GIOCO: Conosciamoci meglio

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Le mie domande vanno a Sir.

I. «Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dia la certezza della verità.» scriveva Spinoza molti anni fa; ora io chiedo: esistono, a parere di Sir, verità oltre quelle della ragione?

II. «Tutti gli uomini hanno bisogno non di qualcosa con cui fare, ma di qualcosa da fare, o piuttosto di qualcosa per essere.», questa volta sono parole di Thoreau. Tu cosa ne pensi?

III. Hai cambiato regione e città, hai vissuto e vivi da toscano in Friuli. Sapresti descrivere la transizione?
 

Sir

New member
Le mie domande vanno a Sir.

I. «Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dia la certezza della verità.» scriveva Spinoza molti anni fa; ora io chiedo: esistono, a parere di Sir, verità oltre quelle della ragione?

II. «Tutti gli uomini hanno bisogno non di qualcosa con cui fare, ma di qualcosa da fare, o piuttosto di qualcosa per essere.», questa volta sono parole di Thoreau. Tu cosa ne pensi?

III. Hai cambiato regione e città, hai vissuto e vivi da toscano in Friuli. Sapresti descrivere la transizione?

Sono commosso, due domande sui miei filosofi preferiti, sembra quasi te le abbia chieste apposta. :mrgreen:


I. Sono in assoluto accordo con la frase di Spinoza, ma la domanda ha un sfumatura diversa. Per noi, non può esistere verità al di fuori della ragione, pertanto quella ipotizzata sarebbe una pretesa insostenibile; suppongo tuttavia che molte siano le cose non contemplate dalla nostra ragione, o ancora meglio che esistano altri tipi di ragione. La nostra, per quanto capace di mostrarci sprazzi di assoluto, è contingente al sistema di cui facciamo parte e del quale, nonostante l'aiuto offerto dalla scienza, non si può dire se sia aperto o chiuso, o individuarne le interazioni e i confini.
Lanciarsi in territori a noi vietati sarebbe inutile e sconveniente, considerando oltretutto che la nostra ragione nasce con scopi ben meno altisonanti che ricercare la "verità"; tutto il resto è accessorio, uno sfizio, divenuto una necessità.
Tornando più puntualmente alla domanda non penso che oltre la nostra ragione possa esistere qualche "verità": anche quest'ultima è una nostra categoria, un nostro lusso; non potendo, al di là della ragione, collocare il suo opposto non viene ad esistere nemmeno essa.

II. Da fare --> Per essere. Sì, il procedimento mi convince. Che convenienza avrebbero le riflessioni, pur affascinanti, sull'essere in quanto tale? Esse peccano di egoismo; il nostro essere è totalmente invisibile pure per la catena causa-effetto della nostra macchinosa e puntigliosa logica, figuriamoci in una prospettiva più ampia. Che si sia o che non si sia, in questo o in quest'altro modo, non altera alcunché; a ciò pensano il nostro poggiare i piedi su questa terra e le azioni che compiamo.
E' facendo che noi siamo, non vedo la direttrice muoversi in senso opposto a meno che non si postuli qualcosa di avventuroso. Che sia o no la verità credo che poco importi; a fini pratici non può esservi migliore intendimento di "più si fa, più si è", con la prima voce che ingloba la seconda e, strada facendo, anche il pensare.

III. Spero che non passi di qui qualche triestinazzo o un friulano DOC, o la tua entità virtuale potrebbe passare un brutto quarto d'ora :paura:. Hai accomunato due cose ben distinte, che ovviamente lo sono ancor di più agli occhi dei locali.:mrgreen:
Peraltro, fosse stato veramente il Friuli, la transizione sarebbe stata ben più dolce; quella di Udine è una grande piccola provincia, ricorda molto quelle toscane ed il modo di fare della gente è molto simile. Trieste invece è quasi l'esatto opposto, una città tutto sommato piccola che però ha i ritmi e le forme di quelle più grandi; tutti di corsa, tutti a vendere e svendere di tutto, non è facile adattarsi quando vieni dalla calma delle colline e ti accontenti di poco.
Una città di una bellezza aspra, che non vede di buon occhio gli estranei. Comunque penso sia stato un bel tentativo.
A proposito: mai domanda poteva essere più puntuale, tra una settimana ritorno in pianta stabile sull'Appennino.:mrgreen:


Un attimo per pensare a domande e relativo destinatario...
 

