LXXI Gruppo di lettura - I miserabili di Victor Hugo

Zingaro di Macondo

The black sheep member
primi due capitoli

Sono abbagliato dalla bellezza di queste prime pagine.

Dopo aver divorato il primo capitolo, dedicato alla bellissima figura del vescovo Myriel, vorrei scrivere del secondo, il cui protagonista assoluto è Jean Vanjean. Che personaggio straordinario anche questo!

Hugo ci descrive magistralmente questo miserabile, povero, derelitto, delinquente, buono e cattivo insieme, finito in prigione per una pagnotta, che pensa lucidamente alla propria sorte senza avere quella cultura di base, che lo avrebbe corrotto facendogli, forse, credere di essere nel giusto.

Bellissimi i pensieri di Jean, che si chiede chi, tra la società e il povero che ruba, sia il peccatore e chi la vittima. Non arriva a nessuna conclusione e dà un po' la colpa a tutti, anche a sè stesso. Magnifico.

Jean è un puro che agisce in base agli istinti e per gli istinti commette peccati. In molte pagine Hugo anticipa Freud, abbozzando il concetto di inconscio.

Si parla di una “luce”, a proposito di una sorta di rivelazione che Jean ha, in seguito al suo ennesimo furto ai danni di un bambino. Come non pensare alla conversione di Paolo sulla via di Damasco?

Bellissima l’immagine, per citarne una tra le tante, di Jean che solleva il piede e vede la moneta che “lo guarda”, come fosse un occhio implacabile, quasi un giudice sulle sue malefatte.

E ancora: il potere del perdono e della bontà. Myriel ha risanato, direi quasi “comprato, aggiustandola", l’anima di Jean Valjean con il perdono.
Ho pensato a quante volte io mi sono arrabbiato dopo aver subito quello che credevo essere un torto. Dalla rabbia nasce rabbia in una spirale senza fine e per niente attraente. Perdonare è l’azione più “violenta” che un uomo possa fare in certi casi. E' l'azione che cambia, che svolta.

Che romanzo… quante cose avrei da dire ancora…
 

ila78

Well-known member
Sono abbagliato dalla bellezza di queste prime pagine.

Dopo aver divorato il primo capitolo, dedicato alla bellissima figura del vescovo Myriel, vorrei scrivere del secondo, il cui protagonista assoluto è Jean Vanjean. Che personaggio straordinario anche questo!

Hugo ci descrive magistralmente questo miserabile, povero, derelitto, delinquente, buono e cattivo insieme, finito in prigione per una pagnotta, che pensa lucidamente alla propria sorte senza avere quella cultura di base, che lo avrebbe corrotto facendogli, forse, credere di essere nel giusto.

Bellissimi i pensieri di Jean, che si chiede chi, tra la società e il povero che ruba, sia il peccatore e chi la vittima. Non arriva a nessuna conclusione e dà un po' la colpa a tutti, anche a sè stesso. Magnifico.

Jean è un puro che agisce in base agli istinti e per gli istinti commette peccati. In molte pagine Hugo anticipa Freud, abbozzando il concetto di inconscio.

Si parla di una “luce”, a proposito di una sorta di rivelazione che Jean ha, in seguito al suo ennesimo furto ai danni di un bambino. Come non pensare alla conversione di Paolo sulla via di Damasco?

Bellissima l’immagine, per citarne una tra le tante, di Jean che solleva il piede e vede la moneta che “lo guarda”, come fosse un occhio implacabile, quasi un giudice sulle sue malefatte.

E ancora: il potere del perdono e della bontà. Myriel ha risanato, direi quasi “comprato, aggiustandola", l’anima di Jean Valjean con il perdono.
Ho pensato a quante volte io mi sono arrabbiato dopo aver subito quello che credevo essere un torto. Dalla rabbia nasce rabbia in una spirale senza fine e per niente attraente. Perdonare è l’azione più “violenta” che un uomo possa fare in certi casi. E' l'azione che cambia, che svolta.

Che romanzo… quante cose avrei da dire ancora…

Però io sono portata a pensare che nel mondo "reale" uno come Myriel verrebbe preso costantemente per i fondelli, fregato da tutti e, col suo viziaccio di tenere sempre le porte aperte, derubato e magari anche ammazzato in quattro e quattr'otto. Non tutti i "cattivi" sono come Valjean che si "limita" a rubargli l'argenteria.
Insomma nella vita reale uno dovrebbe pensare un po' meno all'aldilà e cercare di pararsi il sedere nell' "aldiquà". Io sono un po' come la Magloire insomma. :mrgreen:
Va bhe che questo è un romanzo di "contrasti" c'è il completamente buono e c'è il completamente cattivo (come incontreremo tra un po' con mio grande piacere)
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Però io sono portata a pensare che nel mondo "reale" uno come Myriel verrebbe preso costantemente per i fondelli, fregato da tutti e, col suo viziaccio di tenere sempre le porte aperte, derubato e magari anche ammazzato in quattro e quattr'otto. Non tutti i "cattivi" sono come Valjean che si "limita" a rubargli l'argenteria.
Insomma nella vita reale uno dovrebbe pensare un po' meno all'aldilà e cercare di pararsi il sedere nell' "aldiquà". Io sono un po' come la Magloire insomma. :mrgreen:


Anche io. In effetti penso che Myriel sia un esempio morale irraggiungibile, ma non credo che le sue azioni siano mirate ad un aldilà. Al contrario, mi sembrano indirizzate a migliorare il mondo, almeno il suo, quello che gli sta attorno.
 
