Il Giornalino di Forumlibri - N. 17 - luglio 2023

MaxCogre

Well-known member
@lettore marcovaldo bella domanda! In effetti la fonologia comparata lo fa, e in originale ci si riferisce alle lectures di bernstein anche come musical phonology. Lui stesso negli young people concerts ha spiegato le caratteristiche musicali di ciascuna. É una specializzazione della equazione parlare=cantare che dice specifica lingua=specifica musica. Tutta da esplorare peró
 

gamine2612

Together for ever
ICONOGRAFIA DEI MITI (ayuthaya)
DANAE DI GUSTAV KLIMT
METAMORFOSI DI NARCISO DI SALVADOR DALÌ

Tra le due opere non saprei decidermi tra quale scegliere come migliore rappresentazione del mito che illustra.

La Danae è carnale ed etera insieme.
Mentre le figure della metamorfosi di Narciso sono enigmatiche e quasi indecifrabili.
Forse vincono entrambe la sfida perchè riescono a comunicare il senso di un mondo nascosto agli occhi degli uomini.


DECAMERON 113 (Roberto89)
UN LONTANO PRESENTE

Il tormento del protagonista è reso bene con alcune immagini che colpiscono. Alcuni passaggi mi sembrano ripetitivi se non letteralmente, nel senso delle parole del protagonista.
In fondo il protagonista sembra aver paura di affrontare il silenzio e cerca quindi di colmarlo con un flusso inarrestabile di pensieri.


DICONO DI ME...DIANA (estersable88)

Mi sembra una ottima cronaca della vita di Diana. Molto dettagliata nel trattare la sua vita personale. Alcune cose le conosevo altre mi sono del tutto nuove.
Devo dire che il personaggio non ha mai acceso la mia curiosità. Soprattutto perchè suo malgrado è sempre stata al centro di pettegolezzi e fatti clamorosi che in genere non mi interessano.
Diana certamente ha cercato di essere altro rispetto al mondo che la circondava ma la vita forse non le ha dato abbastanza tempo.


MUSICA E PAROLE (MaxCogre)
PARLARE E CANTARE - LA MUSICOLINGUISTICA

Interessante. In particolare, se ho capito bene, come la modulazione dei suoni agisce sulle nostre percezioni.
Mi sorge una domanda @MaxCogre. Chissà se qualcuno ha mai misurato "musicalmente" le diverse lingue.
Ad esempio l'italiano da molti anglosassoni è considerato una lingua "musicale" per eccellenza.
Se non sbaglio il cinese ad esempio mi risulta che sia una lingua dove sono fondamentali le intonazioni con cui si pronunciano le sillabe:
"a salire", "a scendere", "piane". "altalenante".

PARLIAMO DI FILM (estersable88)
Ok, è un film con Jennifer Lopez. Per me è già bellissimo a prescindere quindi il resto è superfluo :mrgreen:

RICETTE... SALUTARI (Carcarlo)

Faccio la mia personale classifica dei tre piatti che più mi attirano.
Sardine alla brace
Per me siamo nel paradiso che comprende acciughe ripiene, acciughe fritte e sconfinando nel vegetale panissette fritte, cuculli, ecc...
Fritto misto di mare
come sopra: avevo sentito parlare dei pomodori di mare (mai assaggiati) non sapevo che gli anemoni potessero finire in padella.
Orecchie di maiale alla brace
La bellezza della semplicità.

Terminerei con una bella scodella di trippa accomodata alla genovese.
A chiudere due mestolate di malox.

MUSICHIAMO (Perry64)
LIVE AT BERKELEY 1971 DI STEPHEN STILLS

"quella voce graffiata da Mississipi Delta Blues"

Bella e mi è piaciuto il brano proprio per quel tipo di atmosfera che evoca.
Mi fa pensare che in quel momento storico proprio i grandi "vecchi" del blues scoprirono nuovi orizzonti che avrebbero inciso nella loro vita.



“COSA GUARDO STASERA?” (alessandra)
AVVOCATA WOO DI YOO IN-SHIK

Io non frequento Netflix (cerco di resisterle). Sorge domanda spontanea. Ma vanno così forte le serie coreane? Perchè non è la prima che sento nominare. Oppure è la moda del momento?

LA POSTA DI DONNA PETROSILLA (bouvard)

Ma un preserale su un canale con un numero non troppo grande da affidare a Donna Petrosilla, Bouvard, Giandomenico Cacciamosche, Susanna tutta panna e per buon peso il Casalingo Disperato, non potrebbero farlo?
Perchè allora si paga il canone o ci sorbiamo tonnellate di pubblicità?

CASALINGHI DISPERATI (malafi)

Farei nel suddetto programma una rubrica fissa con il casalingo e consorte.


A TAVOLA! (isola74 e gamine2612)

buone e succulente tutte e due le ricette (più quella 'bonus' della crema di carote e vitello).

Però non me voglia gamine...

Il ragù ('O rraù per dirlo in dialetto) è una delle ricette più famose della cucina napoletana.
Sembra facile, ma non lo è affatto, perché, come diceva il grande Eduardo De Filippo non è
semplicemente “a carne ca’ pummarola”. Ci vuole abilità nel sapere scegliere i tagli di carne
giusti, e poi tanta pazienza. Generalmente il vero ragù si prepara la sera del sabato perché la
cottura è molto lunga, non meno di 5 ore, durante le quali deve “pippiare” , termine
onomatopeico che vuol dire sobbollire. Il segreto per far pippiare la salsa sta, oltre che nel
tenere la fiamma bassa, nel poggiare il coperchio su di un lato della pentola, sul cucchiaio di
legno posto di traverso, così che si crei una piccola circolazione d’aria che impedisca alla salsa di
bollire a pieno.