Sir

New member
Scusate il ritardo... Domande per OST14 (il Forumlibrista Precedentemente Noto come Apart:mrgreen:).

1. So che nel corso di quest'anno hai affrontato un'esperienza di viaggio, quella verso Santiago, di cui molti parlano ma che non tutti intraprendono sul serio (me per primo). Mi piacerebbe sapere: c'è stato qualcosa, una molla, che ti ha fatto passare dalle parole/pensieri ai fatti?

2. Secondo alcuni, una persona può essere ritratta nella sua pienezza, e può conoscere veramente se stessa, soltanto in viaggio. Sei d'accordo o la vedi diversamente?

3. Mi piace leggere i tuoi pensieri in giro per il forum, trovo che tu abbia un'ottima capacità di tradurre in parole la tua sensibilità, per cui ti faccio una domanda interessata:mrgreen:; non so se nella zona dove abiti tu abbia nevicato negli scorsi giorni, ad ogni modo, che pensieri ti suscita questo fenomeno?
 

Apart

New member
Scusate il ritardo... Domande per OST14 (il Forumlibrista Precedentemente Noto come Apart:mrgreen:).

1. So che nel corso di quest'anno hai affrontato un'esperienza di viaggio, quella verso Santiago, di cui molti parlano ma che non tutti intraprendono sul serio (me per primo). Mi piacerebbe sapere: c'è stato qualcosa, una molla, che ti ha fatto passare dalle parole/pensieri ai fatti?

2. Secondo alcuni, una persona può essere ritratta nella sua pienezza, e può conoscere veramente se stessa, soltanto in viaggio. Sei d'accordo o la vedi diversamente?

3. Mi piace leggere i tuoi pensieri in giro per il forum, trovo che tu abbia un'ottima capacità di tradurre in parole la tua sensibilità, per cui ti faccio una domanda interessata:mrgreen:; non so se nella zona dove abiti tu abbia nevicato negli scorsi giorni, ad ogni modo, che pensieri ti suscita questo fenomeno?


1. Banalmente: o adesso o mai più! E' stata un'esperienza sconvolgente. Falla! Fatela! Da soli, e a piedi, mi raccomando. C'è tutto in quel cammino.

2. "Una persona può essere ritratta nella sua pienezza": impossibile; "può conoscere veramente se stessa, soltanto in viaggio": non soltanto in viaggio.

3. La freschezza, il candore. E' interessante osservare le tracce sulla neve: a volte sono vere e proprie forme, che offrono un'altra immagine del paesaggio. Mi viene in mente una foto di Doisneau: c'era rappresentato un spazio innevato in cui vi erano parcheggiate alcune automobili che avevano lasciato delle tracce per terra: sembrava un dipinto.

Grazie, Sir! :wink:
 

Apart

New member
Le mie domande sono per Sergio:

1. Sei seduto comodamente sul treno e vedi passare una ragazzina (non è una bambina) rom che ti lascia un bigliettino, in cui ti chiede l'elemosina. Cosa pensi? Non mi interessa cosa fai, ma cosa pensi.

2. La felicità cade solo nell'attimo o si può dire anche che la felicità la si guadagna nel corso di una vita intera?

3. "Nessuno maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.", è una frase scritta da Giacomo Leopardi. Sei d'accordo con questa frase?
 

jeanne

New member
domande per Kriss:
1) qual'è il paesaggio che ti rende più felice?
2) il tuo profumo preferito?
3) preferisci ascoltare o essere ascoltata?

