XCI Cineforum - Un affare di famiglia di Hirokazu Kore'eda

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Partiamo con il Cineforum dedicato al film del 2018 Un affare di famiglia, del regista e sceneggiatore giapponese Hirokazu Kore'eda. Il film ha vinto la Palma d'Oro a Cannes e, a giudicare dal fatto che appena si "googla" il titolo appare la voce "Un affare di famiglia spiegazione finale", deve essere molto semplice. :mrgreen:
Se volete dare uno sguardo alla trama potete farlo collegandovi a questo link :mrgreen: https://www.forumlibri.com/xf/index.php?threads/27939/ ma non fermatevi al primo post, se no vi passerà la voglia di vederlo 😂 io invece, che l'ho proposto, ora sono ancora più incuriosita e lo guarderò di sicuro.
Oltretutto il film è disponibile su Raiplay e questo è un motivo in più per vederlo.
Per i nuovi Cineforumisti: il film si può guardare in qualsiasi momento, poi si partecipa alla discussione qui (ricordandosi, se necessario, di avvisare in caso di spoiler) e si scrive un commento sul 3d della Piccola cineteca senza spoilerare.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
POSSIBILI SPOILER

Questa famiglia è una famiglia che si è scelta e i motivi di questa scelta sono di convenienza, ma l'affetto è innegabile. Questa famiglia ha difficoltà ad andare avanti ma è una famiglia aperta all'accoglienza e ho trovato molto poetica la scena della chatroom, l'abbraccio tra la ragazza e il ragazzo, così come ho trovato poetica la scena dell'uomo che insegue l'autobus e il bambino che lo guarda dal finestrino pronunciando quella parola quando nessuno può sentirlo. La bambina che guarda fuori dal balcone è di una tenerezza assoluta e mi domando perchè i servizi sociali non abbiano verificato alla fine la situazione in cui vive la bambina con i genitori biologici visto che sono stati così pronti ad incarcerare la madre "adottiva", l'ho trovata una contraddizione. E' il bambino che toglie il velo, che in qualche modo vuole salvare i componenti di questa famiglia dall'illegalità e che vuole essere finalmente un bambino "normale", che va a scuola come tutti gli altri, che vuole essere riconosciuto socialmente, è questo diritto che rivendica il messaggio più bello per me. L'abbandono che subisce il bambino è il punto di svolta della storia, c'è allora una presa di coscienza da parte di tutti e una rielaborazione dei propri comportamenti come se per riemergere si debba neccesariamente commettere qualcosa di meschino. Il film non edulcora nulla.
 
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MaxCogre

Well-known member
POSSIBILI SPOILER
Bellissimo il tuo commento, ondy, è un film pieno di cose. Talmente pieno che alla fine mi sono scordato di raccapezzare il perché alla fine shota si fa 'beccare', che è come tu dici. In generale è un film di molte simmetrie, che mi piacciono, dalle piccole alle grandi, come ad esempio le cicatrici gemelle quando nobuyo accosta il braccio alla bambina 'adottata', o la scena quando vanno a comprarle i vestitini con una frase detta dalla bambina che capisci solo alla fine del film, sono tutte cose prima che trovano la chiusura dopo (e forse la storia procede più per la 'chiusura' delle simmetrie che per cose che succedono-l'unica svolta è per gli standard occidentali un bel po' tardi). Ad esempio il simmetrico-equivalente di quella scena poetica che dici tu è per me quando osamu dice che un padre insegna quello che sa. La simmetria è anche nel giudizio che diamo a questa strana famiglia, che oscilla sino alla fine tra due poli, come dice path, quando secondo me interviene una simmetria più grossa, dove sul piatto della bilancia c'è questa famiglia 'strana', dall'altra due famiglie 'normali'. A quel punto, solo in relazione a, riusciamo a tirare una linea. Per me la bilancia pende decisamente a favore. Ecco, un'altra direzione del film, cioè una cosa acquista un significato, è valutabile, solo relativamente ad un altra cosa, e non di per sè. Molto orientale...
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
COMMENTO CON SPOILER INEVITABILE (consigliato solo a chi ha già visto il film).