Poesia pura! canto, ode, lirica, fermento di passioni e sentimenti!

infatti


Posso rispondere a critiche sulle mie ricette regionali e non a quelle altrui.😜
 

estersable88

dreamer member
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Eccomiii! Oggi sono tornata in possesso del mio pc e sono subito corsa a cercarvi! Non ho ancora letto niente, lo farò nei prossimi giorni. Per ora ho letto solo - in velocità - i vostri commenti e da quel che vedo mi pare che anche stavolta sia venuto fuori un numero succulento!
Intanto rispondo a Germano: dal punto di vista formale, quasi tutto è preso dai tre libri. Quest'articolo è quasi interamente costituito da citazioni dei libri che leggo, più qualche mio adattamento e qualche frase qua e là che leghi il tutto. Dal punto di vista del contenuto, è chiaro che faccio delle scelte basate sul mio modo di intendere un determinato fatto: se lo stesso aneddoto è riportato in tutti e tre i romanzi, sono io a decidere quale dei tre stralciare e riportare nell'articolo. Quindi no, non ho romanzato nulla, ma è come se l'avessi fatto. Come ha efficacemente sintetizzato Alessandra, è la biografia di Diana (come se fosse però Diana a parlare), ma dal punto di vista di Estersable! :)
 

ayuthaya

Moderator
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Eccomi!!!
Un poeta ci rivela: anche qui devo ancora una volta ricordare il mio rapporto un po' conflittuale con le posie... Non entro nel merito di queste, le ho trovate un po' difficii ma molto suggestive, mentre ho trovato davvero superba l'introduzione, insieme ironica, profonda, brillante. Sottolineo che Path mi aveva mandato solo le poesie e io le ho spiegato che questa rubrica, nei tempi che furono, era concepita come un'occasione data al poeta per spiegarci il "dietro le quinte" del suo atto creativo. Dentro di me sentivo che una richiesta del genere a Path sarebbe stata "stretta", ma lei ha superato le mie aspettative!

Decameron 113: Per i nuovi o chi non si ricorda più, il numero del titolo della rubrica (che chiaramente richiama le novelle boccaccesche) partiva dal "101", in un ipotetico seguito del vero Decameron. Incredibile pensare che siamo arrivati già a 113! Comunque a me questo racconto è piaciuto molto, l'ho trovato molto evocativo... forse perchè anche io a volte provo nostalgia per alcune persone o situazioni e mi immedesimo in questo struggimento, fatto sta che non ho trovato nulla di inverosimile, anzi, sento molta verità in ciascuna frase. Fra l'altro è scritto in modo estremamente accurato, complimenti!

Intervista doppia: di questa intervista abbiamo già detto qualsiasi cosa! Aggiungo che quando ho saputo di Ger ho sperato subito che proponesse Path e avevo visto giusto! Forse una delle "coppie" da cui traspira più sintonia. Complimenti anche a Malafi sia per aver azzeccato le domande, sia per avermi spedito un articolo praticamente perfetto (già pronto per l'impaginazione con iniziali, colori, corsivi ecc. mi pare di aver aggiunto solo il grassetto nelle domande): grazie mille!

Dicono di me: non smetterò di fare i complimenti a Rossella per l'immenso lavoro che c'è dietro questa rubrica e per i sempre ottimi risultati! In questa occasione mi sento davvero di ringraziarla perchè in un momento così importante e complicato della sua vita, ha comunque trovato spazio per noi! Anche io faccio parte dei fan di Diana (sebbene lo dico tranquillamente: ho difeso anche l'amore vero e per troppo tempo osteggiato fra Carlo e Camilla), per cui mi ha fatto molto piacere ritrovare alcuni passaggi che conoscevo e altri che ho scoperto per la prima volta.

Musicolinguistica: se in ogni numero c'è una "rivelazione", in questo numero, per me, si è trattato di questo articolo. Fin dalla prima lettura ho provato l'irresistibile tentazione di "applicare" su di me quanto leggevo, per analizzare la mia voce o addirittura psico-analizzarmi! Io parlo molto velocemente e con note particolarmente alte e infatti tutti mi dicono "non ti agitare!" al che io rispondo "ma non sono agitata, sono tranquillissima! è che sono proprio così!" Alcuni passaggi non sono facilissimi da comprendere, ma devo dire che Max è stato molto bravo, chiaro e interessante. Esattamente come amo scoprire determinate regole e tecniche di scrittura (sono rimasta estasiata dalle Sei passeggiate nei boschi narrativi di Eco), così sono rimasta affascinata dallo scoprire, seppure per brevi accenni, alcune delle regole del linguaggio e della musica.

Norme redazionali: qui non mi limito a fare i complimenti a Ger per la chiarezza, ma vorrei approfittare della competenza del nostro autore per condividere qualche opinione e chiarirmi alcuni dubbi (visto che anche io sono abbastanza fissata con la "forma").

Punteggiatura: i trattini li ho sempre amati, una volta li usavo più spesso (anzi, mi è tornata la voglia di usarli), però ad esempio non sapevo o non ricordavo che se ne potesse usare uno solo. Nella frase "La natura ha i suoi meccanismi - anche mortali, oserei dire." mi sembra un po' forzato l'uso del trattino al posto di una semplice virgola. Secondo te invece sta meglio?
Un dubbio atroce che ho, invece, è questo: se uso i trattini per un inciso che si riferisce ad una frase e poi a questa segue un'altra preposizione, si può mettere la virgola dopo il trattino? Ad esempio (cito un pezzo di una mia recensione): "Aggiungo che solitamente non azzecco mai l’assassino – e nemmeno me ne dispiaccio –, mentre in questo caso l’ho individuato quasi subito". Va bene così o devo lasciare solo il trattino? Il mio ragionamento è che il periodo deve funzionare anche senza inciso e senza inciso la virgola ci vuole.

Punti esclamativi/interrogativi: eh sì, lo so benissimo che e ne va uno solo!!! Prometto che non lo farò più!!! 😜
Corsivo: questa è una delle regole che ho assorbito meglio, anche se forse ho usato il corsivo anche dove non serviva (ad esempio nome di un gruppo o di una società? nome di una rivista? Corsivo o virgolette?).

Virgolette: ammetto di usare quasi sempre le virgolette inglesi doppie anche laddove scopro che ci andrebbero le caporali (ovvero nei dialoghi). Probabilmente lo faccio per comodità, visto che sulla tastiera si beccano subito... è un errore così grave? Invece molto utile sapere che le virgolette dentro altre virgolette vanno singole.
Anche qui ho un dubbio atroce che però non è fra quelli che hai affrontato: se la parola da virgolettare è preceduta da un articolo con apostrofo che faccio? Ad esempio: capire l'"altro" (ammettendo che non voglia usare il corsivo ma per forza le virgolette): così come l'ho scritto sinceramente non si può vedere, ma nemmeno mi piace anticipare la virgoletta: "l'altro". Ger, cosa mi consigli?

