Perchè leggiamo?

Nerst

enjoy member
Leggere disseta la mente, che insaziabile, ricerca nuove linfe da cui attingere gocce d' eternità.
 

Marika26

New member
sono d'accordo.. a volte mi capita di leggere pensieri che sono anche "miei" ma ancora non venuti a galla, e mi chiedo chissà quanto tempo avrei dovuto aspettare per "sentire" quelle stesse cose che sono mie.. magari avrei dovuto attendere contesti che non si sarebbero mai realizzati..

..è come prendersi un anticipo sulla vita, sfruttando quella degli altri :p

Concordo... è come far emergere l'inconscio, far venire alla luce quelle parti di me ancora sepolte sotto la polvere ma che aspettano un imput per risplendere, squarciare le tenebre che avvolgono i nostri pensieri....Fondamentalmente si legge per vivere!
 

Lin89

Active member
Perchè adoro alienarmi da sto mondo del piffero, adoro immergermi in mondi tutto sommato paralleli, perchè ormai non riesco a farne più a meno, perchè adoro conoscere millemila storie sempre uguali e sempre diverse, perchè non serve a niente e modestamente lo so fare bene, perchè leggere mi espande la mente e mi fa emozionare... non serve un perchè, l'importante è farlo! :)
 

happytelefilm

New member
mi viene in mente un intervento di Baricco su Repubblica

"Non ho alcun dubbio che il piacere di leggere, il piacere del libro, perfino la cultura del libro, tutto questo sia fortissimamente legato a una sconfitta. A un ferita e a una sconfitta. Sui libri, non ho dubbi. Su musica, teatro, cinema, può essere più problematico.
Leggere è sempre la rivalsa di qualcuno che dalla vita è stato offeso, ferito. Mi sembra un intelligentissimo modo di perdere, leggere libri. Collegato a una specie di rinuncia a combattere sul campo. Comunque me la rigiro, continuo a pensare che alla fine sia così. Non so se questo ha a che fare con la "umanità offesa" di cui scriveva Adorno. So che la umanità dei libri è perlopiù una umanità sofferta.
C´è una tendenza a essere ingoiati da questa vertigine.
Ed è veramente pericoloso.
Quello che pensavano del romanzo nell'Ottocento le persone di buon senso, e cioè che era pericoloso, è vero: ed è bene che sia visto così proprio all'origine dell'oggetto romanzo. L´avevano capito subito.
I medici che sconsigliavano alle mogli la lettura dei romanzi, nella purezza del momento aurorale di quell'oggetto - il romanzo - capivano una cosa che a noi oggi sembra ridicola. Ma era vera allora e rimane qualcosa che ha a che vedere anche oggi con l´esperienza del leggere.
Per essere molto pratico, io li vedo questi sedicenni in giro, che hanno letto tutti i miei libri, oppure molto Kafka o molto Dostoevskij. Li vedo. E quando mi chiedono che cosa devono fare, solo una cosa mi viene in mente di dirgli: andate a giocare al pallone, buttate via i libri, girate. Tagliatevi i capelli. Fatevi i capelli verdi. Fate qualcosa. Cercate di stare nel, nel. Non fuori. Nel.
Dopodiché tornate ai libri, per carità, ma non fatevi ingoiare".
 

sharazad

New member
Probabilmente è solo una provocazione...però che noia, ancora questa cosa che leggere romanzi significa delegare il proprio ruolo nella società per immergersi in un mondo che non esiste...magari è proprio il contrario, mi sento di avere un ruolo più attivo nella vita con la lettura perché divento più consapevole...e se anche non fosse così e un libro non mi lasciasse nulla...niente mi vieterebbe di giocare a pallone come una qualsiasi analfabeta:mrgreen:
 

ila78

Well-known member
Perchè mentre leggo "vedo un film" prodotto, ambientato e girato esclusivamente nella mia testa.
 

happytelefilm

New member
il parallello tra lettura e fuga dalla realtà

di Baricco sarà una provocazione, ma non è falso, se le risposte a questo topic sono state :

- per compensare certe lacune dell'esperienza... per colmare il silenzio interiore!!
- stacchiamo la spina da questo mondo e ne viviamo un altro
- prendersi un anticipo sulla vita, sfruttando quella degli altri
- i libri sono una delle poche "scappatoie" esistenziali possibili
- Prendo a prestito le parole di Hanta, protagonista di "Una solitudine troppo rumorosa" (Hrabal)
"Ogni giorno io sbigottisco dieci volte, come ho potuto allontanarmi così da me stesso. Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgemene, non urto contro i lampioni nè contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perchè in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so".
- per provare emozioni mai provate.
- Leggo per vivere,anzi per sopravvivere.
Un libro per me è tutto,
è l'aria di cui ho bisogno per respirare,
è l'acqua per dissetarmi,
è il cibo per nutrirmi,
è il fuoco che mi riscalda,
è la terra su cui posso camminare,
è il cielo in cui posso volare.
- X cambiare aria.
- Per staccare la spina dal quotidiano … per vivere storie che non vivrò mai
- uscire un attimo dalla solita routine
- Per lasciare questo e andarmene su un altro "pianeta".
- vivere nel mio magico mondo fatto di castelli in aria
-Perchè adoro alienarmi da sto mondo del piffero
 

velvet

Well-known member
di Baricco sarà una provocazione, ma non è falso, se le risposte a questo topic sono state :

Certo a leggere queste risposte tutte insieme è impressionante...:OO e se è vero (perchè secondo me qualcuno ha scritto di getto senza pensarci troppo) è un peccato...
La lettura è un'esperienza unica che crea cultura, arricchisce e completa se affiancata a tutte le altre esperienze di vita... vissuta come un'alienazione dal mondo non mi sembra un granchè...
Però ripeto che secondo me qualcuno ha parlato di alienazione in termini più leggeri, semplicemente per dire che leggendo si immerge momentaneamente in un altro mondo, in una fantasia, ma non necessariamente perchè rifiuti o tema il mondo reale. Altrimenti... :paura:
 
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