Vi sto seguendo con molto interesse, ma ho notato che nessuno ha citato questa splendida nota che precede l'inizio del libro:

Fino a quando esisterà, per causa delle leggi e
dei costumi, una dannazione sociale, che crea artificialmente,
in piena civiltà, degli inferni e che complica con
una fatalità umana il destino, che è divino; fino a quando
i tre problemi del secolo, l'abbrutimento dell'uomo
per colpa dell'indigenza, l'avvilimento della donna per
colpa della fame e l'atrofia del fanciullo per colpa delle
tenebre, non saranno risolti; fino a quando, in certe regioni,
sarà possibile l'asfissia sociale; in altre parole, e,
sotto un punto di vita ancor più esteso, fino a quando si
avranno sulla terra, ignoranza e miseria, i libri del genere
di questo potranno non essere inutili​
 

ila78

Well-known member
Vi sto seguendo con molto interesse, ma ho notato che nessuno ha citato questa splendida nota che precede l'inizio del libro:

Fino a quando esisterà, per causa delle leggi e
dei costumi, una dannazione sociale, che crea artificialmente,
in piena civiltà, degli inferni e che complica con
una fatalità umana il destino, che è divino; fino a quando
i tre problemi del secolo, l'abbrutimento dell'uomo
per colpa dell'indigenza, l'avvilimento della donna per
colpa della fame e l'atrofia del fanciullo per colpa delle
tenebre, non saranno risolti; fino a quando, in certe regioni,
sarà possibile l'asfissia sociale; in altre parole, e,
sotto un punto di vita ancor più esteso, fino a quando si
avranno sulla terra, ignoranza e miseria, i libri del genere
di questo potranno non essere inutili​

Non l'ho mai letta....forse perché non leggo MAI le introduzioni. :mrgreen: Ma è bellissima la vado a cercare nella mia versione cartacea. :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
E visto che ci siamo appena "incontrate", sono all'inizio del Libro terzo, metto anche Fantine in versione cinematografica

La meravigliosa ma non molto azzeccata Anne Hataway nel musical

http://pipocamoderna.virgula.uol.com.br/wp-content/uploads/2012/11/les-miserables-fantine-poster.jpg

L'altrettanto bellissima Uma Thurman nel film che secondo me c'azzecca un po' di più


http://www.crankycritic.com/archive98/images/umathurman.jpg

più "miserabile" la Thurman in effetti

più "selvaggia"
 

ila78

Well-known member
più "miserabile" la Thurman in effetti

più "selvaggia"

Ma quella è la locandina....poi nel musical si "miserabilizza" bene anche la Hataway. :mrgreen: Solo che da come ce la descrive Hugo Fantine è una bella biondina, la Hataway è troppo "mediterranea". :wink:
 

momi

Member
Libro secondo

Il secondo libro mi piace di più del primo: sarà che i personaggi con più ombre sono molto più interessanti.
Vorrei evidenziare solo una breve citazione che riassume in due frasi la trasformazione subita in carcere:
Jean Valjean era entrato al bagno penale singhiozzando e fremendo; ne uscì impassibile. Vi era entrato disperato; ne uscì cupo.
 

smemorina

New member
Libri 4 e 5 (spoiler)

Hugo ha fatto di Fantine una figura commovente, ma stupida. È assolutamente improbabile, anche in quel tempo, che una persona affidi a degli estranei sconosciuti la propria bambina senza mai chiedere informazioni o andare a cercarla.
In questo sono molto delusa perché la storia perde di credibilità e la commozione che provo mi irrita.
Sarebbe stato più logico, ma altrettanto commovente se i guai di cosette fossero stati veri nonostante le cure dell'ostessa. Avremmo comunque la caduta di Fantine e la salvezza da parte di Valjean, ma almeno lei non avrebbe fatto la figura della stupida!

