47° Minigruppo - Una donna di Sibilla Aleramo

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darida

Well-known member
Io intanto ho letto il primo capitolo e meta' del secondo, mi sto... accomodando nella storia che si prospetta interessante :)
a presto!
 

Minerva6

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Io mi prendo una pausa di qualche giorno (se resisto) per leggere Fuga senza fine nel GdL.
 

elisa

Motherator
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Se elisa passa di qui,saprà sicuramente illuminarci :wink:.

l'ho letto troppi anni fa per potermene ricordare con certezza ma forse questa illustre scrittrice è Ellen Key, illustre sempre per i tempi in cui scrive lei. La Aleramo e la Key avevano un carteggio e mi sembra sia stata proprio lei a far circolare le idee avanzate della scrittrice svedese in Italia.
La mia è un'ipotesi che andrebbe accertata però. :MUCCA
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Potrebbe essere,perchè parla di una scrittrice svedese,anche se a me all'inizio sembrava quasi che la parola "illustre" fosse ironica :??.

E la buona vecchia mamma chi potrebbe essere ? E' strano che non abbia messo nome e cognome.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Potrebbe essere,perchè parla di una scrittrice svedese,anche se a me all'inizio sembrava quasi che la parola "illustre" fosse ironica :??.

E la buona vecchia mamma chi potrebbe essere ? E' strano che non abbia messo nome e cognome.

se parla di una scrittrice svedese allora è sicuramente Ellen Key :)

Sibilla Aleramo e la scoperta di Ellen Key


la buona vecchia mamma? potresti trascrivermi la frase in cui è citata? :?? anche se ipotizzo possa essere Alessandrina Ravizza, filantropa anticipatrice del femminismo
 

Nerst

enjoy member
Finito

Grazie al tempo libero ho potuto concludere la lettura.

Davvero commovente l' epilogo della vita dell' autrice.
La vita che ha vissuto l' ha resa una donna forte ed intramontabile nel suo modo di difendere i diritti, suoi, delle donne e del figlio, perchè persino il diritto ad essere mamma le era minato. A man mano che lo leggevo mi sembrava sempre più surreale la storia, quasi come se fosse impossibile che qualcuno possa averla vissuta realmente. Le prevaricazioni di un essere umano sugli altri rende crude le righe lette, anche se non sono mancati i momenti di dolcezza che l' hanno vista madre e, seppure per brevissimo tempo, anche donna passionevole.
 

Minerva6

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se parla di una scrittrice svedese allora è sicuramente Ellen Key :)

Sibilla Aleramo e la scoperta di Ellen Key


la buona vecchia mamma? potresti trascrivermi la frase in cui è citata? :?? anche se ipotizzo possa essere Alessandrina Ravizza, filantropa anticipatrice del femminismo

Mi sa che ci hai preso pure stavolta,ho trovato questo libro in rete: La santa e la spudorata. Alessandrina Ravizza e Sibilla Aleramo. Amicizia, politica e scrittura.
Ora sono in linea wi-fi e a volte salta,ma appena riesco ti posto le parti dove parla di lei.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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@ Nerst: io mi sono presa una pausa per aspettare darida e per leggere Fuga senza fine nel GdL.Anche DoppiaB è in pausa per aspettare darida.
Poi ti avvisiamo quando lo terminiamo pure noi,così commentiamo il resto e il finale insieme.

@darida: a che punto sei?
 

darida

Well-known member
@ Nerst: io mi sono presa una pausa per aspettare darida e per leggere Fuga senza fine nel GdL.Anche DoppiaB è in pausa per aspettare darida.
Poi ti avvisiamo quando lo terminiamo pure noi,così commentiamo il resto e il finale insieme.

@darida: a che punto sei?

Ciao!
sono all'inizio del XII capitolo, non mi piace da impazzire lo stile di scrittura e c'è una deriva piagnucolosa che mi irrita un filino, come donna non provo empatia con il personaggio e ne sono un po' sorpresa, ma naturalmente tirerò diritto fino alla fine :D

grazie per la pazienza :wink:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ciao!
sono all'inizio del XII capitolo, non mi piace da impazzire lo stile di scrittura e c'è una deriva piagnucolosa che mi irrita un filino, come donna non provo empatia con il personaggio e ne sono un po' sorpresa, ma naturalmente tirerò diritto fino alla fine :D

grazie per la pazienza :wink:

Magari questo non è il momento giusto per te per leggerlo...
Io invece (purtroppo) sto avendo fin troppa empatia con la Aleramo.
Riprendiamo pure noi la lettura.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Dal capitolo XIX:
La mia desolazione si rifletteva anche su' miei sogni,che diventavano utopie inconsistenti e piene di contrasti ironici.

