Citazioni (fino al cap XII della seconda parte)
Sembra che finora tutte siamo state colpite positivamente da Levin :wink:.
La prima citazione sottolineata (già riportata da isola) nella mia traduzione è così:
Ma in questo sta lo scopo della civiltà: di tutto fare un piacere (Stepan)
Bé, se questo è lo scopo, vorrei essere un selvaggio (Levin)
Tu hai tutto davanti a te (Stepan)
Perché, tu hai tutto dietro di te? (Levin)
No, forse non dietro di me, ma tu hai l'avvenire mentre io ho il presente, e piuttosto traballante (Stepan)
Vi sono uomini che, incontrando un rivale fortunato in qualsiasi cosa, sono pronti subito a ignorare tutto ciò che di buono c'è in lui e in lui vedere soltanto il male; vi sono uomini che, al contrario, più d'ogni altra cosa desiderano trovare nel loro rivale fortunato le qualità con cui egli li ha vinti e in lui cercano, con una fitta di dolore al cuore, soltanto il bene. Levin apparteneva a questi uomini.
No, tu non te ne andrai da noi e non sarai un altro, ma resterai quale eri: con i dubbi, con l'eterna scontentezza di te, con i vani tentativi di correggerti e le cadute e l'eterna attesa di una felicità che non hai e che per te è impossibile (lo dice Levin a se stesso)
Anna sorrise. Aveva capito che egli aveva detto questo appunto per mostrare che le considerazioni di parentela non potevano trattenerlo nel manifestare la propria opinione sincera. Conosceva questo tratto in suo marito e le piaceva.
Nel suo mondo di Pietroburgo tutte le persone si dividevano in due specie assolutamente opposte. Una specie inferiore: persone volgari, stupide e soprattutto ridicole, che credono che un marito solo debba vivere con una moglie sola, con la quale è sposato; e che una ragazza debba essere innocente, la moglie pudica, l'uomo virile, temperato e fermo; che bisogna educare i figlioli, guadagnarsi il proprio pane, pagare i debiti, e altre sciocchezze del genere. Questa era la specie degli uomini fuori di moda, e ridicoli. Ma c'era un'altra specie di uomini, uomini veri, di cui facevano parte loro tutti, nella quale bisognava soprattutto essere eleganti, belli, magnanimi, audaci, allegri, darsi ad ogni passione senza arrossire, e ridere di tutto il resto. (Vronskij)
Aleksej Aleksandroviè non era geloso. La gelosia, secondo la sua convinzione, offende la moglie, e nella moglie si deve aver fiducia. Perché si dovesse aver fiducia, cioè la piena sicurezza che la sua giovane moglie l'avrebbe sempre amato, egli non se lo domandava; ma non sentiva sfiducia
perché aveva fiducia, e diceva a se stesso che bisognava averne.
No, adesso non posso pensare a questo; dopo, quando sarò più tranquilla. Ma questa tranquillità per pensieri non veniva mai. (Anna)