Shamsia ha raccontato: “Voglio colorare i brutti ricordi della guerra e se coloro questi brutti ricordi, allora cancello la guerra dalla mente delle persone. Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”.
Le sue donne sono rappresentate come leggiadre silhouette, immerse nei loro pensieri, con gli occhi bassi, senza labbra.
Sono donne eleganti e gentili circondate dalle macerie e dal terrore, espressione di un mondo senza voce.
Dei suoi graffiti ne è piena Kabul, perché attraverso le sue opere Shamsia ha cercato di ricostruire una coscienza femminile in una società patriarcale.
Ho scelto in particolare questo graffito perché ho trovato i colori meravigliosi, il celeste e il giallo mi piacciono e poi la musica simboleggiata dai tasti di un pianoforte mi trasmette un messaggio di speranza, la musica che allevia il dolore.
In tutti i suoi disegni i capelli della donna raffigurata sono al vento, chissà per quale motivo, forse per un senso di libertà.