Breve, intenso, inquietante, “Dieci piccoli indiani” è uno dei gialli più celebri di Agatha Christie.
E’ ambientato su un’isoletta del Devon, Nigger Island, che sembra essere stata acquistata da un misterioso e facoltoso personaggio. E’ proprio lui, o la sua signora, ad invitare sull’isola dieci persone che più diverse non si potrebbe, chi per lavoro, chi per vacanza. Tutti e dieci, sebbene non siano certi di conoscere i padroni di casa, e sebbene non conoscano gli altri invitati, accettano. Così si ritrovano intrappolati in un piano ingegnoso e diabolico architettato da un regista invisibile che vuole fare giustizia là dove la giustizia normalmente non arriva. I dieci ospiti di Nigger Island, infatti, sono dieci assassini impuniti. Ma ci penserà lui, questo giustiziere senza volto, a procurar loro la sorte (o la morte) che meritano. Ma chi è il regista? Chi è l’assassino? Chi fa sparire le statue dei negretti dalla tavola? Sarà forse uno dei dieci?
Un giallo classico accattivante che si legge d’un fiato, una lettura adatta anche a chi non ha voglia di trame intricate e contorte. Se per caso non avete mai letto nulla della Christie, credo che questo sia il libro giusto per cominciare perché non è legato a nessuno degli investigatori storici: qui non ci sono Poirot o Miss Marple per intenderci. Ancora una volta Agatha Christie non delude e non è difficile capire perché sia considerata la regina del giallo.