Figli...

Lin89

Active member
Io lo so che in questo forum ho condiviso poco di me e della mia vita, almeno direttamente, con le parole. A volte l'ho fatto con la musica, una poesia, un film, ma non è proprio la stessa cosa. Adoro i forum anche per questo, puoi partecipare senza metterti in gioco direttamente.
E devo ammettere che io questo thread l'ho evitato come la peste per giorni interi, di proposito. Perché provengo e sono dentro un periodo un po' particolare, è come se stessi rinascendo, sto mutando, forse sto solo crescendo e l'argomento genitori/figli è un argomento vivo in me, tumultuoso, capace di farmi cambiare umore in un battito di ciglia. Ma ora condivido, se non altro perchè ho letto le vostre esperienze e mi sento un po' in dovere di farvi leggere la mia, ristabilendo la parità tra me e voi.

La mia situazione da figlia è uguale a quella di Betty e di Hotwireless (che ringrazio perchè ha trovato le parole giuste che cercavo da tempo "crescere con la morte nel cuore", morte non solo in senso metaforico, ma non condivido oltre, non lo riterrei giusto). Il lato materiale e pratico, pragmatico non mi è mai mancato e mai mancherà, probabilmente perchè non l'hanno avuto loro da piccoli e giustamente non vogliono che i figli subiscano la stessa sorte. Non che ci abbiano concesso tutto, anzi (in famiglia siamo tre figli, due maschi e io); ci hanno educato al sacrificio, al non sprecare mai nulla, al valore del denaro e via dicendo. Il lato affettivo è stato ed è pressochè inesistente. Il semplice "come stai?" non è mai stato pronunciato, ma non per mancanza di interesse, ma perchè la loro educazione, sia quella che gli hanno imposto i miei nonni sia quella che loro hanno imposto a noi, semplicemente non lo prevede. E aggiungerei che c'è come una sorta di pudore, di prudenza su questo argomento. Aggiungo la completa mancanza di dialogo e il cocktail è pronto. L'affetto lo hanno sempre dimostrano diversamente, per esempio nel piatto pronto che ci fanno trovare ogni volta che torniamo a casa (io e mio fratello maggiore abitiamo fuori casa), nell'interesse se ho o meno abbastanza vestiti, coperte, se ho troppo freddo a Firenze, se vado dal medico anche solo per un raffreddore.
A modo loro mi vogliono bene ed è questo il problema, a modo loro...
E ringrazio nuovamente Hotwireless che ha trasposto nella realtà un dialogo con i miei genitori che ho creato nella mia mente, facendomi rendere conto che appunto andrebbe davvero così se ci parlassi.
A modo loro...
A modo mio, devo accettarlo e accettare loro. Punto. Senza più alcuna discussione. Ma mi è ancora molto difficile, me ne rendo conto scrivendolo.
E mi rendo conto che per loro magari è difficile accettare me. Non sono mica la figlia perfetta, ci mancherebbe, anzi non ho risposto neanche minimamente alle loro aspettative e speranze, ne sono sicura... ma il punto è che non vedo un reale tentativo di compromesso tra me e loro, un venirsi incontro non c'è e allora li percepisco un po' come "una palla al piede" (scusate la metafora, è brutta, ma non trovo altro modo per esprimermi), un peso da trascinare quando in realtà voglio spiccare il volo, camminare con le mie gambe, correre lontano e scoprire il mondo perchè quello che ho conosciuto finora non mi basta.
E allora l'unica soluzione è imparare a non sentirmi in colpa per loro e nei loro confronti...
Citando uno scrittore senese studiato all'università, Federigo Tozzi, che scriveva alla sua fidanzata: "Perchè fare i figlioli crocifissi?"
Ma anche questo non è di facile assimilazione e accettazione...

Per quanto riguarda l'essere genitori... diciamo per il momento solo che sono contenta di leggere delle esperienze positive in tal senso... magari un'altra volta scriverò come la penso. :)
 
Ultima modifica:

Jessamine

Well-known member
Ecco, ne approfitto di questa bella deriva "catechistica" che sta prendendo il post per parlare invece della mia condizione di figlia, prendendo proprio spunto da questo argomento.
I miei genitori possono avere tanti difetti, ma non smetterò mai di ringraziarli per avermi insegnato ad usare la mia testa. Sono nata in una famiglia atea, sono stata battezzata a due anni e mezzo solo per "dare pace" a mio nonno che in fin di vita avrebbe voluto vedermi "sistemata" (poi, va be', il furbetto ha stretto i denti ed è arrivato a vedermi diplomata). Poi mi hanno sempre spiegato quello che sapevano sulla religione, con tanto rispetto, cercando per quanto possibile di spiegarmi per quale motivo loro la domenica non andassero a messa come la gran parte dei genitori dei miei compagni di scuola. Ovviamente in qualche modo mi hanno sempre influenzata da questo punto di vista, ma ricordo benissimo che al momento di iscrivermi al catechismo mi hanno presa da parte e mi hanno detto che dovevo essere io a scegliere, ma soprattutto che una mia scelta non sarebbe stata "per sempre", che avrei sempre potuto tornare indietro e intraprendere anche la strada contraria, la cosa importante sarebbe stata essere sincera con me stessa. Insomma, io poi a catechismo non ci sono andata, ma ora, con una consapevolezza sicuramente diversa da quella che avevo in prima elementare, so che hanno sempre, sempre cercato di darmi gli strumenti per capire da sola che strada volessi seguire.
E, insomma, questo in ogni aspetto della mia vita, dalla scelta della scuola superiore alle scelte su che tipo di persona voglio essere.
E in fondo ora mi rendo conto della fatica che hannl dovuto fare per cercare di essere sempre presenti nella mia vita, presenti per davvero, nonostante il poco tempo che avevano a disposizione: fino alla terza media infatti ho praticamente vissuto con i miei nonni, perché i miei genitori lavoravano tutto il giorno, mi portavano a casa loro alle 7 del mattino e mi venivano a riprendere dopo cena. Eppure non ricordo di aver mai sofferto per questo, o di aver mai sentito la loro mancanza (forse perché avevo dei nonni fantastici che hanno saputo colmare tutte le mancanze), però un pochino sì, credo di averne risentito, più che altro per l'intimità che con loro fatico a raggiungere: mi apro poco, tendo a tenermi tutto dentro anche quando so che loro vorrebbero sentirmi più vicina, ma non so, per quanto voglia loro davvero bene, non riesco ad aprirmi.
 

maclaus

Active member
Da bambino, per anni i miei si sono sacrificati per buttar tutti giù dal letto presto domenica mattina, tirarsi a lucido e recarsi digiuni per la comunione in parata alla messa, di cui ricordo frasi senza senso in latino, il vestito buono dismesso da mio fratello grande, in cui stavo dentro due volte, e le piaghe provocate ai piedi da assurde scarpe in vernice.
E sempre vi era qualcuno che parlava a nome di dio per redimere i nostri peccati, eletto da chi si è da sempre autonominato suo rappresentante in terra, arrogandosi il diritto di scagliare la prima pietra, e la seconda, e la terza...
Bello che si festeggi il ritorno del figliol prodigo, addirittura sgozzando il vitello grasso, ma nulla si dica dell'altro che, rimasto sempre fedele, altro aveva fatto che il proprio dovere...
No, non è un intervento fuori tema, avendo anzi molto a che vedere su come possano essere messi i genitori nelle condizioni di allevare i figli, in un mondo ove tutti ti guidano per mandato divino.
Grazie non ho bisogno delle omelie di alcuno. Già sto pagando penitenza sufficente per guadagnarmi, se ci sarà, un paradiso.
Pagamento in anticipo!

vedo con piacere che ti stai aprendo... vengono fuori "i traumi" adolescenziali causati da una errata "educazione cattolica" propinataci da tanti "preti-utili idioti" e da un bigottismo ereditato da secoli, purtroppo, di oscurantismo della nostra amata Madre Chiesa... Curiosamente è da anni che "combatto" con mia moglie per la parabola del figliol prodigo: anche lei, come te e tanti altri, non la manda giù :? "Ma come? quello si è comportato sempre bene e non gli dai neanche 'na gallina spelacchiata? Quell'altro s'è magnato pure l'anima de li mortacci sua e uccidi il vitello grasso? Troppo ingiusta 'sta parabola..." Perfettamente d'accordo. Sai quanti tomi e tomi sono stati scritti sul figliol prodigo? E, finalmente, da qualche anno, è stato cambiato il titolo: non più del figliol prodigo, bensì "Del Padre Misericordioso"... che già così, si capisce meglio:) Vedi, il protagonista della parabola è sempre stato il Padre, non il figlio scialacquone... Bisognava soltanto mettere in risalto la bontà del padre e spiegare come voleva fare Gesù che i frutti del nostro comportamento li raccoglieremo dall'altra parte, che l'amore chiama amore e solo l'amore deve essere la strada giusta per il nostro cammino... Le parabole sono allegorie, sono "fatterelli" che Gesù usava per far capire ai sempliciotti... ma i "Dottori" della Chiesa le hanno capite più tardi dei sempliciotti a cui erano destinate...
E' molto più facile che tu sia già in paradiso che qualcuno dei sapientoni che scorrazzano per i corridoi del Vaticano... ma anche per loro (per fortuna) la strada si sta mettendo in salita... :YY:YY:YY
 