Ciao Jeanne, ho trovato solo oggi il tuo msg perché ho avuto problemi col pc :sbav: Provvedo a rispondere alle tue domandone:
1) il paesaggio che mi rende più felice è forse quello montano. O comunque un paesaggio in cui l’uomo non ha contaminato in modo furioso l’ambiente. La contraddizione sta però nel fatto che adoro anche le città d’arte in cui mi sento gratificata dalla grandezza delle opere umane. Se mi leggesse uno psicologo direbbe che sono un po’ contorta. Non credi?
2) Il mio profumo preferito è (attualmente…. Ne cambio a vagonate) HAPPY FIZZ by Moschino. Un profumo allegro, un po’ come me.
3) Direi che ascoltare mi piace molto di più. Mi piace capire le persone e sono dell’avviso che c’è sempre da imparare da chiunque.
Adesso ti propongo io le 3 domande introspettive…..:OO

1) è meglio amare o essere amati?
2) A quale personaggio “famoso” ti senti più simile? Fai tu se ritieni di essere più simile fisicamente o spiritualmente o intellettualmente …. Basta che specifichi in cosa ti senti affine.
3) Una cosa nella vita che non faresti mai per nessun motivo al mondo!

A bientot ! Rispondimi!!! :wink:[/QUOTE]
scusami ho impiegato tanto tempo anch'io a venire qui a leggere le tue risposte, mi piacciono molto, no, non sei contorta, capisco benissimo questa tua risposta 1)! il profumo non lo conosco.
per le risposte alle tue domande, ci devo pensare un attimo ... forse a domani?:)
 

jeanne

New member
domande per Kriss:
1) qual'è il paesaggio che ti rende più felice?
2) il tuo profumo preferito?
3) preferisci ascoltare o essere ascoltata?

Ciao Jeanne, ho trovato solo oggi il tuo msg perché ho avuto problemi col pc :sbav: Provvedo a rispondere alle tue domandone:
1) il paesaggio che mi rende più felice è forse quello montano. O comunque un paesaggio in cui l’uomo non ha contaminato in modo furioso l’ambiente. La contraddizione sta però nel fatto che adoro anche le città d’arte in cui mi sento gratificata dalla grandezza delle opere umane. Se mi leggesse uno psicologo direbbe che sono un po’ contorta. Non credi?
2) Il mio profumo preferito è (attualmente…. Ne cambio a vagonate) HAPPY FIZZ by Moschino. Un profumo allegro, un po’ come me.
3) Direi che ascoltare mi piace molto di più. Mi piace capire le persone e sono dell’avviso che c’è sempre da imparare da chiunque.
Adesso ti propongo io le 3 domande introspettive…..:OO

1) è meglio amare o essere amati?
2) A quale personaggio “famoso” ti senti più simile? Fai tu se ritieni di essere più simile fisicamente o spiritualmente o intellettualmente …. Basta che specifichi in cosa ti senti affine.
3) Una cosa nella vita che non faresti mai per nessun motivo al mondo!

A bientot ! Rispondimi!!! :wink:[/QUOTE]

Allora, credo di averci riflettuto bene, vado!
1) essere amati (ma da chi amo!) quindi non so scegliere ....:wink:
2) e se fosse Di Pietro ... si, mi fa tenerezza quando vuole con tantissimo calore cercare di spiegare un concetto e non trova piu' le parole, non trova piu' il fiato, credo che mi succeda la stessa cosa quando voglio spiegare qualcosa di importantissimo per me e ho paura di non riuscire a farmi capire bene e allora le parole mi prendono completamente, divento un tuttuno con il mio discorso, scusa, forse non si capisce niente di quello che sto scrivendo .....:?? insomma, si, e' lui la mia risposta, e lo trovo anche molto divertente e anch'io spesso faccio ridere il mio interlocutore!
3) fare del male a chi me ne ha fatto, cioe' vendicarmi, non potrei, uno perche' la cattiveria non fa parte di me, non la capisco, e perche' non mi vorrei mettere allo stesso livello, ecco
Grazie per avermi fatto riflettere su di me stessa, Kriss!