Dal capitolo XX:
...un'angoscia umana,precisa,incalzante,mi possedeva intera;l'amarezza senza nome della mia solitudine,il vago timore di una morte possibile,prossima,lì tra quella gente ostile e straniera,senza aver lasciato traccia della mia anima...Tanto spazio di cielo,ed io incatenata,curva sotto un giogo spietato,non capace più che di un lento pianto...
E invece è stata capace di lasciarla...e che traccia :ad:.

Ho appena terminato il capitolo XX,sono a 16 pagine dalla fine. Queste ultime me le centellinerò.
Non riesco a trovare le parole adatte per esprimere tutto ciò che questa donna riesce a trasmettermi.Al momento vorrei solo perdermi nelle sue frasi,una dopo l'altra e non smettere più di leggere.Sarà anche che questo è il momento giusto,ma sono davvero lieta di averla conosciuta.Meglio tardi che mai!
 

darida

Well-known member
Magari questo non è il momento giusto per te per leggerlo...
Io invece (purtroppo) sto avendo fin troppa empatia con la Aleramo.
Riprendiamo pure noi la lettura.

Per quanto mi riguarda non so fin a che punto si tratti del momento sbagliato per la lettura.
A te vorrei chiedere, se la risposta non e' troppo personale, cosa ha fatto nascere questa empatia a tuo dire cosi' forte con l'autrice.
generazionale non e', quella quasi centenaria sono io :mrgreen:
Io che ho presenziato, vivendone i fermenti, ad un cambiamento epocale nell'assetto della famiglia italiana: nuovo diritto di famiglia, divorzio, legge sull'aborto; ho partecipato a collettivi e frequentato consultori.
In questa autrice credevo di trovare il "germe" del divenire, invece niente nessuno stimolo, solo uno stile ampolloso e un tantino snob, e mi dispiace, e vorrei andarci cauta trattandosi di una forma autobiografica, a sparar sentenze.
Ma, giunta fin qui, anche il finale al quale sto approdando non mi trova non dico d'accordo, non spetta a me, ma almeno solidale. L'abbandono di un figlio lo trovo deprecabile in quanto genitore, non uomo ne donna.
Questa lettura mi ha annoiato e in qualche modo intristito.
:)
 
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Minerva6

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Membro dello Staff
Chi è l'amica disegnatrice che poi si ammala e muore?
E l'amico-profeta,è forse Dino Campana?
Non capisco perché non metta nome e cognome :??. E' l'unica nota stonata che ho trovato nella storia.

@ elisa: se hai ancora il libro vai al capitolo XVI,è da lì che inizia a parlare della buona vecchia mamma dei miseri.
Ma sono sicura che sia la Ravizza perchè su questo sito ho trovato che era soprannominata la Madonna dei poveri Alessandrina Massini Ravizza

@ darida: appena ho più tempo per scrivere ti rispondo. A me mancano 2 capitoli,tu a che punto sei?
 

DoppiaB

W I LIBRI !
In questa autrice credevo di trovare il "germe" del divenire, invece niente nessuno stimolo, solo uno stile ampolloso e un tantino snob, e mi dispiace, e vorrei andarci cauta trattandosi di una forma autobiografica, a sparar sentenze.
Ma, giunta fin qui, anche il finale al quale sto approdando non mi trova non dico d'accordo, non spetta a me, ma almeno solidale. L'abbandono di un figlio lo trovo deprecabile in quanto genitore, non uomo ne donna.
Questa lettura mi ha annoiato e in qualche modo intristito.
:)

Peccato, darida! perchè trovi che lo stile sia ampolloso e snob?
Io credo, invece, ci sia il "germe" del divenire in questa autrice. Io ho sentito molto leggendo quella voglia di riscatto che ha spinto donne come Sibilla a cambiare (almeno un po') le cose. Anche a costo di abbandonare i loro affetti più cari.


Chi è l'amica disegnatrice che poi si ammala e muore?
E l'amico-profeta,è forse Dino Campana?
Non capisco perché non metta nome e cognome :??. E' l'unica nota stonata che ho trovato nella storia.

Anche a me l'omissione dei nomi mi ha infastidito un po'...


Mi manca pochissimo alla fine!
Intanto due citazioni :wink::

Cap. XX
Perché nella maternità adoriamo il sacrifizio? Donde è scesa in noi questa inumana idea dell’immolazione materna? Di madre in figlia, da secoli, si tramanda il servaggio. E’ una mostruosa catena

Sapete, leggendo queste frasi mi è tornato in mente il libro "Ave Mary" della Murgia. Non so chi di voi l'ha letto. C'è qualche assonanza con "Una Donna".