Lin89

Active member
Tu non lo sai, amico mio, ma la fede è già dentro di te...

Scusami maclaus, ma questa frase la trovo una grandissima mancanza di rispetto nei confronti della spiritualità (o mancanza d'essa) e dell'intelligenza di un essere umano. Non voglio creare nessun flame eh, ci mancherebbe. Esprimo solo un mio parere nei confronti della frase e non di te in quanto persona, che sicuramente l'hai scritta in buona fede e in rappresentanza di qualcosa in cui credi veramente. :)
E' il solito problema di chi ha appunto fede, crede di sapere la verità mentre chi fa una scelta differente (perchè questa sì che è una scelta di vita) non lo sa o non vuole saperlo o fa finta di non saperlo.
Hotwireless non mi sembra un tipo che non riflette sulle cose, soprattutto se importanti come questa e tante altre. Avrà pieno possesso delle sue facoltà per decidere da che parte stare e non è solo questione di "un'errata educazione cattolica".
Lo dico perchè mi sento toccata da vicino, quella frase me la sento ripetere da anni.

Abbasso l'evangelizzazione.
Viva la diversità. :YY
 

maclaus

Active member
Scusami maclaus, ma questa frase la trovo una grandissima mancanza di rispetto nei confronti della spiritualità (o mancanza d'essa) e dell'intelligenza di un essere umano. Non voglio creare nessun flame eh, ci mancherebbe. Esprimo solo un mio parere nei confronti della frase e non di te in quanto persona, che sicuramente l'hai scritta in buona fede e in rappresentanza di qualcosa in cui credi veramente. :)
E' il solito problema di chi ha appunto fede, crede di sapere la verità mentre chi fa una scelta differente (perchè questa sì che è una scelta di vita) non lo sa o non vuole saperlo o fa finta di non saperlo.
Hotwireless non mi sembra un tipo che non riflette sulle cose, soprattutto se importanti come questa e tante altre. Avrà pieno possesso delle sue facoltà per decidere da che parte stare e non è solo questione di "un'errata educazione cattolica".
Lo dico perchè mi sento toccata da vicino, quella frase me la sento ripetere da anni.

Abbasso l'evangelizzazione.
Viva la diversità. :YY

lungi da me la mancanza di rispetto verso la spiritualità e l'intelligenza dell'essere umano :? Andrea ha capito senz'altro il senso della mia frase e non mi permetterei mai di "sminuire" la sue facoltà intellettive. Queste di oggi sono "schermaglie" dialettiche, con Hot, derivanti da precedenti "discussioni" tra me e lui e che forse non ti sono sembrate chiare, non conoscendo il pregresso "carteggio" tra di noi...
Io non voglio fare catechismo in questa sede... scusatemi. Mi ero già accorto prima (vedi post precedente) che stavamo uscendo fuori dal seminato...:ad:
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Ecco, ne approfitto di questa bella deriva "catechistica" che sta prendendo il post per parlare invece della mia condizione di figlia, prendendo proprio spunto da questo argomento.
Non entravo in questo topic da molto tempo e prendo in prestito le parole della cara Jess per dire la mia su questo punto, che mi tocca sempre molto intimamente.

Breve quadro del contesto in cui vivo e sono vissuta: il mio è un paesino sperdutissimo, 5300 anime, tutti sanno tutto di tutti, comunità chiusa e ripiegata su se stessa. Vige il "devi assolutamente comportarti in questa maniera, sennò gli altri che devono dire/pensare?". Chi fa, chi pensa, chi agisce diversamente è tacciato, appunto, di diversità. E si sa che la diversità spaventa, perchè non viene compresa, e automaticamente esclusa.