Dialoghi: ecco, qui sinceramente non capisco tutta questa libertà nel posizionare la punteggiatura dentro o fuori. Possibile che non ci sia alcuna regola, e nemmeno una "preferenza"? La mia sensazione è che la punteggiatura dentro si riferisca al dialogo, mentre quella fuori fa parte del testo narrativo, non so se mi spiego...

Grazie per la tua competenza, Germano!

(continua...)
 
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GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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Norme redazionali

Punteggiatura: i trattini li ho sempre amati, una volta li usavo più spesso (anzi, mi è tornata la voglia di usarli), però ad esempio non sapevo o non ricordavo che se ne potesse usare uno solo. Nella frase "La natura ha i suoi meccanismi - anche mortali, oserei dire." mi sembra un po' forzato l'uso del trattino al posto di una semplice virgola. Secondo te invece sta meglio?
Un dubbio atroce che ho, invece, è questo: se uso i trattini per un inciso che si riferisce ad una frase e poi a questa segue un'altra preposizione, si può mettere la virgola dopo il trattino? Ad esempio (cito un pezzo di una mia recensione): "Aggiungo che solitamente non azzecco mai l’assassino – e nemmeno me ne dispiaccio –, mentre in questo caso l’ho individuato quasi subito". Va bene così o devo lasciare solo il trattino? Il mio ragionamento è che il periodo deve funzionare anche senza inciso e senza inciso la virgola ci vuole.
Nel caso di "– anche mortali" l'intento è di evidenziare, far risaltare il concetto di pericolosità della natura. Il trattino è come se portasse la seconda parte della frase in primo piano. Se lì metti la virgola, sparisce il focus su "mortali".
Per il tuo esempio invece non c'è una regola, puoi mettere o non mettere la virgola, l'unica regola è attaccarla al trattino senza spazio.

Corsivo: questa è una delle regole che ho assorbito meglio, anche se forse ho usato il corsivo anche dove non serviva (ad esempio nome di un gruppo o di una società? nome di una rivista? Corsivo o virgolette?).
Società/gruppi in tondo senza niente se sono straconosciute: Mediaset, Apple, Spotify, Mondadori, MD Spa. Se sono realtà più piccole ti direi virgolette alte ("XXX Srl"). Le riviste e i quotidiani andrebbero tra caporali («Time», «la Repubblica», «Nature») ma si trovano anche tra virgolette alte o in tondo senza niente.

Virgolette: ammetto di usare quasi sempre le virgolette inglesi doppie anche laddove scopro che ci andrebbero le caporali (ovvero nei dialoghi). Probabilmente lo faccio per comodità, visto che sulla tastiera si beccano subito... è un errore così grave? Invece molto utile sapere che le virgolette dentro altre virgolette vanno singole.
Anche qui ho un dubbio atroce che però non è fra quelli che hai affrontato: se la parola da virgolettare è preceduta da un articolo con apostrofo che faccio? Ad esempio: capire l'"altro" (ammettendo che non voglia usare il corsivo ma per forza le virgolette): così come l'ho scritto sinceramente non si può vedere, ma nemmeno mi piace anticipare la virgoletta: "l'altro". Ger, cosa mi consigli?
Come ho scritto nell'articolo, le caporali dovrebbero essere la prima scelta, ma se propendi per le virgolette alte o i trattini medi non si può parlare di errore. Torno a ripetermi: non ci sono norme incise sulla pietra!
Ti direi che si può fare un'eccezione e staccare con uno spazio le virgolette singola/doppie per ovviare alla bruttura grafica: l' "altro"

Dialoghi: ecco, qui sinceramente non capisco tutta questa libertà nel posizionare la punteggiatura dentro o fuori. Possibile che non ci sia alcuna regola, e nemmeno una "preferenza"? La mia sensazione è che la punteggiatura dentro si riferisca al dialogo, mentre quella fuori fa parte del testo narrativo, non so se mi spiego...
Ti capisco, ma le case editrici fanno un po' come vogliono. La tua sensazione è giusta, ma purtroppo non c'è una regola ferrea.
 

ayuthaya

Moderator
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Leggendo e rileggendo: chiedo scusa a @Roberto89 per non aver suggerito un titolo migliore... lui in realtà aveva proposto "leggere a piccole dosi" che per quanto carino mi pareva riduttivo rispetto all'ampiezza delle argomentazioni. In ogni caso questo articolo mi è piaciuto davvero molto, sia perchè amo il parlare della letteratura quanto la letteratura stessa, sia perché tocca uno degli argomenti a me molto cari: i classici. Roberto è stato molto bravo a mantenersi super partes, a non dare mai alcuna etichetta, a rispettare qualsiasi possibile opinione, ma in ogni caso sono profondamente convinta che una "distinzione" fra classici e non classici ci sia e quella qui trattata la trovo perfetta. Interessante anche i "consigli"; per quanto mi riguarda ho sentito a volte la necessità di "rileggere" libri che mi avevano colpito (tutti indubbiamente grandi "classici": I fratelli Karamazov, Il nome della rosa, Il pendolo di Foucalt, Via col vento...), più difficile è farlo "a piccole dosi", non perchè sia una lettrice molto veloce, anzi, ma perché visto che già normalmente non lo sono, rallentare di proposito sarebbe davvero improponibile. Comunque il già citato Sei passeggiate nei boschi narrativi di Eco parlava proprio di questa capacità di dire sempre qualcosa di nuovo anche all'ennesima lettura. Argomento interessantissimo.

Parliamo di film: @estersable88 sempre molto professionale nei suoi interventi: chiara, efficace, imparziale. Mi limito a questo commento ma è davvero sentito e sincero!

Lo chef dei poveri: ma sono solo io a pensare che @Carcarlo ci abbia preso in giro dalla prima all'ultima pagina, come quando aveva pubblicato qualche numero fa un articolo simile su "una grigliata leggera"? In effetti ho dovuto ricredermi quando ho visto le foto di ricette che davvero mi hanno fatto immaginare i suoi bimbi entusiasti di cotanto ben di Dio nei loro piatti! Accidenti, ho pensato, ma allora queste ricette esistono davvero? E la bravura di Carcarlo è stata nel modificare solo alcuni aspetti nella descrizione degli ingredienti o dei procedimenti così da rendere l'insieme paradossale e ironico? Fatto sta che mi sono divertita da morire! Sei unico!

