Sulla prima sillaba "se" iniziò un coro lento e solenne di decine e decine di voci, il cui suono basso riempì le navate e aleggiò sopra le nostre teste, e tuttavia sembrava sorgere dal cuore della terra. Né‚ s'interruppe, perché‚ mentre altre voci incominciavano a tessere, su quella linea profonda e continua, una serie di vocalizzi e melismi, esso tellurico continuava a dominare e non cessò per il tempo intero che occorre a un recitante dalla voce cadenzata e lenta per ripetere dodici volte l'"Ave Maria"
IL LIBRO, lo rileggo tutti gli anni, ne ho 4 copie sparse per casa.
Vale la pena leggerlo anche per questa descrizione del canto gregoriano.
Solo in Maalouf ho ritrovato un divertissement così erudito.