Domande per Carcarlo:
1) sono rimasta sconvolta per tutte le recensioni che hai fatto in cosi poco tempo! ma come hai fatto?
2) ho letto che avevi viaggiato per lavoro: ti piace viaggiare per lavoro? perche'?
3) cita tre qualita' che secondo te hanno le donne rispetto agli uomini
 

sergio Rufo

New member
Le mie domande sono per Sergio:

1. Sei seduto comodamente sul treno e vedi passare una ragazzina (non è una bambina) rom che ti lascia un bigliettino, in cui ti chiede l'elemosina. Cosa pensi? Non mi interessa cosa fai, ma cosa pensi.

2. La felicità cade solo nell'attimo o si può dire anche che la felicità la si guadagna nel corso di una vita intera?

3. "Nessuno maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.", è una frase scritta da Giacomo Leopardi. Sei d'accordo con questa frase?

Ciao Apart, eccomi qui' anche se in questo periodo ho poco tempo per scribacchiare qualche cosa.
Le tue domande? vediamo.

1) La prima cosa che penserei nel caso una ragazza rom ( O NON ROM) mi chiedesse l'emosina in treno e' come abbia fatto a pagarsi il biglietto del viaggio. Il secondo pensiero talmente veloce da non rendermene conto nemmeno, sarebbe che questo e' il migliore dei mondi possibili alla faccia di quel povero illuminista di Voltaire. E questo pensiero, fermato un momento, travalicherebbe il caso umano specifico ( che mi desta comunque amarezza): la ragazza rom diverrebbe lo spunto per una riflessione che giudico noiosa, oramai: il mondo NON deve essere corretto, ne' idealizzato. Lo si depriva, infatti, del suo senso piu' profondo: la sua assoluta indifferenza alle nostre idee di giustizia e di socialita'. Il mondo e' " distaccato" in una sua infinita bellezza del " non senso".
Piu' , probabilmente pero', scaccerei questi pensieri e leggerei la Gazzetta dello Sport, pagina Milan naturalmente.

2) La felicita'? e' in ogni attimo, molto probabilmente, perche' la felicita' corrisponde a quello che noi diveniamo in una successione infinita di attimi che alla fine sono - messi insieme - la nostra vita: si diviene SEMPRE cio' che si e'. Si potrebbe dire, a ragion veduta, che si e' dunque felici in ogni caso, soltanto che noi non lo sappiamo perche' misuriamo la felicita' sulle nostre idee e non su quello che siamo.

3) D'accordissimo con Leopardi. Una vita tutta savia, filosofica, non e' una vita filosofica, anzi, dimostra una vita stupida.
Non c'e' come la " leggerezza" a rendere profonda una vita intera: quella danza leggera, quella bellissima gioiosa superficialita', quel pizzico di stravaganza, quel poco di menefreghismo, insomma, tutte quelle cose che ci fanno un poco volare in cieli piu' alti lontani da quello spirito' di gravita' grigio ed incolore. Si e' poco responsabili quando lo si e' sempre, in ogni attimo. E come tradirsi ed un poco castrarsi.
Non mi stanchero' mai di ripeterlo: tutte le cose profonde sono in superfice.
 

sergio Rufo

New member
Ciao Apart.
tre domande a te.

A) I pinguini Imperatori del polo sud sono soliti ad una abitudine stravagante: per sondare se nelle acque gelide del polo vi siano in giro foche loro acerrimi e famelici nemici , istintivamente o meno, scaraventano nell'acqua i pinguini che sono nelle prime file al bordo estremo tra ghiaccio e acqua. Cosi' vedono se vi e' pericolo sacrificando alcuni loro simili.
In quale comportamento umano vedi in sostanza lo stesso atteggiamento camuffato in qualsiasi altra forma per semplice decoro?