Musichiamo: grande naturalezza che rivela grande competenza in questo articolo di non facilissima comprensione per me, non perché @perry64 non sia stato chiaro, ma perché conosco poco i due gruppi di cui si parla (e anche gli altri), per cui non ho un "riscontro" immediato con la mia esperienza musicale... Comunque si sente che hai interesse e passione in questo ambito e di sicuro gli altri forumlibrosi saranno meno ignoranti di me! 😅

Parliamo di TV: anche qui parlo nell'ignoranza più completa, non solo della serie in questione ma di qualsiasi altra serie TV che sia posteriore a Dawson's Creek! 😅 Però non si può non apprezzare il taglio che hai voluto dare all'articolo, senza arrischiarsi (come dici tu) in qualcosa che non conosci, ma allo stesso tempo riuscendo a trasmettere il tuo apprezzamento e il tuo coinvolgimento! Mi pare che grazie a te l'avvocata Woo si sia guadagnata parecchi nuovi adepti!
 
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ayuthaya

Moderator
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Donna Petrosilla: amo questa rubrica e sono felicissima che @bouvard abbia voluto proporla per questo numero! Come ho fatto per i Casalinghi Disperati consiglio tutti quelli che non la conoscono a "scoprirla" nei numeri scorsi (dopo controllo e vi dico quali): ne vale davvero la pena! Quello che mi piace è non solo l'ironia, di cui l'autrice è maestra, ma anche la capacità di cogliere spunti da letteratura, fatti di cronaca e persino il Forum! Non dimenticherò mai quando a scrivere a donna Petrosilla fu mio marito per chiederle... lo lascio scoprire/ricordare a voi!!! Bravissima come sempre.

Casalingo disperato: ringrazio innanzitutto @malafi per aver trovato il modo di "risuscitare" il nostro amato Casalingo quando ormai lo avevamo dato per perso (quando bouvard mi ha mandato il suo articolo non sapevo che il Casalingo sarebbe stato dei nostri, per cui mi sono inventata quel breve "NdR" per spiegare il suo ritorno nonostante fosse stato dichiarato chiuso in una cantina!)...
L'intervista moglie/marito è una trovata semplice, "economica" (nel senso che ha sfruttato un canovaccio già esistente), ma molto, molto divertente!

Ricette: bravissime le nostre cuoche a presentarci due varianti di una delle ricetta più "made in Italy" che si può! Il bello della nostra cucina è proprio l'esistenza di queste varianti, di queste differenze. .. meraviglioso che qui la "globalizzazione" non abbia ancora messo piede! Soffro di sapere che certi piatti non potrò mangiarli se non in Puglia, mia terra d'origine, o in Liguria, la terra del mio papà, ma questo mi rende anche orgogliosa perché capisco che è qui che risiede la nostra ricchezza culinaria! Bravissime!!!
 
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ayuthaya

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E così io personalmente ho finito i commenti sui vostri articoli (chiaramente aspetto quelli di chi manca! 😉)...
Vi ringrazio ancora tantissimo e, se davvero dovesse trattarsi dell'ultimo numero del Giornalino, il mio grazie è ancora più gigante perché nel corso degli anni questo appuntamento è diventato sempre più ricco, sempre più di alto livello... io stessa sono riuscita a imparare ogni volta qualcosa di nuovo, anche nell'ambito dell'impaginazione e della grafica, che da sempre mi affascinano!
Invito chiunque ne abbia voglia a postare i propri futuri contributi all'interno del forum (ci sono tutte le sezioni che possiamo desiderare e se non ci sono le inventiamo!) perché possiamo continuare a godere della vostra competenza e della vostra bravura!
 
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lettore marcovaldo

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E così io personalmente ho finito i commenti sui vostri articoli (chiaramente aspetto quelli di chi manca! 😉)...
Vi ringrazio ancora tantissimo e, se davvero dovesse trattarsi dell'ultimo numero del Giornalino, il mio grazie è ancora più gigante perché nel corso degli anni questo appuntamento è diventato sempre più ricco, sempre più di alto livello... io stessa sono riuscita a imparare ogni volta qualcosa di nuovo, anche nell'ambito dell'impaginazione e della grafica, che da sempre mi affascinano!
Invito chiunque ne abbia voglia a postare i propri futuri contributi all'interno del forum (ci sono tutte le sezioni che possiamo desiderare e se non ci sono le inventiamo!) perché possiamo continuare a godere della vostra competenza e della vostra bravura!
Si potrebbe creare in questa sezione "Il Giornalino" un thread, per esempio, "Giornalino del giorno" dove chi vuole carica roba "da giornalino", con le regole generali del "Giornalino": lunghezza testo, caratteri, qualche indicazione di massima. Magari come primo post le indicazioni di scrittura di Germano. Monito e meta insieme da cercare di soddisfare camin facendo.
Sicuramente qualcosa ho violato scrivendo questa cosa... :mrgreen:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Si potrebbe creare in questa sezione "Il Giornalino" un thread, per esempio, "Giornalino del giorno" dove chi vuole carica roba "da giornalino", con le regole generali del "Giornalino": lunghezza testo, caratteri, qualche indicazione di massima. Magari come primo post le indicazioni di scrittura di Germano. Monito e meta insieme da cercare di soddisfare camin facendo.
Sicuramente qualcosa ho violato scrivendo questa cosa... :mrgreen:
Bella idea!
 