Per il momento vorrei dire solo una cosa, ed perché Shota (secondo me) si fa beccare.
Piccolo salto indietro: tu "padre" mi dici che se rubo in un negozio non è rubare perché la roba non venduta non è di nessuno. Ok. Io sono un ragazzino che ti segue, crede in te e nelle tue spiegazioni, ma sono anche un ragazzino che ha il senso di cosa è giusto e cosa non lo è. Fino al furto nei negozi ti seguo. Invece sulla sorellina non ti ho mai seguito, resisto perché ho un mio carattere e so dire di no. So cosa vuol dire sorella e non puoi cambiare i miei ricordi.
Poi mi insegni a spaccare le macchine per rubare quel che c'è dentro, ed io ti faccio notare che non è più "merce di nessuno". Tu non sai fare altro che una faccia da sogliola lessa, non mi dici com'è che devo ragionare, ma io ora so. So che mi hai amato e protetto ma anche imbrogliato cercando di confondere le acque, so che mi ami ma so anche che mi vorresti uguale a te, mentre io sono una persona. Una persona che vuole e può scegliere con la sua testa ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Non scapperò, non ti abbandonerò, ma farò in modo che la vita mi porti lontano da te perché quello che voglio è SCEGLIERE.
E dopo, quando sarò padrone del mio destino, potrò riconoscere il tuo amore e in piena libertà potrò chiamarti: "Papà".
Ho trascurato il resto perché mi sono immersa completamente nel personaggio del ragazzino.
Buonanotte:whistle:
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Post scriptum: ho ricordato un altro particolare.
Quando il vecchio gestore dell'emporio capisce le manovre di Shota e della bambina non li rimprovera e non li accusa, dice semplicemente a Shota di non insegnare a rubare ad una bimba così piccola.
Non è forse un piccolo shock culturale per il ragazzo? Un adulto fa pacificamente un discorso sulle regole e implicitamente parla del bene e del male, mettendo in crisi il sistema di valori che Shota aveva fino ad allora condiviso con la "famiglia adottiva" .
Anche questo tassello rientra secondo me nella sua presa di coscienza.
Torno a dormire.
 

MaxCogre

Well-known member
ma scusate, quello che dite mi fa venire in mente che ... ma fosse fosse che osamu ha 'rubato' anche shota lol?non ci vorrei credere!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
ma scusate, quello che dite mi fa venire in mente che ... ma fosse fosse che osamu ha 'rubato' anche shota lol?non ci vorrei credere!
L'ho pensato anch'io. Quando l'uomo rompe il finestrino di una macchina nel parcheggio il bambino gli chiede se l'avessero trovato chiuso in una macchina e l'uomo risponde di sì (non ricordo bene le esatte parole però)
Un altro elemento che mi è piaciuto è che il regista semina indizi che avranno una loro risoluzione nel finale, come quando tu giustamente citi la frase che dice la bambina nel camerino e di cui alla fine si scoprirà il senso (però anche prima della scena finale si capisce il senso della frase). I bambini sanno benissimo cosa è giusto e cosa sbagliato e sanno cosa devono dire e cosa non dire, ci arrivano da soli, dimostrano di avere un loro mondo interiore indipendente, sono loro i veri protagonisti di questo film per me.
Questo è "solo" un film ma vorrei dire che per diventare genitori farei fare un corso obbligatorio alle coppie, colloqui psicologici, follow up, come quando si fa domanda di adozione. E' un argomento che mi preme molto.
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
ma scusate, quello che dite mi fa venire in mente che ... ma fosse fosse che osamu ha 'rubato' anche shota lol?non ci vorrei credere!
Gioia di mamma, ma sei di fuori come un balcone! ;):p:love:
A un certo punto dice chiaro e tondo che Shota era in un'automobile parcheggiata fuori ad uno di quei luoghi dove si gioca alle slot machine e che se lo sono preso perché sembrava abbandonato!
Scusa la confidenza che mi sono presa😇
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Io, come mi suggerisce path, é mejo se me lo rivedo tutto daccapo lol
Ottima idea, anch'io vorrei rivederlo più in là, sono sicura che mi sono sfuggite tante cose. Per esempio non ricordo assolutamente niente della musica, ero troppo concentrata sulla storia.
 
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