La mia famiglia non è da meno: comportiamoci in questo determinato modo, così saremo una famiglia "normale" e nessuno potrà dire nulla su di noi. Ovviamente, la religione occupa un posto importante nella vita di qualsiasi famiglia che si rispetti, anche se di facciata (piccolo particolare...). Come figlia, ho avuto cuncta solita, cioè tutti i sacramenti normali di ogni bambino. I miei genitori non si sono mai posti il problema di chiedermi quale fosse il mio pensiero a riguardo, semplicemente perchè loro una seconda opzione non la contemplano. Si fa così e basta, perchè tutti fanno così.

Io sono sempre stata insofferente alle regole, specie se attenevano al mio mondo spirituale. Da grande, poi, ho avuto modo di intraprendere determinati percorsi interiori che mi hanno portata ad essere decisamente, fieramente e totalmente atea. I miei questo non lo accettano, perchè l'accettazione implica la comprensione. Per loro sono "la figlia strana" e anche oggi, a 26 anni suonati, quando con qualcuno parlo di religione e in loro presenza, abbassano lo sguardo. A me questo ferisce (rectius: feriva), perchè dimostrano di non fare neanche mezzo passo verso di me.

Il fatto di dover crescere e vivere in quest'aura di mediocrità e ottusità perenne e strisciante non lo sopporto. Parola d'ordine, almeno la mia: libertà.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Avrei tantissime cose da dire, incrociando quanto detto sin qui soprattutto da Mac con le altre amiche, con me un po' come dire nel mezzo.
Voglio però in questo post specifico astenermi, per dedicarlo tutto intero a queste tre ragazze fantastiche, che già sapevo valide persone, ma che aprendosi in questo 3D mi hanno reso orgoglioso di vantare la loro amicizia -se pure "solo" virtuale- lasciando scoprire di se stesse un'interiorita' profonda, sensibile e profondamente vissuta e sofferta, ben lungi dalla banale vuota superficialità che sommariamente e presuntuosamente le nostre generazioni attribuiscono ai giovani.
Credo che qualsiasi dio sarebbe al settimo cielo (vabbe, non rinuncio alle battute!) se al posto di ogni mille pedanti fedeli bigotti e intransigenti su cose che essi stessi non capiscono e sostengono per tradizione e partito preso, vi fosse una di queste ragazze che proprio causa certa chiesa si definiscono esse stesse atee, ma che in realtà hanno dentro di loro l'essenza di qualunque sia il dio percepito dall'uomo.
E credo che anche il buon Mac abbia nulla che eccepire.

Magenta, Lin e Jessamine ...
GRAZIE
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
vedo con piacere che ti stai aprendo... vengono fuori "i traumi" adolescenziali causati da una errata "educazione cattolica" propinataci da tanti "preti-utili idioti" e da un bigottismo ereditato da secoli, purtroppo, di oscurantismo della nostra amata Madre Chiesa... Curiosamente è da anni che "combatto" con mia moglie per la parabola del figliol prodigo: anche lei, come te e tanti altri, non la manda giù :? "Ma come? quello si è comportato sempre bene e non gli dai neanche 'na gallina spelacchiata? Quell'altro s'è magnato pure l'anima de li mortacci sua e uccidi il vitello grasso? Troppo ingiusta 'sta parabola..." Perfettamente d'accordo. Sai quanti tomi e tomi sono stati scritti sul figliol prodigo? E, finalmente, da qualche anno, è stato cambiato il titolo: non più del figliol prodigo, bensì "Del Padre Misericordioso"... che già così, si capisce meglio:) Vedi, il protagonista della parabola è sempre stato il Padre, non il figlio scialacquone... Bisognava soltanto mettere in risalto la bontà del padre e spiegare come voleva fare Gesù che i frutti del nostro comportamento li raccoglieremo dall'altra parte, che l'amore chiama amore e solo l'amore deve essere la strada giusta per il nostro cammino... Le parabole sono allegorie, sono "fatterelli" che Gesù usava per far capire ai sempliciotti... ma i "Dottori" della Chiesa le hanno capite più tardi dei sempliciotti a cui erano destinate...
E' molto più facile che tu sia già in paradiso che qualcuno dei sapientoni che scorrazzano per i corridoi del Vaticano... ma anche per loro (per fortuna) la strada si sta mettendo in salita... :YY:YY:YY
Vabbeh, rimane chiaro che sembriamo un po' la parodia di Peppone e don Camillo, e che ci scorniamo con una chiarezza che ci fa intravvedere laggiù in fondo qualche possibilità di identificazione dei reciproci obiettivi, tu nell'ambito di una chiesa che cerchi di togliere dalla naftalina, io nell'accezione che dovendosi comportare bene l'essere umano per maturità e rispetto reciproco, lasci il potere temporale alla politica e alle leggi, rivalutando la religiosità intima in ciascuno di noi.
Il tutto senza uscire dalla considerazione che tali argomenti sono uno dei pilastri dei rapporti tra le generazioni.
Approvo molto la "sportività" piuttosto moderna di Mac, secondo atteggiamenti oggi intrapresi anche dalla stessa chiesa, in cerca di un rinnovamento che il tempo ci dirà se era solo di immagine o sincero.
Ma già mi trovo a dissentire quando, nell'intento di apparire illuminati, i teologi spostano l'asse della parabola dal figliol prodigo al padre, per sottolineare la misericordia di dio e che i frutti del nostro comportamento li raccoglieremo dall'altra parte... A me non serve la misericordia di chi ha creato tanta tristezza. Di cosa vorrebbe farmi sentire colpevole? Io, povero essere minuscolo e insignificante ...
E a cosa mi serve raccogliere i frutti in un ipotetico aldilà!?
La vita è qui, adesso, e se mi comporto bene non è perché miro ad un premio: questo è un discorso da immaturi o peggio ruffiani. O da chi china la testa davanti ai prepotenti, che tanto loro poi verranno puniti con le fiamme eterne... deboli schiavi frustrati.
 