greenintro

Active member
Sto finalmente cominciando a leggere alcuni dei vostri contributi e non posso che fare gli autori i miei più sinceri complimenti! Impressionante la dovizia di informazioni unita a grande capacità di sintesi (niente affatto facile riguardo l'analisi di un'opera della storia e del prestigio del museo Guggheneim) e chiarezza dell'articolo di @ayuthaya. Ho trovato interessante il contributo di @lettore marcovaldo su questa scrittrice, Jhumpa Lahiri, di cui non avevo mai sentito parlare, anche perché in un paese come il nostro, così spesso affetto da sensi di inferiorità (più o meno ingiusti), esterofilie di sorta, l'esempio di un'intellettuale straniera che invece rimane così affascinata dalla cultura del nostro paese, al punto da dedicarle un'antologia e opere inedite nella nostra linguanon solo nelle arti figurative, ma in quelle letterarie (il che è molto meno scontato), dai nostri classici, restituisce un pò di orgoglio e di speranza nel fatto che la nostra produzione letteraria possa anche ritagliarsi agli occhi di molti una stima internazionale, e magari ci offre lo stimolo per investire di più e meglio sulla qualità del nostro stile... ho anche molto apprezzato la recensione di @Ondine su "Antichrista" della Nothomb, una recensione capace davvero, senza troppo entrare nei dettagli col rischio di guastare il piacere della sorpresa a eventuali lettori, di cogliere il significato profondo del confronto tra le due protagoniste, penetrare i tratti più significativi delle loro personalità, utilizzando uno stile di scrittura nitido, puntuale, cristallino. Ho trovato, al di là dell'esaustività dei riferimenti letterari, una forte passione e tutto l'affetto di @Grantenca nel dedicarsi alla sua Ferrara e a Bassani. Peraltro, avendo pernottato da pochi mesi per alcuni giorni in quella città, comprendo il fascino che può emanare questa bellissima città, le sue atmosfere, e ciò è stato espresso al meglio nell'articolo. Infine (infine, nel senso che mi limito a citare le cose finora lette), molto carina l'intervista doppia di @malafi a @GermanoDalcielo e @Pathurnia, le due personalità escono molto bene, e le domande ben calibrate e non banali.

Prossimamente vedrò di leggere altre cose, e sono convinto che non rimarrò deluso e che troverò articoli davvero ben scritti, come lo sono senza dubbi stati gli altri già letti.
 

greenintro

Active member
Bellissimo l'articolo di greenintro, di cui però non ho capito questo periodo:
"questo mondo. Se ipotizziamo diverse vite, dimensioni di coscienze, allora avremo
un’immortalità diversificata e diverse tipologie di obiettivi, da appagare, e per ciascuno
tipologia il tempo sarà limitato e dunque la progettualità, la gerarchia temporale delle scelte
continuerà ad avere un senso. Il m io discorso sull’immortalità che depriva di senso la vita e le
decisioni riguarda l’ “immortalità” laica e mondana intesa come infinità del tempo a
disposizione su QUESTA terra."
mi suscita diverse riflessioni, la prima è che gli immortali nei film sono rappresentati come gente solo un po' annoiata, e che però s'innamora, si getta in nuove avventure (se no la sceneggiatura non avanza), ma una rappresentazione realistica non li renderebbe certo personaggi da film...
la seconda è che, riconoscendo vero il discorso per cui la mortalità è il vero motore che spinge ad alzare il culo dal divano, il cristianesimo - che promette comunque una certa forma di immortalità - non è certo un gran motivatore a gettarsi nella mischia
la terza riflessione è: mortali o immortali sembra condizionare molto la nostra progettualità in positivo o negativo. Ma riesco ad immaginare anche delle buone ragioni per ribellarsi alla regola e vivere da immortali la nostra finitezza (e viceversa)
Grazie per gli spunti di riflessione e perdona il ritardo nella risposta (sto recuperando i messaggi del topic a poco a poco). L'immortalità nel cristianesimo o più in generale delle religioni in cui è indicato un Al di Là, si differenzia rispetto all l'immortalità come vita immortale in questo mondo (che invece è l'immortalità del tema centrale dell'articolo), nel senso che si tratta di un'immortalità differenziata, articolata in diverse dimensioni esistenziaLI, in ciascuna delle quali l'uomo può realizzare diverse tipologie di fini, e ciò che posso realizzare in questa particolare dimensione non è qualcosa che posso rimandare all'infinito, in quanto l'immortalità riguarderebbe la vita nel suo complesso, non questa dimensione in particolare con ciò che in essa posso realizzare. Gli obiettivi che posso realizzare in questo mondo non è detto debba realizzarli in altri successivi. In questo senso non vedo il concetto dell'al di là cristiano come fattore di passività per l'uomo, anche considerando l'insistenza sul tema del libero arbitrio e l'idea dell'uomo come "collaboratore", seppur su un piano subordinato, dell'attività creativa di Dio, partecipe del progetto divino.

Peraltro secondo me non ha senso nemmeno dire che gli immortali "si annoiano". La noia è un sentimento negativo, qualcosa che produce malessere, e il malessere presuppone pur sempre una sensibilità, la facoltà dell'uomo di avvertire la differenza tra bene e male, giusto e sbagliato, piacevole spiacevole, mentre il mio punto di vista è che la paralisi delle scelte dovute alla prospettiva di aver di fronte a sé un tempo infinito, implichi anche l'assenza di una scala di valori, di priorità, e dunque l'impossibilità di discernere tra ciò che è valorialmente positivo o negativo. L'unica forma di piacere e dolore resterebbe di tipo fisica, nulla a che vedere con sentimenti spirituali, valori etici, speranze, progetti... siamo al di là pure della noia stessa, che ancora sarebbe un sentimento che impatta sulla sensibilità. Qua non c'è più sensibilità.
 

Grantenca

Well-known member
Grazie per gli spunti di riflessione e perdona il ritardo nella risposta (sto recuperando i messaggi del topic a poco a poco). L'immortalità nel cristianesimo o più in generale delle religioni in cui è indicato un Al di Là, si differenzia rispetto all l'immortalità come vita immortale in questo mondo (che invece è l'immortalità del tema centrale dell'articolo), nel senso che si tratta di un'immortalità differenziata, articolata in diverse dimensioni esistenziaLI, in ciascuna delle quali l'uomo può realizzare diverse tipologie di fini, e ciò che posso realizzare in questa particolare dimensione non è qualcosa che posso rimandare all'infinito, in quanto l'immortalità riguarderebbe la vita nel suo complesso, non questa dimensione in particolare con ciò che in essa posso realizzare. Gli obiettivi che posso realizzare in questo mondo non è detto debba realizzarli in altri successivi. In questo senso non vedo il concetto dell'al di là cristiano come fattore di passività per l'uomo, anche considerando l'insistenza sul tema del libero arbitrio e l'idea dell'uomo come "collaboratore", seppur su un piano subordinato, dell'attività creativa di Dio, partecipe del progetto divino.