Mi ha fatto sorridere (e messo i brividi) javert con la sua faccia da lupo.
Se il gioco degli animali lo facessi su di me sarei sicuramente il simbolo del mio segno zodiacale: il granchio. Con la corazza, il suo buffo modo di andare all'incontrario e le chele per pizzicare. Ci aggiungersi il cane per la fedeltà a volte immotivata, e la pigrizia di stare al sole in attesa della prossima passeggiata.
 

ila78

Well-known member
Libro Terzo Capitolo VIII più o meno

Di questa parte la cosa che più mi piace sono le descrizioni di Parigi e delle campagne che dovevano circondarla un tempo, ad occhio dove Hugo piazza le montagne russe dietro L'Arc de Trionphe adesso c'è l'iper tecnologico quartiere della Defense. :D
Gli "amici" di Fantine mi risultano particolarmente irritanti, Tholomyes non lo sopporto: ciccione, pelato, sdentato e soprattutto PESANTEEEEE!!!! :W:W
Ho imparato nuovi nomi di colori nelle descrizioni degli abiti. :wink:

PS Leggete il Conte di Montecristo!!!!! Non riesco a concepire come si possa vivere senza averlo letto. :mrgreen::wink:

@Smemo Fantine E'stupida!!! Se avesse due neuroni funzionanti si sarebbe fatta "incastrare" da quel cesso pesantissimo di Tholomyes secondo te? :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Se il gioco degli animali lo facessi su di me sarei sicuramente il simbolo del mio segno zodiacale: il granchio. Con la corazza, il suo buffo modo di andare all'incontrario e le chele per pizzicare.

Giusto per darmi qualche motivazione, convinco me stesso di avere ogni giorno qualcosa da imparare.

Uno stimolo fresco, una frase sulla quale riflettere o un atteggiamento di qualcuno.

Per oggi sono soddisfatto, ho la mia finestra sul mondo.

Bellissima immagine.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Libro 3 e 4

Hugo conferma le sue qualità di scrittore nelle descrizioni di personaggi e situazioni: la bella Fantine che, almeno per il momento, io non trovo per niente sciocca, e i suoi volgari amici, bruttarelli e spocchiosi.

Già dal primo abbozzo di descrizione della madre, si capisce di che pasta siano fatti i Thenardier. Per non parlare del padre che tratta la compravendita di una bambina senza nemmeno palesarsi.

Cenerentola...la povera allodola, la figlia di Fantine data ai Thenardier, mi sembra proprio Cenerentola.

Un po’ di esasperazione in effetti c’è, ma credo che Hugo se lo possa permettere. C'è una credibilità perfetta, una sintonia nella forma che raramente ho trovato in altri romanzi.
 
Ultima modifica:

Nefertari

Active member
Io sono arrivata al IV cap. e sono davvero colpita. Di solito mi ci vogliono un bel pò di pagine per avere un feeling con i personaggi o la storia ma questa volta c'è stato fin da subito. Monsignon Myriel mi piace molto, mi ha presa da subito.
Ho apprezzato molto le valutazioni sulla pena capitale. Mi hanno fatto riflettere parecchio sul mio pensiero personale e mi hanno colpito. Proseguo incuriosita :)
 

ila78

Well-known member
Hugo conferma le sue qualità di scrittore nelle descrizioni di personaggi e situazioni: la bella Fantine che, almeno per il momento, io non trovo per niente sciocca, e i suoi volgari amici, bruttarelli e spocchiosi.

Già dal primo abbozzo di descrizione della madre, si capisce di che pasta siano fatti i Thenardier. Per non parlare del padre che tratta la compravendita di una bambina senza nemmeno palesarsi.

Cenerentola...la povera allodola, la figlia di Fantine data ai Thenardier, mi sembra proprio Cenerentola.

Un po’ di esasperazione in effetti c’è, ma credo che Hugo se lo possa permettere. C'è una credibilità perfetta, una sintonia nella forma che raramente ho trovato in altri romanzi.

Che belli i Thenardier!!! :mrgreen: I cattivi che più cattivi non si puo' io li adoro (pur odiandoli profondamente) fin dalla loro prima comparsa.
 

ila78

Well-known member
Libro sesto-Javert-SPOILER-

Alcune citazioni che ho sottolineato:

Certi uomini basta guardarli per diffidarne: si sente che toccano il buio con le loro estremità...

Dio com'è vero....:paura:

...I libri sono amici freddi e sicuri...

Non esistono cattive erbe nè cattivi uomini, esistono soltanto i cattivi coltivatori

Ecco un altro personaggio "bellissimo", l'ispettore Javert, non si sa se detestarlo o ammirarlo per la sua fermezza e dedizione.:wink:
Nel frattempo Fantine ha concluso la sua "discesa verticale" verso l'abisso della disperazione ed è ridotta a fare la prostituta (senza capelli e con due denti in meno...:paura:), Cosette è sotto le grinfie dei terribili Thenardier. Fantine fa pietà ma contemporaneamente ti viene voglia di urlarle "Scemaaaaaa!!!! Corri a prendere la tua bimba, peggio di così non potete stare tutt'e due."
Menomale che c'è il nostro amato "sindaco Madeleine", se il mio paese avesse un sindaco così andrei a fare la volontaria in comune. :mrgreen::wink:
 
Alto