maclaus

Active member
Vabbeh, rimane chiaro che sembriamo un po' la parodia di Peppone e don Camillo, e che ci scorniamo con una chiarezza che ci fa intravvedere laggiù in fondo qualche possibilità di identificazione dei reciproci obiettivi, tu nell'ambito di una chiesa che cerchi di togliere dalla naftalina, io nell'accezione che dovendosi comportare bene l'essere umano per maturità e rispetto reciproco, lasci il potere temporale alla politica e alle leggi, rivalutando la religiosità intima in ciascuno di noi.
Il tutto senza uscire dalla considerazione che tali argomenti sono uno dei pilastri dei rapporti tra le generazioni.
Approvo molto la "sportività" piuttosto moderna di Mac, secondo atteggiamenti oggi intrapresi anche dalla stessa chiesa, in cerca di un rinnovamento che il tempo ci dirà se era solo di immagine o sincero.
Ma già mi trovo a dissentire quando, nell'intento di apparire illuminati, i teologi spostano l'asse della parabola dal figliol prodigo al padre, per sottolineare la misericordia di dio e che i frutti del nostro comportamento li raccoglieremo dall'altra parte... A me non serve la misericordia di chi ha creato tanta tristezza. Di cosa vorrebbe farmi sentire colpevole? Io, povero essere minuscolo e insignificante ...
E a cosa mi serve raccogliere i frutti in un ipotetico aldilà!?
La vita è qui, adesso, e se mi comporto bene non è perché miro ad un premio: questo è un discorso da immaturi o peggio ruffiani. O da chi china la testa davanti ai prepotenti, che tanto loro poi verranno puniti con le fiamme eterne... deboli schiavi frustrati.

La vita è adesso, nel vecchio albergo della terra
e ognuno in una stanza, in una storia... il buon, a me tanto caro Claudione...

Sei grande Hot... è da tanto tempo che non avevo un interlocutore formidabile come te...:ad::ad::ad:

Approfitto dell'occasione per chiarire alle "ragazze atee" che io sono totalmente solidale con loro e che la mia "battaglia teologica" la combatto dall'interno...
I concetti qui da me esposti (pochi e forzatamente "ristretti") li difendo anche davanti a fior di sacerdoti e vescovi... e non crediate che i miei pensieri siano tanto lontani dai vostri...:YY:YY:YY:HIPP
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Dopo aver letto queste 4 pagine, ho gli occhi lucidi! :OO
Questo forum è davvero pieno di belle persone ed è davvero un peccato conoscervi solo virtualmente! :ad:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
in attesa di scrivere cose più "serie", chiedo ai genitori con più esperienza: è proprio necessaria la fase in cui l'argomento preferito di conversazione del frugoletto è "cacca- scorreggette- muco- cagole- spussette"???? :W:W:W

PS altro che corsi di yoga e meditazione... non c'è nessun "OM" che valga il potere distensivo e rigenerante del restare (caso mai più di mezz'ora) a spingere il proprio figlio sull'altalena... :sbav:

@Betty: colpa tua!!!! eravamo a 30 metri di distanza mentre visitavi il Museo degli Strumenti musicali!!!! :p :mrgreen: :wink:
 

maclaus

Active member
vorrei chiarire adesso, così rientriamo anche un pò nel thread, il senso della frase che ho rivolto al mio amico Hot e che ha suscitato perplessità, in particolare a Lin89: "la fede è già dentro di te". Con tale affermazione intendo esprimere il concetto che è alla base del mio essere cristiano. Per me, la frase fondamentale, detta da Gesù, che dà un senso a tutto il cristianesimo è questa: "chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli".
L'uomo prima di diventare adulto è stato bambino. Tutti, indistintamente, siamo stati bambini.
I bambini pensano sempre a giocare e per loro il mondo è sempre bello, anche quando piove, basta giocare. I bambini piangono quando gli si nega qualcosa a cui ci tengono. I bambini non hanno il senso della responsabilità e si fidano ciecamente di chi si prende cura di loro. I bambini sono possessivi, ma sanno mettere tutto in comune quando si tratta di giocare. I bambini non conoscono la malizia. I bambini sono innocenti e puri.
Il guaio siamo noi quando diventiamo adulti, perché perdiamo l'innocenza e l'ingenuità e ci facciamo maliziosi nei confronti di tutti, condizionando i bambini che ci osservano. Da adulti dimentichiamo tutto quello che siamo stati e siamo capaci di compiere ogni tipo di nefandezza nei confronti dei bambini… quindi contro quello che siamo noi stessi, ergo ci facciamo male da soli... La fede è già dentro di noi, da sempre... poi la perdiamo perchè smettiamo di essere bambini... Gesù promette il regno dei cieli al bambino, non all'adulto... o meglio, a chi da adulto saprà rimanere bambino dentro.
Mia figlia che ha nove anni e mezzo ancora crede a Babbo Natale... e io cercherò di farle credere che esiste fino a più tardi possibile! I compagni di scuola la prendono in giro, gli "altri adulti" le dicono "ma credi ancora alle sciocchezze che ti dice tuo padre?" ecco: è il principio della fine... la fine dell'innocenza, la fine dei sogni, la fine del tempo spensierato... Le comincerà ad entrare nel cervello il dubbio, la malizia, la menzogna, il peggio che le verrà propinato dagli "adulti".
La fede che è dentro di lei pian piano si trasformerà in dubbi e domande. E sarà solo l'amore che potrà aiutarla. L'amore che riceverà e che darà nel corso della sua vita... già, l'Amore: l'unica cosa che possediamo realmente e l'unica cosa che potremo portare con noi nell'altra vita...
 

darida

Well-known member
in attesa di scrivere cose più "serie", chiedo ai genitori con più esperienza: è proprio necessaria la fase in cui l'argomento preferito di conversazione del frugoletto è "cacca- scorreggette- muco- cagole- spussette"???? :W:W:W

...

@Betty: colpa tua!!!! eravamo a 30 metri di distanza mentre visitavi il Museo degli Strumenti musicali!!!! :p :mrgreen: :wink:

non è necessaria, è inevitabile :mrgreen: meno importanza gli dai prima gli passa, se ti metti a discutere con lui sull'indelicatezza dell'argomento, è finita :wink:
 

darida

Well-known member
vorrei chiarire adesso, così rientriamo anche un pò nel thread, il senso della frase che ho rivolto al mio amico Hot e che ha suscitato perplessità, in particolare a Lin89: "la fede è già dentro di te". Con tale affermazione intendo esprimere il concetto che è alla base del mio essere cristiano. Per me, la frase fondamentale, detta da Gesù, che dà un senso a tutto il cristianesimo è questa: "chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli".
L'uomo prima di diventare adulto è stato bambino. Tutti, indistintamente, siamo stati bambini.
I bambini pensano sempre a giocare e per loro il mondo è sempre bello, anche quando piove, basta giocare. I bambini piangono quando gli si nega qualcosa a cui ci tengono. I bambini non hanno il senso della responsabilità e si fidano ciecamente di chi si prende cura di loro. I bambini sono possessivi, ma sanno mettere tutto in comune quando si tratta di giocare. I bambini non conoscono la malizia. I bambini sono innocenti e puri.
Il guaio siamo noi quando diventiamo adulti, perché perdiamo l'innocenza e l'ingenuità e ci facciamo maliziosi nei confronti di tutti, condizionando i bambini che ci osservano. Da adulti dimentichiamo tutto quello che siamo stati e siamo capaci di compiere ogni tipo di nefandezza nei confronti dei bambini… quindi contro quello che siamo noi stessi, ergo ci facciamo male da soli... La fede è già dentro di noi, da sempre... poi la perdiamo perchè smettiamo di essere bambini... Gesù promette il regno dei cieli al bambino, non all'adulto... o meglio, a chi da adulto saprà rimanere bambino dentro.
Mia figlia che ha nove anni e mezzo ancora crede a Babbo Natale... e io cercherò di farle credere che esiste fino a più tardi possibile! I compagni di scuola la prendono in giro, gli "altri adulti" le dicono "ma credi ancora alle sciocchezze che ti dice tuo padre?" ecco: è il principio della fine... la fine dell'innocenza, la fine dei sogni, la fine del tempo spensierato... Le comincerà ad entrare nel cervello il dubbio, la malizia, la menzogna, il peggio che le verrà propinato dagli "adulti".
La fede che è dentro di lei pian piano si trasformerà in dubbi e domande. E sarà solo l'amore che potrà aiutarla. L'amore che riceverà e che darà nel corso della sua vita... già, l'Amore: l'unica cosa che possediamo realmente e l'unica cosa che potremo portare con noi nell'altra vita...