Peraltro secondo me non ha senso nemmeno dire che gli immortali "si annoiano". La noia è un sentimento negativo, qualcosa che produce malessere, e il malessere presuppone pur sempre una sensibilità, la facoltà dell'uomo di avvertire la differenza tra bene e male, giusto e sbagliato, piacevole spiacevole, mentre il mio punto di vista è che la paralisi delle scelte dovute alla prospettiva di aver di fronte a sé un tempo infinito, implichi anche l'assenza di una scala di valori, di priorità, e dunque l'impossibilità di discernere tra ciò che è valorialmente positivo o negativo. L'unica forma di piacere e dolore resterebbe di tipo fisica, nulla a che vedere con sentimenti spirituali, valori etici, speranze, progetti... siamo al di là pure della noia stessa, che ancora sarebbe un sentimento che impatta sulla sensibilità. Qua non c'è più sensibilità.
Magnifiche riflessioni! Ma il punto è sempre quello: esiste l'immortalità dell'anima? Per le riflessioni che ho fatto fino ad ora esiste l' immortalità del ricordo, riservata però al massimo a due-tre generazioni, e ai secoli solamente per i grandi artisti o i grandissimi personaggi. Ma è sempre "temporanea".
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Scusate per il ritardo galattico, ma tra lavoro, soliti problemi e bambini in casa, trovare il tempo per leggere e commentare è impossibile!
Inizio adesso con dei commenti ingiustamente scarni; riscusatemi.

Intanto iniziamo scoprendo tanti nuovi autori:

Giorgio Bassani
Per me è sempre stato uno come Moravia, che non so perchè, mi ha sempre tirato indietro.
E' come se il titolo del libro contenesse qualcosa di noioso
Magari è la volta che mi decido a leggerlo.
A suo tempo seguii il consiglio di Zingaro di Macondo di e lessi Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino che mi piacque molto.
Grazie per il suggerimento.

Jhuma Lahiri
Prendo nota!

Amélie Nothomb
Segnato!

Guggenheim
Non vedo l’ora di farmi il chicciolone!!
(Mio figlio con la bicicletta!)

Rebecca
Bellissimi e suadenti acquarelli!
Da tenere in considerazione per un bel regalo di Natale.

Rupi Kaur
Altra piacevole nuova conoscenza.
La poesia

ogni volta che
dici a tua figlia
che la sgridi
per amore
le insegni a confondere
la rabbia con
la bontà
e la cosa sembra una buona idea
finché lei non cresce e
si affida a uomini che le fanno del male
perché somigliano tantissimo
a te
-
ai padri di figlie


continua a farmi riflettere, soprattutto perchè non ho ancora capito che spiegazione devo dare a mia figlia quando la sgrido!

Immortalità
Giriamo la frittata: supponiamo che io debba distribuire 800 miliardi di anni di vita tra gli 8 miliardi di abitanti che adesso ha la terra.
Come dovrei fare?
Dovrei dare 100 anni a testa o potrei adoperare un sistema meritocratico?
Se avessi il potere di sapere a priori come ognuno adopererà il proprio tempo, avrei il dovere di assegnarne di più ad alcuni e di meno ad altri?
C’è gente che potrebbe campare anche mille anni, che farebbe meno di altri che muoiono giovani; e oltre al tanto o al poco, c’è il meglio e il peggio, infatti c’è chi apprezza, rispetta e magari migliora il mondo dove vive e chi lo disprezza e lo distrugge.
Secondo me, la grave ingiustizia è che la vita dovrebbe essere un premio, non un’opportunità (lunga o corta) per sprecarla.

Storie della Genova del ‘900
Ho apprezzato molto l’articolo che mi ha fatto ricordare i ricordi di mia mamma, che mi raccontava di Sestri Ponente con i vari delle navi, del dazio tra Viale Canepa e Via Arrivabene (che ovviamente non si chiamavano ancora così), della spiaggia di sabbia grigia che arrivava fino a Voltri, con le palme e il Castello Raggio in mezzo al mare, dove adesso c’è l’aeroporto.
Mi ha ricordato anche le discussioni famigliari dei primi anni 70, ovviamente in genovese, in cui alcuni sostenevano che Genova era degradata a causa dei vicoli stretti e sporchi e che perciò bisognava ripulire (buttare giù) e rinnovare; adesso infatti, ci sono le zone ripulite (ricostruite) e rinnovate dal brutalismo che invece sono larghe e sporche.

Nuvole
Anche a noi piacciono le nuvole, anche se non le abbiamo mai fotografate.
Ieri, per esempio, coricato su una spiaggetta del fiume Trebbia, ne osservavo una con la forma di un omino che correva, ma è durata poco perchè il vento l’ha dispersa.
Una storia che è rimasta nella leggenda della nostra famiglia, è stata quando abbiamo scollinato da Genova alla Valfontanabuona passando dal Monte Fasce: il caldo aveva fatto evaporare tanta acqua di mare, il vento poi l’aveva spostata sui monti dove condensava che sembrava un bagno turco. Mio figlio ed io eravamo in macchina e abbiamo approfittato per abbassare i finestrini e mangiarci le nuvole. Poi col tempo è diventata una leggenda famigliare e mia figlia minore si rode che quel giorno non era ancora nata.
Lo stesso spettacolo si può osservare dalla cima dei monti, in quelle nelle mattine d’inverno quando per qualche motivo esce un sole così, che scalda il mare, si crea la nebbia che copre i monti, li scavalca e si riversa nelle valli retrostanti....
... sì, sì è vero: sono andato fuori tema!
Si parlava di nuvole, non di nebbia che sale fino in cielo, ma più o meno sono la stessa cosa, solo che la nebbia i bambini possono mangiarla come lo zucchero filato.

Minisilloge
Mi sono piaciute molto le immagini del quadro di Vetriano e dell’effetto del treno quando i palazzi corrono.
Complimenti come per tutti i tuoi scritti, così fantasiosi ma anche curati, rifiniti e raffinati.

Un lontano presente
A me se una mi cerca, mi chiama, insiste e poi per una teglia di lasagne, ci vado subito senza scrivere nulla!
Ah no, che io non sono vedovo!!!

Metamorfosi
A me le storie narrate nelle metamorfosi hanno sempre procurato tanta tristezza, infatti le loro protagoniste vengono regolarmente punite per aver subito una prepotenza.
Ma un po’ di cancel culture che punisca Giove, Apollo e Atena?