B) Una civilta' civile e NATURALMENTE saggia non dovrebbe trasformarsi in una civilta' culturale: la rende, paradossalmente, barbara.
Due ipotesi: o tutti gli uomini nascono uguali e poi la societa' li rende diversi ( politicamente, economicamente, professionalmente, ecc.ecc.) o tutti gli uomini nascono differenti e la societa' poi li globalizza in un unico gregge asservito al sistema: da qui il fatidico principio di eguaglianza. Ma quale eguaglianza?
Delle due ipotesi quale fai tua?

c) Sei a vedere una partita del Milan, o a un concerto che desideri da una vita, o a una mostra che volevi vedere a tutti i costi, o comunque in un posto nel quale ci dovevi essere per forza e nel quale , magari, molto dipende da te. Ma a ll'improvviso ti si apre uno scenario sconvolgente: una mora tettona ti chiama e t'invita a fare una follia immediata con lei. Che fai? Se accetti - poi - potresti pentirti di essere venuto meno al tuo impegno e al tuo desiderio primario; se rinunci potresti pentirti del contrario: perche' non avere colto un'occasione piu' unica che rara?
In qualsiasi caso: e' giusto piantare in asso le proprie azioni, qualsiasi siano state, perche' ci si ragiona sopra in seguito?
Non e' che questo significhi non avere un carattere all'altezza del proprio istinto?
Ti saluto, Apart.
 

Apart

New member
A) Nel comportamento guerresco. Dunque tutte le volte che si fa una guerra non a scopo di difesa. Più in generale, quando si manda avanti l'altro, quando si fa provare prima all'altro un'esperienza, con l'idea che è sempre più importante la propria pelle che quella dell'altro ("vai avanti tu, poi vado io", "fatti interrogare prima tu, poi vado io", "provala tu quella roba, poi la provo io", ecc.).

B) Io penso invece che non si può pensare a una civiltà non culturale, pena lo spaesamento. La cultura serve ad orientare la condotta degli uomini, e a far prendere loro anche le distanze quando necessario.
Scelgo la seconda ipotesi. Si, il fatidico principio dell'uguaglianza oggi c'è: è l'uguaglianza dell'asservimento: ognuno di noi si diluisce nella serie. Non dovrebbe esser così.

C) Secondo me bisognerebbe ragionare sempre su quello che si fa. L'uomo più virtuoso non è forse quello che agisce con prudenza? Assecondare il proprio desiderio senza moderarlo equivale a una servitù senza soddisfazione, un'illusione di libertà a fronte di un'effettiva dipendenza. Io scelgo la mora tettona. :)
 
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Apart

New member
Le mie domande sono per Zefiro:

1.

E' meglio andare in una casa in pianto
che andare in una casa in festa
perchè quella è la fine d'ogni uomo
e chi vive ci rifletterà.
E' preferibile la mestizia al riso,
perchè sotto un triste aspetto il cuore è felice.

Qoèlet (7,2-3)

Vorrei un tuo parere su quanto è scritto.

2. In un intervista l'intervistato, alla domanda "cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori?", risponde: "mi hanno insegnato ad assaggiare tutto". Come interpreti questa frase?

3. Stessa domanda che ho rivolto anche a Sergio: la felicità cade solo nell'attimo o si può dire anche che la felicità la si guadagna nel corso di una vita intera?
 
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Sopraesistito

Black Cat Member
A chiunque se la senta di rispondere:

Se dovessi scegliere una persona da uccidere, una da far nascere e una da salvare chi sceglieresti? (Domanda da interpretare in qualsiasi modo si voglia)
 

Zefiro

da sudovest
Le mie domande sono per Zefiro:
1. E' meglio andare in una casa in pianto
che andare in una casa in festa
perchè quella è la fine d'ogni uomo
e chi vive ci rifletterà.
E' preferibile la mestizia al riso,
perchè sotto un triste aspetto il cuore è felice.
Qoèlet (7,2-3)
Vorrei un tuo parere su quanto è scritto.

2. In un intervista l'intervistato, alla domanda "cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori?", risponde: "mi hanno insegnato ad assaggiare tutto". Come interpreti questa frase?

3. Stessa domanda che ho rivolto anche a Sergio: la felicità cade solo nell'attimo o si può dire anche che la felicità la si guadagna nel corso di una vita intera?

Eccomi! Sorry per il ritardo ma ero fuori e mi fallava tempo e linea stabile a sufficienza per rispondere a dovere.

