ripasserò domani per i commenti "a freddo" (che in estate non guastano
).
Intanto sono andata a cercare informazioni sul figlio e posterò anche i vari link per chi come me è curioso e vuole saperne di più.
L'amico/profeta comunque non poteva essere Campana (l'ha conosciuto solo dopo aver pubblicato il libro).
Forse ho trovato il nome su wiki e il perchè non è stato messo:
Trasferitasi nel 1899 a Milano dove il marito, licenziato dall'impiego, aveva avviato un'attività commerciale, a Rina Faccio fu affidata la direzione del settimanale socialista «L'Italia femminile», fondato da Emilia Mariani, nel quale tenne in particolare una rubrica di discussione con le lettrici e ricercò la collaborazione di intellettuali progressisti - Giovanni Cena, Paolo Mantegazza, Maria Montessori, Ada Negri, Matilde Serao - divenne grande amica di
Alessandrina Ravizza, conobbe influenti dirigenti socialisti come Anna Kuliscioff e Filippo Turati, e iniziò una relazione con il poeta
Guglielmo Felice Damiani. Una donna fu pubblicato sotto lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, suggerito da Giovanni Cena, che trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci Piemonte,e da allora divenne il suo nome nella letteratura e nella vita. Lo stesso Cena volle anche rivedere il manoscritto, come rivelò la scrittrice: «
Asportò egli dal mio libro le pagine dove io diceva il mio amore per Felice. Ed io lasciai amputare così quello che voleva, che gridava essere opera di verità. Come un altro qualunque dei tagli operati sul manoscritto, come su un qualunque lavoro letterario. Uncinò i margini con parole sue».