Intervista doppia
Sempre bello leggerla.
In questo caso è stato bello trovare tante coincidenze.
Mi ha fatto anche piacere ritrovarmi accoppiato con Pathurnia.
Non so cosa ne pensi lei, ma a me andrebbe benissimo.
Nei miei rapporti di coppia sono sempre stato quello preponderante, e a 53 anni vorrei tanto passare il timone a una che ci pensi lei.
Quando vuoi, le chiavi sono già nel cruscotto (il serbatoio però è vuoto!)

Dicono di me
Di nuovo complimenti vivissimi per l’articolo, che permette a chiunque – persino a me – di seguire una storia che mi ha lasciato sempre tra l’indifferente e il perplesso.
Personalmente credo che questa storia, come quella di suo figlio, dovrebbe far riflettere al pubblico che assiste allo spettacolo offerto dalle monarchie e dai vari attori / personaggi che lo inscenano.

Musica e parole
Molto interessante.
Mi sembra che in Europa tutti intoniamo le frasi allo stesso modo, soprattutto nel caso delle interrogazioni ed esclamazioni, ma credo che in Asia, il senso della frase venga affidata alla logica della frase, non alla tonalità.
Sarebbe interessante approfondire.
Qualcuno sa il cinese?

Norme redazionali
Grazie: è sempre bene ricordarle, e io le dimentico troppo spesso.
A volte non è che le dimentico, è che mi fa comodo fare altrimenti, come nel caso della virgola tra soggetto e predicato.
Il punto è che io scrivo più che altro per fare consulenze di carattere tecnico, e siccome devo essere preciso e non lasciare nulla all'interpretazione, a volte i miei soggetti possono essere lunghissimi, perciò sento il bisogno di staccarli dal verbo, altrimenti quando finalmente ci si arriva, tocca ricominciare la frase da capo per dargli un senso.
Io poi ho un altro problema: spesso scrivo al cliente in inglese allegando la traduzione in italiano per il fornitore che è in copia. Per risparmiare tempo, adopero il traduttore, che però deve ignorare le regole grammaticali, perciò se non gli metto la virgola tra soggetti lunghissimi e il verbo, fa delle confusioni da mettersi le mani ai capelli.
Incuriosito dall'articolo, sono andato a fare un po' di ricerca scoprendo che l’Accademia della Crusca ammette una sola eccezione, e cioè quando tra soggetto e verbo c’è un inciso: in questo caso infatti, la virgola non sarebbe tra soggetto e predicato, ma tra soggetto e inciso e tra inciso e predicato.
Mi ha fatto piacere trovare una regola grammaticale (forse) uguale per tutte le lingue (vale sicuramente anche per spagnolo e inglese) e che ha un suo perchè logico (il soggetto non va separato dall’azione che compie).
Resto però scettico quando una grammatica stabilisce regole indiscutibili dimenticando che una grammatica sorella stabilisce regole altrettanto indiscutibili ma completamente diverse. E’ il caso di sottosopra, che in italiano si scrive tutto attaccato, mentre ancora adesso in sardo e nell’antico provenzale si scrive

sotto
sopra

in base al principio che se ciò che è sotto viene a ritrovarsi sopra, non deve essere scritto a fianco.
Analogo discorso per termini come soprammobile o sopralluogo, mentre altri termini come soprano, per evitare volgarità, vennero trasformati in coccige.
Tornando alla frase iniziale, vale la pena notare che in portoghese e spagnolo, a differenza dell’italiano, tutto attaccato si scrive rispettivamente tuttoattaccatão e tuttoattaccatos.
Che la lingua sia un compromesso accettato dalle persone ma spesso di fatto privo di logica, è dimostrato dai problemi della messa a punto del sistema di guida automatico della Tesla tentato da un team di italiani.
In problema venne fuori quando i tecnici italiani gli dissero Non devi passare col rosso.
La Tesla, per una questione di logica e non di compromesso grammaticale, capì che non dovendo, non era obbligata a passare col rosso, perciò a volte passava e a volte no agendo liberamente come gli pareva.
Poi gli venne detto Devi passare col verde, perciò ogni volta che il semaforo veniva verde, quella partiva anche se era posteggiata o se era diventato verde il semaforo per andare diritti mentre i passeggeri volevano girare a destra (direzione per la quale il semaforo era ancora rosso).
Il risultato furono innumerevoli incidenti in cui le Tesla che erano ferme col rosso per girare a destra, proprio perchè era rosso, partivano per andare diritte scontrandosi con quelle che venivano da sinistra col verde.
E’ ovvio che i passeggeri delle macchine rimaste casualmennte ferme col rosso, guardavano atterriti in attesa che anche la loro Tesla partisse col rosso (perche anche se non obbligata, poteva farlo) o partisse col verde verso una destinazione sbagliata scontrandosi lo stesso.
Alla fine licenziarono tutti gli italiani, creativi finchè vuoi, ma casinisti, e ci misero un team cinese che in quanto confuciano-maoista, si limitò a spiegare: rosso fermo, verde andare dove vuole padrone, se padrone sovversivo, portare diritto a campo di rieducazione.
Comunque ho controllato e anche in cinese, tra l’ideogramma del soggetto e quello del verbo, non ci va la virgola.
 
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lettore marcovaldo

Well-known member
Storie della Genova del ‘900
[...]
Mi ha ricordato anche le discussioni famigliari dei primi anni 70, ovviamente in genovese, in cui alcuni sostenevano che Genova era degradata a causa dei vicoli stretti e sporchi e che perciò bisognava ripulire (buttare giù) e rinnovare; adesso infatti, ci sono le zone ripulite (ricostruite) e rinnovate dal brutalismo che invece sono larghe e sporche.
credo che in latino si dica vexata quaestio ...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Leggendo e rileggendo
Bei consigli.
Appena mi ritiro sul Monte Athos lasciando a valle lavoro, moglie, figli, e-mail, e-mail certificate, raccomandate e riunioni di condominio, le seguo tutte!
Scherzo, in realtà alcune le seguo già, come cercare di leggere le opere di un autore in ordine cronologico e prendere alcune note, anzi, riscrivendole qui sul Forum!

The mother
Per una volta parlate di un film che ho visto: era ora!
Non è certo il mio genere preferito, ma mi è piaciuto che una madre insegnasse alla figlia ad essere tosta invece che ad abbinare tra di loro i colori pastello.