Prima
Non credo che la mestizia sia preferibile al riso o che necessariamente un cuore felice sia celato dietro un triste aspetto, certamente non è conditio sine qua non.
Credo sia meglio andare in entrambe le case, o meglio, non impostare la propria esistenza evitando l’una o rimuovendo l’altra, tentazioni che a seconda del sentire personale sono entrambe dietro ogni angolo. Nell’esistere c’è tutto ed a tutto è chiamato il nostro cuore. Togliere pezzi d’esistere, o semplicemente esser distratti verso un solo singolo tassello è segno d’idiozia nel peggiore dei casi, si perde molto del vivere nel migliore.

Seconda
Su quello che intendessero i miei genitori, come tutti i genitori del mondo credo, non ci sono dubbi, ci si riferisce al cibo. Per rispondere alla tua domanda però m’accorgo ora di possibili notevolissimi meta significati su cui mai avevo posto mente. Esortazione genitoriale, (si ponga mente all’immagine, si pensi a concretissimi volti nella vita i ciascuno di noi: un padre, una madre i nostri magari, o per chi ce l’ha i volti dei figli cui stiamo parlando, genitori che parlano ad un figlio, una figlia, quanto per loro di più importante…) a sperimentare il vivere, a non rinunciare, a capire, a cercare la pienezza di se. Assaggiare tutto. Bello. Si, lo trovo bello anche nel suo meta significato.
Con una riflessione importante a parer mio, anzi di più: vitale. Assaggiare per assaggiare, sperimentare qualsiasi cosa “tanto per” o “perché no” mi da una tristezza infinita. Assaggiare tutto ciò di cui intuiamo, seriamente, un possibile corrispondenza col cuore, un possibilità di crescita, magari di felicità, evitare di non assaggiare per distrazione. Assaggiare tutto tout court m’appare di contro come un’indecente e tristissimo capitolare di sé.

Terza
tutt'e due, verrebbe da dire. Ma troppo facile… dai Zef, puoi far meglio di così… Ok. L’attimo può certamente regalare la felicità, ben più spesso e facilmente può regalare un’emozione forte e profondissima. No, credo il discorso vada girato, preso dall’altro verso. Felicità è una parola immensa, richiede un rigore, un impegno implacabile, quasi sovrumano, di reale attenzione, anche qui, al nostro cuore a ciò che davvero desideriamo cosa questa non sempre ovvia da capire, anzi, tutt’altro. E sensi all’erta come un commando in territorio nemico per saper vedere se un imprevisto accade, se c’imbattiamo in una occasione di felicità per noi. Cose queste, entrambi difficili e faticosissime, per la più incredibile ed insidiosa delle ragioni: è più facile il contrario. Esser distratti e disattenti intendo: abbiamo sempre un milione di cose da fare. Tutte importantissime e inutili. Solo una implacabilità così che si prende cura con amore della sete del cuore nel corso d'una intera esistenza può dare una possibilità (non la certezza ahimè) alla felicità: stare in un posto e non desiderare d’essere altrove. Gli attimi verranno da sé.

Grazie per le tue domande OST14: molto belle davvero. :)

Mi prendo un attimo per pensare a domande e vittima :twisted:
 
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Zefiro

da sudovest
1.Occhiatina indietro. Ci sono passaggi discriminanti, sempre. Normalmente ci si rende di conto di questo solo retrospettivamente col senno del poi, non eravamo in grado di capirlo mentre li vivevamo. Ci fossimo comportati diversamente la nostra vita sarebbe stata diversa. Raccontaci un tuo passaggio. Meglio ancora se non uno qualsiasi ma “il” tuo passaggio.

2.“Le persone che hanno subito un danno sono le più pericolose: sanno che si può sopravvivere” J. Hart Il danno. Vorrei un tuo commento su questa frase.

3.Una cena con amici veri, tenta allegria, o un bicchiere di birra, soli, con un amico, una amica, chiacchierando la sera tardi, o magari in silenzio? Segmenti del vivere belli ed irrinunciabili entrambi. Ma dovendo scegliere?