questo va bene se tu accetti che l'altra parte, quale che sia il tuo interlocutore, ti risponda: "no, la fede non è dentro di me." Non puoi perdere quello che non hai, e non confonderei il concetto di fede con amore :)
(ma siamo palesementein Ot. argomento delicato, una precisazione del mio punto di vista al volo e mi ritiro :wink:)
 

maclaus

Active member
questo va bene se tu accetti che l'altra parte, quale che sia il tuo interlocutore, ti risponda: "no, la fede non è dentro di me." Non puoi perdere quello che non hai, e non confonderei il concetto di fede con amore :)
(ma siamo palesementein Ot. argomento delicato, una precisazione del mio punto di vista al volo e mi ritiro :wink:)

questo è il MIO concetto di fede. Fede=Amore:)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
vorrei chiarire adesso, così rientriamo anche un pò nel thread, il senso della frase che ho rivolto al mio amico Hot e che ha suscitato perplessità, in particolare a Lin89: "la fede è già dentro di te". Con tale affermazione intendo esprimere il concetto che è alla base del mio essere cristiano. Per me, la frase fondamentale, detta da Gesù, che dà un senso a tutto il cristianesimo è questa: "chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli".
L'uomo prima di diventare adulto è stato bambino. Tutti, indistintamente, siamo stati bambini.
I bambini pensano sempre a giocare e per loro il mondo è sempre bello, anche quando piove, basta giocare. I bambini piangono quando gli si nega qualcosa a cui ci tengono. I bambini non hanno il senso della responsabilità e si fidano ciecamente di chi si prende cura di loro. I bambini sono possessivi, ma sanno mettere tutto in comune quando si tratta di giocare. I bambini non conoscono la malizia. I bambini sono innocenti e puri.
Il guaio siamo noi quando diventiamo adulti, perché perdiamo l'innocenza e l'ingenuità e ci facciamo maliziosi nei confronti di tutti, condizionando i bambini che ci osservano. Da adulti dimentichiamo tutto quello che siamo stati e siamo capaci di compiere ogni tipo di nefandezza nei confronti dei bambini… quindi contro quello che siamo noi stessi, ergo ci facciamo male da soli... La fede è già dentro di noi, da sempre... poi la perdiamo perchè smettiamo di essere bambini... Gesù promette il regno dei cieli al bambino, non all'adulto... o meglio, a chi da adulto saprà rimanere bambino dentro.
Mia figlia che ha nove anni e mezzo ancora crede a Babbo Natale... e io cercherò di farle credere che esiste fino a più tardi possibile! I compagni di scuola la prendono in giro, gli "altri adulti" le dicono "ma credi ancora alle sciocchezze che ti dice tuo padre?" ecco: è il principio della fine... la fine dell'innocenza, la fine dei sogni, la fine del tempo spensierato... Le comincerà ad entrare nel cervello il dubbio, la malizia, la menzogna, il peggio che le verrà propinato dagli "adulti".
La fede che è dentro di lei pian piano si trasformerà in dubbi e domande. E sarà solo l'amore che potrà aiutarla. L'amore che riceverà e che darà nel corso della sua vita... già, l'Amore: l'unica cosa che possediamo realmente e l'unica cosa che potremo portare con noi nell'altra vita...

