Le mie domande vanno a Sir.
I. «Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dia la certezza della verità.» scriveva Spinoza molti anni fa; ora io chiedo: esistono, a parere di Sir, verità oltre quelle della ragione?
II. «Tutti gli uomini hanno bisogno non di qualcosa con cui fare, ma di qualcosa da fare, o piuttosto di qualcosa per essere.», questa volta sono parole di Thoreau. Tu cosa ne pensi?
III. Hai cambiato regione e città, hai vissuto e vivi da toscano in Friuli. Sapresti descrivere la transizione?
Sono commosso, due domande sui miei filosofi preferiti, sembra quasi te le abbia chieste apposta.
I. Sono in assoluto accordo con la frase di Spinoza, ma la domanda ha un sfumatura diversa. Per noi, non può esistere verità al di fuori della ragione, pertanto quella ipotizzata sarebbe una pretesa insostenibile; suppongo tuttavia che molte siano le cose non contemplate dalla nostra ragione, o ancora meglio che esistano altri tipi di ragione. La nostra, per quanto capace di mostrarci sprazzi di assoluto, è contingente al sistema di cui facciamo parte e del quale, nonostante l'aiuto offerto dalla scienza, non si può dire se sia aperto o chiuso, o individuarne le interazioni e i confini.
Lanciarsi in territori a noi vietati sarebbe inutile e sconveniente, considerando oltretutto che la nostra ragione nasce con scopi ben meno altisonanti che ricercare la "verità"; tutto il resto è accessorio, uno sfizio, divenuto una necessità.
Tornando più puntualmente alla domanda non penso che oltre la nostra ragione possa esistere qualche "verità": anche quest'ultima è una nostra categoria, un nostro lusso; non potendo, al di là della ragione, collocare il suo opposto non viene ad esistere nemmeno essa.
II. Da fare --> Per essere. Sì, il procedimento mi convince. Che convenienza avrebbero le riflessioni, pur affascinanti, sull'essere in quanto tale? Esse peccano di egoismo; il nostro essere è totalmente invisibile pure per la catena causa-effetto della nostra macchinosa e puntigliosa logica, figuriamoci in una prospettiva più ampia. Che si sia o che non si sia, in questo o in quest'altro modo, non altera alcunché; a ciò pensano il nostro poggiare i piedi su questa terra e le azioni che compiamo.
E' facendo che noi siamo, non vedo la direttrice muoversi in senso opposto a meno che non si postuli qualcosa di avventuroso. Che sia o no la verità credo che poco importi; a fini pratici non può esservi migliore intendimento di "più si fa, più si è", con la prima voce che ingloba la seconda e, strada facendo, anche il pensare.
III. Spero che non passi di qui qualche triestinazzo o un friulano DOC, o la tua entità virtuale potrebbe passare un brutto quarto d'ora
aura:. Hai accomunato due cose ben distinte, che ovviamente lo sono ancor di più agli occhi dei locali.
Peraltro, fosse stato veramente il Friuli, la transizione sarebbe stata ben più dolce; quella di Udine è una grande piccola provincia, ricorda molto quelle toscane ed il modo di fare della gente è molto simile. Trieste invece è quasi l'esatto opposto, una città tutto sommato piccola che però ha i ritmi e le forme di quelle più grandi; tutti di corsa, tutti a vendere e svendere di tutto, non è facile adattarsi quando vieni dalla calma delle colline e ti accontenti di poco.
Una città di una bellezza aspra, che non vede di buon occhio gli estranei. Comunque penso sia stato un bel tentativo.
A proposito: mai domanda poteva essere più puntuale, tra una settimana ritorno in pianta stabile sull'Appennino.
Un attimo per pensare a domande e relativo destinatario...