Le domande sono per Darida :mrgreen:

PS alla domanda 1, solo a quella, se necessario si può rispondere: no comment. :)
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Domande per Carcarlo:
1) sono rimasta sconvolta per tutte le recensioni che hai fatto in cosi poco tempo! ma come hai fatto?
2) ho letto che avevi viaggiato per lavoro: ti piace viaggiare per lavoro? perche'?
3) cita tre qualita' che secondo te hanno le donne rispetto agli uomini

Ciao Jeanne,
ti avevo risposto un po' frettolosamente un paio di gg fa.
Vorrei ripartire da dove avevo lasciato in sospeso ma non trovo più la risposta.
Chissà dov'è finita!
Ricomincio da capo.

A. Mi stanno licenziando, perciò ho un po' + di tempo libero.

B. Mi è sempre piaciuto viaggiare. Viaggiare per lavoro consente di entrare in contatto con le persone e relative culture in maniera diversa che non da turista. I viaggi più:
> Affascinanti - parola del piffero! : Brasile e Turchia;
> Divertenti: Spagna e Portogallo;
> Indimenticabili: Cuba e in Nigeria (Biafra, da non ripetere, grazie)
> Da ridere e/o piangere dal punto di vista professionale: Finlandia, Svezia e Giordania
In passato mi piaceva di più perchè ero single e più desideroso di conoscere nuovi posti.
Adesso, avendo famiglia, ho di meglio da fare che non il Faussone (vedi la Chiave a stella di P. Levi) della situazione.

C. Tre qualità delle donne vs gli uomini?
1. mi piacete, ma essendo impegnato in maniera definitiva, non conta.
2. fate i bambini e il latte: io ho provato ma non ci sono riuscito.
3. ? Per il resto mi sembra che abbiate i ns stessi difetti anche se, sotto minaccia, potrei dire che, forse, avete un pizzico più di pazienza.

Saluti
 

darida

Well-known member
1.Occhiatina indietro. Ci sono passaggi discriminanti, sempre. Normalmente ci si rende di conto di questo solo retrospettivamente col senno del poi, non eravamo in grado di capirlo mentre li vivevamo. Ci fossimo comportati diversamente la nostra vita sarebbe stata diversa. Raccontaci un tuo passaggio. Meglio ancora se non uno qualsiasi ma “il” tuo passaggio.

2.“Le persone che hanno subito un danno sono le più pericolose: sanno che si può sopravvivere” J. Hart Il danno. Vorrei un tuo commento su questa frase.

3.Una cena con amici veri, tenta allegria, o un bicchiere di birra, soli, con un amico, una amica, chiacchierando la sera tardi, o magari in silenzio? Segmenti del vivere belli ed irrinunciabili entrambi. Ma dovendo scegliere?

Le domande sono per Darida :mrgreen:

PS alla domanda 1, solo a quella, se necessario si può rispondere: no comment. :)

Ecchime caro Zefiro, pronta a rispondere a tutto :wink:

La prima risposta e', prevedibilmente, legata alla vita affettiva, e io non faccio eccezione.
Comunque:Quel giorno non avrei dovuto aprire il giornale e leggervi il messaggino nascosto, ma me ne accorsi mentre lo scriveva, e al momento mi sembro' un gesto tanto carino
....che bella questa sensazione di leggerezza nel cuoricino contento :) (azie Zef!)

E passiamo alla seconda domanda
Mmmh, se fa parte delle serie: quel che non ammazza fortifica, io non faccio mai abbastanza tesoro, sopravvivo ma non rappresento un pericolo per nessuno. Tengo le distanze e rimuovo.Se qualche squalo mi nuota intorno non sempre me ne accorgo in tempo utile :roll: ma sono arrivata fin qui cosi', non credo di voler cambiare

E per ultima, ma non meno interessante delle precedenti:
La mia amica del cuore, chiacchiere mirate :mrgreen: fino allo stordimento della mente e all'esaurimento delle corde vocali,birra per stimolare la parlantina, per il silenzio le amiche non sono contemplate. :)

Soddisfatto Zefiro?

Penso alle domande con calma e ritorno :)
 
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