Sul fatto che bisognerebbe per certi aspetti aver la capacità di tornare bambini te l'appoggio. Senza però rimanerlo veramente, perché si sarebbe materia per validi specialisti ...

E non è vero che smettendo di credere a babbo natale finisce l'innocenza, altrimenti in paradiso ci andrebbero solo i deficienti.
Magari è un bene se da quel tipo di innocenza si passa all'età della consapevolezza: forse significa crescere e diventare adulti.

Che la fede sia amore, come affermi valga per te, non ho nulla in contrario.
Permettimi però di sostenere che l'amore, viceversa, non è necessariamente fede, concetto che sfocerebbe in un bigotto integralismo che tu stesso sostieni di contestare alla chiesa.

Che ridurrebbe i non praticanti una massa di figli di satana incapaci di sentimento...
O forse intendevi proprio questo?

A me piace che la discussione genitori figli sia estesa a tutti, a prescindere dalla religione, cosa per la quale avrai notato io stesso ho operato. Anche perché in Italia col cattolicesimo come altrove con altri credo, le due cose sono (purtroppo) imprescindibili.

Ma per favore non approfittiamone subito per farne occasione di propaganda e proselitismo, perché un forum non è luogo preposto per tali attività.

Non vi è bisogno di ossequiare i dettami di una fede religiosa perché i genitori allevino per il meglio i figli, e questi a loro volta crescano bene come persone.
Pur riconoscendo personalmente che la conoscenza di quei messaggi sia sicuramente propedeutica in maniera positiva sotto molti aspetti.
Ma rimanendo liberi di scegliere senza che gli altri ti considerino una pecorella smarrita da salvare. Da cosa!?

Hot
 

maclaus

Active member
Sul fatto che bisognerebbe per certi aspetti aver la capacità di tornare bambini te l'appoggio. Senza però rimanerlo veramente, perché si sarebbe materia per validi specialisti ...

E non è vero che smettendo di credere a babbo natale finisce l'innocenza, altrimenti in paradiso ci andrebbero solo i deficienti.
Magari è un bene se da quel tipo di innocenza si passa all'età della consapevolezza: forse significa crescere e diventare adulti.

Che la fede sia amore, come affermi valga per te, non ho nulla in contrario.
Permettimi però di sostenere che l'amore, viceversa, non è necessariamente fede, concetto che sfocerebbe in un bigotto integralismo che tu stesso sostieni di contestare alla chiesa.

Che ridurrebbe i non praticanti una massa di figli di satana incapaci di sentimento...
O forse intendevi proprio questo?

A me piace che la discussione genitori figli sia estesa a tutti, a prescindere dalla religione, cosa per la quale avrai notato io stesso ho operato. Anche perché in Italia col cattolicesimo come altrove con altri credo, le due cose sono (purtroppo) imprescindibili.

Ma per favore non approfittiamone subito per farne occasione di propaganda e proselitismo, perché un forum non è luogo preposto per tali attività.

Non vi è bisogno di ossequiare i dettami di una fede religiosa perché i genitori allevino per il meglio i figli, e questi a loro volta crescano bene come persone.
Pur riconoscendo personalmente che la conoscenza di quei messaggi sia sicuramente propedeutica in maniera positiva sotto molti aspetti.
Ma rimanendo liberi di scegliere senza che gli altri ti considerino una pecorella smarrita da salvare. Da cosa!?

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...premesso che io voglio salvare solo la tua di anima:YY, non voglio fare propaganda e proselitismo...
scherzi a parte, io non sono il nuovo messia e non voglio salvare nessuno e ancora mi chiedo perchè mi sono andato a "ficcare" in questo guaio...:?
Sarà che mi piace "parlare" con te di questi argomenti perchè non sei banale nelle tue considerazioni ai miei sproloqui:ad:
Ogni pecorella scegliesse il suo pastore... Io ho le mie certezze e le sto esternando senza nulla a pretendere (come direbbe Totò):)
Ho fatto un percorso nella mia vita. E sarebbe difficile condensarlo in poche righe (ecco perchè ci vorrebbe un buon bicchiere di vino e un bel focolare...).
Ti posso solo dire che le mie certezze derivano da esperienze personali inconfutabili... e, ripeto, l'Amore è il motore che fa girare questo vecchio mondo e fa pulsare il suo cuore affaticato...
Quindi, da me anche se mi insulterete, mi metterete alla berlina, avrete solo risposte impregnate d'Amore...:YY:D:HIPP:D
 
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