Lo chef dei poveri
Intanto chiarisco che è tutto vero.
Va be’ su quella cosa lì che le donne impazziscono per me, si strappano i capelli e mi lanciano i loro bikini quando mi tuffo con le pinne, i guanti di giardiniere e il mestolo, ho calcato un po' la mano. Lo ammetto: volevo ingelosire mia moglie che tanto non ci crede.
Il punto è che secondo me, dovremmo essere tutti vegani e se non lo siamo e decidiamo di usare e abusare delle bestie fino ad ammazzarle, almeno dovremmo evitare di fare gli schifiltosi.
Cioè, non puoi dire che non ti frega nulla dell’agonia dei macelli ma che ti fa senso la trippa accomodata o il fegato alla veneziana.
Mi rendo conto che ti puoi mangiare due chilometri di filetto alla wellington senza pensare alle vacche (ma anche senza pensare alla carne, tanto c’è dentro di tutto), mentre se ti mangi il loro muso non puoi farne a meno, però il filetto alla wellington se lo mangiano carlo e camilla, mentre la maschetta (appunto, il muso della vacca) se la tiene il macellaio per farci il suo bollito o stracotto, che sa quello che fa.
La faccia del maiale invece, è squisita alla brace, ma bisogna saperla fare affinchè non diventi dura.
Poi c’è un’altra cosa: io non ne posso più di sentir parlare di inflazione e che il carrello della spesa è aumentato.
C’è un’infinità di prodotti che non costano nulla e sono buonissimi, e piuttosto che cucinarli lasciamo che finiscano nell’immondizia.
Un esempio? Le sardine a 3,99€/kh ( e parliamo di pesce fresco della Sicilia o del Mar Ligure), o le compro io, o le comprano i marocchini, o il pescivendole le butta via, che non le vuole nessuno. Eppure sono buone, le cucina chiunque e fanno bene (pesce azzurro, omega 3...).
Durelli? Gli stomaci delle galline sono 100% muscolo, tutte proteine, niente grassi. Vuoi stare a dieta e mettere su massa muscolare? Brodo di durelli e durelli! Brodo di durelli e durelli!! Brodo di durelli e durelli!!! Germano, te lo giuro: provali una volta nel bollito: sono buonissimi!!!!
Poi vi racconterò delle zampe di gallina, adesso non c’è spazio.

Live at Berkeley
Non capisco nulla di musica.
Non conosco gli autori citati.
Se è per quello, io conosco sì e no 7 o 8 cantanti.
Ma ti do ragione: quella degli anni 70 (e anche 80) era musica, sia italiana che straniera.
Potevi addirittura canticchiarla sotto la doccia o intorno al fuoco con la chitarra.
Ti rendevano felice o malinconico.
Ma quella di adesso...dai!
Cosa fai, canticchi quei rap da capricciosi esauriti?

Avvocato Woo
Bell’articolo che mi ha fatto venir voglia d vedere la serie, purtroppo la sera tardi quando i bambini vanno a letto, che loro i sottotitoli non li vogliono proprio!

Donna Petrosilla
E’ un personaggio meraviglioso.
Non dico che me la sposerei, no, diciamo di no, però la inviterei a cena e sarei galante con lei.
Grazie per la storia dei lupini.
Anch'io pensavo fossero quelli nella versione gialla bollita, anzi, ricordo ancora quando la prof di italiano ci spiegò cos’erano; non sapevo invece che erano quelli da fare in padella con un goccio d’acqua, olio, pepe e un nulla di limone.

Casalingo disperato
Credo che la principale causa di disperazione dei casalinghi è che mentre le casalinghe condividono le loro disperazioni e si fanno coraggio a vicenda, noi casalinghi interiorizziamo tutto dando per scontato che non ci capirà nessuno o che non ci sia nulla da capire in un uomo che si lamenta di qualcosa di diverso del pallone .
Dovremmo imparare.

Ragù
Da inveterato mangione, ho apprezzato entrambe le ricette, soprattutto il fatto che Gamine, come spesso fa la gente di pianura, non c’abbia buttato dentro, alla fine, un cucchiaio di burro: grazie! Mi resta indigesto.
La ricetta della mia famiglia prevede (sperando di ricordare tutto!):
  • rigorosissimamente pentola di acciaio inox spessa
  • soffritto di aglio a cui si aggiunge al momento giusto la cipolla, e in seguito sedano e carota
  • si alza il fuoco e si aggiunge pepe in grani, ginepro o mirto, chiodo di garofano e la carne trita, di maiale e manzo; si rigira bene e poi si lascia che la carne bruciacchi i bordi della pentola che diventeranno nerastri (per questo la pentola deve essere in inox)
  • si fa un po’ di spazio nel mezzo e quando c’è uno spazio pieno di olio e grasso sciolto, si mettono i pezzettoni di carne di manzo (come nel Tucco genovese) a cauterizzare
  • cauterizzata la carne, si abbassa il fuoco, si butta del vino bianco e con un cucchiaio di legno si gira la carne trita lavando il nero sulla pentola che lascerà un gusto di arrosto
  • adesso si aggiungono i pezzi di fegato (di manzo o maiale) che daranno persistenza e la salsiccia intera ma bucherellata in modo che perda il grasso, e si lascia rosolare il tutto.
  • si aggiunge la passata di pomodori in pezzi grossi, un paio di pomodori crudi rotti dentro, triplo concentrato, alloro, paprika dolce, un peperoncino fresco, sale, si gira e si lascia sobbollire al minimo. Attenzione: il peperoncino deve essere piccolo e poco piccante, non una demenzialità messicana. Non serve a rendere il sugo piccante, che non deve esserlo, anzi, non deve nemmeno sentirsi: serve a dargli persistenza, come il fegato.
  • se in passato hai fatto un arrosto e ti è avanzato un po' di sughetto che hai congelato, è il momento di buttarcelo.
  • se hai una testa di coniglio, anche!
  • man mano che cuoce si deve regolare l’acidità del pomodoro con una punta di zucchero.
  • si lascia cuocere per circa tre ore, poi si lascia raffreddare e si mette in frigo.
  • il giorno dopo si tira fuori e si rimuove il grasso coagulatosi sopra (che potrà piacere ma non fa bene...), si aggiunge un goccio di olio crudo e si fa cuocere ancora un po’ controllando sale e zucchero.
  • secondo me, mettergli il formaggio sopra è un peccato, come il latte o la panna. Meglio spolverargli sopra un po’ di pane secco che lo incolla alla pasta senza aggiungergli sapori.
 
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