Cap. XXI
Pazzia! Potevo ben lasciare la briglia alla fantasia, ma se non vedevo chiaro quello che avrei fatto, sapevo troppo lucidamente quello che non avrei fatto mai.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
DoppiaB,stavo per scrivere la citazione del capitolo XXI,ma mi hai anticipata :wink:.Ho sottolineato anche il seguito,ma ora sono un po' pigra...

L'ho appena finito,ma come sempre,ripasserò domani per i commenti "a freddo" (che in estate non guastano :mrgreen:).

Intanto sono andata a cercare informazioni sul figlio e posterò anche i vari link per chi come me è curioso e vuole saperne di più.

L'amico/profeta comunque non poteva essere Campana (l'ha conosciuto solo dopo aver pubblicato il libro).
Forse ho trovato il nome su wiki e il perchè non è stato messo:
Trasferitasi nel 1899 a Milano dove il marito, licenziato dall'impiego, aveva avviato un'attività commerciale, a Rina Faccio fu affidata la direzione del settimanale socialista «L'Italia femminile», fondato da Emilia Mariani, nel quale tenne in particolare una rubrica di discussione con le lettrici e ricercò la collaborazione di intellettuali progressisti - Giovanni Cena, Paolo Mantegazza, Maria Montessori, Ada Negri, Matilde Serao - divenne grande amica di Alessandrina Ravizza, conobbe influenti dirigenti socialisti come Anna Kuliscioff e Filippo Turati, e iniziò una relazione con il poeta Guglielmo Felice Damiani. Una donna fu pubblicato sotto lo pseudonimo di Sibilla Aleramo, suggerito da Giovanni Cena, che trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci Piemonte,e da allora divenne il suo nome nella letteratura e nella vita. Lo stesso Cena volle anche rivedere il manoscritto, come rivelò la scrittrice: «Asportò egli dal mio libro le pagine dove io diceva il mio amore per Felice. Ed io lasciai amputare così quello che voleva, che gridava essere opera di verità. Come un altro qualunque dei tagli operati sul manoscritto, come su un qualunque lavoro letterario. Uncinò i margini con parole sue».
 

darida

Well-known member
Peccato, darida! perchè trovi che lo stile sia ampolloso e snob?
Io credo, invece, ci sia il "germe" del divenire in questa autrice. Io ho sentito molto leggendo quella voglia di riscatto che ha spinto donne come Sibilla a cambiare (almeno un po') le cose. Anche a costo di abbandonare i loro affetti più cari.


Non dispiacerti, non e' grave :wink:
per ampolloso intendo ricerca enfatica della frase -mi rendo conto dell'epoca in cui e' stato scritto- ma questo non toglie che alla lunga possa risultarmi pesante. Inoltre questo modo di scrivere mi ha fatto perdere di vista un paio di passaggi fondamentali -nel senso che ci sono arrivata con calma, al capitolo successivo, ma questo potrebbe essere per manifesta tonteria, mia :mrgreen:-

snob,be' fa parte del pacchetto all inclusive di cui sopra
Saro' diventata insensibile con il tempo ma questo romanzo ,nel quale ho cercato l'immedesimazione -in quanto donna- fin dalle prime pagine, non me ne ha data. Non riesco a rapportarlo con i tempi, forse e' una questione di percorso personale, forse piu' che insensibile-perche' alla fine non mi ci sento- potrei dire di aver trasferito la mia sensibilita' sull'individuo, e confermo il mio disappunto (?) sul gesto finale dell'abbandono del figlio che non mi riesce in alcun modo di considerare "eroico". tanto amore per lasciarlo nelle mani dell'uomo, il padre, individuo tra i piu' disprezzati?...mmh :)
Per quanto riguarda l'omissione dei nomi e' la cosa che mi ha disturbata meno, non ne ha usato nessuno, una scelta coerente.
 
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DoppiaB

W I LIBRI !
FINITO!

Una lettura che per me è stata coinvolgente.
Mi è piaciuto leggere di questa donna che nonostante tutte le difficoltà e i sopprusi, sia riuscita, grazie a una grande forza di volontà, a riprendersi la sua libertà e la sua dignità.
E' vero che la scelta di abbandonare il figlio è discutibile, soprattutto perchè lo ha lasciato ad un uomo tutt'altro che raccomandabile. Ma è anche vero che, proprio nelle ultima pagine, si legge la sofferenza interiore della scrittrice, lei pensava che sarebbe riuscita a riprenderlo con sè, tant'è che ricorre anche alle vie legali, non riesce, ma continua comunque a vivere per lui e a sperare che il suo futuro possa essere migliore.

Non conoscevo Sibilla Aleramo, e ringrazio Minerva6 per avermi invitata al minigruppo, se non fosse stato per te non avrei mai letto questo libro.:HIPP
 
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