Levin
Con Levin Tolstoj introduce temi più seri, a carattere politico-sociale e lo fa in maniera molto concreta.
L'idea di creare una sorta di società con i contadini, per farli paretcipare agli utili e responsabilizzarli è una novità per l'epoca e lui ha il coraggio di farlo, ma poi -come già è successo in precedenza- ci delude quando, nel parlare dell'obbligo scolastico sostiene che per i contadini le scuole non servono affatto:
Ecco, io questo non l’ho mai capito — ribatté Levin con calore. — In che modo le scuole possano aiutare il popolo a mi-
gliorare la sua condizione materiale. Voi dite, la scuola, l’istruzione, gli daranno nuovi bisogni. Tanto peggio, perché ancor
meno avrà la capacità di soddisfarli. E in che modo la conoscenza dell’addizione e della sottrazione e del catechismo lo aiuteranno a
migliorare il proprio stato materiale, io non l’ho mai potuto capire.
L’altro ieri sera ho incontrato una donna con un bambino poppante e le ho chiesto dove fosse andata. Mi ha detto: “Sono andata dalla
fattucchiera. Al bambino gli era venuto il frigno, così gliel’ho portato per farlo curare”. Le ho chiesto come la donnetta curasse quel
piangere continuo. “Mette a sedere il bambino sulla gruccia delle galline e poi dice qualche cosa”.
— Ebbene, ecco, lo dite voi stesso. Per questo c’è bisogno di istruire il popolo, perché non vada a far curare il frigno sulla
gruccia — disse Svijazskij, sorridendo allegramente.
— Ah no — disse Levin con stizza. — Per me questo metodo di cura è simile a quello che vuol curare il popolo con le scuole.
Il popolo è povero e ignorante; questo noi lo vediamo con la stessa chiarezza con la quale la fattucchiera vede il frigno, che è
reso evidente dal fatto che il ragazzo frigna. Ma come e perché contro questo malanno della povertà e dell’ignoranza, debbano
giovare le scuole è così incomprensibile come è incomprensibile che contro il frigno giovino le grucce delle galline. Bisogna aiutare
il popolo in quanto è povero.